Capitolo 52 - Play the game (Pt. 2)
Il mare delle Tremiti era esattamente come Caterina lo ricordava: quanto più limpido potesse essere. L'ultima volta che vi era stata era soltanto una bambina, e vi aveva trascorso solamente una giornata; erano memorie lontane, ormai sfocate per gli anni passati da quel giorno. Il paesaggio delle isole, però, le sembrava tale e quale a quello che aveva trovato all'epoca, come se il tempo lì si fosse fermato, senza cambiare davvero quelle spiagge di sabbia bianca.
Si era fatto pomeriggio quando, finalmente, erano riusciti a sistemare le camere, svuotare le valigie e prepararsi per uscire. Avevano pranzato tutti insieme in un bar di fronte al loro B&B, prima di avviarsi alla spiaggia dell'isola di San Domino, da raggiungere in pochi minuti con il traghetto; erano arrivati quando ormai erano le quattro passate del pomeriggio, pronti ad installarsi sotto i tre ombrelloni che avevano prenotato.
Non aveva idea da quanto tempo esattamente fosse lì da sola, seduta sulla battigia, con l'acqua delle onde che arrivava a bagnarle la punta dei piedi. Da quel punto in riva al mare, sforzando un po' la vista, riusciva ad intravedere la figura lontana di Nicola, tra gli altri bagnanti intenti a farsi un bagno ristoratore. Aveva rifiutato la sua offerta di seguirlo in acqua, preferendo rimanersene ancora un po' lì, dove la sabbia bagnata sprofondava appena sotto il suo peso e l'acqua arrivava ad accarezzarle la pelle ad ogni onda
-Che ci fai qui da sola?-.
Caterina non cercò nemmeno di nascondere il suo sobbalzo al sentire la voce di Alessio fin troppo vicina, e totalmente inaspettata. Si prese un secondo per tornare a respirare normalmente, prima di alzare gli occhi in alto: Alessio era in piedi a nemmeno un metro da lei, piegato appena verso il basso per poter ricambiare meglio l'occhiata. Sembrava vagamente confuso nel vederla proprio lì completamente isolata dagli altri.
-Niente. Mi riposo- Caterina rispose in fretta, forse fin troppo per non lasciar trapelare il fatto che avesse una risposta già pronta a quell'eventuale domanda – Non ho molta voglia di nuotare adesso. Forse più tardi ... Magari se mi ci portano di peso-.
Abbassò lo sguardo, non del tutto convinta che aggiungere quei dettagli fosse stata una buona idea. Sperò che Alessio non facesse due più due e arrivasse a capire che non era andare a nuotare il vero problema, quanto farlo con Nicola.
Lo sentì sospirare, un attimo prima che si sedesse accanto a lei sulla sabbia:
-Ho capito, non sei in vena- mormorò semplicemente, senza aggiungere altro. Caterina fu quasi sul punto di lasciarsi andare ad un sospiro di sollievo.
-È un bel posto qua. Non c'ero mai stato- lo sentì di nuovo sussurrare, dopo alcuni momenti passati in silenzio. Si girò appena verso di lui, osservandolo con il volto alzato indirizzato alla luce del sole, gli occhi chiusi per non rimanere abbagliato.
-Io sì, un sacco di anni fa- Caterina poggiò le mani sulla sabbia, spostando il peso sulle braccia – Un buon posto per un ultimo momento per rilassarsi prima dell'inizio della scuola e dell'università-.
-Non me lo ricordare- ansimò dolorosamente Alessio, come se si fosse appena scottato. Caterina rise appena: era estremamente ironico come lei stessa potesse condividere quel pensiero. Non aveva ancora metabolizzato fino in fondo quanto, quell'ultimo anno di liceo che si sarebbe aperto a settembre, sarebbe stato diverso dai precedenti.
"Sarà diverso anche per Nicola".
Anche se non lo stava più guardando, poteva percepire lo sguardo indagatore di Alessio su di sé. Non gli domandò nulla, aspettando forse con un po' di timore che fosse lui a decidersi di parlare.
-Sicura che vada tutto bene?-.
La domanda di Alessio non arrivò poi così tanto sorprendentemente. Era sicura che si fosse trattenuto dal chiederglielo da quando quella mattina lei e Nicola erano passati a prenderlo in auto fino a casa sua, prima di guidare verso Piano.
-Sembravi in meditazione profonda prima che arrivassi- continuò, con lo stesso tono tranquillo – C'è qualche problema?-.
Caterina abbassò il volto, facendo finta di studiare le pieghe del proprio costume, mentre si mordeva piano il labbro inferiore.
Parlare con Alessio, confidarsi con lui, sarebbe stato facile e difficile allo stesso tempo: sarebbe stato semplice perché sapeva che non l'avrebbe giudicata in alcun modo, limitandosi a dare qualche consiglio, e che di certo non le avrebbe fatto notare l'esitazione e l'imbarazzo con cui gli avrebbe raccontato quel che le stava passando per la testa da settimane – unico risultato di quel che stava succedendo tra lei e Nicola. Sapeva anche, però, che sarebbe stato il disagio stesso a frenarla più volte dal rivelare cos'era quel groppo in gola che la faceva sentire strana e piena di interrogativi. Avrebbe dovuto perdere tempo a cercare le parole giuste per descrivergli gesti a malapena visibili che lei invece credeva di aver percepito fin troppo bene.
Non riuscì a fare in tempo a giungere ad una conclusione: dei passi affrettati e sempre più vicini, anche se resi impacciati dalla sabbia, fecero voltare lei ed Alessio all'unisono. Si ritrovarono di fronte al viso affannato di Giulia, seguita a ruota da Pietro.
-Prima che diciate qualsiasi cosa: no, non vi stavamo spiando, e no, non siamo qui per farvi proposte indecenti- appena ripreso fiato, Giulia non perse tempo in convenevoli – Volete fare una partita di beach volley con noi?-.
-Non c'è nessun altro disponibile?- chiese Alessio, con fare perplesso.
Pietro scosse immediatamente il capo:
-Gabriele e Valerio sono andati a farsi una passeggiata da qualche parte, Filippo si è addormentato con le cuffie dell'i-Pod ancora nelle orecchie, e Alberto credo abbia appena rimorchiato una tipa. O almeno ci sta provando- iniziò il resoconto, con lo stesso tono di voce indifferente con cui avrebbe letto una lista della spesa – Quindi credo proprio non voglia essere disturbato-.
-E Nicola è disperso chissà dove- concluse Gulia.
-Sta nuotando- la corresse Caterina.
-Quindi, visto che Tessera è impegnato a fare la sirena del momento, non rimanete che voi- riassunse Pietro, ignorando con nonchalance le occhiate che gli lanciarono un gruppo di ragazzine appena passate di fianco a loro, causate probabilmente dai suoi muscoli delle braccia in bella vista e dal fisico asciutto ed atletico
Caterina non disse nulla: per quanto non le andasse molto di giocare, non sotto quel sole e con quel caldo, era altrettanto vero che le serviva qualcosa per distrarsi. E ormai il momento per parlare con Alessio, sempre se l'avrebbe fatto, era ormai sfumato del tutto.
Si alzò in piedi per prima, alzando le spalle quando Alessio le lanciò un'occhiata incredula: probabilmente stava solo sperando che anche lei lasciasse trasparire una certa non convinzione ad accettare la proposta di Giulia e Pietro.
-E va bene- bofonchiò a bassa voce, mentre si alzava, sconfitto – Se perdete ci offrite qualcosa da bere, sappiatelo-.
Giulia trattenne a stento un gridolino entusiasta, sfoggiando un sorriso vittorioso:
-Affare fatto. Ora venite-.
-La prossima volta che vi verrà in mente di fare una partita del genere, giuro che non mi vedrete fino a quando non avrete cambiato idea!- sbottò Caterina, dopo aver sfiorato una palla lanciatale da Pietro, che cadde inevitabilmente accanto al suo piede, segnando un altro punto per la squadra sua e di Giulia.
Giulia trattenne a malapena una risata, più divertita che canzonatoria: non erano passati nemmeno dieci minuti da quando avevano iniziato quella partita, e per il momento gli unici reali giocatori si erano rivelati essere unicamente Pietro e Caterina, anche se per quest'ultima la partita si stava mettendo male. Non riusciva a non canzonarla per i punti persi, non dopo aver passati quegli ultimi minuti a vederla cercare di tappare i buchi lasciati dai ricevimenti piuttosto marginali e disastrosi di Alessio, tenutosi piuttosto in disparte per la sua incapacità al beach volley. Persino Giulia, pur facendo più affidamento su Pietro, si era resa conto di essere una giocatrice perlomeno ad un livello discreto – sicuramente migliore di Alessio.
-Potrei anche tentare di prendere la prossima palla- disse Alessio a Caterina, con il fiatone – Ma non ti assicuro di riuscire a ributtarla di là della rete-.
Pietro andò a recuperare con aria vittoriosa la palla che Caterina gli stava porgendo, lanciando al biondo un ghigno:
-Non pensare che la tirerò più piano solo per te. Niente favoritismi-.
Si preparò a lanciare la palla ostentando sicurezza, con ancora lo stesso sogghigno stampato in faccia. Giulia rimase ad osservarlo mentre finalmente si decideva a lanciare, la palla che seguì una traiettoria così bassa che rischiò di sfiorare la rete, superata a malapena e ad incredibile velocità; qualche secondo dopo, nell'accorgersi dove era finita la palla, Giulia fu sicura che il ghigno di Pietro si fosse letteralmente congelato.
Alessio finì piegato in due subito dopo essere stato colpito in pieno e all'altezza dell'inguine, lasciandosi andare a lamenti acuti mentre cadeva a terra.
-Oddio, stai bene?- Caterina anticipò tutti: con gli occhi ancora sgranati si avvicinò all'altro, insicura su cosa fare. Giulia, dal canto suo, si ritrovò tra le lacrime per le risate che non era riuscita a trattenere, neanche per quel poco di preoccupazione che aveva comunque per lo stato attuale di Alessio.
Si girò invece verso Pietro: era rimasto fermo immobile, lo sguardo sbigottito e allo stesso tempo imbarazzato, in completo silenzio.
Era sicura che Alessio non potesse dire di starsela passando troppo bene, in quel momento: aveva smesso di lasciarsi andare a gemiti di dolore, ma nulla gli aveva impedito di vacillare piano sulla sabbia, sbiancato in volto.
-Diciamo che ... Potrebbe andare ... Decisamente ... Meglio- Giulia dovette avvicinarsi per riuscire a sentirlo pronunciare a fatica quelle parole, dalla sua posizione fetale con cui si era accasciato a terra.
Si dovette mordere il labbro per non scoppiare a ridere di nuovo:
-Se in futuro avrà problemi di fertilità, almeno sapremo di chi è la colpa-.
Pietro le passò di fianco proprio in quell'istante, guardandola in cagnesco:
-Non era esattamente nei miei piani tirare la palla proprio lì- borbottò, passandosi una mano sul viso sudato. Sembrava seriamente dispiaciuto, a giudicare dall'espressione esitante e mortificata, anche se non stava provando ad avvicinarsi troppo ad Alessio, lasciando a Caterina quel compito.
-Vorrei ben sperarlo- replicò il biondo, un po' meno agonizzante nonostante non si fosse mosso dalla sabbia, il capo poggiato a terra con noncuranza e gli occhi socchiusi.
Prima che Giulia potesse avvicinarsi ulteriormente, Pietro si decise finalmente ad farsi più vicino: si chinò di fianco a Caterina, allungando una mano sulle spalle nude dell'altro, fino a raggiungere capelli biondi sulla nuca, in una carezza leggera.
Alessio sospirò pesantemente:
-Forse riuscirò a rimettermi in piedi tra un po'-.
-Puoi sempre farti dare una mano da colui che ti ha ridotto così- Giulia lo disse mentre si sedeva a sua volta sulla sabbia, accanto ad Alessio – Farti fare un massaggio sarebbe il minimo per averti quasi ammazzato dal dolore-.
L'ennesima occhiata minacciosa che le rivolse Pietro non bastò ad impedirle di ridere; perfino Alessio, inerme a terra e ancora pallido, si era lasciato sfuggire una leggera risata, senza ribattere nulla.
Pietro preferì non dire niente: probabilmente il senso di colpa doveva avergli dato alla testa, se invece che ribattere offeso alle battute di Giulia si limitava perfino a ignorarla del tutto.
NOTE DELLE AUTRICI
Si apre finalmente il primo vero momento di vacanza, con l'arrivo in spiaggia ormai solo nel pomeriggio. E già succedono i primi spiacevoli incidenti (vero, Alessio e Pietro?) ... Pietro avrà occasione di farsi perdonare per questa non molto fortuita pallonata?
E poi, che starà mai succedendo tra Caterina e Nicola, tanto da spingerla ad evitarlo così accuratamente? Magari lo scopriremo nei prossimi aggiornamenti!
A venerdì con il prosieguo del primo giorno in Puglia!
Kiara & Greyjoy
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