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Capitolo 36 - Love was made to break (Pt. 3)

-Dici che quando ritorneremo le cose miglioreranno?-.

Giulia sbuffò sonoramente, accasciandosi contro le piastrelle del muro, gli occhi alzati al cielo.

Erano stati fortunati a non trovare nessuno nel bagno del ristorante: nel momento in cui avevano aperto la porta dell'antibagno l'avevano trovato deserto, e Giulia non ci aveva pensato due volte prima di approfittare di quella situazione. Si era diretta verso la porta di legno scuro del bagno degli uomini, trascinandosi dietro un frastornato Filippo, e richiudendola subito dopo. Il bagno dove si trovavano era piuttosto ampio, pulito e ben tenuto: forse il pranzo non stava andando come previsto, ma perlomeno non avrebbe avuto nulla da ridire sull'organizzazione del ristorante.

-Potrebbe sempre peggiorare- borbottò Giulia, lisciandosi le pieghe del vestito pesante.

Spostò gli occhi sulla piccola finestra dai vetri appannati che dava sul cortile esterno, tentata di aprirla e sgusciare fuori da lì, per scappare via con Filippo il più lontano possibile dalle loro famiglie.

-Ti vedo stressata-.

Quando Giulia si voltò verso di lui, notò Filippo guardarla con cipiglio perplesso. Le si avvicinò ancora un po', portando una mano a scostarle una ciocca castana di capelli.

-Da tutta la settimana- mormorò ancora, e Giulia non riuscì a non pensare che, in fin dei conti, aveva perfettamente ragione.

Erano passati solo pochi giorni da quando Caterina le aveva spiegato che era successo, decisamente troppi pochi giorni per estinguere la rabbia che ancora provava. Era stata dura sentirla parlare di quel che era successo – la sola idea di immaginarsi Caterina con qualcuno che non fosse Nicola, e che per di più era Alessio, le dava la nausea-, ma non era riuscita a sottrarsi dal tentativo di darle qualche consiglio. Per quanto la situazione la irritasse, e per quanto si sentisse a sua volta in colpa verso Nicola, riusciva a vedere il pentimento di Caterina.

-Ho un sacco di cose a cui pensare- mormorò Giulia, vaga – Oggi ci mancava solo questo pranzo-.

-Vuoi parlarne, di qualunque cosa si tratti?- le chiese Filippo, accarezzandole il viso.

Giulia alzò le spalle, cercando di apparire naturale: non voleva che Filippo sospettasse nulla. Per quanto le sarebbe piaciuto sfogarsi con lui, non era compito suo far sapere in giro quel che era successo. Toccava a Caterina parlarne prima con Nicola, prima ancora che con chiunque altro.

-Sono sempre le solite cose- minimizzò Giulia, cercando di sorridergli rassicurante – Lo studio, le faccende a casa ... Nulla di interessante. Nulla di nuovo-.

Filippo annuì, forse non del tutto convinto. Giulia cercò di reprimere il senso di colpa per avergli mentito ricordando a se stessa che lo stava facendo per un buon motivo.

Lo osservò avvicinarsi ancora un po', accostando il viso al suo orecchio, parlando piano:

-Secondo te si preoccuperanno se non torneremo subito indietro?- mormorò con una nota vagamente maliziosa, il fiato che colpiva la pelle del viso di Giulia, facendola rabbrividire.

Occhieggiò Filippo per un lungo attimo, un sorriso altrettanto astuto che cominciava a nascerle sulle labbra. L'aveva seguito lì per distrarsi, semplicemente per prendersi una breve pausa dal clima soffocante che si respirava al loro tavolo, senza che l'idea di restare lì a lungo la sfiorasse. Ora che però stava guardando Filippo, lo sguardo intenso e una mano che le premeva su un fianco, si ritrovò a pensare che quel maledetto pranzo poteva anche aspettare. Aveva passato giorni orribili carichi di stress, e in fondo non trovava così sbagliato il voler sentirsi meno pressata, anche se per poco, da tutto quel che stava succedendo.

-Possiamo sempre dire che c'era la fila- disse, scoppiando in una risata soffocata.

Filippo la baciò con la stessa gentilezza con cui lo faceva sempre, anche nei momenti più passionali. Era un suo lato a cui Giulia non avrebbe mai voluto rinunciare: le piaceva la dolcezza con cui la toccava, sempre pronto a metterla a proprio agio.

-Sei davvero bella oggi- le mormorò contro le labbra, mentre portava sempre più la mano che aveva appoggiato sul fianco di Giulia. Si sentì fremere a quel contatto, mordendo il labbro inferiore:

-Ci stai provando?- lo provocò, ridendo ancora un po'.

Filippo alzò un sopracciglio, facendole l'occhiolino:

-Sempre-.

Senza smettere di guardarlo, Giulia lo sentì arrivare con la mano all'orlo del vestito che indossava. Quando Filippo scostò appena il tessuto, si decise anche lei a portare le mani su di lui.

-Siamo in un bagno pubblico- gli ricordò, senza troppa convinzione. Non aveva idea di quanto in là avrebbe voluto spingersi Filippo, ma doveva ammettere che l'idea di scoprirlo la eccitava. Non aveva mai preso in considerazione di agire così in un luogo pubblico come quello, con così poco tempo a disposizione, ma per un attimo anche una cosa così folle e rischiosa le sembrò valevole del pericolo: poteva concentrarsi sulle sensazioni miste che stava provando, piuttosto che su Caterina e i problemi con Nicola, e sul pranzo disastroso tra la sua famiglia e quella di Filippo.

-Siamo da soli- Filippo la baciò ancora, portando le mani sul bordo del tessuto degli slip di Giulia – Faremo in fretta, te lo prometto-.

-Una sveltina in piena regola- lo provocò ancora lei, facendolo arrossire.

Giulia abbassò lentamente la zip dei jeans scuri di Filippo, talmente piano da farle sembrare di starlo torturando con tutta quell'attesa. Dovette mordersi il labbro per non lasciarsi scappare qualche ansimo, timorosa di risultare troppo rumorosa.

Nel momento stesso in cui era riuscita ad abbassargli di un po' i jeans, Giulia si bloccò raggelata: qualcuno aveva appena bussato alla porta del bagno chiusa, a pochi centimetri da loro.

Sentì la persona dall'altra parte della parete schiarirsi la gola:

-Siete lì?-.

Giulia vide riflessa sul viso di Filippo quella che doveva essere la sua stessa espressione d'orrore: anche se attraverso la parete e la porta chiusa la voce arrivava ovattata, era fin troppo famigliare per potersi sbagliare.

-Se siete lì, potete uscire?- continuò ancora Fabio, evidentemente divertito – A me serve il bagno, e per davvero-.

Giulia non riuscì a spiaccicare parola, e nemmeno Filippo sembrava del tutto intenzionato a voler provare a dire qualcosa. Era arrossito in maniera incredibile, e a vederlo così, in una qualsiasi altra situazione, Giulia sapeva che sarebbe scoppiata a ridere; in quel frangente, invece, avrebbe solo voluto sparire e diventare un tutt'uno con la parete alla quale era appoggiata.

Sospirò pesantemente, scuotendo il capo con rassegnazione:

-Credo che dovremo uscire- mormorò a voce bassissima. Filippo sospirò a sua volta, staccandosi da lei per sistemarsi i vestiti: continuava a starsene in un imbarazzato silenzio prolungato.

Fu solo dopo diversi secondi, dopo essersi rimesso in ordine, che lanciò un'occhiata rassegnata a Giulia:

-Prepariamoci alla camminata della vergogna-.

A quelle parole Giulia non riuscì a trattenere una risata isterica.

-Dove eravate finiti?-.

Giulia si sentì addosso gli occhi di tutti i presenti al tavolo, ma cercò di mantenere il più possibile il proprio sguardo solo su sua madre. Anita teneva la fronte corrugata, in attesa di una spiegazione.

Prima che Giulia riuscisse a formulare una risposta anche solo vagamente sensata, Fabio prese la parola prima di lei:

-Erano in bagno ... In Australia- disse mentre si risedeva al suo posto, un ghigno malcelato sulle labbra. Alla battuta risero tutti, tranne Giulia stessa e Filippo, rossi in viso.

Filippo si schiarì la voce rumorosamente, prendendo posto sulla sua sedia un secondo prima che anche Giulia si risedesse a sua volta.

-C'era la fila- borbottò scontroso, ancora parecchio arrossito.

-Molta fila- puntualizzò Giulia, ben consapevole che Fabio stesse facendo uno sforzo enorme per non scoppiare a ridere.

Quando erano usciti dal bagno, lei e Filippo non avevano spiccicato parola: si erano limitati a tenere entrambi lo sguardo abbassato, passando davanti alla risata a malapena trattenuta di Fabio. Non avevano avuto nemmeno la forza per tornare subito al tavolo, finendo per aspettare che uscisse anche lui, sempre in rigoroso silenzio.

Il fischio di Ilaria distrasse Giulia: si girò nella direzione di sua sorella, notandola particolarmente divertita – forse ancor più di Fabio stesso.

-Stavi scartando il tuo regalo di Natale?- le chiese, con sufficiente malizia da far andare a fuoco la pelle di Giulia.

Né Anita né Carlo sembravano essersi accorti di quella domanda, e Giulia non riuscì nemmeno a replicare propriamente:

-Non rispondo a certe provocazioni- sbuffò, facendo ridere sua sorella in tutta risposta.

La vibrazione del suo telefono, appoggiato sulla tovaglia rossa, la distrasse e le fornì la scusa adatta per tornare a girarsi. Quando si rese conto chi era il mittente, si abbassò di più sullo schermo, cercando di concentrarsi a leggere il messaggio appena ricevuto. Non era particolarmente lungo, coinciso a sufficienza per lasciare adito a poche interpretazioni.

"Più tardi parleremo entrambi a Nicola. Augurami buona fortuna".

Giulia sospirò, amareggiata: Caterina avrebbe avuto bisogno di ben più che della sola fortuna.

*

Si strinse maggiormente la sciarpa contro il viso, sperando che l'aria sferzante del pomeriggio si attenuasse almeno un po'.

Caterina dondolava nervosamente le gambe, seduta su una panchina vuota della piazza di Torre San Donato. Era lì solo da pochi minuti, dopo che Lorenzo le aveva dato un passaggio in auto, e si sentiva già congelare mentre se ne restava lì ferma in attesa.

Con il buio del pomeriggio invernale che stava per calare la piazza deserta le dava l'impressione di essere ancora più lugubre. Non c'era nessuno in giro, probabilmente ancora tutti impegnati con il pranzo di Natale. Anche lei si sarebbe volentieri rintanata in casa, se non fosse stato per Nicola: aveva insistito così tanto, con lei ed Alessio, per una passeggiata post pranzo natalizio che nessuno di loro era riuscito a negargliela. E poi, in fondo, Caterina non aveva potuto fare a meno di vederlo come un segno, il destino che sembrava volerle dire che quello era il giorno in cui finalmente avrebbe dovuto parlare.

Sospirò pesantemente, alzando gli occhi di scatto un attimo dopo, nel rendersi conto che qualcuno le stava venendo incontro. Riconobbe subito la figura di Alessio, lo sguardo vuoto e abbassato.

Abbassò anche lei lo sguardo, come se si fosse appena bruciata.

Era strano rivederlo dopo quasi due settimane, strano e imbarazzante. Si rese conto di ricordare ancora tutto troppo nitidamente del loro ultimo incontro, come se il bacio tra loro fosse appena accaduto.

Ricordava ancora il sapore delle labbra di Alessio, più dolce di quelle di Nicola, e ricordava ancora il profumo che, a quella distanza ridotta, risultava più forte ed intenso.

Scosse il capo come per scacciare a forza quei ricordi tossici dalla sua mente.

-Ciao- Alessio la raggiunse qualche attimo dopo, salutandola con voce a malapena udibile – Come stai?-.

Non era una domanda così casuale come poteva apparire, e Caterina se ne rese conto subito per il modo in cui, ancora adesso, Alessio evitava di guardarla. Attese che le si sedesse di fianco, sulla panchina, prima di parlare.

-Non come vorrei- mormorò, tenendo a sua volta lo sguardo davanti a sé – Cerco di non pensare troppo a quel che potrebbe succedere tra poco-.

Si era resa conto di aver parlato con durezza, ma non riuscì a capire se era rivolta più ad Alessio o più a se stessa.

Lo sentì sfregarsi le mani nervosamente, il respiro pesante:

-Mi dispiace-.

Per un attimo nessuno parlò; era la prima volta che il silenzio tra loro era così pesante da farle venire voglia di andarsene il più distante possibile. Le sembrò che fosse passata un'eternità prima che Alessio si schiarisse la voce, esitante:

-Ci ho pensato ... - iniziò, voltandosi verso di lei per la prima volta da quando era arrivato – Forse dovrei prendermi la colpa solo io-.



NOTE DELLE AUTRICI

Eccoci tornate, in questa giornata uggiosa, con un nuovo aggiornamento.
Riprendendo da dove ci eravamo lasciati, ritroviamo Filippo e Giulia alle prese con un modo tutto loro, quasi alternativo, per non pensare per un po' a questo pranzo più tragico che comico... almeno fino all'arrivo di Fabio, che interrompe l'atmosfera caliente. Vi siete mai trovati in situazioni simili o altrettanto imbarazzanti?
Nello stesso momento, però, anche Caterina vorrebbe scappare da una verità che potrebbe fare male. Come reagirà Nicola? E Alessio si prenderà davvero la colpa solo lui?
A venerdì per scoprire l'evoluzione di questo triangolo inaspettato con l'ultima parte del capitolo.

Kiara & Greyjoy

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