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Capitolo 42 - Just feel better (Pt. 2)

She said I need you to hold me

I'm a little far from the shore

And I'm afraid of sinking

You're the only one who knows me

And who doesn't ignore

That my soul is weeping

-L'acqua è ghiacciata- si lamentò Caterina, rabbrividendo visibilmente non appena alcuni schizzi dell'onda raggiunsero la pelle della sua gamba – Peccato che faccia ancora troppo freddo anche solo per camminare sulla riva-.

Alessio non dubitava affatto che il mare fosse ancora proibitivo: era da poco che aveva cominciato a fare più caldo, e di certo non a sufficienza per poter pensare di avvicinarsi alle acque marittime.

Ci avevano messo circa un'ora per giungere in prossimità di Caleri, ed era stato felice di trovarla ancora poco affollata. Erano quasi le tre e mezza, e sotto il sole del pomeriggio era addirittura piacevole la passeggiata che stavano facendo lungo la spiaggia priva di ombrelloni. C'era una brezza leggera che continuava a scompigliargli i capelli, facendoglieli finire davanti agli occhi.

-Se vuoi fare un'indigestione è l'occasione giusta- Nicola prese in giro affettuosamente Caterina, guadagnandosi un'occhiata piuttosto torva.

Non fece comunque in tempo a dire nient'altro: senza che nulla lasciasse presagire le sue intenzioni, Nicola la afferrò per le braccia, trascinandola inesorabilmente un po' più verso il mare. La lasciò andare solo quando l'acqua raggiunse metà polpaccio di Caterina.

-Sei impazzito?- gli urlò lei, che sembrava essere a metà tra le risate e le urla di sorpresa. Nicola rise inevitabilmente: anche lui era lì in mezzo a bagnarsi, molto meno infastidito di Caterina per il freddo. Alessio si ritrovò a pensare che era stata un'ottima intuizione suggerire di portare delle ciabatte da spiaggia per quel giorno, prima di rendere inutilizzabili le scarpe.

Rimase ad osservarli nel punto in cui si era fermato, appena poco prima del bagnasciuga. Sentì un sorriso nascergli spontaneo, mentre li guardava finire per ridere insieme.

Preferì non raggiungerli: si sarebbe sentito quasi un intruso, a interrompere l'armonia di quel momento di allegria che apparteneva unicamente a Caterina e a Nicola. Erano felici già così, anche senza di lui, ed era giusto così.

Guardarli rimanendo a distanza non lo stava facendo sentire solo, non in quel momento: forse per la prima volta dopo quasi un anno si sentiva quasi in armonia con ciò che lo circondava. Nessuna tensione o pressione che lo facesse sentire soffocato e con il fiato strozzato come ogni mattina al risveglio.

Respirava, senza affanni, senza dolori.

-Che diavolo ci fai fermo lì?- la voce urlata di Caterina lo riscosse facendolo quasi sobbalzare – Vieni!-.

-Stai scherzando, spero!- replicò subito, scuotendo il capo – Non posso ammalarmi-.

Era più una scusa per evitare di congelarsi i piedi, più che una reale paura, ma non sembrò comunque funzionare molto: Caterina lo guardò scettica, le mani sui fianchi.

-Devo venire a prenderti?- gli domandò ancora, con fare vagamente minaccioso.

Alessio rimase in silenzio, allargando le braccia.

Nicola gli rise letteralmente in faccia, annuendo:

-Credo che dovremmo andare a prenderlo- fece, rivolgendosi a Caterina.

-Non ci provate!- Alessio gli urlò di rimando, ora piuttosto immerso nel panico – Piuttosto vi raggiungo io con le mie gambe-.

Nicola lo guardò con un sorriso piuttosto soddisfatto:

-Vedo che ti sei convinto, alla fine- commentò, ridendo appena.

Alessio lo maledisse con tutte le sue forze qualche attimo dopo, quando provò ad immergere il piede destro nelle acque basse della riva: riusciva a capire perfettamente come mai Caterina avesse urlato quando era stata trascinata più in là, con l'acqua sopra la caviglia.

Sentì i brividi corrergli lungo la schiena, mentre avanzava nelle acque marittime; gli mancavano ancora pochi passi per raggiungerli, quando si bloccò di scatto, un urlo bloccato in gola per la sorpresa e l'improvvisa sensazione di gelo sul resto del corpo.

Diversi schizzi d'acqua lo avevano raggiunto anche in viso, e gli bastò alzare gli occhi per notare Nicola ancora piegato in avanti, le mani semi immerse e bagnate, e il sorriso malizioso dipinto sul suo viso e su quello di Caterina che lasciava ancor meno dubbi.

Dovette tenere a bada il proprio istinto omicida, mentre ricominciava a camminare, cercando di ignorare la propria maglietta leggermente umida.

-Hai fatto una faccia incredibilmente idiota- disse Caterina, provocandolo.

La guardò ancor più malamente, mentre si abbassava a sua volta, pronto a ricambiare la sorpresa:

-Vedremo come sarà la vostra tra poco-.

*

I'm tired of holding on

To all things I ought to leave behind

It's really getting old and

I think I need a little help this time

Il tramonto stava colorando il cielo di sfumature rosate ed arancioni, il sole sempre più basso all'orizzonte. Mancava poco prima che scendesse la sera.

Alessio si sistemò meglio sul tronco d'albero su cui era seduto, a qualche metro dalla riva, i piedi ancora umidi lasciati immersi nella sabbia tiepida che gli si appiccicava alla pelle.

Caterina e Nicola erano seduti direttamente a terra, sopra un telo che uno dei due aveva portato appositamente per potersi stendere sulla sabbia senza riempirsi troppo di granelli.

Non aveva idea da quanto tempo fossero tornati lì, dopo essere usciti dall'acqua: Alessio non ricordava l'ultima volta in cui aveva preso in mano il telefono, durante la giornata, ma dovevano essere passate alcune ore. Cominciava a perdere la cognizione del tempo, e in fin dei conti non sentiva nemmeno il bisogno di darsi una risposta su che ore fossero: non c'era fretta d'andarsene.

-Stai bene?-.

Si riscosse quando la voce di Caterina spezzò il silenzio che era calato da un po'. Pur prolungato, non era stato un silenzio pesante, ma Caterina doveva essersi allarmata dopo aver notato il suo sguardo perso nel vuoto.

Alessio le sorrise appena, rassicurante:

-Sì, è tutto a posto- mormorò, quasi meravigliandosi di intendere sul serio quelle parole. I bei ricordi legati al mare appartenevano unicamente alla sua infanzia, ad anni passati da troppo tempo e che ormai erano solo memorie confuse; quello era il primo giorno che poteva mettere sullo stesso piano di quei vecchi ricordi felici.

-Sicuro?- soggiunse Nicola, alzando lo sguardo su di lui – Sei silenzioso da un po'-.

-Sto bene- disse ancora Alessio, quasi ridendo – Credetemi, almeno, quando lo dico sinceramente!-.

Il suo tono fintamente esasperato sembrò sortire l'effetto voluto: Caterina scosse il capo, ora sorridendo.

-Va bene, va bene. Ti crediamo- esclamò, alzando le mani in segno di resa.

Per qualche minuto rimasero di nuovo in silenzio, le onde del mare e i passi lontani delle altre persone che si trovavano in spiaggia le uniche fonti di rumore. Alessio avrebbe prolungato volentieri quel momento all'infinito: avrebbe sempre voluto sentirsi così, senza l'urgenza di dover fare cose o di dover pensare a ciò che lo avrebbe atteso una volta tornato a casa.

Fu di nuovo Caterina a riportarlo alla realtà, quando gli si rivolse ancora:

-Hai qualche progetto per quest'estate?- gli chiese, vagamente esitante – Qualche viaggio, magari?-.

Alessio alzò le spalle:

-A parte continuare a lavorare e ripassare per il test d'ingresso? No, non direi- rispose, scostandosi una ciocca di capelli che a causa della brezza gli era finita davanti agli occhi – Quello è il mio progetto massimo-.

Sapeva perfettamente che quella che Caterina gli aveva appena posto non era una domanda tanto per fare conversazione. Fece per continuare a parlare, ma Nicola lo precedette di qualche secondo:

-Potremmo aggiungerti qualcosa al programma- disse, in modo fintamente vago.

Alessio fece finta di essere sorpreso:

-Chissà come l'aveva intuito- mormorò, ironicamente. Nicola rise subito, mentre Caterina rimase in silenzio ancora per un po': ad Alessio parve quasi di vederla esitante, come se temesse un suo rifiuto prima ancora di lasciarle spiegare cos'avevano in mente.

Quando il silenzio sembrò protrarsi troppo a lungo, Caterina tornò con lo sguardo su di lui: lasciò perdere l'angolo del telo mare che aveva tenuto stretto tra le dita fino a quel momento, come a volersi concentrare solo sulla conversazione.

-Con Giulia e Filippo pensavamo di ripetere l'esperienza estiva dell'anno scorso- iniziò, lanciando un'occhiata veloce verso Nicola – Magari stavolta meglio organizzata e in un posto più bello-.

-Buon per voi- replicò Alessio, facendo finta di non aver capito già dove stesse volendo andare a parare.

-Pensavamo di invitare anche altre persone. Più siamo, meglio è- aggiunse Nicola, guardandolo a sua volta.

Alessio annuì, ormai senza più alcun dubbio su quale fosse la loro domanda implicita:

-E stavate pensando di invitare anche me-.

Caterina annuì subito:

-Esatto- confermò, a mezza voce.

Alessio rimase in silenzio per qualche attimo, gli occhi rivolti ancora al mare e alle sue acque che riflettevano le sfumature sempre più rosse del cielo al tramonto.

Doveva ammettere di essere sorpreso da quella proposta: non se l'era aspettata, non del tutto. Si sentì preso contropiede, senza un'idea precisa su cosa dire: l'idea di deludere Caterina e Nicola e declinare l'invito senza darci nemmeno una possibilità gli avrebbe fatto più male di quanto avrebbe fatto anche solo qualche mese prima.

-Non so se sia una buona idea- mormorò, pentendosi subito dopo di aver detto quelle parole a voce alta: non voleva dare l'idea di essere contrario per principio.

-Dici per i soldi o per altro?- gli chiese Caterina, con tranquillità.

Alessio si morse il labbro inferiore, consapevole che nessuna delle due opzioni rappresentava ciò che lo stava frenando. Avrebbe voluto chiedere chi altro avrebbero voluto invitare, anche se non sarebbe stato un problema; e affidarsi alla scusa del lato economico per rifiutare lo avrebbe fatto sentire ancor peggio: ora che finalmente stava tornando a respirare – con i risparmi messi da parte e la prospettiva a breve di una promozione lavorativa di sua madre- si sarebbe sentito quasi meschino a tirare in ballo quella questione.

La verità era che tornare a quella parvenza di normalità – non più problemi economici, niente più rinunce, niente più scuse per allontanare i suoi amici- lo stava facendo sentire inaspettatamente disorientato.

-È che ... - provò a dire, senza riuscire a proseguire oltre. Le parole gli morirono in gola, come se faticando a metabolizzarle fosse ancor più faticoso che cercare di pronunciarle.

S sentiva gli sguardi di Caterina e Nicola addosso, ma li evitò entrambi: era sicuro che, se l'avessero visto in faccia, avrebbero potuto leggergli negli occhi la muta disperazione che lo stava animando in quel momento di indecisione.

Si contorse le mani, schiarendosi la gola prima di cercare di parlare ancora:

-Non lo so, è come se dopo un anno di privazioni ora facessi fatica anche solo a pensare di godermela un po'- ammise, sussurrando – Non è facile da spiegare-.

Per qualche minuto nessuno disse nulla. Alessio si chiese se avrebbero provato a convincerlo in una qualche maniera, o se avrebbero preferito rinunciare o rimandare ad un altro momento.

Rimase sorpreso quando, alzando il viso e vedendolo con i suoi stessi occhi, sentì la mano di Nicola stringersi gentilmente attorno al suo polso. Non c'era forza nel suo gesto, solo una dimostrazione di vicinanza.

-Questa potrebbe essere l'occasione per cambiare rotta, non credi?- gli domandò con voce così dolce che, per un attimo, Alessio faticò ad attribuirla a Nicola – Per stare meglio-.

"Stare meglio".

Era un miraggio così immateriale che Alessio faticava a crederci.

Eppure c'era qualcosa nelle sue parole che lo stava spingendo a non rimanere così scettico. Forse quello poteva davvero essere un primo appiglio al quale aggrapparsi per lasciarsi alle spalle tutto quello che aveva passato nell'ultimo anno.

Una distrazione che gli avrebbe potuto portare un po' di serenità; un primo tentativo per rinascere e stare meglio sul serio.

-Forse- mormorò, con voce appena udibile – Forse sì-.

L'attimo dopo Caterina gli rivolse uno sguardo così fiducioso da lasciarlo ancor più disorientato:

-Quindi è un sì?- gli chiese, decisamente più allegra rispetto a prima. Quel suo entusiasmo fece quasi ridere Alessio.

-Un forse- la corresse, lasciando che le sue labbra si piegassero in un sorriso.

-È un passo avanti- commentò Nicola, sciogliendo la presa sul suo polso, e continuando a guardarlo in un modo che Alessio avrebbe definito più puntualmente come uno sguardo fiero.

-Allora diciamo che faremo di tutto per trasformare quel forse in un sì- corresse il tiro Caterina, non meno divertita.

Per la prima volta dopo mesi Alessio si ritrovò a pensare che non li avrebbe fermati: li avrebbe lasciati fare, lasciandosi convincere – e vincere. 

Forse era quello il primo passo che doveva compiere per cercare di stare meglio: smetterla di voler soffrire in silenzio.

I'm gonna try anything to just feel better

Tell me what to do

You know I can't see through the haze around me

And I do anything to just feel better

And I can't find my way

Girl, I need a change

And I do anything to just feel better

Any little thing that just feel better











*il copyright della canzone (Santana feat. Steven Tyler - "Just feel better") appartiene esclusivamente ai cantanti e ai suoi autori.

NOTE DELLE AUTRICI

La giornata sta volgendo al termine, e dopo giochi d'acqua e risate i nostri hanno deciso di prendersi una pausa sul lungomare.

Nicola e Caterina cercano di convincere Alessio ad unirsi a loro, dicendogli che il loro progetto potrebbe rappresentare una svolta positiva per lui. Alessio sembra pensarla, almeno in parte, allo stesso modo ... Si lascerà convincere nei prossimi mesi?

Riusciranno quindi i nostri eroi ad organizzarsi per la vacanza estiva? E secondo voi quale sarà la meta fortunata?

Kiara & Greyjoy


PS: la scelta della località marittima (Caleri) è puramente casuale, e scovate grazie a Google maps :)

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