Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capitolo 51 - I'll stand by you (Pt. 6)

Alessio sbuffò piano, senza forza:

-E continua a fare male-.

Pietro annuì, conscio di sapere esattamente cosa volesse dire quella sensazione.

-Oh sì, il passato può fare male- sussurrò piano, più a se stesso che non ad Alessio. Per un attimo ricordò tutto ciò che aveva fatto nel tentativo di mettere in cattiva luce Giulia nei confronti di Filippo, fino ad arrivare quasi a perderlo. Erano esperienze diverse, ma sapeva di poter affermare quelle parole con un fondo di verità.

-Ma a mio modo di vedere, dal passato puoi scappare, oppure imparare qualcosa- continuò ancora, con più energia – E forse non te ne rendi ancora conto, ma credo che tu abbia già iniziato a reagire. Hai trovato un lavoro temporaneo che però ti piace e che ti ha dato qualche guadagno, ti iscriverai all'università che desideravi, e riesci a parlare di quello che ti è successo senza più nasconderti. Il dolore serve anche a crescere ... E non va dimenticato anche solo per questo-.

Alessio non disse nulla: rimase a fissarlo per secondi interminabili, gli occhi azzurri ancora velati da lacrime che, alla fine, non erano scese.

Per un attimo Pietro desiderò sapere cosa stesse pensando in quel momento: se le sue parole le aveva trovate inutili, se era d'accordo o se lo considerava un idiota. Se cominciava a sentirsi meglio dopo quello sfogo, o se si stava pentendo amaramente di essersi aperto così tanto con lui.

Non gli fece alcuna domanda, limitandosi ad aspettare che fosse Alessio il primo ad agire. Non sapeva nemmeno quanto tempo era passato, prima che lo sentisse mormorare un quasi silenzioso "grazie".

Bastò quella parola a rasserenare Pietro e a sorridergli, rendendosi conto che forse, in fondo, non tutte le sue parole erano state inutili.

*

-Le mie orecchie potrebbero cominciare a sanguinare- sbuffò Pietro, accomodandosi meglio contro lo schienale della sedia.

Sentì Alessio ridere debolmente alle sue lamentele, senza aggiungere nulla. A Pietro bastò: in fin dei conti era già qualcosa essere riuscito a farlo ridere almeno per pochissimi secondi.

Era passata quasi mezz'ora da quando avevano finito di parlare di suo padre, una mezz'ora in cui Alessio aveva parlato poco, senza che però Pietro se ne sorprendesse troppo. Non si era aspettato nulla di diverso, non dopo averlo ascoltato mettersi a nudo come mai aveva fatto con lui.

L'atmosfera si era alleggerita grazie al dolce che erano finalmente riusciti ad ordinare – dopo altri cinque tentativi andati a vuoto di chiamare un cameriere-, e al caffè che era stato loro appena portato.

E poi c'era il karaoke, la vera attrazione della serata, che era partito da pochi minuti, annunciato da una cameriera che aveva poi accompagnato ai microfoni la prima coppia che aveva voluto cimentarsi. Pietro si era persino sentito sollevato: aveva la sensazione che, anche in minima parte, ascoltare gente che provava a cantare – stonando, il più delle volte- Alessio si sarebbe distratto almeno un po'. O avrebbe riso, principalmente dei suoi commenti al vetriolo.

Pietro sbuffò di nuovo, sentendo l'ennesima stonatura. Odiava il karaoke, lo odiava con tutto se stesso – che senso aveva mettersi in ridicolo provando a cantare, pur sapendo di non avere alcuna possibilità di fare bella figura?-, ma vedendo l'attenzione che Alessio invece ci stava rivolgendo, provò quasi una sensazione di contentezza. Preferiva definitivamente restare lì a distruggersi l'udito ma osservando Alessio totalmente rapito, piuttosto che vederlo ancora perso in chissà quali pensieri malinconici. Vi poteva scorgere ancora un velo di sofferenza nello sguardo, così contrapposto alla risata timida che gli era appena sfuggita.

La prima coppia lasciò posto ad un'altra, due amiche che non dovevano avere più di quattordici anni che, con notevole sorpresa di Pietro, optarono per una canzone inglese dei primi anni Novanta.

Non arrancavano troppo, nel cantare, ma non erano nemmeno eccelse; Pietro strizzò gli occhi addolorato, nel sentirle stonare malissimo l'inizio del ritornello.

-Un testo dei Cure così bistrattato ... - mormorò, scuotendo la testa – Non ci posso credere-.

Alessio si voltò verso di lui brevemente, lanciandogli un esitante sorriso di sfida:

-Tu credi che faresti meglio?-.

Pietro lo guardò con un sopracciglio alzato, le braccia incrociate contro il petto e totalmente pronto ad accettare la sfida:

-"Monday you can hold your head, Tuesday, Wednesday stay in bed, or Thursday watch the walls instead ... It's Friday, I'm in love"*- canticchiò a mezza voce seguendo il ritmo della canzone, strizzando gli occhi per riuscire a leggere in lontananza il testo che compariva man mano sullo schermo a muro davanti ai microfoni, non del tutto convinto di ricordare perfettamente tutte le parole.

Alessio rise di nuovo, ed anche se Pietro si era reso conto di non aver fatto una figura tanto migliore delle due ragazzine, sorrise a sua volta.

-Ma come sei bravo- Alessio lo prese teneramente in giro – Il prossimo Michael Jackson-.

-Sta zitto- Pietro sbuffò di nuovo, fintamente offeso – Non tutti fanno i cantanti come te-.

Notò Alessio arrossire appena a quella specie di complimento non del tutto voluto. Con sommo sollievo di Pietro, però, non disse altro, limitandosi a tornare a concentrare la sua attenzione verso il karaoke.

La canzone terminò qualche minuto dopo; le due ragazzine ricevettero qualche applauso dai pochi clienti seduti ai tavoli che avevano seguito l'esibizione, accompagnandole fino a quando non si risedettero a loro volta. Pietro fece appena in tempo a sperare che, stavolta, fosse il turno di qualcuno un po' più intonato: il posto vacante venne preso da un trio di ragazze, probabilmente coetanee delle precedenti, che già ridevano tra loro prima ancora di raggiungere i microfoni.

Sbuffò appena, prima di dedicarsi finalmente al caffè che lo stava ancora aspettando. Non ricordava nemmeno più se lo aveva già zuccherato, ma nel dubbio afferrò una bustina di zucchero per versarne il contenuto. Quando finì di mescolare portò la tazzina alle labbra, il liquido ormai poco più che tiepido che gli rese la bocca amara, ancora troppo poco addolcito.

La canzone che partì, dopo appena un minuto, era un'altra che Pietro conosceva. Anche stavolta le concorrenti non sembravano molto in vena di un canto intonato, ma stavolta riuscì a farci un po' meno caso, mentre riappoggiava la tazzina sul tavolo distrattamente senza staccare gli occhi dalla zona del karaoke.

-"Ti sento nel mezzo di una strofa, di un pezzo che era loffio, ed ora non lo è più"**- si ritrovò a canticchiare a bassa voce quasi senza accorgersene, facendo uno sforzo per ricordare le parole giuste.

Ebbe la sensazione di essere osservato, e quando dopo alcuni secondi si girò verso Alessio, si rese conto di non essersi sbagliato: lo stava fissando con un mezzo sorriso stampato sul viso, e con l'aria piena di aspettativa.

-Allora?- gli chiese subito, non appena Pietro incrociò il suo sguardo – Queste hanno l'x factor o no?-.

Pietro fece finta di guardarlo male, in realtà del tutto sorpreso di vederlo così preso bene nell'attesa di un qualche altro suo lamento. Non aveva avuto alcuna intenzione di parlare, non durante quella canzone, ma la sola idea di farlo e distrarre ulteriormente Alessio, magari anche divertirlo, gli fece cambiare idea subito.

-Non andrebbero bene neanche per il coro della chiesa di paese- affermò senza alcuna esitazione, sentendosi sciogliere di fronte al suono cristallino della risata sommessa dell'altro.

-Sei troppo duro con i giudizi- lo riprese Alessio, scuotendo il capo – Tu saresti allo stesso livello, se non peggio-.

Pietro alzò un sopracciglio:

-Tu credi?- gli chiese con aria di sfida, toccato sul personale – Scommettiamo invece che me la caverei benissimo?-.

Alessio lo guardò spaesato e confuso per alcuni secondi, prima di decidersi ad aprire bocca:

-Hai per caso cambiato idea? Non dirmi che ti vuoi esibire con me-.

Anche se dal tono poteva capire che era solo una provocazione ironica, Pietro si prese qualche secondo per pensare.

Ricordava perfettamente di aver messo in chiaro, sin da quando erano arrivati, che non si sarebbe mai prestato al karaoke – nemmeno sotto tortura, per nessun motivo al mondo-, ma si stava rendendo conto che quella convinzione stava pian piano iniziando a vacillare.

Era sicuro che se avessero partecipato Alessio si sarebbe divertito, o che perlomeno avrebbe lasciato da parte almeno per un po' tutto ciò che lo aveva fatto arrivare ad un passo dal crollo solo mezz'ora prima.

Scacciare almeno temporaneamente l'amara tristezza che gli velava gli occhi: anche se nell'imbarazzo più totale, mettendosi alla berlina e andando consapevolmente di fronte ad una figura epocale pessima, Pietro si rese conto che avrebbe fatto davvero di tutto per distrarlo almeno un po'.

Anche una delle cose che odiava di più al mondo.

E in fin dei conti lì dentro non lo conosceva nessuno: avrebbero forse riso di lui per qualche minuto, prima di dimenticarsene del tutto.

Puntò gli occhi su Alessio, nel momento in cui la canzone che stava venendo cantata in quel momento si avviava inevitabilmente alla fine. Lo vide osservarlo in attesa, a tratti confuso, e sapeva già che in pochi secondi quell'espressione si sarebbe trasformata in una di incredulità pazzesca.

-Può darsi-.








-Vogliamo prendere un dolce?-.

Giulia sobbalzò appena all'improvvisa domanda di Filippo. Erano rimasti in un silenzio confortevole per alcuni minuti, durante i quali non aveva fatto altro che dirigere il proprio sguardo verso un certo tavolo vicino al loro.

Anche se non l'aveva riferito a Filippo, si era ritrovata a tratti in apprensione nel notare l'espressione tutt'altro che serena che Pietro aveva avuto per parecchi minuti, una mezz'ora prima. Non aveva idea se lo stesso potesse valere anche per Alessio, voltato di spalle e con il volto a lei celato, ma aveva la sensazione che fosse una cosa reciproca.

Aveva quasi pensato fossero finiti per litigare nuovamente – in maniera decisamente più tragica di quella dell'anno precedente-, ma quando aveva notato nessuno dei due provare ad allontanarsi ed andarsene, si era in un qualche modo tranquillizzata. Non aveva ancora idea di che cosa potessero aver discusso, ma non sembrava motivo di divisioni.

Di certo non credeva di aver mai visto Pietro così attento e così provato nell'ascoltare qualcuno, la sofferenza particolarmente visibile sul suo volto ed uno sguardo tremendamente diverso da quello che rivolgeva a chiunque altro. Dolore che, fortunatamente, aveva visto dissolversi pian piano. Quando nei pochi minuti di silenzio tra lei e Filippo era tornata ad osservarli, aveva colto il sorriso di Pietro: aveva tirato un sospiro di sollievo tra sé e sé, sperando che, pur non vedendolo, anche Alessio stesse facendo lo stesso.

-Potrei starci- borbottò infine, afferrando l'unico menu rimasto al loro tavolo – Vediamo che hanno-.

Abbassò lo sguardo per leggere le opzioni sotto la voce dei dolci, muovendo la testa a ritmo della canzone che stavano quasi finendo di cantare al karaoke. Non si era nemmeno accorta subito, quando lei e Filippo erano entrati lì, della possibilità di cantare, ma ne era rimasta piacevolmente sorpresa, quasi tentata di provare una volta finita la cena.

Finì di leggere nello stesso momento in cui la musica terminò di risuonare tra le pareti della pizzeria; Giulia rialzò lo sguardo già decisa su cos'altro ordinare, andando a fermarsi brevemente sul tavolo di Pietro e Alessio, e sgranando gli occhi all'istante.

Li osservò alzarsi entrambi, Alessio ora visibile anche in viso e sorridente, a tratti divertito e totalmente contrapposto a Pietro, che sembrava oscillare tra lo sguardo che emanava disperazione e un ghigno di sfida. Non capì se stavano per andarsene fino a quando, pochi secondi dopo, non li vide dirigersi inequivocabilmente verso la zona del karaoke, dove i microfoni erano appena stati lasciati liberi.

-Oddio- mormorò tra sé e sé, l'eccitazione che cominciava a farsi visibile – Filippo, girati-.

Filippo alzò a malapena gli occhi dal menu che Giulia aveva posato pochi secondi prima, rivolgendole uno sguardo confuso:

-Cosa?- le chiese, un secondo prima che Giulia alzasse un braccio per indicargli con un dito la direzione in cui avrebbe dovuto voltarsi.

-Stanno andando al karaoke- ripeté con frenesia – Pietro e Alessio stanno andando al karaoke-.

Filippo rinunciò finalmente alla lettura del menu, girandosi nella direzione che Giulia gli stava indicando; restò in quella posizione per alcuni attimi, prima di tornare a voltarsi verso di lei sorpreso:

-Pensi che si esibiranno?-.








* The Cure - "Friday I'm in love"

** Ligabue - "Ti sento"

NOTE DELLE AUTRICI

Siamo dunque giunti alla conclusione di questo dialogo particolarmente intimo tra Pietro e Alessio, dove vengono riprese citate le parole del celebre classico Disney "Il re leone". Ma voi siete d'accordo con quanto detto da Pietro?Ma soprattutto, dove stanno andando i due ragazzi? Andranno davvero al karaoke, o sarà solo un falso allarme (per la non gioia di Giulia)? E se la risposta fosse positiva, cosa canteranno?Per trovare una risposta a tutti questi interrogativi, dovrete aspettare mercoledì!


Kiara & Greyjoy

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro