Capitolo 47 - No more sorrow (Pt. 3)
-Vi avevo visti, comunque- Pietro li guardò uno ad uno, lentamente, un sopracciglio alzato per fingere disappunto - Spioni che non siete altro-.
Erano passati pochi minuti da quando era suonata la campanella dell'inizio del secondo intervallo. Anche se erano passate solamente due ore, ripensandoci, a Pietro pareva fosse passato molto più tempo da quando lui ed Erika avevano smesso di essere qualcosa insieme. Nessuna traccia di pentimento si era insinuata in lui, e dubitava sarebbe successo.
Seduto su uno dei primi gradini della scalinata esterna, davanti al parcheggio, portò la sigaretta alla bocca per un altro tiro, ascoltando divertito le risate imbarazzate dei suoi amici.
-Effettivamente non è stato molto corretto, ma stavamo morendo dalla curiosità- ammise Filippo, leggermente rosso in viso. Pietro aveva aspettato fino a quel momento per dire loro chiaramente di averli visti, durante gli ultimi minuti passati con Erika: perlomeno stavano avendo il buongusto di non negare.
-E poi è stato troppo epico- aggiunse Caterina, ridendo ancora - Dovevamo per forza vederti nel momento in cui l'avresti lasciata-.
-Finalmente sei rinsavito- aggiunse Giulia, lasciando andare un teatrale sospiro sollevato.
Pietro li guardò malamente un'ultima volta, prima di lasciar perdere definitivamente quella finta facciata offesa:
-Vi perdono solo per aver fatto il tifo per me-.
In un certo senso non era affatto sorpreso che quella conversazione fosse arrivata: in fin dei conti, dovette ammettere, non c'era mai stato nulla di profondo che legasse lui ed Erika. Era solo questione di tempo prima che finisse tutto - con una certa soddisfazione dei suoi amici. Un po' si sentì in colpa per essere arrivato a quella conclusione così tardi, quando per loro doveva essere stato evidente da molto prima.
-Hai fatto bene a lasciarla-.
Pietro sollevò lo sguardo verso Nicola, incuriosito: era l'unico che, fino a quel momento, non aveva detto nulla, rimanendosene pressoché in silenzio. Era forse quello che, tra loro, aveva fatto trapelare di meno quel che pensava davvero di Erika, e Pietro quasi si stupì di sentirlo parlare in quella maniera così assoluta e dura.
Nicola si prese qualche altro secondo, prima di proseguire:
-Se qualcuno cerca di farti terra bruciata attorno e convincerti che sia anche una buona idea, è solo qualcuno da cui dovremmo stare il più distante possibile-.
Rimasero tutti in silenzio, ed anche se nessun altro di loro aggiunse qualcosa, Pietro sapeva che la pensavano allo stesso modo. Si sentì ancora più convinto della sua scelta: scendere a quel tipo di compromesso con Erika, o con chiunque altro, sarebbe stato solo l'inizio della sua fine.
-Lo so- annuì, lasciandosi sfuggire un mezzo sorriso - Ci vuol ben altro per incastrarmi a quel modo-.
Passò lo sguardo su ognuno di loro, rendendosi conto di nuovo che la scelta giusta era esattamente quella che aveva preso.
*
Hai fatto tutta quella strada
Per arrivare fin qui
Con una piccola valigia di cartone
Che hai cominciato a riempire
E la valigia ha cominciato a pesare
Dovevi ancora partire
L'aria che entrava dalla finestra aperta gli scompigliava i capelli dolcemente, rinfrescandogli leggermente la fronte sudata per il caldo che, ormai, cominciava a farsi sempre più umido e soffocante.
Alessio sospirò vagamente sconsolato, spostando gli occhi dalle due mensole della libreria della sua stanza, dove erano riposti ancora ordinatamente i libri di scuola, ai tre scatoloni ancora vuoti lasciati sul pavimento al centro della camera.
"Doveva pur giungere il momento di farlo" si ripeté tra sé e sé, cercando di ignorare il nodo in gola che si faceva sempre più presente, più pressante.
Quando quella mattina sua madre gli aveva suggerito di far spazio nella sua libreria mettendo via i libri usati alle superiori, nella sua testa era come scattata una molla. D'altro canto, Eva aveva ragione: doveva iniziare a pensare a far spazio ai libri per l'università, nel caso non sarebbe entrato proprio a Venezia e fosse rimasto a vivere lì.
Sapeva già che chiudere quegli scatoloni, una volta pieni, sarebbe stato un po' come chiudere un capitolo finito della sua vita. Un po' come lasciare andare ricordi che sembravano ormai appartenere ad un'altra persona, per fare spazio a qualcosa di completamente nuovo, qualcosa di ancora sconosciuto.
Era qualcosa che aveva inseguito così a lungo che non riusciva a comprendere davvero come mai si stesse sentendo così maledettamente sofferente all'idea di riporre in vecchi scatoloni i suoi libri usati, ormai inutilizzati.
Il primo passo era sempre quello più difficile: lo fu anche allungare la mano per prendere il primo libro, uno dei più rovinati a causa di tutte le volte in cui l'aveva utilizzato. Un vecchio libro di informatica, come poté constatare dalla copertina: forse il suo preferito, quello che aveva studiato con decisamente meno noia rispetto a tutti gli altri.
Lo ripose sul fondo di uno degli scatoloni, guardandolo ancora qualche secondo prima di spostarsi di nuovo davanti alla libreria, pronto a riporre anche il resto dei libri.
Gli tornarono in mente ricordi, nel toccarli. Ricordi degli anni precedenti, delle ore passate a scuola, tra momenti di noia assoluto, rabbia per qualche compito andato male, e risate con i suoi compagni.
Si ritrovò a pensare che, in parte, quella vita gli mancava: gli mancava l'ingenua certezza di quel tempo, la sicurezza di sapere cosa sarebbe successo nei giorni seguenti. Erano cose che ora non aveva: non aveva idea di come sarebbe stato il domani, e anche se aveva avuto un anno per imparare a convivere con quella sensazione, quell'ignoto gli faceva ancora paura.
Il primo scatolone si riempì velocemente, ed anche con il secondo ci impiegò pochi minuti: lo strappo era meno doloroso se inferto in pochi colpi veloci.
Si sedette a terra, quando finì di riporre anche l'ultimo libro nel terzo scatolone di cartone. Era calato di nuovo il silenzio, solo qualche rumore lontano proveniente dalla strada ed udibile dalla finestra aperta che interrompeva la quiete della sua stanza.
Rimase ad osservare gli scatoloni a lungo: avevano tutta l'aria di essere piuttosto pesanti, così ricolmi di libri che, molto probabilmente, non avrebbe più rivisto.
Era un po' come aver definitivamente rinchiuso da qualche parte la parte più innocente di se stesso, quella che tra i banchi di scuola aveva sempre pensato che tutto sarebbe andato per il meglio, che il mondo avrebbe continuato a girare dalla sua parte sempre, nonostante tutte le difficoltà e le cose brutte che aveva già vissuto.
Gli mancava quell'Alessio. Gli sarebbe mancato sempre.
Con il petto pesante e il groppo in gola che gli impediva quasi di respirare si avvicinò al primo scatolone, iniziando a richiuderlo.
"È ora di lasciarsi tutto alle spalle, no?".
Doveva accettare quel che era diventato, tutto ciò che l'aveva portato ad essere quel che era.
Hai fatto tutta quella strada per arrivare fin qui
Ma adesso forse ti puoi riposare
La vista gli si annebbiò un po' quando si ritrovò ad osservare anche l'ultimo scatolone richiuso, i vecchi libri delle superiori ora non più in vista. Era un distacco doloroso, anche se dovuto.
Accettò quel dolore, ripromettendosi che sarebbe stata l'ultima volta che si sarebbe ritrovato a piangere per qualcosa per cui aveva sofferto già troppo.
C'era un altro capitolo della sua vita ad attenderlo, ed aveva tutta l'intenzione di prenderselo con tutte le sue forze, di non lasciarsi scappare quell'opportunità per nulla al mondo. Era ora di andare avanti e smettere di guardarsi indietro, perché nulla gli avrebbe riportato ciò che aveva già perso.
-Niente più dolore- si disse tra sé e sé, come se stesse cercando di incoraggiare la parte di sé ancora aggrappata a quei libri.
-Niente più dolore-.
E sole e pioggia, neve e tempesta
Sulla valigia e nella tua testa
E gambe per andare
E bocca per baciare
Sole e pioggia, neve e tempesta
Sui tuoi capelli, su quello che hai visto
E braccia per tenere, e fianchi per ballare
*il copyright della canzone (Ligabue - "Il peso della valigia")appartiene esclusivamente alla band e ai suoi autori.
NOTE DELLE AUTRICI
Siamo alla fine anche di questo capitolo, e come si è finalmente chiusa la storia tra Pietro ed Erika e così come Alessio ha definitivamente chiuso con il suo recente passato, è venuta anche l'ora di chiudere questa storyline e proseguire con nuove vicende!
Con la maturità che si avvicina e la famosa vacanza estiva alle porte secondo voi che succederà?
A mercoledì prossimo con un nuovo appuntamento!
Kiara & Greyjoy
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