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Capitolo 51 - I'll stand by you (Pt. 4)

Pietro alzò un sopracciglio, tutt'altro che sicuro di volerlo scoprire subito. Non riusciva nemmeno a formulare una qualche ipotesi su cosa potesse essere la cosa a cui si stava riferendo Alessio, l'espressione in viso troppo pensierosa e corrucciata per lasciar trasparire qualcosa di più.

-Devo preoccuparmi?- azzardò dopo qualche secondo, dopo aver mandato giù un altro boccone di pizza.

Alessio ancora non aveva ripreso a mangiare, limitandosi a picchiettare con i polpastrelli la tovaglia candida.

-Devo ancora entrare nell'ottica che verrai anche tu a Venezia, ma ... - si schiarì la voce, alzando finalmente lo sguardo su Pietro – La cosa potrebbe avere un lato positivo-.

Pietro si ritrovò a tirare mentalmente un sospiro di sollievo. Forse Alessio non aveva reagito poi così male alla notizia della sua scelta universitaria – almeno non quanto i primi secondi in cui gliel'aveva detto.

-Ti ascolto- lo incalzò a proseguire, ricambiando il suo sguardo.

-A Venezia gli appartamenti costano parecchio, e anche se avessi la borsa di studio avrei comunque bisogno di un lavoro part-time, visto che non ho intenzione di pesare troppo su mia madre per continuare a studiare- Alessio prese fiato solo alla fine, dopo aver investito Pietro di parole dette fin troppo velocemente.

-E fin qui tutto molto logico ed intuibile- fece lui, annuendo. Alessio non gli aveva mai accennato alla sua ricerca per posti dove andare a vivere a Venezia, ma immaginava che dovesse già averla iniziata: in fin dei conti non mancava più così tanto tempo, e anche lui stesso avrebbe dovuto darsi una mossa.

-Il fatto è che da solo non potrei prendere in affitto neanche un monolocale, a meno che non trovi uno sugar daddy o diventi un rapinatore- Alessio sospirò pesantemente, come se si sentisse stremato al solo pensiero.

-Cos'è uno sugar daddy?-.

Alessio lo guardò con entrambe le sopracciglia alzate, gli occhi azzurri quasi spalancati e un leggero rossore sulle gote:

-Non vuoi davvero saperlo, fidati-.

Pietro decise di seguire quel suggerimento implicito:

-No, forse no- ammise, seppur con ancora un po' di curiosità rimasta – Comunque so che Nicola e Filippo stanno cercando un appartamento da condividere, ma per ora sono ancora in alto mare-.

Era piuttosto sicuro che questo Alessio lo sapesse già – era capitato più di una volta, nelle loro uscite serali collettive, di beccare loro tre, già pronti alle future avventure veneziane, parlottare tra loro su tutto ciò che avrebbero dovuto fare prima di trasferirsi nella città lagunare-, ma non gli era venuto in mente nulla da dire che non fosse già ovvio.

-Lo so, e anche io lo sono- sospirò Alessio, decidendosi alla fine di allungare le dita verso la fetta di pizza che aveva abbandonato sul piatto – In realtà stavo pensando che visto che verrai anche tu, potremmo cercare un posto insieme. Io e te-.

Se gliel'avesse detto mentre stava bevendo, Pietro era convinto che a quel punto si sarebbe ritrovato a strozzarsi e a sputare tutto. Persino la saliva gli era andata di traverso al sentire quelle parole, credendo quasi di essersele solo immaginate.

Ma per quanto colto alla sprovvista potesse sentirsi, rimanevano pochi dubbi sul fatto che Alessio lo avesse detto davvero: lo stava guardando con una punta di speranza nello sguardo, così diversa da come lo aveva osservato, quasi con ostilità, quando Pietro aveva provato a spiegargli i motivi per i quali aveva scelto di andare a Venezia.

-Io e te?- ripeté Pietro, sentendosi un idiota per chiedere quella conferma – Da soli?-.

Alessio annuì, con cautela:

-Sì, da soli o con altri coinquilini, mal che vada- disse lentamente, la fetta di pizza ancora in mano ma nemmeno morsa – Dipende da quel che si trova. È che già solo in due l'affitto si dimezzerebbe, e piuttosto che pagarne uno intero ... -.

Pietro si sforzò di annuire almeno per fargli capire che lo stava ascoltando, nonostante gli occhi sgranati e la testa che continuava a ricordargli che Alessio gli aveva appena chiesto di andare a convivere. Non nel senso stretto del termine, non come una coppia, ma come coinquilini: una convivenza vera e propria, in ogni caso.

Continuava a domandarsi se non fosse un'enorme ed infinita allucinazione uditiva, ma la faccia incerta ed in attesa di Alessio gli dava fiducia.

-Lo so che prima sembravo quasi incazzato che venissi a Venezia, ma non era quello il punto- Alessio si affrettò a proseguire, forse intimorito dal prolungato silenzio di Pietro – E lo so che è un'idea avventata, ma volevo almeno proportela e ... -.

-È una buona idea- Pietro cercò di sovrastare il flusso continuo di parole dell'altro, riuscendo a farlo tacere e a guadagnarsi un'occhiata più che sorpresa – Potremmo cercare un posto insieme, sì-.

Vide il viso di Alessio distendersi all'istante, arrivando persino a sorridergli sollevato. Anche Pietro gli sorrise di rimando, lo shock di prima quasi superato.

In fin dei conti sapeva già che sì, quella di Alessio era davvero l'idea migliore che potessero prendere in considerazione, e il fatto che fosse stato l'altro a proporglielo non fece altro che farlo sentire stranamente bene, più leggero. Sarebbe stato strano vederlo praticamente tutti i giorni all'università e a casa, e al pensiero non potè nascondere a se stesso una certa contentezza.

Avrebbe almeno avuto un punto di riferimento costante in un mondo che non conosceva minimamente.





Quando Filippo l'aveva trascinata fin lì, continuando a ripetere a voce alta – parlando più a sé stesso che a lei - che di sicuro almeno un tavolo libero lo avrebbero trovato, Giulia aveva continuato a rimanere nel suo nero pessimismo. Come le aveva spiegato lui stesso poco prima di giungere lì, quella in cui stavano andando era una pizzeria famosa, di ottima qualità, e nel pieno centro di Borgo Padano; tutti ottimi motivi, come si era premurata di ricordargli lei, per aspettarsi folla e nessun tavolo libero quel sabato sera.

Appena arrivati davanti alla pizzeria suddetta, vedendo tutti i tavoli esterni già occupati, Giulia si era sentita più che sicura che sarebbero dovuti andare da qualche altra parte. Aveva comunque seguito Filippo quando aveva insistito per controllare anche dentro. Giulia era rimasta quasi sorpresa quando si era resa conto che almeno all'interno del locale vi erano dei tavoli ancora liberi; non erano molti, solo qualcuno, ma tanto bastava per decidere di rimanere.

Erano fermi sulla soglia da pochi secondi, quando Filippo riuscì ad intercettare una cameriera per chiedere quali tavoli non fossero riservati; Giulia continuò a guardarsi intorno, non particolarmente incuriosita o invogliata a rimanere.

Era sul punto di bisbigliare all'altro di lasciar perdere, quando cambiò repentinamente idea: non era cosa comune intravedere, in un momento di puro sconcerto, Pietro seduto ad un tavolo, con quello che con ogni probabilità – riconoscibile pur essendo girato di spalle- doveva essere Alessio.

In fin dei conti doveva riconoscere che anche Filippo, ogni tanto, aveva dei colpi di genio, come suggerire di cenare proprio lì e proprio quella sera.

-Quel tavolo laggiù- Giulia badò poco sull'aver interrotto Filippo, che ancora stava cercando di chiedere quali tavoli per due erano liberi, non perdendo tempo ad indicare un tavolo ancora vuoto non troppo distante da loro, diagonalmente dritto davanti a quello di Pietro ed Alessio – È libero, per caso?-.

La cameriera le rivolse un sorriso gentile:

-Sì, certo. Potete tranquillamente scegliere quello-.

Giulia non attese oltre prima di accomiatarsi da lei con un sorriso di cortesia, afferrando per un braccio uno stordito Filippo, e trascinandolo nella direzione del tavolo agognato.

-Ma non eri tu che volevi cercare un'altra pizzeria giusto due secondi fa?- esclamò del tutto disorientato, non potendo fare altro che seguirla con aria confusa.

-Ci ho ripensato. Mi piace il posto- replicò altrettanto rapidamente Giulia, prima di lasciare il braccio di Filippo, e sedendosi finalmente al tavolo che aveva adocchiato. Era la posizione perfetta, la migliore che potesse chiedere: da lì riusciva a vedere sia Pietro che Alessio con un'ottima visuale.

Filippo le si sedette di fronte, un sopracciglio alzato:

-Si può sapere che ti è preso?-.

Giulia lo ignorò, osservando per qualche secondo gli altri due: dovevano essere lì da molto più tempo di loro, visto che già stavano mangiando. Notò anche il gesticolare un po' frenetico del biondo, a quanto pare imbarazzato per qualche motivo, e il modo incuriosito in cui Pietro lo guardava, in silenzio, seguito poi da un sorriso rivolto all'altro.

-Devo arrivare fino a cinquanta volte nel ripeterti la stessa domanda, o pensi di rispondermi prima?- la voce non più molto rilassata, e neppure sorpresa, di Filippo la distrasse definitivamente, portandola a osservare il suo ragazzo. La stava guardando truce, forse sentendosi un po' troppo ignorato per i suoi gusti.

-Ero presa a guardare una cosa- Giulia si limitò a rispondere con calma – O meglio, osservavo qualcuno di nostra conoscenza-.

-Chi? Dove?- Filippo si guardò attorno, senza però direzionare lo sguardo dalla parte giusta.

Giulia fece un cenno con il capo al tavolo degli altri due:

-Laggiù, dietro di te-.

Sentì Filippo lasciarsi andare ad un'esclamazione sorpresa, quando si girò velocemente per notare, finalmente, Pietro ed Alessio. Quando tornò a voltarsi verso Giulia, aveva ancora la stessa espressione meravigliata:

-Che ci fanno qui anche loro?- chiese, stupito.

-Avranno voluto cenare fuori- Giulia alzò le spalle, trattenendo a stento una risata divertita. Sapeva che non era la prima volta per Pietro uscire da solo con Alessio, ma averli sotto gli occhi era tutt'altra cosa dal venirlo a sapere in maniera indiretta.

-Non andiamo a salutarli?- le chiese ancora Filippo, perplesso.

-Magari più tardi- Giulia gli fece l'occhiolino, sperando di convincerlo – Per ora lasciamoli alla loro cena a tu per tu-.





La serata stava procedendo in maniera strana, Pietro era giunto a quella conclusione dopo diversi minuti di silenziosa riflessione.

Sia lui che Alessio avevano da poco finito di mangiare la loro pizza: stavano aspettando di intercettare un cameriere per ordinare il dolce, quando Pietro aveva notato di nuovo l'aria stanca e mesta far capolino negli occhi azzurri dell'altro.

Alessio era ritornato allo stesso mutismo di prima, dopo avergli parlato della loro possibile convivenza. Forse era perché si erano ritrovati entrambi distratti nel finire la propria pizza, ma ora che non stavano più mangiando Alessio stava ancora evitando il suo sguardo.

Era come se stesse tentando disperatamente di non pensare a qualcosa distraendosi con conversazioni amichevoli, senza però riuscire a vincere ciò che lo assillava. Pietro non riusciva davvero a capire cosa potesse essere a torturarlo a quel modo, anche se ormai era sicuro che qualcosa dovesse esserci per forza.

Alessio sospirò frustrato di nuovo, quando per la terza volta non riuscì a farsi notare da un cameriere fermo a qualche tavolo di distanza dal loro. Lo osservò chiudere gli occhi per qualche secondo per il nervoso, scuotendo appena il capo.

Non aveva idea se chiedergli se andava tutto bene sarebbe stata la mossa migliore. Era la stessa domanda che si era posto anche quando erano a casa sua, e che ormai continuava a ripetersi sempre più insistentemente tra sé e sé, senza riuscire nemmeno a formulare un'ipotesi. Doveva essere successo qualcosa in quella settimana in cui Alessio non si era mai fatto vedere in giro: era l'unica semi certezza che aveva.

-Posso dirti una cosa?-.

Pietro si morse il labbro, calcolando che avrebbe avuto solo pochi altri secondi per decidere se rivelargli apertamente i suoi dubbi, o inventarsi qualcosa all'ultimo. Alessio si girò verso di lui lentamente, annuendo:

-Sì, certo- mormorò, il nervosismo già attenuatosi.

Per un attimo Pietro ricordò la giornata piovosa dell'anno prima in cui lui ed Alessio avevano litigato. Si sentiva quasi allo stesso modo, confuso e senza sapere bene come muoversi per non causare danni, ma con la certezza che doveva chiarirsi quel dubbio una volta per tutte.

-Ho un po' l'impressione che tu abbia la testa altrove- iniziò esitante, pronto a fermarsi alla prima avvisaglia di disagio in Alessio – Come se ci fosse qualcosa a cui pensi sempre, e che ti preoccupa-.

Per i primi secondi dall'altro ricevette come unica risposta il silenzio; osservò Alessio abbassare lo sguardo, rinunciando del tutto ai suoi tentativi di attirare un cameriere al loro tavolo per ordinare ancora.

Pietro fu quasi sul punto di ritrattare e dirgli che non doveva per forza aprirsi con lui, quando Alessio annuì di nuovo, tenendo sempre gli occhi abbassati:

-In parte è così- ammise con un filo di voce.









NOTE DELLE AUTRICI

Dopo aver lasciato il discorso tra Alessio e Pietro in sospeso nell'ultimo appuntamento, scopriamo ora che il pensiero che occupava la mente del biondo con tanta costanza fosse una proposta di convivenza indirizzata proprio al moro. Ve lo sareste mai aspettato? Pietro, per ora, sembra condividere l'idea... ma come proseguirà questa faccenda?Nel frattempo, anche un'altra coppia di nostra conoscenza sembra aver puntanto questa pizzeria. Giulia, infatti, se da un lato non riesce a trattenere  il suo lato da fangirl, allo stesso tempo convince Filippo a non parlare subito con i ragazzi. Avrà forse qualcosa in mente? Ma soprattutto... quali sono i pensieri che tormentano tanto il nostro Alessio?A mercoledì prossimo per scoprirlo!


Kiara & Greyjoy

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