Capitolo 48 - Blackbirds (Pt. 5)
-Era la tua prima ragazza?-.
Alessio annuì subito:
-Ho avuto qualche storiella, ma nulla di serio- parlò piano, sentendosi avvampare. Aveva sempre avuto un discreto successo in fatto di ragazze, ma non si era mai impegnato più di tanto con nessuna di loro. Non si era mai sentito il cuore esplodere per l'emozione, o particolarmente entusiasta quando le baciava ... Almeno con Milena sapeva che quelle cose c'erano state. Per quanto poco fosse durata.
E poi c'era tutto ciò che, letteralmente fino alla sera prima, aveva cercato di nascondere anche a se stesso: avrebbe voluto confessare a Marina che anche più di qualche ragazzo gli era interessato, pur non avendo mai concretizzato per troppa paura. Evitò di dirlo, insicuro sul fatto che Marina l'avrebbe presa senza reazioni clamorose.
-Con lei era qualcosa di più. Ma è finita prima che potesse diventare qualcosa di ancor più solido- aggiunse dopo un po', a mezza voce.
-Immagino sia stata dura, da come ne parli- annuì debolmente Marina, rivolta più a sé stessa che ad Alessio. Sembrava essere tornata ancora pensierosa come pochi minuti prima, presa da chissà quali pensieri che Alessio non immaginava, né riusciva ad intuire.
-Ero l'unico a pensare che tra noi due potesse andare avanti- Alessio sospirò a fondo, come se si fosse appena tolto un peso dalle spalle.
-Capita molto più spesso di quanto non vorremmo, purtroppo- Marina si lasciò sfuggire una risata altrettanto amara, disillusa e per niente divertita – Ma le delusioni ci servono anche per crescere e migliorarci per quel che ci attende dopo-.
Alessio ebbe la certezza, pur basandosi unicamente su una sua impressione personale che per prove effettive, che non fosse l'unico tra loro due a nascondere tutt'altro sotto la facciata sorridente. Marina era sempre parsa luminosa e serena, ma la disillusione con la quale aveva parlato faceva intendere ben altro.
-Prendilo come un insegnamento. Doloroso, certo, ma istruttivo- continuò ancora, sospirando alla fine. Alessio si morse il labbro, tentato di trovare qualcosa da dire per sviare il discorso, o perlomeno per sgonfiare l'aria pesante che si era appena creata.
Se ne rimase in silenzio per quasi un minuto, prima di girarsi meglio verso Marina:
-Dì la verità: sei una psicologa-.
Sperava di farla ridere ancora una volta, o almeno sentirla rallegrata. Il suo tentativo sembrò funzionare, perché Marina sbuffò sonoramente, divertita:
-Assolutamente no- disse, con un sorriso rilassato sulle labbra – Mi trovo bene solo tra cifre e numeri-.
-Una matematica, quindi?- Alessio non poté fare a meno di guardarla stranito, sorpreso da quella constatazione – Un ingegnere? No, aspetta ... Un'economista!-.
-Commercialista, per l'esattezza- annuì lei, sorridendo ancora, quasi imbarazzata. Coincidenza o no, Alessio non riuscì a non sbuffare divertito da quella situazione. E pensare che aveva sempre trovato i commercialisti e i ragionieri piuttosto spocchiosi e noiosi.
-Conosco abbastanza bene anche io la materia- si ritrovò a confessare a mezza voce, sentendosi già tornare la nausea al solo pensiero della scuola.
Marina sorrise ancor più ampiamente, gli occhi ingranditi dalla sorpresa:
-Allora diventerai un mio collega, forse-.
Alessio la guardò inorridito:
-Solo se mi punteranno una pistola alla testa- mormorò, facendo ridere di gusto l'altra. Fu contento di sentirla così, alleggerita ed allegra come prima: in un certo senso la sentì come una vittoria personale.
-In realtà ho altri progetti che vorrei realizzare- si ritrovò a sussurrare con esitazione, domandandosi se aprirsi così tanto fosse una buona idea.
Si morse ancora una volta il labbro, nell'attesa che Marina parlasse.
-Per esempio?- gli chiese, prevedibilmente.
Si aspettava del tutto quella domanda, soprattutto dopo aver lanciato il sasso. Cercò di non sentirsi insicuro nel dire ad alta voce quello che era forse il sogno a cui teneva di più ormai da un po' di tempo: forse Marina l'avrebbe giudicato infantile e irrealizzabile, ma sarebbe stato il parere di una persona che lo conosceva a malapena. Non era una cosa per cui si sentiva confuso, o per cui avrebbe dovuto temere il giudizio altrui: giorno dopo giorno acquisiva sempre più consapevolezza della direzione che avrebbe voluto che la sua vita assumesse dopo la scuola.
-Mio padre ha un'azienda di software informatici, nelle zone di Padova. Credo di aver ereditato da lui l'interesse per la materia- Alessio fece un respiro profondo, sentendosi avvampare sempre di più al pensiero che quella era la prima volta che ne parlava con qualcuno che non fosse parte della sua famiglia – Credo sia l'unica cosa che abbiamo in comune, ma che non ci unisce in ogni caso-.
Sentiva lo sguardo di Marina indagare sulla sua figura, e l'amarezza farsi strada in lui. Non aveva voglia di pensare a suo padre o al rancore e all'incomprensione che regnava tra loro – ci pensava già troppo per i suoi gusti, e non aveva voglia di rovinarsi quella serata pensando proprio a lui-, ma quella frase gli era uscita spontanea, tanto gli veniva naturale parlare così del rapporto con Riccardo.
-A volte non sempre riusciamo a trovare un punto d'incontro con le persone a noi più vicine. Nemmeno con i nostri genitori- mormorò Marina, sovrappensiero. Distolse lo sguardo da Alessio, forse non aspettandosi una sua risposta. Sembrò non voler indagare ulteriormente – se per disinteresse o per non risultare ficcanaso, Alessio non lo capì con certezza-, non aggiungendo altro
C'era di nuovo il silenzio tra di loro, ma in quel momento non sentì affatto il bisogno di interromperlo.
Andava bene così, mentre passeggiava al fianco di Marina, guardandosi intorno nel buio della notte che calava sempre di più, l'oscurità interrotta solo da qualche lampione e dalla luce lunare.
A ripensare ai minuti appena trascorsi, accompagnati ancora una volta dal sorriso luminoso di Marina, si sentì avvolgere da una quieta e dolce sensazione di calore.
Si sentiva leggero e senza pensieri per la prima volta dopo mesi.
*
Quella era stata la prima giornata piovosa dopo settimane soleggiate e afose. Alessio aveva passato la maggior parte della giornata steso sul suo letto della camera del B&B, l'eccitazione e l'entusiasmo che lo attanagliavano già in vista della serata.
La pioggia non lo aveva frenato dall'accettare l'invito di Marina per quella sera stessa, anche se l'idea di doverla raggiungere nell'appartamento affittato da lei lo rendeva in parte imbarazzato. Non riusciva a togliersi di dosso la sensazione di intimità all'idea di raggiungerla lì, forse in uno scenario troppo confidenziale per due persone che a malapena si conoscevano.
Quel pensiero non se ne era andato per tutta la giornata, per quanto continuasse a ripetersi che non sarebbe andato da Marina per qualcos'altro al di fuori di una serata in compagnia, per parlare e passare il tempo. Non c'era nulla di male in ciò, nulla per cui avrebbe dovuto sentirsi agitato.
Si era sentito lievemente in colpa quando, prima di uscire, aveva detto nuovamente ai suoi genitori che avrebbe rivisto i soliti ragazzi che aveva conosciuto lì in spiaggia. Aveva colto lo sguardo sospettoso di sua sorella, mentre lo guardava uscire; non le aveva detto di nuovo nulla, vagamente preoccupato che la sua scusa venisse smascherata.
Trovare l'appartamento di Marina non gli era risultato difficile: non distava molto dal B&B dove si trovava lui, e la pioggia si era fatta sempre più rada, tanto che non aveva avuto nemmeno bisogno di recuperare un ombrello.
Prese un sospiro profondo, quando si ritrovò di fronte alla porta dell'appartamento, il campanello appena suonato e il fiato corto per la camminata veloce appena fatta. Rimase immobile, quando finalmente vide la porta aprirsi:
-Eccoti, finalmente!-.
Marina lo accolse con il solito sorriso stampato in viso, aprendogli la porta e tenendo nella mano libera un bicchiere di vino bianco.
Vederla così, avvolta da quella stoffa scarlatta che evidenziava le curve sinuose del corpo, e quel sorriso reso ancor più brillante da un sottile strato di rossetto, aveva riportato in superficie la sensazione d'imbarazzo che Alessio aveva cercato di soffocare per tutta la giornata. Era più bella del solito, e diversa, come se avesse calibrato ogni singolo dettaglio del suo aspetto in vista della serata.
Nel rendersene conto, mentre entrava nell'appartamento richiudendo la porta dietro di sé, Alessio si pentì in parte di non aver messo più cura nella scelta degli suoi abiti. Avrebbe potuto benissimo indossare qualcosa di almeno un po' più ricercato, piuttosto che una sciatta e semplice maglietta e dei jeans alquanto vecchi.
-Vuoi un po' di vino?- Marina fece qualche passo indietro, verso il centro della stanza, voltandosi verso il biondo in attesa di una risposta:
-Volentieri- annuì Alessio, su di giri e in parte dubbioso: di solito reggeva abbastanza bene l'alcool, ma mai quando era agitato, come in quel momento. Si sentiva stranamente in soggezione: non si trovava più in un territorio neutrale per entrambi, come per tutti i loro incontri precedenti. Anche Marina sembrava perfettamente consapevole della cosa, ed il solo pensiero gli faceva girare la testa.
Marina gli sorrise di nuovo, prima di allontanarsi verso una stanza adiacente, il suo bicchiere ormai vuoto. Tornò poco dopo, con due calici semi pieni in mano; si sedettero entrambi sul divano all'angolo della sala, prima che Marina passasse uno dei calici ad Alessio.
-Io direi di brindare con questo meraviglioso Chardonnay- gli sorrise, portando il calice in alto, pronta per un brindisi.
-E a cosa dovremmo brindare?-.
Un altro sorriso pieno, reso ancor più sottolineato dal rossetto vivace:
-A noi due-.
Alessio sorrise a sua volta, portando il proprio calice accanto a quello della donna, facendoli tintinnare. Non riuscì a staccare lo sguardo dal viso di Marina fino a quando non portò il calice alla bocca, bevendone un sorso: sentì subito il gusto fruttato e asciutto del vino in bocca e in gola, in una gradevole sensazione di calore.
Per qualche attimo Alessio lasciò vagare lo sguardo nella stanza, osservando come i pochi mobili e la presenza di pochi oggetti desse la sensazione che Marina fosse solo di passaggio in quel posto. Si rese conto per la prima volta che non le aveva mai chiesto da quanto era a Torre Marittima, e per quanto ancora si sarebbe fermata. Del resto, a giudicare dalla sensazione di estraneità che quel luogo gli dava, immaginava che non si sarebbe trattenuta ancora a lungo, né che doveva essere lì da molto.
In quel momento Alessio si rese conto di quanto poco Marina avesse lasciato trapelare di sé: non aveva accennato nemmeno una volta alla sua famiglia, ed aveva parlato solo brevemente del lavoro che faceva. Su tutto il resto, dalla sua bocca, non era mai uscito nulla, nemmeno un sospiro.
Marina sarebbe potuta essere chiunque, ed essere nessuno: sarebbe potuta essere la stessa donna sorridente ed affascinante che vedeva ora davanti a sé, come poteva essere solamente la superficie a mascherare tanto altro.
L'unica cosa di cui Alessio era certo era che, oltre a quel sorriso mite e solare e dietro quegli occhi brillanti, si celava una sfumatura sfuggevole che non sapeva come interpretare.
Quel suo essere enigmatica lo attraeva ed allo stesso tempo, in quell'istante – a guardarla bere con fare suadente il vino dal calice- lo rendeva anche teso. Era come se qualcosa, tenuto nascosto fino a quel momento, continuasse a sfuggirgli, in quell'ambiguità che caratterizzava Marina in ogni suo gesto.
NOTE DELLE AUTRICI
Nuova settimana, nuovo aggiornamento. E mentre noi cerchiamo nuovi passatempi con cui intrattenerci a casa, Alessio sembra aver deciso con chi vuole trascorrere il suo tempo durante questa vacanza. Nonostante ciò, però, l'atmosfera sembra mantenersi abbastanza tesa attorno al nostro biondo. Sarò lo stesso nel prossimo appuntamento, oppure le cose miglioreranno? A venerdì per scoprirlo!
Kiara & Greyjoy
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