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Capitolo 39 - L'ultima notte al mondo (Pt. 3)

Il parcheggio di Borgo Padano dove si fermarono era semideserto: c'era solo qualche altra auto già parcheggiata oltre la loro, a qualche fila di distanza.

Alessio scese con cautela, rabbrividendo violentemente al percepire il freddo pungente dell'esterno, piuttosto diverso dal tepore che si era creato nell'abitacolo grazie al riscaldamento acceso.

Richiuse le portiere con la chiave non appena scesero anche Caterina e Nicola, rispettivamente dal sedile posteriore e quello dell'accompagnatore. I loro visi erano a malapena visibili dietro le stoffe pesanti delle sciarpe.

-Hai qualche idea su dove andare?- gli chiese Nicola, facendo il giro dell'auto per arrivargli di fronte, seguito da Caterina.

-In realtà no- ammise Alessio, a mezza voce, trattenendosi a stento dal tremare – Scegliete voi-.

Sperò che uno tra Nicola e Caterina riuscisse a farsi venire in mente un posto in cui andare in fretta: erano appena le nove di martedì sera, ma l'aria era gelida come se fosse già piena notte. L'unica cosa che desiderava era riparare per un paio d'ore in un bar caldo, prima di riavviarsi di nuovo all'auto e tornare a casa.

-Conosco un posto che non è male- intervenne Caterina, muovendo qualche passo verso la strada principale – Possiamo andare lì-.

Alessio la seguì senza nemmeno dire nulla: gli sarebbe andata bene anche la bettola peggiore, piuttosto che rimanere lì fuori al freddo un minuto di più.




-Posso chiederti una cosa?-.

Alessio alzò gli occhi verso Nicola lentamente, un'espressione vagamente confusa che gli rendeva la fronte corrugata.

Erano arrivati al locale indicato da Caterina da poco meno di mezz'ora, dopo aver camminato per dieci minuti e il più velocemente possibile per arrivare prima e tenersi caldi. Il bar non era nulla di particolare, ma non era eccessivamente affollato né particolarmente costoso, e la musica che stavano dando era sufficientemente piacevole: tutti motivi che lo rendevano un posto decente dove restare in una serata invernale come quella. Se anche quella fosse stata l'ultima notte del mondo, ad Alessio sarebbe andato bene passarla lì, in quel modo.

-È qualcosa di compromettente?- gli chiese di rimando, cercando di suonare più ironico che diffidente.

Era contento di non aver perso né Caterina né Nicola dopo l'incidente di Natale, ed era più che sollevato nel rendersi conto che, per quanto le cose fossero state difficili il mese prima, in quel momento non c'era imbarazzo tra loro nell'essere usciti tutti insieme. Il tono con cui Nicola gli si era appena rivolto, però, lo rendeva inquieto: non aveva idea di cosa volesse domandargli, e in parte temeva quell'ascesa verso l'ignoto.

-Non direi, no- Nicola rise appena, e a quel gesto Alessio si sentì a sua volta più tranquillo. Riuscì a rilassarsi, portando alla bocca la bottiglia di birra che aveva ordinato poco prima.

-Allora spara- mormorò infine, riposandola sul tavolo.

Caterina li stava ad osservare in silenzio, sorseggiando lentamente il suo cocktail dai colori piuttosto improbabili, il capo sostenuto da una mano ed il gomito tenuto piegato sul tavolino.

Nicola prese un sospiro profondo, prima di iniziare a parlare con esitazione:

-Sto avendo qualche problema sulla scelta dell'università. Nel senso ... - prese un altro sospiro, mentre cercava di trattenersi dal gesticolare eccessivamente – Vale la pena seguire più la passione, o meglio privilegiare le possibilità lavorative?-.

Alessio si ritrovò ad annuire senza riuscire a trovare subito una risposta soddisfacente. Per un attimo cercò di ricordare il se stesso di un anno prima, quando l'unica cosa che contava nella sua vita era riuscire a concludere le superiori per potersi iscrivere all'università: non ricordava di essersi mai posto un quesito simile.

La verità era che aveva sempre avuto le idee fin troppo chiare, fregandosene di tutto il resto.

-Forse combinare entrambe le cose sarebbe la soluzione migliore- azzardò Caterina, approfittando del prolungato silenzio di Alessio.

Quella era una buona risposta, si ritrovò a pensare, sufficientemente buona per essere considerata un consiglio decente.

-E qualora non fosse possibile ... - Alessio, picchiettò nervosamente un polpastrello sul bordo del tavolo, pensieroso – Dipende da te. Io personalmente non credo che riuscirei a studiare qualcosa che non mi appassiona per niente e solo pensando al lavoro futuro-.

Nicola sembrava ancora piuttosto confuso, nonostante le risposte appena ricevute. Alessio si sporse appena verso di lui, indeciso se allungare una mano sulla sua spalla in segno di vicinanza; dopo alcuni secondi di indecisione, tenne la mano sul tavolo.

-Ma devi essere tu a capire cosa farebbe più per te- mormorò, cercando di ammorbidire il più possibile il tono della sua voce.

Nicola annuì subito, rivolgendogli un sorriso timido:

-Non ho ancora le idee chiare, ma ... Grazie, suppongo-.

Per qualche attimo nessuno aggiunse nulla. Alessio bevve un altro sorso della sua birra, dondolando appena la testa al ritmo della canzone che era appena partita alla radio. I tavoli intorno a loro non erano occupati, e la mancanza di qualsiasi conversazione stava rendendo pesante il silenzio che era appena calato.

Non durò per molto: Caterina prese un lungo sorso del suo cocktail, prima di sporgersi verso Nicola e Alessio, un sorriso di chi la sapeva lunga dipinto sulle labbra:

-Piuttosto, parliamo di cose importanti- iniziò, spostando lentamente lo sguardo l'uno dall'altro, prima di fermarsi su Alessio – Filippo ti ha invitato al suo compleanno?-.

Alessio annuì, già temendo dove sarebbe potuta andare a finire quella conversazione:

-Mi ha scritto poco prima che partissi per passare a prendervi- ammise, con voce sommessa.

Nicola si girò a sua volta verso di lui, con aria inquisitoria:

-E?- lo incalzò.

-Cosa?- chiese Alessio, prendendo tempo.

Caterina roteò gli occhi al cielo, come se fosse già tutto piuttosto ovvio:

-Gli hai risposto che vieni, vero?-.

A quella domanda Alessio non seppe rispondere subito. Si morse il labbro inferiore, sperando di riuscire a trovare in fretta il modo meno doloroso per dirle che era stata troppo ottimista.

-In realtà ... - abbassò per un attimo gli occhi, in difficoltà – Gli ho detto che sarà difficile che io ci sia-.

Quando lo aveva scritto a Filippo, lui gli era parso deluso, ma non aveva insistito oltre; con Caterina invece non aveva alcuna speranza di veder accantonata quella discussione entro i prossimi secondi.

-Ma sabato hai la serata libera!- Caterina esclamò di scatto, gli occhi sgranati e la voce troppo acuta.

Alessio tenne gli occhi abbassati, le mani giunte sopra il tavolo:

-Lo so- scandì lentamente, consapevole che sia Caterina che Nicola lo stavano guardando – Ma immagino ci sarà anche Pietro al compleanno di Filippo-.

Nicola non gli lasciò nemmeno il tempo di proseguire, sbuffando pesantemente:

-Sul serio vuoi ancora evitarlo?- sbottò incredulo.

Alessio si morse di nuovo il labbro inferiore, indeciso su cosa dire: non aveva più ragionato sulla sua situazione con Pietro, e forse ormai non rimaneva nemmeno più nulla su cui ragionare. Non lo vedeva da sette mesi, e per quel che ne sapeva, se si fossero incrociati, avrebbero anche potuto comportarsi come due perfetti sconosciuti.

In qualsiasi caso, però, non gli andava di rischiare.

-Credo che non abbia molta voglia di vedermi- soppesò, sincero – Non mi va di essere la ragione per cui l'atmosfera della festa verrà rovinata-.

Né Nicola né Caterina, a giudicare dalle espressioni tutt'altro che convinte, sembravano crederci davvero.

-Avete litigato mesi fa- puntualizzò Caterina, gesticolando nervosamente – Dovreste solo vedervi per chiarirvi. Sono sicura che Pietro sarebbe ben più contento di risolvere con te, che continuare a far finta di detestarti-.

Alessio fece per risponderle, ma Nicola lo interruppe di nuovo:

-Concordo- disse, lanciandogli uno sguardo duro – E farebbe bene anche a te-.

Stavolta Alessio non ebbe l'istinto di rispondere subito. Si sentì come davanti ad un vicolo cieco, piuttosto consapevole che né Caterina né Nicola avrebbero cambiato posizione sull'argomento.

Non aveva voglia di discutere: voleva solo passare quel che rimaneva della serata in loro compagnia, finendo di bere la sua birra e limitandosi ad ascoltare distrattamente ciò che passava la radio accesa del locale.

Si ritrovò ad annuire lentamente, ma senza nemmeno cercare di sembrare più convinto:

-Ci penserò- mormorò monocorde.

Anche se non glielo rinfacciarono, capì subito che era fin troppo chiaro anche a Caterina e Nicola che quella frase suonava unicamente come un rifiuto definitivo. 






NOTE DELLE AUTRICI

Siamo qui stasera con l'ultima parte di questo capitolo, caratterizzata da tanti dubbi dei nostri protagonisti.

Da un lato abbiamo Nicola alle prese con i dubbi sul suo futuro. Anche voi siete passati per questa fase o lo farete a breve?

Dall'altro, invece, Alessio è titubante se prendere parte oppure no al compleanno di Filippo a causa di incontri possibilmente scomodi. Cambierà idea secondo voi?

A mercoledì prossimo per scoprirlo con un nuovo capitolo!

Kiara & Greyjoy

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