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Capitolo 43 - The never-ending gaze (Pt. 4)

"Forse è troppo tardi per provarci".

Si sfilò a fatica i jeans, lasciandoli accanto alla camicia, stesi disordinatamente ai piedi del letto. Un brivido di freddo gli attraversò la pelle della schiena, ma cercò di non badarci.

Era una sensazione simile a quella che aveva provato con Pietro: quella freddezza ed indifferenza da parte sua che gli avevano fatto pensare, inevitabilmente, che non volesse avere più nulla a che fare con lui.

Forse doveva semplicemente rassegnarsi a come stavano le cose: nulla sarebbe tornato come prima, forse nemmeno provandoci. Sapeva che, in fondo, non poteva dargli torto per quello, né ritenere se stesso innocente fino in fondo.

Vorrei sapere per davvero ma tu come stai

E dirti tutte quelle cose che non direi mai

Sono persone, frasi, giorni, mesi e storie

Sono pensieri come quando fuori piove*

Si coricò di nuovo sul materasso con quel pensiero fisso in testa, la consapevolezza di essersi reso conto troppo tardi di quanto a Pietro potesse non importare più nulla.

Scostò l'orlo delle coperte, infilandocisi sotto, voltandosi verso la finestra. Aveva cominciato a piovere da pochi minuti: non era una nottata sconquassata da lampi e tuoni, ma la pioggia era visibile dalle tante gocce che stavano scivolando verso il basso sui vetri della finestra, rilucenti nella luce lontana dei lampioni in strada.

Chiuse gli occhi, la stessa domanda che gli arrovellava il cervello e che non accennava a spegnersi: valeva la pena fare un ultimo tentativo? Cercare di capire se le cose potessero essere aggiustate?

Forse era solo una perdita di tempo.

"O forse cambierebbe qualcosa".

Riaprì le palpebre un attimo dopo, domandandosi dove poteva aver lasciato il suo telefono. Si ricordò di non averlo nemmeno tirato fuori dalla tasca posteriore dei jeans quando se li era tolti: doveva essere ancora là, a terra insieme ai suoi vestiti.

Si scostò le coperte di dosso con uno sbuffo scocciato per i brividi di freddo, ma lo fece comunque: gattonò fino alla fine del letto, allungandosi verso i suoi jeans e sollevandoli quanto bastava per recuperare il suo cellulare. Ricordava bene: l'aveva lasciato nella tasca, completamente ignorato e dimenticato.

Lo tenne stretto tra le dita, mentre si infilava nuovamente sotto il piumone leggero, ritrovando il caldo che aveva dovuto abbandonare momentaneamente qualche secondo prima.

Stava agendo d'impulso, se ne rendeva conto anche se si stava costringendo a non soffermarsi troppo a pensare: era l'istinto dettato dalle ultime riflessioni quello che lo stava guidando.

Scorse i numeri della rubrica fino a trovare quello che cercava, registrato alla voce Pietro.

Sarebbe bastato solo qualche altro secondo per premerci su, aprire la schermata dei messaggi e digitare qualcosa. Ed era proprio quello che lo bloccò: il pensiero di scrivergli un messaggio probabilmente asettico, che non avrebbe racchiuso neanche lontanamente tutto quello che avrebbe voluto trasmettere.

Non aveva nemmeno idea di cosa avrebbe potuto davvero scrivergli.

Dopo qualche secondo di immobilità, Alessio lasciò che la luce del display si spegnesse. Pian piano allungò la mano verso il comodino, lasciandovi sopra il cellulare, inerte.

Non poteva pensare che la soluzione fosse un patetico messaggio scritto dopo tutto quel tempo, e solo perché si erano rivisti per qualche minuto. Era qualcosa che dovevano risolvere – se mai fossero arrivati a quella fase- a faccia a faccia.

Sospirò profondamente, mentre si rigirava nel letto, tornando a fissare il soffitto. Avrebbe davvero voluto sapere la soluzione a quell'intrico di emozioni e possibilità su come agire, ma non l'aveva. Forse non l'avrebbe avuta ancora per tanto tempo.

Doveva trovare la giusta ponderazione per provare ad avvicinarsi a Pietro, e capire se era lo stesso che voleva anche lui.

Era forse proprio quello ciò che lo spaventava di più: scoprire che a Pietro sarebbe bastato anche solo continuare a guardarlo da distante, senza andargli troppo vicino. Come due gocce di pioggia che scivolano parallele sullo stesso vetro, senza mai arrivare a toccarsi.





*il copyright della canzone (Zero Assoluto - "Non mi guardare così") appartiene esclusivamente alla band e ai suoi autori.

NOTE DELLE AUTRICI

Concludiamo il 2019 così come questo capitolo, con quest'ultima parte piuttosto breve. Alessio sembra ancora restio e indeciso su cosa fare con Pietro, e per il momento ancora non ha scelto come comportarsi nel caso lo rivedesse. Secondo voi si rivedranno a breve? E che succederà in quel caso?

Nel frattempo vi auguriamo buon anno nuovo, e ci ritroveremo nel 2020, quando venerdì prossimo inizierà il capitolo 44!

Kiara & Greyjoy

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