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Capitolo 52 - Play the game (Pt. 3)

L'acqua fresca del mare fu un sollievo enorme per la pelle ormai fin troppo accaldata, quasi bruciata per i raggi del sole del pomeriggio.

Alessio vi si era addentrato pochi minuti prima, da solo. Non aveva bene idea di che ora potesse essere: sapeva solo, almeno da quel che aveva detto Giulia quando erano tornati tutti momentaneamente all'ombrellone, che doveva averci messo almeno una ventina di minuti in tutto prima che fosse in grado di rialzarsi dal punto in cui era crollato sul campo da beach volley e camminare. Alessio non aveva faticato a crederci: anche lì in acqua, seppur in misura minore, riusciva ancora a percepire il dolore all'altezza del bacino.

Era rimasto conciato così male che persino Nicola, tornato finalmente dalla sessione di nuoto, e Filippo avevano notato la sua andatura non molto stabile quando aveva camminato dal campo di gioco all'ombrellone. Quando gli avevano chiesto entrambi che gli era successo, aveva liquidato la questione con un vago "infortunio da partita di beach volley", accompagnato dalle risate mal trattenute di Giulia e dalle occhiate piene di scuse di Pietro.

Doveva però ritenersi in qualche modo fortunato, perché quella era stata la scusa perfetta per evitarsi una seconda partita. Aveva lasciato con gioia il proprio posto a Nicola, mentre Filippo aveva sostituito nell'immediato Pietro, che aveva preferito invece fermarsi su uno degli sdraio all'ombra.

E poi, nonostante la solitudine in cui si trovava in quel momento – un po' come aveva trovato Caterina non molto tempo prima, in riva al mare-, la frescura dell'acqua marina gli stava giovando sul serio. Si era allontanato abbastanza dalla riva per poter nuotare liberamente senza il pericolo di finire addosso a qualche altro bagnante, ma si era stancato ben presto; era tornato un po' più vicino alla zona dove c'era più gente, standosene perlopiù fermo nello stesso punto, dove il fondale era così basso che, alzandosi, il livello dell'acqua gli arrivava a malapena ai fianchi. Riusciva facilmente a toccare il fondale con le ginocchia piegate, e senza avere nemmeno le spalle del tutto sott'acqua.

Per un attimo ricordò quel che aveva detto a Caterina, quando le aveva detto che quello era un bel posto: si sentiva quasi in paradiso, in quel momento, osservando rapito le scogliere dell'isola di San Nicola, che apparivano più vicine di quanto non fossero in realtà, e dove sul punto più alto dell'isola spiccava il santuario romanico di Santa Maria a Mare. Il rombo delle barche e dei gommoni, che viaggiavano tra l'isola di San Nicola e quella di San Domino, nello spazio di mare rimanente e non adibito ai bagnanti, sembrava far da sottofondo al posto, oltre al sibilo della brezza leggera.

Riusciva, in quel momento, perfino a sentirsi rilassato, in pace con il mondo, come se tutti i problemi che aveva fino a prima di mettere piede su quell'isola se ne fossero andati.

Forse era tutto l'insieme – il posto paradisiaco così come la compagnia- a facilitare quel sentimento di relax. Era convinto che, fino all'anno prima, non si sarebbe sentito minimamente a suo agio nel condividere una stanza di un B&B con persone quasi sconosciute come Gabriele e Alberto: in quel frangente, invece, la loro presenza aggiuntiva lo stava facendo sentire quasi contento di poter relazionarsi anche con altre persone che non avevano idea di quel che aveva passato nell'ultimo anno.

E poi, di questo ne era sicuro, quella vacanza era l'occasione ideale per prendersi un po' di tempo con Pietro e parlare meglio dell'idea di cercare un appartamento insieme. Non c'era stata un'occasione vera, nelle ultime settimane, per parlarne a lungo, troppo impegnati entrambi con il lavoro.

Chiuse gli occhi, mantenendosi a galla, steso sul pelo dell'acqua, e oscillando al ritmo delle onde. Riusciva a sentire solo il rumore del mare, e il sole bruciargli la pelle della faccia.

Non sarebbe riuscito ad accorgersi della gente intorno a lui neppure con gli occhi aperti, e anche per questo non potè fare a meno di chiedersi – un secondo prima di finire con la testa sott'acqua- chi diavolo avesse decise di afferrargli una gamba e sollevargliela, facendogli inevitabilmente perdere l'equilibrio con il quale si stava mantenendo perfettamente a galla.

Alessio fece appena in tempo a portarsi le dita a tapparsi il naso, prima di non riuscire a capire più nulla, circondato unicamente dall'acqua cristallina del mare. Quando riemerse – completamente grondante e con i capelli completamente appiccicati alla fronte-, piuttosto furioso, dovette strizzare gli occhi qualche secondo prima di riuscire ad aprirli senza sentirli bruciare troppo. Gli ci vollero altri attimi prima di mettere a fuoco il ghigno trattenuto a stento da Pietro, in piedi davanti a lui e con l'acqua che gli arrivava appena sotto i fianchi, i capelli umidi che a causa dei riflessi solari sembravano quasi biondi. Visto così dal basso torreggiava su di lui in modo quasi intimidatorio; quella sensazione gli fece correre un brivido lungo la schiena.

Alessio lo guardò il più possibile in cagnesco:

-Dimmi una cosa: qualcuno ti ha pagato per farmi fuori, o sei proprio tu ad avere istinti omicidi nei miei confronti?- sbottò, ancora vagamente indispettito. Riuscì a rimettersi in piedi, scostandosi a fatica i capelli grondanti appicciati sulla fronte. Maledisse il fatto di risultare comunque decisamente più basso di Pietro anche così: sarebbe riuscito a ributtarlo in acqua senza troppo sforzo.

-Se ti riferisci alla pallonata di prima, quella non era del tutto calcolata- Pietro abbandonò per pochi secondi il sogghigno divertito, a favore di un'espressione imbarazzata. Alessio non seppe dire se era rosso in viso per quello o per il caldo che faceva.

-E l'annegarmi?- lo incalzò, le braccia incrociate contro il petto.

Pietro scosse il capo, ridendo:

-Non saresti mai annegato restando sott'acqua tre secondi-.

Alessio sbuffò sonoramente:

-Va bene, ma diciamo che d'ora in poi cercherò di starti il più lontano possibile- continuò a dire, con lo stesso cipiglio arrabbiato.

-Condividiamo la stessa stanza-.

Alessio si morse il labbro nel ricordarlo.

"Anche lo stesso letto, se è per quello".

Prima che però potesse dire qualcosa, fu di nuovo Pietro a parlare, lasciando perdere del tutto il sorriso canzonatorio che gli aveva rivolto:

-Comunque, a proposito della pallonata ... - si schiarì la gola, facendo un cenno con il viso nella sua direzione – Come va là sotto?-.

Per un momento Alessio riuscì quasi a lasciar da parte il senso d'offesa che aveva provato fino al secondo precedente. A giudicare dall'espressione apprensiva, Pietro sembrava davvero preoccupato.

-Meglio, ma questo non cambierà il fatto che vedrò come vendicarmi- gli rispose, sentendosi particolarmente perfido nell'aggiungere quel particolare.

Al contrario di quel che si sarebbe aspettato, Pietro gli rise in faccia:

-Per vendicarti dovrai pur avvicinarti a me-.

Alessio lo guardò di nuovo malamente:

-Pignolo-.

La risata cristallina dell'altro riempì gli attimi di silenzio per un po', prima che smettesse anch'essa di riecheggiare. Passarono alcuni minuti di imbarazzato silenzio: Alessio preferì puntare lo sguardo altrove, sentendosi un totale idiota nell'essere lì in piedi, fermo davanti a Pietro senza riuscire a dire nulla. Doveva immaginare che fosse lo stesso anche per lui.

-Credo me ne tornerò verso la spiaggia, comunque-.

Alessio si voltò verso di lui lentamente, chiedendosi se si era solo immaginato di sentirlo parlare. A giudicare dall'espressione imbarazzata ed esitante di Pietro, però, non doveva essere stata solo un'allucinazione uditiva.

-Te ne vai di già?- gli chiese, incredulo – Ma sei appena arrivato-.

Si rese conto di avergli detto giusto qualche minuto prima che avrebbe cercato di stargli il più lontano possibile per evitare altri incidenti come quello della pallonata, ma cercò di ignorare del tutto quella contraddizione.

Sperò che lo facesse anche Pietro, ma dovette ricredersi subito:

-Non eri tu quello che non mi voleva intorno?-.

Anche se lo aveva detto con tono scherzoso, Alessio ebbe il serio dubbio di essere apparso troppo permaloso:

-Ti sei offeso?-.

Lo vide abbassare gli occhi per un attimo, prima di rialzare il capo e scuoterlo in segno di diniego:

-No, in realtà non è per te. È che ... Non mi piace molto stare nell'acqua- si interruppe, d'un tratto più timido di quanto Alessio si sarebbe mai aspettato da lui – Ho sempre avuto una specie di moderata idrofobia. Quindi preferisco sempre rimanere con i piedi ben saldi sulla terraferma. Ero venuto qui solo per stare poco-.

Alessio sgranò gli occhi, totalmente preso contropiede. Non gli era mai venuta in mente una possibilità del genere, ma effettivamente non c'era mai stata occasione per finire in argomento.

-Hai paura dell'acqua?- ripeté, quasi a cercare ulteriore conferma.

-Beh, sì- Pietro annuì, ancora un po' rosso in viso – Ma è moderata, nel senso che ho paura delle acque profonde o dell'annegamento, ma Nicola mi aveva detto che qui il fondale è parecchio basso, quindi a venire qui ero meno ... Preoccupato-.

Per un attimo Alessio si sentì tremendamente in colpa per avergli rinfacciato fin troppo l'incidente di prima. In fin dei conti Pietro era venuto fin lì probabilmente per lui, per sapere come stava, nonostante la sua stessa fobia.

-Non ho neanche mai imparato a nuotare, quindi in mare non avrei proprio molto da fare- proseguì Pietro, con leggera autoironia.

Alessio non riuscì a sentirsi meno uno schifo neanche così.

-Però sei venuto comunque per me-.

Si lasciò andare a quelle parole quasi senza accorgersene, puramente per istinto, facendo arrossire ancora di più Pietro. Lo vide alzare le spalle, con nonchalance:

-In realtà ero un po' curioso per il mare. Non capita tutti i giorni di vederne uno con l'acqua così limpida-.

Alessio lo guardò per un lungo attimo con scetticismo, il sopracciglio alzato:

-Sei venuto qui solo per questo motivo?-.

Cercò di non suonare troppo deluso, ma non fu del tutto sicuro di esserci riuscito. Pietro lo stava guardando con un mezzo sorriso imbarazzato, senza distogliere lo sguardo nonostante l'essere visibilmente arrossito.

Fu Alessio, invece, a sentire quasi il bisogno di abbassare il viso, sull'acqua limpida che li circondava. Era una scelta comunque migliore di quella di soffermarsi troppo con lo sguardo sulle spalle di Pietro, la curva ampia e muscolosa – a tratti accogliente- che di certo doveva piacere parecchio a tutte le ragazze con cui era stato, e a quelle che potevano ammirarlo su quella stessa spiaggia.

-Ovviamente- lo sentì dire, trattenendo a stento una risata.

Alessio si ritrovò a roteare gli occhi al cielo, sbuffando appena con sarcasmo, prima di girarsi verso la spiaggia e fare qualche passo in quella direzione, deciso a tornarsene a riva prima di far crollare definitivamente la propria reputazione.

-Dove te ne stai andando?- Pietro alzò appena la voce per riuscire a farsi sentire; anche se non si era voltato indietro, Alessio fu sicuro che lo stesse seguendo ugualmente.

-A riva- rispose indifferente. L'unica cosa che riuscì a sentire fu di nuovo la risata limpida di Pietro:

-Ah, quindi il voler starmi lontano era tutta una finta, visto che stavo per tornare anche io-.

Alessio soffocò a stento qualche imprecazione, i piedi che continuavano ad affondare nella sabbia bagnata del fondale ad ogni nuovo passo.

*

Faceva ancora parecchio caldo quando, alla sera, avevano cominciato a prepararsi per lasciare la spiaggia ed avviarsi al traghetto per tornare a San Nicola. Non ci avevano messo molto ad arrivare al molo d'arrivo, di certo non quanto ci misero per arrivare al centro abitato, concentrato nella zona più alta dell'isola.

Caterina continuò a camminare lentamente, sbuffando di tanto in tanto: le spalline dello zaino cominciavano ad essere irritanti sulla pelle abbronzata e resa più sensibile. Stava ricominciando già a sudare, nonostante il calore pugliese fosse decisamente più secco rispetto a quello estremamente umido al quale era abituata.

-Ehi, fermi tutti!-.

Si ritrovò ad alzare lo sguardo in automatico, cercando di mettere a fuoco i visi del resto del gruppo: Gabriele, qualche metro più avanti rispetto a lei, si era fermato di colpo, facendo fermare di conseguenza anche tutti gli altri.

-Forse dovremmo approfittarne e andare a fare un po' di rifornimento per il cibo e le bevande da portarci in spiaggia- continuò subito, prima di girarsi ed indicare un negozio di alimentari a qualche metro da loro. Erano già relativamente vicino al loro B&B, e la posizione del negozio risultava piuttosto comoda.

-Non serve che andiamo tutti quanti al negozio, per quello ci si può andare anche in due- obiettò Valerio, il volto accaldato – Chi vuole sacrificarsi?-.







NOTE DELLE AUTRICI

La vacanza continua e con essa continuano anche i tentativi di omicidio attuati da Pietro nei confronti di Alessio. Anche se la sopravvivenza di quest'ultimo viene costantemente messa alla prova, non mancano i punzecchiamenti tra i due amici, e così i tentativi di distanziamento sociale tanto osannati da Alessio, sono destinati a fallire miseramente nella camera del bed & breakfast.

Ma una nuova scena è alle porte: chi saranno i protagonisti di questa nuova avventura chiamata spesa? Forse Caterina e Nicola... potrebbe essere l'occasione perfetta per mettere luce in questa lontananza misteriosa? O magari vedremo Caterina interagire con qualcun altro, per portare così un nuovo punto di vista a questo mistero. Queste circostanze potrebbero anche portare ad un nuovo dialogo, magari meno pericoloso, tra Pietro e Alessio, oppure a una scena tendente al comico con Giulia come protagonista.

Voi cosa preferireste?

A mercoledì prossimo per vedere se queste ipotesi verranno confermate oppure no!

Kiara & Greyjoy

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