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Capitolo 31 - Another crack in your heart (Pt. 3)

-È peggio di quel che avevamo ipotizzato-.

Filippo aveva parlato a mezza voce, quasi sovrappensiero, ma la verità era che aveva esternato un pensiero comune a tutti loro.

Pietro si morse il labbro inferiore, il vuoto all'altezza della bocca dello stomaco che si faceva più pressante ad ogni parola di Caterina.

Era da almeno una decina di minuti che stava parlando, la voce a tratti esitante ed il groppo in gola che la faceva sembrare instabile. Pietro era rimasto in silenzio per tutto il tempo, mentre spiegava direttamente a lui di quando avevano incrociato Alessio sulla Galliera una settimana prima, in che stato fosse e come li avesse ignorati. Poi era venuta la parte meno facile da raccontare, quella che anche Giulia, Filippo e Nicola ignoravano.

Per la prima volta dopo giorni Caterina si ritrovava a spiegare quanto fosse stato difficile cercare di parlare ad Alessio quando era andata da lui.

-Ma davvero ha reagito così quando sei andata a casa sua?- chiese Giulia, un'espressione parecchia dura in volto. Sembrava combattuta tra l'apprensione che poteva provare per Alessio, e il giudizio tutt'altro che positivo su come aveva cercato di cacciare anche Caterina.

Lei si ritrovò ad annuire, debolmente:

-Sì-.

Pietro abbassò gli occhi a terra, troppo abbattuto:

-Non mi stupisce visto come ha reagito con me-.

Aveva raccontato anche lui quel che era successo quel pomeriggio, prima che Caterina iniziasse a parlare. Ricordava ancora i commenti sorpresi degli altri, lo sguardo piuttosto perplesso di Giulia e quello colpevole di Caterina. Ora la rabbia che poteva ancora provare verso Alessio era stata sostituita in parte da qualcos'altro che gli sembrava più dolore.

Si domandò quanto dovesse sentirsi ferito per reagire così aggressivamente contro chiunque provasse ad avvicinarsi. Il solo immaginarlo gli fece stringere il cuore.

-Credo che le cose siano peggiorate negli ultimi giorni, ma non posso dirlo con certezza- proseguì Caterina, torturandosi le mani – L'ho intuito solo da quel poco che mi ha scritto ieri-.

Per un attimo tacquero tutti, presi da pensieri che Pietro poteva facilmente intuire perché, in fin dei conti, dovevano essere molto simili ai suoi stessi. Si chiese per quanto a lungo Alessio avrebbe continuato ad isolarsi, a tenerli fuori da quella situazione: gli sembrava persino incredibile che, se non fosse stata per la caparbietà di Caterina, si sarebbero trovati ancora all'oscuro di tutto dopo interi giorni.

Dopo alcuni minuti fu Nicola il primo a parlare, rivolgendosi a Caterina:

-Forse avresti fatto bene a dirci qualcosa di più prima di stasera- le disse, senza però una reale parvenza di rimprovero nella voce. Da quel che aveva capito Pietro, Caterina non aveva accennato nulla di concreto nemmeno con loro, nonostante l'allarmismo del sabato precedente.

-Probabilmente sì- ammise Caterina, annuendo – Non ero sicura che volesse farvi sapere quel che era successo, ma piuttosto che ricapiti ancora qualcosa di simile anche con voi, a questo punto era meglio spiegare alcune cose-.

Pietro sbuffò amareggiato, non riuscendo più a trattenersi:

-Però almeno voi sapevate già che c'era qualcosa che non andava-.

Sentì gli sguardi di tutti gli altri addosso, pur continuando a tenere il viso abbassato. Non era davvero arrabbiato con Caterina o con uno qualsiasi di loro, non più di quanto non lo fosse con se stesso.

Quando sentì una mano posarsi sulla sua spalla, sobbalzò appena, alzando lo sguardo a sufficienza per notare proprio Caterina che gli si era avvicinata silenziosamente.

-Pietro, vedrai che si scuserà non appena starà meglio- mormorò, cercando di sembrare incoraggiante, ma riuscendoci molto poco – Non credo avesse davvero l'intenzione di farti stare male-.

"È qui che ti sbagli di grosso".

-Ha cercato di allontanarmi ritirando fuori il litigio tra me e Filippo dell'anno scorso- sussurrò Pietro, la voce rauca. Sentiva gli occhi farsi lucidi, e non poté impedirsi di considerarsi ancor più patetico.

-Dubito non fosse intenzionale il farmi del male-.

Nascose il viso tra le mani, e quasi non oppose resistenza quando Caterina lo strinse dolcemente, forse per farlo sentire meno solo, forse per consolarlo, forse per dargli semplicemente una spalla su cui piangere. Appoggiò la fronte sulla spalla di Caterina smettendo anche di cercare di soffocare i singhiozzi, il viso rigato dalle lacrime.

*

Sbattè gli occhi un paio di volte, prima di abituare la vista ai raggi del sole di quasi mezzogiorno. Giulia scostò con un gesto veloce della mano la frangia dalla fronte, troppo accaldata anche solo per interessarsi a mantenere una capigliatura vagamente in ordine.

-Notizie da Caterina e Pietro?- Filippo le si accostò, dopo essere sceso a sua volta dalla sua macchina ed averla richiusa.

Giulia annuì pensierosa:

-Solo da Pietro- rispose, ricordando il messaggio che poco prima le aveva scritto – È un po' in ritardo e non sa quando arriverà di preciso. Ha scritto di non aspettarlo-.

Filippo alzò le spalle, vagamente deluso:

-Allora aspetteremo solo Caterina- mormorò, più tra sé e sé che non rivolto a lei.

"Sempre se anche lei non ci darà buca all'ultimo".

Giulia si appoggiò all'auto, sventolando la mano destra per cercare di arieggiarsi al meglio possibile per sopperire all'afa di metà giugno, e dando un'occhiata intorno: il parcheggio del Virgilio non era affollato come durante i giorni di scuola, ma gran parte dei posti erano già occupati da altri studenti e genitori che, esattamente come loro, erano tornati a scuola semplicemente per la pubblicazione dei quadri. La scuola era finita da una settimana esatta, e già le sembrava essere passato un secolo.

-Ma quella ... -.

Giulia si voltò incuriosita verso Filippo: lo vide tenere la fronte aggrottata, lo sguardo rivolto a qualche fila del parcheggio distante dalla loro. Si voltò a sua volta, cercando di capire a cosa di preciso stesse rivolgendo la sua attenzione.

Filippo le indicò un'auto dalla carrozzeria argentata che si era appena parcheggiata:

-Quella non è l'auto di Alessio?-.

Per un attimo Giulia venne colta dal dubbio: Filippo non aveva torto ad indicare il modello come lo stesso dell'auto di Alessio, ma le sarebbe parso strano che ci fosse proprio lui lì, quando non era nemmeno studente di quel liceo. Stava quasi per farglielo notare, quando dovette ricredersi lei stessa: un secondo dopo le portiere dell'auto si aprirono, rivelando proprio Alessio, accompagnato da Caterina.

Li guardò piuttosto perplessa, mentre Caterina faceva strada e individuava a sua volta lei e Filippo, dirigendosi subito verso di loro. Dietro di lei Alessio aveva la stessa espressione che Giulia sentiva sulla sua stessa faccia: un misto di confusione ed un entusiasmo già sparito da tempo.

Erano tre settimane che Alessio non si faceva vedere in giro e tantomeno sentire, e vederlo arrivare così inaspettatamente, ad accompagnare Caterina, era la cosa che Giulia si sarebbe aspettata di meno. Immaginò che dovessero essere insieme già dalla prima mattinata. Storse lievemente il naso a quell'ipotesi: per quanto Alessio si fosse reso irraggiungibile da chiunque, Caterina sembrava essere riuscita a mantenere un canale di comunicazione con lui; era forse l'unica ad avercela fatta, a dispetto del quasi del tutto disastroso primo tentativo di due settimane prima. Giulia non aveva tenuto il conto di quante volte le avesse scritto che avrebbe passato del tempo da Alessio, ma ricordava perfettamente che ultimamente era successo così tanto spesso che, in parte, persino Caterina sembrava essere sparita per un qualsiasi altro impegno.

Dovette lasciare da parte quei pensieri per un po', quando li vide giungere finalmente davanti a lei e Filippo.

-Ciao!- esclamò subito Caterina, in un chiaro tentativo di mitigare almeno un po' la situazione di tensione che si stava creando – Siete qui da molto?-.

L'unico a parlare, oltre ai freddi cenni di saluto da parte di Giulia ed Alessio, fu Filippo:

-No, solo qualche minuto- le rispose, prima di spostare lo sguardo su Alessio, con un timido sorriso imbarazzato – Anche tu a Piano per scoprire i voti di fine anno?-.

Alessio scosse il capo debolmente:

-In realtà li hanno messi fuori qualche giorno fa- spiegò, la voce atona e distaccata – Solo per le quinte, in vista degli esami-.

Giulia lo osservò meglio: non era tanto l'aspetto più trasandato reso evidente dalla barba più lunga o dai capelli un po' disordinati ad inquietarla, ma tutto il resto che traspariva dal suo modo di porsi e di parlare. Era uno sguardo spento quello con cui Alessio evitava accuratamente di fissare sia lei che Filippo, la voce fredda e indifferente. Per un attimo Giulia riuscì a dimenticare dei suoi atteggiamenti tutt'alto che giustificabili con Caterina e Pietro, sentendosi in apprensione per lui.

Era la prima volta che lo rivedeva dopo tre settimane, e non le sembrava nemmeno di stare di fronte alla stessa persona che conosceva.

-Ero a casa sua per dargli una mano a ripassare- spiegò Caterina, lanciando un cenno ad Alessio – E si è offerto di accompagnarmi qui-.

"Come volevasi dimostrare" pensò Giulia, tra sé e sé.

Alessio le lanciò un'occhiata vagamente seccata:

-Ma non mi hai detto che non saremmo stati soli- mormorò, con una punta di rimprovero nella voce.

Prima che Caterina potesse giustificarsi in un qualche modo, o che qualcun altro potesse trovare un altro argomento di conversazione, Alessio proseguì ancora:

-Forse è meglio se vado. Immagino dovranno arrivare anche gli altri-.

Giulia era piuttosto sicura che il problema non fosse tanto incontrare Nicola, ma rischiare di vedere Pietro.

-Nicola ha l'esame di pratica della patente, dubito ce la farà a raggiungerci- intervenne Caterina, prima che Alessio potesse muovere un passo. L'espressione poco convinta non se ne andò dal viso del biondo.

Giulia si schiarì la voce:

-E se temi di incrociare Pietro credo tu possa andare abbastanza sul sicuro- disse, ignorando gli sguardi vagamente disorientati di Caterina e Filippo – Mi ha scritto poco fa che è in ritardo e che non avrebbe senso aspettarlo-.

Alessio le lanciò una lunga occhiata indecifrabile, rimanendosene in silenzio; fu Caterina la prima a cogliere la palla al balzo:

-Quindi puoi rimanere un po' con noi- gli disse, un lieve sorriso incoraggiante. Sembrava disposta a dire qualsiasi cosa pur di convincere Alessio a non andarsene subito a casa, forse consapevole che restarsene un po' lì non gli avrebbe fatto male.

-Sì, giusto il tempo per andare a leggere i quadri- le diede man forte Filippo.

Alessio sospirò pesantemente:

-Non credo sia una buona idea-.

Mosse un passo verso la sua auto, ma Caterina gli si parò ancora una volta davanti, un'espressione supplichevole in volto:

-Cinque minuti, non di più-.

Giulia lo osservò alzare gli occhi al cielo, forse combattuto sul serio per la prima volta da quando aveva messo piede lì. Alessio non disse nulla per un po' di tempo, gli occhi puntati altrove e ben attenti a non incrociare lo sguardo di Caterina.

Solo dopo almeno un minuto di teso silenzio Giulia lo vide annuire debolmente, comunque tutt'altro che convinto:

-Entro solo per prendere una bottiglietta d'acqua- mormorò piano – Poi me ne vado-.

Per quanto sembrasse una vittoria irrisoria, il sorriso di Caterina si allargò immediatamente. A Giulia non rimase che pensare, trattenendo a stento le parole, che almeno per il momento avevano evitato ulteriori sfuriate.

*

Premette il codice corrispondente alla bottiglietta d'acqua naturale sul tastierino del distributore, sperando che la bottiglia non rimanesse bloccata, facendogli perdere gli ultimi centesimi che aveva nel portafoglio.

Alessio sospirò vagamente sollevato, quando udì il tonfo della bottiglia finire nella parte concava della macchinetta. Si piegò per tirare lo sportello, allungandovi una mano dentro per afferrare la bottiglia, fresca al contatto con il suo palmo. Si beò per qualche secondo di quella sensazione, un sollievo momentaneo per l'afa di quella tarda mattinata.

Quando si rialzò si allontanò subito di qualche passo, aprendo il tappo della bottiglia e portandosela alle labbra. L'acqua era fredda e ristoratrice, e ne bevve qualche sorso generoso prima di riallontanarla e richiuderla.

In quella zona della scuola non c'era molta gente: erano tutti concentrati nell'atrio, a leggere i quadri dei voti appena pubblicati poche ore prima. Aveva evitato la ressa, facendosi indicare da Caterina dove trovare dei distributori automatici, e scoprendo quanto silenziosi e calmi fossero il resto dei corridoi del Virgilio quel sabato mattina.

Si fermò per controllare che ora fosse sul display del suo cellulare, dopo averlo tirato fuori dalla tasca dei jeans: erano quasi le undici, ed era decisamente ora di tornarsene a casa per riprendere il ripasso in vista degli esami. Mancavano solo quattro giorni alla prima prova, e cominciava a domandarsi se sarebbe mai riuscito a concentrarsi decentemente almeno per un giorno.

Caterina aveva insistito così tanto, nei giorni passati, a dargli una mano a studiare che, pur di non sentirla più, Alessio aveva accettato il suo aiuto. Non si era del tutto pentito della scelta: per quanto avrebbe preferito rimanersene da solo, sapeva che lei gli stava così addosso solo per la preoccupazione nei suoi confronti.

A volte era fin troppo preoccupata.

Camminò lungo il corridoio, arrivando finalmente nei pressi dell'atrio, dove, se possibile, si era accalcata anche più gente di prima. Vide da distante Caterina, Filippo e Giulia leggere con attenzione i voti di qualcuno di loro, dall'altra parte dell'area rispetto a dove si trovava lui.

Li avrebbe aspettati fuori, giusto per i saluti: quando ancora erano in auto, in dirittura d'arrivo al Virgilio, Caterina l'aveva avvertito che non le sarebbe servito un passaggio per il ritorno. Tutto il resto, invece, l'aveva taciuto, e ad Alessio non sarebbe servito sentirglielo ammettere per capire che l'avesse fatto apposta per farlo rimanere.

Trattenne a stento una smorfia infastidita, al pensiero che Caterina gli avesse volontariamente taciuto il fatto che, se tutto fosse andato come programmato, Pietro si sarebbe trovato lì con loro. Non ci voleva un genio nemmeno per capire che, in fondo, Pietro doveva averle parlato di quel che era successo tra loro ormai due settimane prima. Caterina non gliene aveva mai fatto parola durante i loro incontri di ripasso, ma Alessio era sicuro che sapesse: a che pro, sennò, evitare di dirgli della sua presenza, oltre che a quelle di Giulia e Filippo?

Cercò di farsi spazio tra alcuni studenti per riuscire ad arrivare all'uscita; vi riuscì con qualche sgomitata di troppo, arrivando finalmente all'aria aperta. Percorse la strada che dall'ingresso principale della scuola portava al parcheggio con una punta di malumore.

Rallentò appena un po' il passo, per poter svitare ancora una volta il tappo della bottiglia e bere un altro po' d'acqua; abbassò gli occhi per riavvitare correttamente il tappo mentre arrivava in prossimità delle prime file del parcheggio.

-Alessio ... -.

Alzò gli occhi all'istante, d'un tratto sulla difensiva.

Era piuttosto consapevole che potesse qualche suo omonimo ad essere stato chiamato, ma quei dubbi andarono inevitabilmente in secondo piano quando la voce che aveva appena parlato gli risultò fin troppo famigliare.

Quando Alessio si girò nella direzione da cui la voce proveniva, non riuscì nemmeno troppo a stupirsi di notare Pietro a qualche metro di distanza, un'espressione impreparata, sorpresa e in imbarazzo stampata sul volto.

"Sapevo che avrei dovuto andarmene subito".











NOTE DELLE AUTRICI

La scorsa volta ci eravamo lasciati ad un punto cruciale per Caterina, e stasera riprendiamo proprio subito dopo, quando sembra esserci stato finalmente un suo discorso di chiarimento con gli altri su quel che è successo ad Alessio. Ora che tutti sanno cos'è successo al loro amico riusciranno a trovare un modo tutti insieme per dargli una mano?

Nella seconda parte del capitolo, invece, scopriamo che è passato un po' di tempo dalla prima parte, e che durante questo periodo le cose non sono molto cambiate. Ora, invece, proprio quando Alessio e Pietro si rivedono, forse cambieranno. Quali sono le vostre ipotesi? Che si diranno?

Ci rivediamo mercoledì con il finale di capitolo!

Kiara & Greyjoy

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