Capitolo 39 - L'ultima notte al mondo (Pt. 1)
-Giuro che se quest'anno replicate le spiritosaggini dello scorso compleanno vi disconosco tutti-.
Il tono di Filippo sarebbe dovuto apparire minaccioso, ma l'unico risultato avuto fu quello di farli ridere tutti. Giulia si portò una mano alla bocca, le risate che le sconquassavano la cassa toracica.
-Vuoi dire che preferisci dare una festa tremendamente noiosa?- obiettò Pietro, con un ghigno divertito.
Non mancavano molti giorni al compleanno di Filippo: era il 28 gennaio, e mancava poco meno di una settimana al sabato sera che Filippo aveva scelto come data utile per i festeggiamenti. C'era ancora tutto da organizzare, dal locale da prenotare al passar parola tra gli invitati.
-Lo sai, vero, che il sabato dopo potrei rendere anche la tua festa meno noiosa?- disse sarcasticamente Filippo, lanciando a Pietro un sorriso tutt'altro che compiacente.
Dall'altra parte del tavolino, Pietro alzò le mani, innocentemente:
-Come sei vendicativo- mormorò, facendo finta di essere offeso.
Giulia ridacchiò sotto i baffi, portando alla bocca la sua tazza di cioccolata calda quasi finita. Era da più di un'ora che si trovavano all'interno del Caffè della Piazza, ad un tavolo non troppo distante dal bancone. A quell'ora di lunedì pomeriggio il bar era quasi vuoto e nessuno stava badando a loro, nemmeno quando i toni erano finiti per alzarsi durante quella conversazione sul compleanno di Filippo che, inevitabilmente, si stava prolungando un po' troppo.
-Niente scherzi per te- intervenne Caterina, posando una mano sulla spalla di Pietro per spingerlo a voltarsi verso di lei – Abbiamo già in mente altro-.
L'ampio sorriso che gli rivolse sembrò preoccupare Pietro, più che tranquillizzarlo.
-Devo preoccuparmi?- le chiese infatti lui, alzando un sopracciglio con aria diffidente.
-Non direi- gli rispose prontamente Nicola, mentre rigirava serenamente il cucchiaino nel suo secondo cappuccino. Giulia sperò che non si sarebbero trattenuti lì ancora a lungo: erano già tutti alla loro seconda ordinazione, e il suo portafoglio stava cominciando a sembrarle tremendamente vuoto.
Cercò di non pensarci, voltandosi subito dopo verso Filippo, schiarendosi appena la voce:
-Hai pensato a chi invitare?-.
Filippo scosse il capo, dubbioso:
-In realtà stavo pensando di fare una cosa più intima quest'anno- ammise, alzando le spalle – Niente feste in grande come per il diciottesimo-.
Anche se non lo espresse a voce, Giulia si ritrovò d'accordo: niente feste caotiche, e meno problemi ci sarebbero potuti essere.
-Meglio pochi ma buoni- mormorò Nicola, prima di mettere da parte il suo cucchiaino, e accingersi a bere il cappuccino.
*
Giulia rabbrividì non poco, non appena mise il primo piede fuori dal bar. Dette un'occhiata al cielo, particolarmente grigio: era piuttosto sicura che, da un momento all'altro, avrebbe cominciato a nevicare. Era ancora primo pomeriggio, e la luce non si era ancora dissipata del tutto: nonostante il freddo e la neve che minacciava di cadere, avrebbe fatto volentieri una passeggiata all'aperto.
-Ehi-.
Giulia sobbalzò appena, quando percepì il fiato caldo di Filippo su una parte del collo rimasta scoperta dalla sciarpa. Non lo aveva sentito avvicinarsi così tanto, ma non lo trovò fastidioso: fece un passo indietro per accostarglisi ancor di più.
-Hai freddo?- le chiese ancora Filippo, abbracciandola da dietro, tenendosela addosso. Giulia chiuse gli occhi per un attimo: sarebbe rimasta volentieri ferma in quella posizione anche per ore, ma aveva l'impressione che sarebbe durato a malapena pochi minuti.
-Un po'- rispose, a mezza voce. Sentiva il corpo intorpidito non solo per il freddo, ma anche per tutto il tempo che avevano passato seduti a quel tavolino nel Caffè della Piazza. Erano usciti da poco, lei e Filippo per ultimi, dopo aver osservato andarsene uno dopo l'altro il resto del gruppo: Nicola era stato il primo a lasciarli, per una qualche visita medica che non poteva assolutamente rimandare. Pietro se ne era andato quasi in contemporanea a Caterina, entrambi per dover rientrare a casa e studiare. Alla fine si erano ritrovati da soli lei e Filippo, senza alcun impegno e ancora diverse ore da passare insieme, prima che Giulia dovesse prendere un treno per tornare a casa.
-Ti andrebbe una passeggiata?-.
Quando Giulia si voltò verso Filippo, si ritrovò davanti agli occhi il suo sorriso vagamente malizioso.
-Una passeggiata dove?- gli chiese, vagamente diffidente.
Filippo non le rispose subito: si limitò ad allontanarsi da lei a piccoli passi, trascinandosela dietro prendendola per mano:
-Non ti va di seguirmi?- le chiese, con lo stesso sorriso enigmatico – Andiamo in un posto qui vicino-.
-Non vuoi dirmi altro?- replicò Giulia, senza però opporre resistenza. Lo seguì a passi lenti, mentre si allontanavano sempre di più dal bar.
Filippo le lanciò un ultimo sguardo astuto, prima di girarsi per poter camminare più velocemente:
-Vieni con me, e lo scoprirai tra poco-.
Per un attimo, mentre camminavano sotto il cielo che virava sempre più ad una sfumatura chiara di grigio, a Giulia parve di rivivere una situazione simile che aveva vissuto due anni esatti prima: lei e Filippo, insieme a Nicola, Caterina ed Alessio, che si allontanavano dal Caffè della Piazza in direzione della riviera.
Anche se Filippo aveva voluto essere misterioso, non c'erano molti dubbi sulla meta a cui era diretto: la strada per la riviera era quella che aveva appena imboccato.
Giulia non parlò per i pochi minuti in cui si erano ritrovati a camminare: si stava lasciando trascinare, la mano di Filippo ancora stretta a racchiudere la sua. Alzò il viso al cielo solo quando sentì un primo fiocco di neve sfiorarle la pelle della guancia: aveva appena iniziato a nevicare, mentre avanzavano lungo il sentiero di ghiaia lungo il canale.
Cade la neve ed io non capisco
Che sento, davvero
Mi arrendo, ogni riferimento
È andato via
Spariti i marciapiedi e le case, colline*
-Sediamoci qui- Filippo indicò con un cenno del capo una delle panchine lungo la riviera. Non c'era nessun altro oltre a loro, probabilmente tutti rinchiusi in casa o nei locali lì vicino per l'arrivo della neve.
Giulia lo seguì subito, prendendo posto accanto a lui sulla panchina, le assi appena umide sui suoi jeans.
Per qualche attimo non dissero nulla: a Giulia parve quasi di notare un certo imbarazzo in Filippo. Si stava guardando intorno, un sorriso malinconico disegnato sulle labbra. Sembrò prendere coraggio solo dopo alcuni minuti:
-Ti ricordi di due anni fa, proprio qui?- le chiese, in un sussurro a malapena udibile.
*il copyright della canzone appartiene esclusivamente al cantante e ai suoi autori.
NOTE DELLE AUTRICI
Tanto è una giornata uggiosa nel capitolo, tanto lo è tra i grattacieli di Milano ☔️ I nostri sono alle prese con i preparativi del compleanno di Filippo, e con qualche accenno anche al futuro compleanno di Pietro. Cosa avranno in mente per lui queste menti malefiche?
Poco più tardi Filippo trascina Giulia letteralmente nel passato: avete colto il riferimento di Filippo a qualche avvenimento passato?
A venerdì per scoprire se avete indovinato oppure no!😉
Kiara & Greyjoy
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