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Capitolo 38 - Ghost of days gone by (Pt. 1.)

Giulia si morse il labbro inferiore, continuando ad osservare attraverso il vetro appannato della finestra i fiocchi candidi di neve che cadevano nel buio della sera. Aveva iniziato a nevicare nel tardo pomeriggio, a tratti lasciando spazio alla pioggia: ora, però, era almeno un'ora che le strade continuavano ad imbiancarsi.

Anche i tetti e i giardini delle case erano ricoperti dal bianco manto leggero della neve: sembrava che il tempo fosse tornato indietro al giorno di Natale.

Si ritrovò a sperare che la neve caduta non rappresentasse troppo un problema per chi doveva guidare fino a casa di Filippo quella sera: né Nicola né Caterina avevano troppa strada da fare, e Pietro sarebbe giunto direttamente a piedi, ma con la neve a terra non si poteva mai essere troppo prudenti.

L'idea di trascorrere il Capodanno a casa di Filippo si era rivelata estremamente previdente: Giulia dubitava altamente che, con quel meteo, sarebbero mai stati in grado di spostarsi molto oltre i confini di Torre San Donato. Era già stata abbastanza fortunata da giungere lì nel primo pomeriggio, prima che la situazione degenerasse.

Si girò verso l'interno della mansarda, cercando con lo sguardo Filippo: stava già sistemando le posate accanto ai piatti, quando mancava ancora mezz'ora all'ora fissata per la cena.

Quella zona della casa sarebbe stata incredibilmente utile per quella sera: avrebbe permesso loro di restarsene sufficientemente in intimità, senza dar troppo disturbo ai genitori di Filippo.

-Dici che riusciranno ad arrivare?-.

Giulia si avvicinò a Filippo, la voce dubbiosa e le braccia strette contro il petto. Lui alzò appena gli occhi nella sua direzione, mentre sistemava le ultime posate al posto a capotavola.

-La neve non ha attaccato molto sull'asfalto- mormorò Filippo, concentrato – Mio padre è andato a controllare poco fa-.

Quell'informazione riuscì almeno in parte a tranquillizzare Giulia. Aveva atteso quella serata con ansia, nonostante si aspettasse già che non sarebbe mai stata spensierata e allegra come quella dell'anno precedente.

Sospirò pesantemente, controllando l'orologio appeso alla parete, sopra la porta: mancava mezz'ora all'inizio della cena di Capodanno, e si sentiva sempre più tesa quanto una corda di violino.








-Si sono persi?- sbottò Giulia, sospirando infastidita – Devono fare letteralmente due metri a piedi!-.

Era passata poco più di mezz'ora dall'arrivo di Nicola e Caterina, avvenuto quasi in contemporanea quando mancavano pochi minuti alle otto. Giulia aveva passato lunghi minuti ad osservarli in silenzio, quando erano arrivati: il giorno prima Caterina le aveva scritto, riportandole almeno per sommi capi la conversazione che aveva avuto con Nicola. Non si era sorpresa molto nel vederli sufficientemente sereni, seduti al tavolo al centro della mansarda, spiluccando qualche stuzzichino: se il loro confronto fosse andato male, d'altro canto, era piuttosto sicura che a quella cena nessuno dei due si sarebbe presentato.

Era un sollievo notevole vederli parlare tra loro: forse lo stavano facendo più cautamente del solito, ma era già qualcosa di positivo.

-Tra la casa di Pietro e quella di Filippo deve esserci una tormenta di neve che ancora non hai notato, e che sta impedendo loro di arrivare puntuali- ironizzò Nicola, andando a riempirsi il proprio bicchiere di prosecco.

Giulia sbuffò di nuovo, lasciandosi cadere su una sedia. Pietro ed Erika erano in ritardo come non mai, anche se erano i più vicini a casa Barbieri: non aveva idea di cosa li stesse trattenendo, ma era piuttosto certa che, non appena li avrebbe visti, li avrebbe riempiti di insulti.

-Sì, certo- aggiunse Caterina, ridendo appena – Immagino che tipo di tormenta li tenga bloccati-.

Giulia era già sul punto di rispondere, ma dovette bloccarsi nel momento in cui la porta venne aperta: si aspettava il rientro di Filippo, andatosene a prelevare qualche altra cosa da mangiare in cucina qualche minuto prima, ma non credette quasi ai suoi occhi quando notò Pietro ed Erika seguirlo pochi passi più indietro. Avevano entrambi un'aria trafelata, i capelli spettinati come se si fossero davvero trovati in mezzo ad un colpo di vento particolarmente violento.

-Alla buonora!- Giulia si alzò di scatto, rossa in viso per il nervoso – Dove eravate finiti?-.

Filippo le lanciò un'occhiata divertita, mentre si faceva da parte per lasciar libero accesso alla mansarda a Pietro ed Erika.

-Ci siamo ritardati appena un po'- replicò quest'ultima con voce innocente, levandosi lentamente la giacca pesante e lasciandola sopra il piccolo divano contro la parete di fronte al tavolo, accanto a quelle di Giulia, Nicola e Caterina.

-E poi è una cena di Capodanno- s'intromise Pietro, con indifferenza – Più tardi inizia, meglio è-.

Lo sguardo truce che gli lanciò Giulia bastò per non fargli aggiungere altro.

*

-Sembri una cavernicola appena uscita dal Paleolitico-.

Giulia ignorò del tutto l'osservazione che, senza ombra di dubbio, Pietro aveva appena rivolto proprio a lei. Alzò appena gli occhi verso di lui, sedutole di fronte mentre la osservava con sguardo esterrefatto e vagamente schifato.

Erano a tavola da meno di mezz'ora: la cena era iniziata nemmeno dieci minuti dopo l'arrivo di Pietro ed Erika, e per Giulia era stata una vera manna dal cielo. Aveva così tanta fame che, se possibile, avrebbe richiesto il bis di ogni portata. Ora che era arrivato il turno della carne grigliata, le sembrava di essere appena giunta in paradiso: la coscia di pollo che stava addentando era allettante, ed assaporarla l'aveva lasciata ancor più soddisfatta. Dei commenti di Pietro, o di chiunque altro, sul suo aver sollevato la coscia con le dita per maggior comodità non gliene importava molto.

-Te l'ha mai fatto notare nessuno che le posate non sono lì come elemento decorativo?- proseguì Pietro, facendo ridere lievemente il resto della tavolata.

Giulia posò con calma la coscia – o quel che ne restava- sul piatto, passandosi il tovagliolo sulle dita:

-E pensare che mi stavo proprio domandando se tu conoscessi l'uso delle posate- iniziò, con serenità – Visto che una scimmia saprebbe usarle meglio per affettare quella costina-.

Le risate furono ancora più forti, e Giulia non riuscì a trattenere un sorriso di vittoria di fronte al rossore delle guance di Pietro.

-Ma la vera domanda è ... - intervenne Caterina, seduta al lato destro di Giulia – Chi diavolo usa le posate con le costine?-.

Sia Filippo che Nicola risero talmente tanto da rischiare di finire lunghi distesi sul tavolo, al contrario di Erika che, invece, sembrava votata al silenzio perpetuo.

-Il fatto è che almeno io mangio in modo regale- borbottò Pietro, con voce strozzata – Non come voi, che sembrate dei selvaggi-.

-Non è che sei regale, è che sei già troppo ubriaco per evitare di dire frasi idiote. Ma tant'è ... - intervenne Nicola, ridendo allo sguardo fulminante che Pietro gli lanciò puntualmente subito dopo. Non rispose comunque nulla: si limitò ad abbassare il viso sul suo piatto, continuando a tagliare la carne con gesti più nervosi, borbottando tra sé e sé qualcosa che a Giulia suonò simile ad un "non capite nulla".








-Che razza di carte ti sono capitate?- esclamò Caterina, al limite dell'ira, lanciando uno sguardo di fuoco alla carta che Giulia aveva appena lasciato sopra al mazzo delle mani precedenti.

-Queste- rispose innocentemente lei, piuttosto soddisfatta di dover fare pescare a Caterina altre quattro carte, impedendole di sfoltire troppo il mazzo che teneva tra le dita.

Caterina sbuffò sonoramente, oltraggiata, pescando le quattro carte dal resto con far polemico; Giulia dovette fare uno sforzo tremendo per non scoppiare a ridere a quella vista.

-Sempre detto che Uno è il metodo più semplice per porre fine ad amicizie storiche- borbottò Pietro, scuotendo la testa, ed osservando con sguardo critico le carte che aveva a sua volta in mano.

Nonostante tutto, l'atmosfera continuava ad essere più rilassata di quanto Giulia si era prospettata nei giorni precedenti. La cena era finita da poco più di un'ora, e alla mezzanotte del nuovo anno non mancavano più di trenta minuti; Filippo aveva proposto subito di fare qualche partita a carte per ammazzare il tempo, proposta che aveva raccolto consensi da tutti, tranne che da Erika. Aveva mugugnato in protesta alcuni minuti, prima di lasciarsi convincere da Pietro.

Giulia si era ritrovata ad ammettere dolorosamente, mentre li guardava di sottecchi, che Pietro sembrava di umore migliorato da quando Erika aveva preso a gironzolargli intorno.

Si era chiesta per diverse volte quella sera come sarebbe stato se Alessio fosse stato presente a sua volta, anziché rimanere bloccato al Babylon per la festa di Capodanno che il locale aveva organizzato. Di sicuro le cose sarebbero state meno semplici, ma d'altra parte era anche passato parecchio tempo: forse sia lui che Pietro sarebbero stati disposti a lasciare da parte i vecchi dissapori per passare quella serata tutti insieme.

-Guardate!-.

La voce di Filippo distrasse istantaneamente Giulia dai suoi pensieri. Si voltò verso di lui, seguendo la direzione che la mano di Filippo stava indicando: si ritrovò a puntare gli occhi verso la finestra, notando quelli che sembravano essere fiocchi di neve che stavano cadendo, illuminati a malapena dai lampioni esterni.

-Sta ricominciando a nevicare- proseguì Filippo, in estasi.

Non stava nevicando molto, ma i nuovi fiocchi sarebbero andati comunque ad aggiungersi a quelli della nevicata precedente. La neve aveva smesso di scendere poco dopo l'inizio della cena, e nessuno pensava avrebbe ricominciato di nuovo entro breve.

-Sarebbe bello uscire fuori- azzardò Erika, voltandosi a sua volta verso la vetrata.

-Non è una cattiva idea- convenne a denti stretti Giulia, sperando di non dare troppa soddisfazione all'altra.

Nicola fu il primo ad alzarsi dal pavimento, dove erano rimasti riuniti in cerchio sopra ad alcuni cuscini e ad una coperta per giocare:

-Allora andiamo, no?-.

Caterina mollò le proprie carte con frustrazione prima ancora che chiunque altro si dicesse d'accordo:

-Piuttosto che continuare questa partita ... - borbottò, seccata.

Meno di dieci minuti dopo avevano già recuperato i giacconi, le sciarpe, i guanti e i berretti, ritrovandosi all'esterno della casa subito dopo.

I fiocchi di neve continuavano a cadere sul giardino di Filippo e nel resto tutto intorno, creando una macchia bianca contro l'oscurità della notte e le luci colorate che addobbavano alcune piante nei giardini confinanti.

Gli scricchiolii provocati dai passi sullo strato di neve già caduta erano l'unico rumore udibile, prima che Pietro prendesse la parola:

-Mi volete spiegare per quale astruso ed oscuro motivo abbiamo dovuto abbandonare l'interno caldo della casa per venire qui fuori a congelarci?- sbuffò, stringendosi nelle spalle e sbattendo i denti – E dovrei essere io quello ubriaco, a sentire voialtri-.

-Vuoi smetterla di brontolare, per una buona volta?- replicò Caterina, ridendo e portandosi sempre più verso la parte più innevata del cortile.

-Non sto brontolando, è che semplicemente questa è stata una gran ... -.

Pietro non riuscì a concludere la frase, ritrovandosi in pochi secondi lungo disteso sulla neve, lasciandosi sfuggire un urlo sorpreso per l'improvviso impatto con il terreno ghiacciato.

Giulia l'aveva afferrato un secondo prima, in contemporanea a Filippo, trascinandolo verso il prato; Pietro se ne era accorto solo troppo tardi, quando già era lungo disteso a terra e le risate dei due avevano riempito l'aria.

-Non pensavo sarebbe stato così facile spingerti a terra!- rise Filippo, piegato in due.

-Molto divertente, davvero- sbottò Pietro, afferrando la mano che Nicola gli stava porgendo per aiutarlo a rialzarsi – Se nei prossimi giorni avrò la febbre saprò già chi ringraziare-.

Erika gli si avvicinò a sua volta, allungandosi per arrivare meglio alla sua altezza e potergli togliere la neve che gli era finita tra le ciocche castane:

-Oh, non fare il musone, amore!- disse con dolcezza lei, stampandogli poi un bacio leggero sulle labbra.

Giulia si allontanò in fretta da quel quadretto; ripreso fiato, percorse qualche metro, fino al punto in cui Caterina se ne stava in piedi mentre si guardava intorno. Sembrava particolarmente presa dal paesaggio etereo e a tratti spettrale della notte innevata.

Prima che potesse accorgersi della sua presenza lì vicino, Giulia si acquattò sul terreno, raccogliendo un po' di neve e formandone una palla, trattenendola tra le dita. Quando qualche secondo dopo la lanciò, colpendo Caterina dritta sulla nuca: Giulia scoppiò inevitabilmente a ridere, quando la sentì urlare e girarsi con occhi sgranati verso di lei.

-Sul serio?- strillò, passandosi freneticamente una mano sul punto colpito – Così a tradimento?-.

-La tentazione ha avuto la meglio- Giulia le sorrise innocentemente, ben consapevole che lo sguardo truce di Caterina non prometteva nulla di buono.

-La tentazione?- sibilò la riccia, con sguardo di sfida – Te la do io la tentazione!-.

Caterina fu piuttosto veloce a chinarsi a sua volta, raccogliere un po' di neve e lanciargliela. Aveva una mira sufficientemente buona, e Giulia non poté fare altro che bloccarsi infastidita dalla sensazione di gelo sulla pelle, quando venne colpita a sua volta poco sotto il viso.

Sentì la risata soddisfatta di Caterina accendersi ancor di più, quando le restituì la stessa occhiata torva che era stata riservata a lei prima:

-Vuoi la guerra?- mormorò, piegandosi ancora una volta a terra – Te la concederò volentieri-.











NOTE DELLE AUTRICI

Siamo solo a fine settembre, ma per i nostri protagonisti è già aria di Capodanno! C'è aria di divertimento e di frecciatine, oltre che ad esserci un assente importante... Ma i nostri sembrano comunque divertiti. Sarà così anche per il resto della serata?

Lo sapremo venerdì!

Kiara & Greyjoy

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