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Capitolo 37 - Back for good (Pt. 2)

Si bloccò nel punto dove si trovava, chiedendosi se fosse solo un'allucinazione dovuta alla stanchezza, o se fosse la realtà.

Vide Caterina voltarsi nella sua direzione, come se si fosse sentita osservata. Lo guardò a lungo, un'espressione di ansia e apprensione dipinta in volto.

Nicola si ritrovò del tutto incerto: non si era aspettato di trovarla lì, ad aspettarlo, non dopo che il giorno prima non aveva provato a chiamarlo nemmeno una volta. A quanto pareva aveva deciso di passare all'azione prima di lui.

Non seppe per quanto tempo se ne rimase in piedi fermo, osservandola da distante con il cuore in gola e il corpo immobilizzato, impietrito. Forse non era ancora del tutto pronto per rivederla: aveva pensato che forse parlare con Alessio per primo sarebbe stato meno difficile, o che fosse perlomeno un buon modo per ritardare il confronto con lei. Ora che però Caterina era lì, di fronte a lui, tutti i suoi piani sembravano solo ragnatele sottili pronte a spezzarsi alla prima folata di vento.

Sospirò profondamente, prima di compiere il primo passo verso di lei. Abbassò gli occhi, mentre percorreva gli ultimi metri che li separavano. Quando le fu di fronte, rialzò finalmente il viso.

-Ciao- mormorò Caterina per prima, esitante. Teneva le mani nelle tasche della giacca, e a giudicare dalla voce vagamente tremante, Nicola intuì quanto era agitata.

-Ciao a te- le rispose, cercando di mantenere la voce il più indifferente possibile. Non voleva farle sapere che, nonostante tutto, era felice di rivederla. Non era ancora il momento.

Caterina spostò il peso da una gamba all'altra, abbassando per un attimo gli occhi:

-Lo so che non ti aspettavi di trovarmi qui, ma volevo vederti- ammise a mezza voce – Per parlarti. Se te la senti-.

Nicola rimase interdetto per alcuni attimi: sarebbe stato facile dirle che non aveva affatto voglia di parlarle, ma non sarebbe stato del tutto sincero né con lei né con se stesso. La verità era che aveva una paura cieca di cosa si sarebbero potuti dire, ma le parole di Filippo gli risuonarono ancora una volta in mente: non poteva scappare per sempre e rinchiudersi nella sua stessa rabbia.

Sospirò ancora una volta, mentre infilava a sua volta una mano nella tasca destra della giacca, per trovare le chiavi di casa.

-Entra, dai-.








Il salotto di casa sua era silenzioso e tranquillo come lo era stato quello di Filippo, due sere prima. Stavolta però c'era Caterina seduta sul divano accanto a lui, meno vicina di come sarebbe stata in qualsiasi altra occasione, e decisamente meno sorridente.

Era una fortuna che fosse mattina e i suoi genitori fossero entrambi al lavoro: non sarebbero stati interrotti da nessuno lì, in quel momento.

-Vuoi qualcosa da bere?- Nicola si contorse le mani, sentendosi in imbarazzo per quella insolita formale cortesia che stava rivolgendo a quella che, in fin dei conti, era ancora la sua ragazza.

Caterina scosse il capo, accennando ad un sorriso piuttosto finto e teso:

-Sono a posto così-.

Nicola si limitò ad annuire, impacciato. Non si era immaginato esattamente così il momento in cui si sarebbero rivisti per parlarsi: si era immaginato qualche urla di rabbia, qualche lacrima, ma non quei lunghi momenti di silenzio teso.

-Ho provato a chiamarti nei giorni scorsi- mormorò Caterina, dopo un po'.

-L'ho notato- replicò sarcasticamente Nicola, ricordando tutte le chiamate che aveva ricevuto da lei nei giorni precedenti. Chiamate a cui non aveva risposto nemmeno una volta.

Caterina annuì in silenzio, le mani giunte sul grembo e gli occhi abbassati. Sembrava in difficoltà, forse non del tutto sicura su cosa dire, ma Nicola non le mise fretta. Ancora non era del tutto sicuro a sua volta di volersi immergere del tutto nella conversazione che li attendeva.

Non seppe quanto tempo passò, prima che Caterina si schiarisse la voce, a disagio:

-So che non avrei dovuto chiamarti- disse a mezza voce, tenendo ancora il viso abbassato – Avrei dovuto lasciarti spazio, darti tempo ... Però è stato più forte di me-.

Sospirò a fondo, scuotendo il capo come se fosse mossa unicamente dalla disperazione:

-Forse non è stata una grande idea nemmeno venire qui, ma volevo fare un tentativo-.

Nicola la tenne osservata in silenzio anche mentre rialzava il capo: aveva gli occhi vagamente lucidi, come se fosse sul punto di lasciarsi andare al pianto.

Per un attimo ebbe la tentazione di avvicinarsi a lei, ma si trattenne.

-Mi dispiace-.

La voce di Caterina risultò udibile solo grazie al silenzio che c'era intorno a loro. Parlò con voce incrinata, e a Nicola parve di leggervi in quelle due parole la sincerità che aveva sperato di sentire da lei.

Voleva crederle, voleva convincersi che fosse davvero pentita, ma prima aveva bisogno di sapere tutto quel che era davvero accaduto.

-Magari prima di dirlo dovresti almeno spiegarmi meglio cosa cazzo è successo- mormorò, con voce più dura di quanto lui stesso si sarebbe aspettato.

Caterina annuì nuovamente:

-Sono qui apposta-.

Nicola tacque per alcuni attimi. Non aveva avuto il tempo di prepararsi ad affrontare di nuovo quell'argomento, ma fermarsi ora sarebbe stato impossibile: aveva l'impressione che non ci sarebbe stata una seconda occasione simile.

Di nuovo le parole di Filippo gli risuonarono in testa: doveva affrontare Caterina. Doveva parlare con lei ed Alessio.

Non poteva cercare di evitarlo per sempre.

-Hai la mia attenzione-.

Caterina sospirò pesantemente, torturandosi le mani nervosamente. Nicola non ricordava un'altra occasione in cui l'aveva vista agitata a quel modo, né si era mai sentito lui stesso in ansia come si sentiva in quel frangente.

Stava cominciando a pensare che Caterina non sarebbe riuscita a spiccicare parola, almeno fino al momento in cui la vide sollevare lo sguardo e puntarglielo addosso:

-Non provo nulla per Alessio. Non di certo quello che provo per te-.

Non c'era esitazione nella voce, anche se il tremore le causò qualche difficoltà a pronunciare chiaramente tutte le parole. Nicola rimase immobile, in silenzio, incerto sulle sue stesse sensazioni.

-Non è una giustificazione, lo so bene- Caterina mormorò ancora, portandosi una mano alla fronte e chiudendo per un attimo gli occhi – È stato tutto così strano-.

Nicola si schiarì la voce, incerto:

-Prova a spiegarlo comunque- la incalzò, a mezza voce.

Caterina smise di guardarlo, puntando gli occhi in una direzione imprecisata davanti a sé. Stava guardando il vuoto, anche se Nicola immaginò che stesse cercando di riportare i ricordi a galla.

Strinse i denti, consapevole che sentirla parlare del bacio che c'era stato con Alessio sarebbe stata la cosa più difficile in assoluto.

-Alessio era giù di morale. Un po' come sempre- iniziò Caterina, atona, come se stesse descrivendo un'immagine che le stava davanti agli occhi e che non le procurava alcuna emozione – Però era un po' diverso ... Non so come poterlo spiegare. So solo che sembrava come se fosse convinto che le cose sarebbero solo peggiorate e basta-.

Nicola si era aspettato qualcosa del genere, forse ci aveva addirittura sperato. Sentirselo confermare scioglieva, anche se solo di poco, il groppo in gola che gli bloccava il respiro.

-Mi sono avvicinata per abbracciarlo, e poi ... - Caterina si bloccò per un lungo attimo, la voce a malapena udibile – Lo sai-.

Nicola sentì lo stomaco contorcersi dolorosamente, la rabbia che per la prima volta da quando aveva fatto entrare in casa Caterina tornava a far capolino.

-Sì, temo di saperlo anche troppo bene- mormorò seccamente, abbassando gli occhi.

Per l'ennesima volta l'immagine dolorosa di Caterina ed Alessio stretti in quel contatto così intimo tornò a tormentarlo. Si sentì ferito, ancora una volta, come se avesse assistito in prima persona a quel bacio.

Per un attimo ebbe la tentazione di sbattere un pugno sul tavolino davanti al divano, ma si trattenne, limitandosi a serrare le nocche fino a renderle bianche.

-Non avevo pensato che potesse finire così- insistette Caterina, la voce meno ferma – Non me lo aspettavo. È stato un gesto di vicinanza, solo quello, per quanto sia stato sbagliato-.

Per quanto odiasse ammetterlo persino a se stesso, riusciva a comprendere come potesse essere davvero stato un gesto dettato da quel bisogno.

Forse al posto di Alessio avrebbe avuto la stessa tentazione: il cercare di sopperire alla mancanza di qualcuno appoggiandosi alla presenza di qualcun altro. E forse, al posto di Caterina, avrebbe cercato di venire incontro a quella ricerca di calore allo stesso modo.

-E per lui?- chiese, a mezza voce, il dubbio che gli rodeva la mente – Anche per lui è stato solo un gesto di vicinanza?-.

Caterina annuì debolmente:

-Sì- si lasciò ricadere indietro, contro lo schienale del divano, lo sguardo sempre vacuo – Ma faresti bene a chiederglielo direttamente, non credi?-.

Nicola si ritrovò ad annuire a sua volta: realizzò, per la prima volta, che paradossalmente parlare con Alessio stava cominciando ad incutergli più timore di quanto non aveva fatto quella conversazione con Caterina fino a quel momento. Temeva che Caterina potesse essere troppo convinta di sapere già risposte che, fino a prova contraria, Alessio conosceva meglio di lei.

-Avevo intenzione di farlo- ammise, lanciandole un'occhiata veloce – Volevo parlare con Alessio prima di te ... Ma non è andata esattamente così-.

Caterina sembrò farsi sufficiente forza per tornare a girarsi nella sua direzione:

-Sono sicura che vorrà parlarti anche lui-.

Nicola si lasciò sprofondare a sua volta contro lo schienale del divano, gli occhi alzati al cielo, ed una strana sensazione di vuoto all'altezza dello stomaco. Non riusciva ancora a capire se la rabbia che aveva provato nei confronti di Caterina fino a poche ore prima fosse pian piano calata, sostituita dalla consapevolezza che, forse, non si sarebbero persi a vicenda.

-Perché avete deciso di dirmelo?-.

Si era lasciato sfuggire quella domanda quasi inconsapevolmente, non ancora del tutto sicuro di voler cercare una risposta.

Si girò verso Caterina lentamente, trovandola già ad osservarlo con lo stesso sguardo sconsolato e pieno di rammarico che gli aveva rivolto per gran parte del tempo. La sentì sospirare a fondo:

-Sarebbe stato meglio lasciarti all'oscuro di tutto?-.

A quella domanda Nicola non sapeva cosa rispondere.

-Non lo so- esalò, esasperato – Avrebbe fatto meno male-.

-Però ti avremmo solo ingannato- replicò Caterina, con meno esitazione.

Nicola sapeva che aveva ragione. Sapeva che la sincerità, per quanto fosse stata dolorosa e dura da affrontare, era stata la soluzione migliore.

Gli tornarono in mente i giorni in cui Caterina l'aveva evitato con qualsiasi scusa: una situazione simile non sarebbe mai potuta durare senza portarli all'esasperazione.

-Lo avete fatto comunque, anche se per breve tempo- le ricordò, con amarezza.

-Lo so, e non immagini neanche quanto mi senta in colpa- Caterina mormorò ancora, a mezza voce. Per un attimo Nicola sentì di nuovo la tentazione di avvicinarsi a lei: non aveva idea di cosa avrebbe fatto in una situazione simile. Forse si sarebbe limitato a posarle una mano sulla sua, o forse addirittura abbracciarla.

Cercò di trattenersi ancora per un po', rimanendosene fermo nella posizione in cui si trovava: voleva che prima finissero di parlare, voleva prima finire di dirle tutto quello che gli era frullato nella mente in quegli ultimi cinque giorni.

-Quando me l'avete detto mi sono sentito preso in giro- mormorò, mordicchiandosi nervosamente il labbro inferiore – Preso in giro da due delle persone più importanti che ho-.

Per alcuni secondi da Caterina non arrivò alcuna risposta; doveva essere passato quasi un intero minuto, prima di sentirla schiarirsi la voce:

-E ora?- gli chiese, le parole appena udibili – Ti senti ancora così?-.

Nicola era sicuro di aver percepito una nota di paura nella sua voce. Immaginò potesse essere davvero così: forse Caterina stava davvero pensando che fosse sul punto di lasciarla.

Si girò meglio verso di lei, scuotendo il capo:

-Anche se continua a fare male, forse comincio a capire meglio la dinamica di quel che è successo-.

Gli fece strano dirlo finalmente ad alta voce. Forse stava realizzando solo adesso quanto il peso che si era sentito addosso negli ultimi giorni si fosse pian piano sgonfiato, nel sentirsi raccontare da Caterina ciò che era significato quel bacio con Alessio.

Caterina gli rivolse l'ennesimo sguardo esitante:

-Capirei se volessi farla finita- mormorò, la voce tremante – Non ti darei torto-.

Nicola la vide più agitata di quanto non lo era quando si erano incrociati davanti al cancello: muoveva ritmicamente una gamba, picchiettando il piede sul pavimento, senza sosta.

Stavolta non si trattenne dall'avvicinarsi un po' più a lei.

-Non avevo pensato ad una cosa così drastica. Non per come me l'hai raccontata ora-.

Caterina lo guardò con fare un po' più speranzoso, come se stesse attendendo un'assoluzione definitiva.

-Non vuol dire che non sia ancora incazzato- Nicola si morse ancora il labbro, esitante – Solo ... Magari posso superarla meglio-.

La vide annuire, senza aggiungere altro. Nemmeno lui parlò ancora: sentiva come se non ci fosse nient'altro da dire, non in quel momento.

Quando sentì Caterina muoversi sul divano non si voltò subito verso di lei; ci vollero pochi secondi prima che la sentisse appoggiare incerta il capo contro la sua spalla.

Nicola non si scostò, sorpreso che il primo contatto tra loro fosse venuto da lei. Si rese conto di quanto gli era mancata anche solo la sensazione di averla accanto, di poterne respirare il profumo dei capelli, il calore della loro vicinanza.

Gli sarebbe bastato rimanere così per un po', in quieto silenzio, con Caterina di nuovo accanto a lui.

I'm back in love with you

I'm a six in the morning fool














*il copyright della canzone appartiene esclusivamente alla band e ai suoi autori

NOTE DELLE AUTRICI
Rieccoci tornate, "libere" dagli imprevisti che ci hanno impedito di aggiornare mercoledì.
L'attesa sembra aver portato qualche lieta notizia: dopo aver scoperto che la persona misteriosa incontrata da Nicola altri non è che Caterina, assistiamo finalmente al loro dialogo. La tensione è ancora palpabile, e la verità fa male, ma forse ora per la coppia si intravede la luce in fondo al tunnel.
Resta quindi solo un altro quesito da risolvere: cosa accadrà durante dialogo tra Nicola ed Alessio? Le cose volgeranno al meglio anche per loro, oppure no?
A mercoledì per scoprirlo!

Kiara & Greyjoy

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