Capitolo 49 - The show must go on (Pt. 2)
Riaprì gli occhi nel momento in cui sentì i passi dell'altra persona fermarsi, a un metro di distanza. Rimase per un attimo in silenzio, piuttosto basito nel ritrovarsi di fronte Laura; cercò subito di ricomporsi, senza apparire sorpreso di trovarla lì.
Anche lei si era fermata di colpo, fissandolo con uno sguardo che Pietro non seppe interpretare.
-Oh, ci sei tu- la sentì mormorare, tornando a rivolgergli perlopiù indifferenza – Pensavo fossi con il tuo gruppetto. Invece sei qui da solo a fare l'asociale-.
Pietro la osservò tirarsi fuori una sigaretta dal pacchetto che teneva in mano, ancora piuttosto indeciso su come risponderle: parlare a tu per tu con Laura era una cosa a cui non era più abituato da tempo. Non ricordava nemmeno una volta in cui si erano scambiati mezza parola da soli, dopo che l'aveva lasciata.
-Come te, d'altro canto- replicò infine, decidendo di tenerle corda.
Laura non sembrò per niente turbata da quella risposta. Si limitò ad abbassare gli occhi sulla sigaretta stretta tra le labbra, mentre l'accendeva. Passarono alcuni secondi, prima che tornasse a parlargli:
-Già stanco di festeggiare?-.
Pietro rimase per qualche secondo confuso, non aspettandosi per niente il prosieguo di quella loro conversazione. Laura non gli si era mai avvicinata, se non per lanciargli qualche frecciatina tutt'altro che conciliante.
-Avevo solo bisogno di prendere un po' d'aria- disse, con vaga diffidenza – E poi cosa c'è davvero da festeggiare?-.
Nonostante la cautela che stava usando nei suoi confronti, non le aveva mentito: era esattamente in quel modo che si sentiva. Abbassò per un attimo lo sguardo, portandosi la sigaretta alle labbra per poi allontanarla di nuovo e buttare fuori altro fumo alcuni secondi dopo.
La sentì ridacchiare appena, una risata piuttosto falsa e priva di vero divertimento.
-Ma come, non sei contento di non dovermi più vedere?- gli chiese quando Pietro si costrinse ad alzare di nuovo il viso nella sua direzione.
Non se la sentì di confermarglielo: se ci fosse stata Erika al suo posto molto probabilmente non gliene sarebbe importato, ma doveva ammettere che, nonostante tutto, con Laura era diverso. Anche se ora non si fidava di lei, avevano passato troppo tempo insieme per essere così crudo nei suoi confronti.
-Immagino valga lo stesso per te- mormorò quasi sottovoce.
Laura sospirò pesantemente, guardandolo con un sopracciglio alzato:
-Non sei così importante, dopotutto-.
Pietro quasi si ritrovò a ridere nell'accusare quel colpo. Non aveva mai avuto dubbi sul fatto che, ormai, Laura avesse superato la loro rottura, e quella era solo la prova definitiva.
-Secondo me finirai bocciato, anche nel caso in cui ti ammettano agli esami- Laura continuò a parlare, dopo alcuni secondi di silenzio in cui aveva fatto un paio di tiri con la sigaretta – E se miracolosamente non dovesse succedere, se andrai all'università probabilmente perderai la testa per tenere dietro a tutti gli esami. Sì, credo proprio che andrà così-.
Stavolta Pietro rise davvero, pensando ironicamente a quanto lui stesso fosse d'accordo con l'ennesima frecciatina che Laura gli aveva riservato. Tutto quello che aveva elencato era esattamente tutto ciò che temeva: di risultare un completo fallimento, ancor di più di quanto non lo era stato in quella scuola.
Per quanto Laura ci potesse aver visto giusto, però, decise di non darle neanche un briciolo di quella soddisfazione che già le si stava dipingendo in faccia.
-Grazie della fiducia, Laura- disse, annuendo con aria grave – Ora capisco come mai non ci parliamo da anni: rischio di ricordare troppo vividamente come mai ti ho lasciato-.
A dispetto di quel che si sarebbe aspettato – già si stava immaginando lo sguardo fulminante che si sarebbe guadagnato, prima di vederla andarsene-, Laura rise apertamente, con sentimento. Non si era immaginato una reazione simile, non dopo aver ricordato quanto male aveva preso l'essere stata lasciata da lui.
Calò di nuovo il silenzio quando la risata di Laura si spense pian piano. Aveva cominciato a calare una strana e insospettata tranquillità su di loro, come se inconsciamente avessero stabilito una tregua dopo anni di mal sopportazione. Era una sensazione che Pietro non si sarebbe aspettato.
-Mi odi ancora?-.
Gli era venuto spontaneo chiederlo, soprattutto nel rendersi conto che, molto probabilmente, quella sarebbe stata l'ultima volta in cui si sarebbero davvero parlati. Non aveva nulla da perdere: anche se Laura gli avesse confessato di ritenerlo il suo peggiore nemico, a Pietro non sarebbe cambiato nulla.
Lei lo guardò fisso per alcuni secondi, senza dire niente: sembrava indecisa su cosa rispondergli, forse a tratti in difficoltà sulle parole da usare.
-Te l'ho detto, Cadorna: non sei così importante- Laura lo guardò più seriamente di quanto Pietro si sarebbe aspettato – Odiarti significherebbe darti più rilevanza di quella che meriti-.
Pietro si ritrovò a sorridere inconsciamente, perché anche se Laura ci aveva girato attorno, quello era un no.
Laura sembrò voler rimanere in silenzio ancora per un po', guardandolo di tanto in tanto come per assicurarsi che fosse ancora lì. Quando riprese a parlare la sua voce non era più venata di sottile disprezzo:
-E poi, anche se non ho voluto ammetterlo per un po', sono giunta alla conclusione che, forse, avrai avuto i tuoi buoni motivi per lasciarmi- sospirò ancora pesantemente, puntando lo sguardo verso il parcheggio, lontano da lui – Me ne sono fatta una ragione. Altrimenti credo che avrei ammazzato quella gallina con cui stavi fino ad un mese fa, oltre che piangere per te-.
Anche se non poteva vederlo, Pietro sorrise ancora:
-Se ti fossi azzuffata con quella gallina con cui stavo forse mi avresti fatto più un favore che altro- replicò, quasi scoppiando a ridere ad immaginarsi una scena simile – Ma non sono degno di così tanta importanza, no?-.
L'annuire ironico di Laura lo fece ridere di nuovo. Rimasero in silenzio di nuovo, senza tensione tra loro: era qualcosa in cui Pietro non aveva mai sperato, né si era aspettato di rivivere.
Era come essere tornati indietro nel tempo, quando lui e Laura stavano ancora bene insieme, senza i litigi e le frecciatine che avevano sgretolato pian piano quello che li aveva legati. Si ritrovò a pensare che fosse bello poterle perlomeno dire addio senza l'astio che c'era stato a lungo tra di loro.
-Sbrigati con quella sigaretta, o rischi di passare l'ultimo intervallo della tua vita qui da solo- Laura gli lanciò l'ennesimo sguardo, girandosi velocemente verso il cestino accanto alla scalinata esterna, dove vi buttò il mozzicone che era rimasto della sua sigaretta. Sembrava del tutto intenzionata a rientrare da un momento all'altro.
Pietro le lanciò un'occhiata fintamente sorpresa:
-Quindi alla fine un po' ti importa di me-.
Era una provocazione innocente, e Laura sembrava averlo colto in pieno: lo guardò in cagnesco, ma in modo a tratti scherzoso:
-Era solo un consiglio, cretino-.
Aprì di nuovo la porta per tornare all'interno della scuola, dopo avergli rivolto un ultimo cenno, lasciandolo solo con la sua sigaretta quasi finita.
Pietro si ritrovò a sorridere ancora tra sé e sé, lo sguardo perso verso il parcheggio del Virgilio, l'anima in pace: sembrava proprio che il suo tempo in quella scuola fosse davvero giunto alla fine.
*
Il profumo famigliare di Filippo era sempre riuscito a calmarla anche nelle situazioni peggiori. Sentirlo accanto a lei, percepire il calore del suo corpo, era un'altra delle cose di cui Giulia non sarebbe mai riuscita a fare a meno: odiava l'idea che, pochi mesi più tardi, quei loro momenti solitari durante gli intervalli non ci sarebbero più stati. Si ritrovò a sospirare pesantemente al solo pensarci.
-Che hai?-.
Sentì un braccio di Filippo cingerle la schiena, avvicinandola ancora un po' a lui. Il nervosismo del primo intervallo era fortunatamente durato poco: il tempo delle due ore di lezione – di festeggiamento, per quella giornata- erano bastate per calmare gli animi. Appena era suonata la campanella della seconda ricreazione Giulia si era fiondata verso la 5°A senza nemmeno aspettare Caterina, quasi provasse l'urgente bisogno di non sprecare nemmeno un secondo di quegli ultimi dieci minuti con Filippo.
Si erano fermati poco distante dai distributori automatici, seduti sulla scalinata lì di fronte, uno di fianco all'altra.
-Sto pensando al prossimo anno- mormorò Giulia a mezza voce – Sarà strano non averti più qui ... Non poterti vedere praticamente ogni giorno-.
Ripensò al giorno in cui lei e Filippo si erano conosciuti, a qualche gradino più su di quella stessa scala. Sembrava essere passato un secolo da quel momento, anziché solo due anni e mezzo.
-Prima o poi sarebbe successo. Lo sapevamo- Filippo le accarezzò il fianco, con gesti dolci e lenti – Però ci abitueremo anche a questo, ne sono sicuro-.
Giulia aveva sperato di sentirglielo dire. Aveva sufficientemente fiducia nel loro rapporto per crederci, ma non poteva negare nemmeno a se stessa che un cambiamento così grande la spaventava almeno in parte.
E poi c'erano i ricordi: ogni angolo di quella scuola le ricordava Filippo, quello che avevano passato insieme. Si rese conto, forse per la prima volta fino in fondo, quanto le sarebbe mancata quella quotidiana realtà e vicinanza che avevano condiviso così a lungo.
-È che ... - iniziò a dire, prima di venir interrotta dalla voce di qualcun altro:
-Oh, eccovi qui. Vi stavamo cercando-.
Nicola sbucò fuori dalla destra della scalinata, seguito a ruota da Caterina. Giulia non si era davvero chiesta dove fossero finiti entrambi: aveva immaginato fossero anche loro da soli, in uno stato simile a quello suo e di Filippo.
-Vedo che la malinconia ha preso il sopravvento- commentò ironicamente Caterina, sedendosi di fianco a Giulia. Nicola rimase in piedi, torreggiando su di loro.
-Su di voi no?- chiese loro Giulia, accigliata. Sapeva perfettamente che Caterina, anche senza dirlo apertamente, doveva essere amareggiata allo stesso suo modo. Nicola era sempre stato troppo illeggibile per far capire davvero come la stesse vivendo: era forse agitato per gli esami, ma tra loro era probabilmente quello meno toccato da tutti quei cambiamenti imminenti.
Sentì Caterina sospirare pesantemente:
-Stavo cercando di trattenermi- iniziò, la voce sempre meno convinta – Ma credo non stia funzionando molto, ecco-.
L'attimo dopo si coprì il viso con entrambe le mani, sotto gli occhi sgranati di Giulia. La guardò attonita, sorprendendosi di come avrebbe scommesso più su se stessa e non su Caterina sul chi la stava prendendo peggio tra loro.
-Non c'è bisogno di essere così tristi- Nicola le si avvicinò, sedendosi due gradini più in basso e prendendole una mano tra le sue – Sono stati begli anni quelli che abbiamo passato qui ... Nessun rimpianto. Ma sono sicuro che ci aspettano anni anche migliori-.
-Sei entrato in modalità filosofica?- lo prese in giro Filippo, ridendo appena.
-Cerco di non soccombere come voi tre ai ricordi e alla tristezza- gli rispose, continuando a consolare Caterina. Giulia annuì tra sé e sé, perfettamente consapevole di aver già perso in partenza quella sfida: si sentiva fin troppo succube dei ricordi, in quel momento.
Nicola sospirò ancora, schiarendosi la voce prima di proseguire:
-Mi mancherà la scuola e stare con voi così spesso, ma sto cercando di pensare che anche se ci saranno cambiamenti resteremo comunque gli stessi. E insieme-.
Per la prima volta dall'inizio di quell'intervallo, Giulia si ritrovò a sorridere. Si sentiva ancora piena di malinconia, ma si era appena aggiunta quella che le sembrava essere fiducia. In fondo Nicola aveva ragione: sarebbero potuti rimanere sempre loro, anche se altrove.
NOTE DELLE AUTRICI
Settimana scorsa ci eravamo lasciati con un piccolo mistero, che è stato prontamente risolto nella prima parte di questo aggiornamento. Era infatti Laura la persona misteriosa che aveva interrotto la pausa di Pietro. Vi sareste mai aspettati un dialogo così tranquillo tra i due?Nel frattempo, una piccola "crisi" colpisce Giulia, Caterina e i rispettivi ragazzi. Il futuro ha in serbo, per entrambe le coppie, diversi cambiamenti.
Riusciranno a viverli tranquillamente senza farsi sopraffare? Solo il tempo potrà dircelo!
A venerdì con il finale di capitolo!
Kiara & Greyjoy
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