Capitolo 29 - Universes (Pt. 2)
La porta della 4°A era già aperta quando Giulia ci arrivò di fronte, poco dopo l'inizio del secondo intervallo. Caterina era andata a prendersi qualcosa di caldo da bere ai distributori, e lei si era avviata da sola: non si dovette comunque sforzare troppo per individuare Filippo, già in corridoio, attorniato da Nicola, Pietro, Gabriele e Alberto.
Superò un gruppetto di ragazze in tutta fretta – riuscì a distinguere solo Laura tra di loro, che le lanciò un'occhiata sprezzante-, ma le bastò fermarsi poco dopo: Filippo l'aveva notata, e le stava venendo incontro a sua volta, un sorriso luminoso ed enorme stampato in faccia.
-Giulia!- la chiamò, mentre percorreva gli ultimi metri che li separavano.
Lei rimase ad osservarlo, sorridendogli di rimando: avrebbe preferito un'atmosfera più intima, per salutarlo, ma quella piccola rivincita presa proprio di fronte alle facce tutt'altro che entusiaste delle compagne di classe di Filippo non le sembrò poi così male.
Non appena le fu abbastanza vicino, Giulia lo attirò a sé, passandogli le braccia dietro il collo e seppellendo il viso tra il collo e la spalla, stretta a lui:
-Auguri, amore- le sussurrò Filippo, così debolmente che, se fossero stati a qualche passo di distanza, Giulia non sarebbe riuscita ad udirlo.
Quando si staccò appena da lui, Giulia gli sorrise ancora:
-Un anno che ti sopporto, eh?- lo prese in giro, ridendo subito dopo. Zittì Filippo con un bacio a fior di labbra, ignorando del tutto l'occhiataccia che le aveva appena lanciato.
Sbuffò appena, muovendo qualche passo e prendendola per mano, guidandola distante dalla 4°A; camminarono per un po', scendendo le scale fino al pianterreno.
-Allora? Hai scoperto i programmi di Fabio per oggi?- gli chiese Giulia, mentre scendeva l'ultimo gradino della scala. Gli aveva posto quella stessa domanda anche il giorno prima, ma Filippo non aveva saputo risponderle: a quanto pareva suo fratello preferiva programmare il suo weekend sempre all'ultimo.
Filippo annuì, prendendo una direzione piuttosto casuale nel corridoio:
-Da quel che mi ha detto stamattina sembra che pranzerà con noi- le rispose, con fare pensieroso – Ma stasera dovrebbe uscire. Prevedibile-.
"Fin troppo" si ritrovò a pensare Giulia, arrossendo appena.
Le parole di Pietro l'avevano in parte tranquillizzata, ma non riusciva nemmeno ad ignorare del tutto il fatto che si sarebbe davvero ritrovata da sola in casa con Filippo. Era elettrizzata e terrorizzata come non mai.
Ripensò a quello che le aveva detto anche Caterina, alle sue supposizioni su come sarebbe finita la serata, e si sentì arrossire ancor di più.
-E dove ceneremo?- gli chiese istintivamente, per sviare il discorso – Voglio dire: staremo a casa o usciremo da qualche parte?-.
Filippo aveva fatto il misterioso per tutte quelle settimane, ogni volta che Giulia provava ad andare su quell'argomento: sembrava aver qualche asso nella manica che era deciso a tener nascosto fino all'ultimo, e anche in quel momento non sembrava affatto aver cambiato idea in merito.
-Lo scoprirai stasera- le rispose infatti, enigmatico. Le lanciò un sorriso piuttosto divertito, voltandosi indietro verso di lei, mentre arrivavano nella zona particolarmente affollata dei distributori automatici.
-Continuerai a fare il misterioso fino all'ultimo?- lo rimbrottò, fintamente offesa. Dovette fare uno sforzo notevole per non sorridergli comunque, quando Filippo le si avvicinò, guardandola con aria astuta:
-Mi sembra ovvio-.
Le lasciò un bacio all'angolo della bocca, facendola inevitabilmente ridere.
-Almeno sarà una bella sorpresa?- fece un ultimo tentativo Giulia, la voce addolcita. Sapeva che Filippo non gliel'avrebbe detto comunque, ma si fidava sufficientemente di lui per sapere che, qualunque cosa fosse, non sarebbe mai stato qualcosa di negativo.
-Credo ti piacerà molto- le rispose, riavvicinandosi a lei, posandole prima un bacio sui capelli e poi un altro ancora sulle labbra – Altrimenti non l'avrei organizzata-.
*
L'aria del pomeriggio era ancora più afosa e umida: sembrava di essere in piena estate, e Giulia sentì la maglietta appiccicarsi fastidiosamente alla schiena leggermente sudata, mentre lei e Filippo percorrevano gli ultimi metri che li separavano dal Caffè della Piazza.
Avevano finito di pranzare poco più di un'ora prima, con Fabio che aveva fatto loro da chef e che, tra una risata e l'altra, aveva raccomandato loro di non far danni in casa quella sera in cui lui sarebbe stato fuori. Giulia continuò a camminare, cercando di non ripensare al silenzio che aveva fatto seguito a quella raccomandazione che – inevitabilmente- sottintendeva talmente tante altre cose da sentirsi girare la testa.
Strizzò gli occhi, cercando di mettere a fuoco, nonostante i raggi del sole che le impedivano di vederci bene: riconobbe, ormai poco distante da loro, Nicola, Caterina, Pietro e Gabriele. Non appena li vide girarsi, accorgendosi di lei e Filippo, Giulia li vide sorridere e trattenere le risate.
-Da quanto tempo non ci vediamo, eh?- Filippo li salutò per primo, quando lui e Giulia arrivarono finalmente di fronte al resto del gruppo.
-Tanto sappiamo tutti che sentivi la nostra mancanza, Pippo- ghignò Pietro, in tutta risposta.
Tutta quell'allegria e vivacità non fece altro che rendere Giulia ancor più sospettosa:
-Si può sapere perché ridete?- chiese, rivolta a Caterina e Pietro.
Li vide scambiarsi un'occhiata d'intesa, segno che effettivamente qualcosa dietro doveva esserci.
-Nulla- rispose subito la riccia, con aria innocente – Solo una cosa che io e Pietro vogliamo regalarti. Ma te la daremo più tardi-.
Giulia si sentì sudare ancor di più, perché la sola idea che Caterina e Pietro avessero pensato di comprarle qualcosa, insieme, bastava già a farla andare in panico.
Spostò lo sguardo verso Nicola, ma lo vide scuotere subito il capo, desolato:
-Non guardare me, non ne so nulla-.
Prima ancora che potesse fare un tentativo, anche Gabriele alzò le spalle:
-Io nemmeno-.
Giulia sbuffò appena, sbattendosi una mano sulla fronte.
-Lasciamo stare- tagliò corto Filippo, che fino a quel momento li aveva guardati tutti perplesso – Ma Alessio? È in ritardo?-.
Caterina guardò un attimo il display del suo cellulare, tenuto stretto tra le dita della mano destra:
-Gli ho scritto poco fa, ma non mi ha ancora risposto- sospirò, in quello che a Giulia parve un moto d'apprensione.
Alessio non era tipo da arrivare in ritardo ad un impegno, ma c'era ancora tempo e poteva aver avuto un imprevisto qualsiasi ed essersi preso tardi. Provò di sembrare ottimista:
-Ci raggiungerà più tardi- disse, vagamente.
Pur cercando di convincersene, aveva la sensazione di potersi sbagliare.
La riviera era particolarmente frequentata, in quel momento della giornata, ma Caterina non se ne stupì granché: faceva caldo, il cielo era terso come se fosse estate, e fermarsi su una delle panchine lungo il canale, magari all'ombra di uno degli alberi, era l'ideale per passare la giornata in relax.
Abbassò gli occhi, distratta, nell'attimo in cui sentì, dalla tasca dei jeans, il suo telefono vibrare: quando lo prese, tenendolo tra le mani, non si stupì di leggere il nome di Alessio come mittente. La risposta che il messaggio conteneva, invece, la lasciò spiazzata e con l'amaro in bocca.
-Ragazzi- richiamò l'attenzione del resto del gruppo su di sé qualche secondo dopo, un sospiro preoccupato bloccato in gola – Alessio mi ha appena risposto-.
-Sta arrivando?- chiese Giulia, voltandosi indietro verso l'amica.
Caterina tenne basso lo sguardo per qualche altro secondo, cercando di mascherare la preoccupazione che, all'improvviso, cominciava a percepire:
-In realtà no- mormorò, sentendosi addosso gli occhi di tutti – Ha avuto qualche imprevisto a casa. Non ci raggiungerà-.
Si morse il labbro inferiore, sperando che non le domandassero altri particolari che, inevitabilmente, non sarebbe riuscita a fornire. Riusciva ad intuire, almeno in parte e con superficialità, quel che doveva essere accaduto, ma era altrettanto consapevole di non poter renderne partecipi anche gli altri.
Notò lo sguardo di Giulia farsi più disorientato – doveva ancora ricordarsi della catastrofica telefonata della sorella di Alessio-, così contrapposto alla serenità che continuavano ad avere sia Filippo che Gabriele.
Nicola le si avvicinò piano, la fronte corrugata e l'aria tutt'altro che tranquilla:
-Ma è successo qualcosa di grave?- le chiese, quasi sottovoce.
Giulia e Filippo, in testa al gruppo, ripresero a camminare in quel momento, lungo il viale lastricato della riviera; Caterina si prese qualche secondo per pensare, mentre si accingeva a riprendere a camminare a sua volta:
-Non credo-.
"Lo spero".
-Non sembrerebbe, vista la faccia che hai fatto dopo aver letto quel messaggio- ribatté lui, guardandola ancora dubbioso.
Caterina represse a stento uno sbuffo: sapeva di non poter parlare dei suoi timori – non con Alessio assente, e non quando la consapevolezza che lui, di quel lato della sua vita, tendeva in continuazione a tenerlo in ombra-, anche se confessarli a Nicola l'avrebbe fatta sentire meglio. Alzò le spalle, sforzandosi di sorridergli:
-Sono sicura che se fosse successo qualcosa di brutto ci avrebbe avvisati-.
Nicola annuì, forse ancora troppo poco convinto, ma senza la voglia di insistere. Caterina gliene fu grata: gli strinse una mano, rimanendosene in silenzio e consapevole, con amarezza, di non essere convinta nemmeno lei di quel che aveva appena detto.
Qualche minuto dopo si fermarono ad una coppia di panchine ancora vuote, ombreggiate e lungo le sponde del canale. Caterina ci si sedette di peso, il caldo che cominciava a sembrarle soffocante.
Dette un'altra occhiata al display del proprio telefono, quasi con la speranza di leggere un altro messaggio da Alessio in cui correggeva il tiro e l'avvertiva che, finalmente, li avrebbe raggiunti. Non era arrivato nessun altro messaggio, e da Alessio era tornato quel silenzio angosciante che non la faceva sentire tranquilla.
-Che caldo che fa!- esclamò Giulia, sedendosi di fianco a Filippo sull'altra panchina, e sventolando una mano per farsi aria.
-Ci vorrebbe qualcosa di fresco da bere- convenne Gabriele, che era invece rimasto in piedi, come Pietro.
-Beh, qua vicino c'è un bar- iniziò a dire Nicola, scostandosi i capelli dalla fronte leggermente imperlata di sudore – Se qualcuno si offre per andare a prendere qualcosa per tutti ... -.
-Mi offro io-.
Caterina alzò gli occhi verso Pietro, stupendosi appena: era rimasto in silenzio fino a un attimo prima, restandosene in disparte. In quel momento, invece, si stava dirigendo proprio davanti a lei, con tutta la nonchalance possibile:
-Vieni con me?-.
Caterina lo guardò per qualche secondo, trattenendo a stento uno sbuffo:
-Devo proprio?- replicò, seccata.
Pietro la guardò con uno sguardo che non ammetteva obiezioni:
-Ovvio, la mia era una domanda retorica-.
Caterina chiuse gli occhi per un attimo, indecisa se mandarlo al diavolo o se accontentarlo. Aveva l'impressione che quella proposta, fatta proprio a lei, fosse tutt'altro che casuale.
Senza dire nulla – era piuttosto sicura che le proteste non sarebbero valse a niente- si alzò, facendosi forza, sbuffando debolmente e lanciandogli un'occhiataccia.
Qualche minuto dopo, nel vano tentativo di ricordare tutte le varie ordinazioni da fare, si stavano già avviando lungo il resto della riviera, verso il primo bar a disposizione.
Pietro non aveva ancora detto nulla, nonostante ora fossero soli: Caterina gli lanciò uno sguardo riluttante, mentre lo fiancheggiava sotto il sole del primo pomeriggio, maledicendolo per averla costretta a farsi quella ulteriore passeggiata.
-Ho l'impressione che non sia un caso il fatto che ti sia fatto accompagnare da me- cedette, rompendo il silenzio per prima.
Pietro tacque per qualche attimo, prima di risponderle:
-Diciamo che volevo domandarti una cosa-.
-Su Alessio-.
Pietro non lo negò, e Caterina la prese come una tacita conferma di quel che aveva sospettato da subito. Ricordava il modo in cui Pietro l'aveva guardata, dopo che aveva spiegato che per quel giorno Alessio non si sarebbe fatto vedere: era uno sguardo perplesso, a tratti deluso.
Non si stupiva affatto che l'avesse presa in disparte per farle altre domande.
-Ti ha detto che gli è successo?- le chiese infine, con una certa esitazione.
Caterina sospirò a fondo, incerta su cosa dire:
-No, è stato un messaggio piuttosto breve, il suo- mormorò, senza voltarsi verso l'altro – E quando è così, è meglio non fare domande-.
Sperò che quella risposta bastasse a far desistere Pietro dall'insistere: si trovava nell'annosa situazione tipica di chi non può dire tutto quel che sa.
S'immaginò Alessio, al posto suo, in quella conversazione che di sicuro l'avrebbe mandato più in palla di quanto avrebbe voluto: forse era un bene che Pietro avesse chiesto solo a lei delle spiegazioni.
Continuarono a camminare in silenzio ancora per qualche minuto, il bar ormai in vista. I tavolini all'esterno, sotto gli ombrelloni aperti per creare ombra, erano tutti occupati, e attraverso le vetrate Caterina notò una certa ressa anche all'interno: era piuttosto sicura che ci avrebbero messo un po' di tempo ad ordinare.
-Posso farti un'altra domanda?-.
Si voltò verso Pietro, di nuovo tesa: era stato esitante, nel rivolgerle ancora la parola, forse non del tutto sicuro di volerle davvero chiedere qualcosa. Si ritrovò ad annuire, lei stessa incerta.
-Due mesi fa è stato chiamato da sua sorella, ed è dovuto tornare di corsa a casa- iniziò Pietro, corrucciato e con la fronte aggrottata – Oggi ha avuto un altro imprevisto, sempre a casa, giusto?-.
Caterina si strinse nelle spalle, non molto sicura di sapere cosa potergli confermare e cosa no. Scostò lo sguardo da Pietro, in difficoltà:
-Se mi stai domandando se a casa sua ci sono problemi, non credo di poterti rispondere- borbottò, tenendo sempre gli occhi fissi davanti a sé. Si sentiva lo sguardo di Pietro addosso, insistente quanto sembrava essere il suo bisogno di sapere.
-Perché non sapresti che dirmi, o perché non vuoi farlo?-.
Caterina sbuffò appena, di fronte al non demordere di Pietro. Si trovavano ormai a qualche metro dall'entrata, a poca distanza dai primi tavolini, e prima che potessero immergersi nella ressa del locale Caterina si bloccò, fermandosi di fronte a lui: gli leggeva in faccia la stessa apprensione che si era sentita addosso per tutto il tempo dopo il messaggio di Alessio, e quel particolare riuscì a calmarla almeno in parte.
-Perché non posso-.
Incrociò le braccia contro il petto, sospirando pesantemente.
Era più di un anno e mezzo che conosceva Alessio, ed aveva smesso di cercare di fargli domande sulla sua famiglia da molto tempo: quel poco che sapeva – o che aveva intuito-, lo aveva recepito dalle poche e lapidarie frasi che gli aveva sentito pronunciare in tutto quel tempo.
Sapeva che non ne parlava volentieri, e che ancor più raramente si sbilanciava a parlare di suo padre, e quel che la preoccupava di più era la consapevolezza che quella rarità non era indice dei pochi litigi tra di loro, ma della poca voglia di aprirsi su quel fronte.
-E perché in fin dei conti non ne so davvero molto- continuò, sciogliendo la postura rigida che aveva mantenuto fino a quel momento – Non ne parla volentieri-.
Osservò Pietro annuire, particolarmente pensieroso:
-Quindi qualcosa dietro c'è-.
"Certo che c'è".
Caterina annuì lentamente, alzando lo sguardo verso l'altro: lo guardò con occhi gravi, senza cercare di nascondere l'agitazione che si sentiva addosso.
-Ne devi parlare con lui, se vuoi- disse, a mezza voce – A me ha detto qualcosa, di molto vago, e non credo vorrebbe si spargesse la voce. Non ne sa molto nemmeno Nicola-.
Prima che Pietro potesse risponderle qualcos'altro, non attese oltre: si girò e camminò velocemente verso l'entrata del bar, senza aspettarlo. Era l'unico modo che le rimaneva per mettere un punto a quella conversazione.
NOTE DELLE AUTRICI
Eccoci tornate con la seconda parte di questo capitolo!
L'inizio appare subito misterioso. Caterina e Pietro sembravano nascondere qualcosa, un regalo destinato alla loro amica. Di cosa di tratta secondo voi? E Giulia come reagirà a questo regalo inaspettato?
In questa giornata in compagnia spicca però l'assenza di Alessio. Riuscirà prima o poi ad aprirsi con i suoi amici e parlare dei suoi problemi?
Magari lo scopriremo preso!
Kiara & Greyjoy
Ps. Buona Pasqua a tutti!🐇
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