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Capitolo 28 - How do you love? (Pt. 4)

Dondolò la testa al ritmo della musica sparata ad alto volume, le cuffiette nelle orecchie che la isolavano dal resto del mondo e che l'aiutavano ad assordare i pensieri che le riempivano la mente da troppi giorni.

Il primo sabato di maggio era una giornata splendida, ideale per una passeggiata all'aperto, con il sole che finalmente riscaldava nel rimanere sotto i suoi raggi.

Giulia alzò per un attimo gli occhi, lanciando un'occhiata alla finestra: dalla sua prospettiva, mentre se ne stava sdraiata sul divano del salotto di casa sua, riusciva solo a scorgere l'azzurro intenso del cielo primaverile.

Si trattenne dal guardare di nuovo il display del suo cellulare per controllare l'ora: erano passati solo pochi minuti dall'ultima volta in cui l'aveva fatto, e dubitava che Filippo potesse già essere arrivato.

Tornò a riabbassare il viso, chiudendo gli occhi per un attimo e cercando di rilassarsi. Era il primo giorno in cui le sembrava di avere una parvenza di tranquillità: dopo quella notte di fine aprile le era stato piuttosto difficile dare una tregua alla sua mente. L'immagine di Lorenzo brillo, con quegli occhi delusi e amareggiati con cui l'aveva guardata, e le sue parole non avevano smesso di tormentarla neppure un minuto.

Quella notte l'aveva passata in bianco, incapace di chiudere occhio. La mattina dopo si era svegliata con il terrore di poterlo incrociare di nuovo, in presenza di Marianna e Francesco e – ancor peggio- Caterina: quando aveva appreso che se ne era uscito di nuovo, la mattina presto, era riuscita a tirar un sospiro di sollievo, salvo poi guardare con occhi fin troppo sgranati Caterina quando, alla sua domanda su dove fosse andato Lorenzo, le aveva rivelato che da qualche settimana lui e Rebecca sembravano essere tornati insieme. Era solo l'ennesimo dettaglio che le aveva procurato ulteriore mancanza di sonno.

Le occhiaie che il non dormire le aveva procurato non erano passate inosservate in quelle settimane, e nemmeno il suo nervosismo: Caterina le aveva chiesto svariate volte se andasse tutto bene.

Era successo anche quella stessa mattina d'aprile: aveva avuto, per diversi minuti, la tentazione di parlare con Caterina. Era stata ad un passo dal raccontarle ciò che era accaduto durante la notte. Ci aveva rinunciato quasi subito: rovinarle l'immagine del fratello l'avrebbe fatta sentire ancor più in colpa di quanto già non si sentiva. Almeno Caterina doveva restarne fuori.  

Anche Lorenzo non doveva aver detto niente: erano passate quasi due settimane, e Caterina non aveva fatto alcun cenno alla possibile confessione che il fratello poteva averle fatto.

Era qualcosa che, fino a quel momento, era rimasto solo tra di loro, Giulia e Lorenzo: erano gli unici due a portare il peso di quella notte sulle spalle.

Giulia sospirò a fondo, pensando che, prima o poi, sarebbe riuscita a sentirsi più distaccata verso quella faccenda: era un tempo, però, che ancora non era arrivato, che le sembrava quanto mai lontano.

Sobbalzò di colpo quando, del tutto all'improvviso, si sentì appoggiare una mano su una spalla: quando si girò, levandosi le cuffie in un gesto veloce, non si ritrovò di fronte né ad Anita né ad Carlo, com'era prevedibile. Guardò con sorpresa Filippo: le stava sorridendo divertito, trattenendo a stento una risata.

-Ti sembra il modo di entrare?- gli sbottò addosso lei, alzandosi dal divano. Era indecisa se fiondarsi addosso a lui per abbracciarlo, contenta del suo arrivo, o se continuare ancora un po' a fingersi offesa.

-Effettivamente eri piuttosto concentrata- disse Filippo, facendo un passo avanti verso di lei, e lasciando il casco sul divano, dove poco prima era stesa Giulia – Volevo fare un'entrata a sorpresa-.

-Direi che ti è riuscita. Mi hai quasi uccisa- gli rispose di nuovo Giulia, guardandolo con sguardo torvo – A proposito, chi ti ha fatto entrare?-.

Filippo rise ancora un po', tutt'altro che intimorito:

-Tua madre, poco fa. Credo mi abbia visto arrivare col motorino dalla finestra, quindi mi ha aperto ancor prima che suonassi il campanello-.

Giulia annuì, ritrovandosi a pensare che, molto probabilmente, quello sarebbe stato uno degli ultimi viaggi fino a casa sua in cui Filippo avrebbe usato il suo vecchio motorino: ancora due settimane e avrebbe dovuto cercare di passare l'esame pratico per la patente.

Raccolse dal divano il suo lettore mp3 e le cuffie, prima di far cenno a Filippo di seguirla:

-Andiamo di là?-.

Non dovette nemmeno specificare dove volesse andare: Filippo annuì, compiaciuto, seguendola verso la stanza da letto.








-Quando avrò la patente potremo andarcene in giro più spesso-.

Anche se non riusciva a vederlo in viso, non in quel momento, Giulia sapeva che Filippo stava sorridendo. Riusciva ad immaginarselo accuratamente nella sua mente, mentre con sguardo sognante progettava già i loro futuri viaggi.

-Magari in qualche città qui vicino- proseguì ancora lui, accarezzandole con movimenti circolari la spalla.

Erano stesi da circa mezz'ora sul letto della camera di Giulia, in un momento di totale rilassatezza che, inaspettatamente, stava cominciando ad avere effetti anche su di lei: si sentiva protetta persino dai suoi stessi ricordi, mentre rimaneva accoccolata al torace di Filippo, il mento appoggiato tra il collo e la spalla.

-Prima pensa a non farti bocciare- lo prese in giro lei, ridendo non appena Filippo si allontanò un po', per riuscire a guardarla con sguardo torvo:

-Sei pregata di non portare sfortuna, grazie!- ribatté, piccato.

Giulia allungò una mano verso i suoi capelli, arruffandogli i ricci scuri, ridendo ancora. Era piuttosto fiduciosa per l'esame di Filippo: erano mesi che le riempiva la testa con i racconti delle sue guide, di quanto si trovasse bene davanti al volante, e di quanto non vedesse l'ora di iniziare a guidare per conto suo. Aveva superato brillantemente l'esame di teoria ancora diversi mesi prima, e sembrava non ci fosse alcun motivo per cui anche la pratica non potesse andare allo stesso modo.

-Non ti piacerebbe come idea?- le chiese, incerto.

Giulia sollevò il viso verso di lui, spostando la mano dai suoi capelli al viso. Aveva le guance leggermente ispide, segno che quella mattina non doveva essersi rasato come al suo solito.

-Mi interessa stare con te- mormorò, sorridendogli – Poi il posto è secondario-.

Si sporse verso Filippo per un bacio a stampo: lo sentì ridere sulle proprie labbra, divertito. Quando si staccarono, stava ancora ridendo compiaciuto:

-Lo so che sei talmente innamorata di me che ti potrei portare in qualunque posto-.

"Sono innamorato di te".

Giulia chiuse gli occhi per un attimo, cercando di scacciare dalla propria mente il ricordo di quelle parole e di Lorenzo, mentre le pronunciava guardandola. Fu solo una frazione di secondo, ma quando riaprì le palpebre si accorse che Filippo la stava osservando disorientato:

-Ehi, ho detto qualcosa che non va?-.

Le si era rivolto esitante ed incerto, segno inequivocabile di quanto avesse colto, anche se solo per quell'attimo fugace, il suo cambio d'atteggiamento. Giulia si morse il labbro, in difficoltà:

-No, tranquillo- sentì la propria voce non sufficientemente convinta, mentre cercava di pensare a qualcosa per sviare il discorso – E comunque non ho detto che mi andrebbe bene qualsiasi posto-.

Filippo la guardò a lungo per diversi secondi, l'espressione seria e preoccupata che ancora non era andata via dal suo viso:

-Sicura che vada tutto bene?- le chiese ancora, mettendosi a sedere per guardarla meglio in faccia – In realtà sono un  po' di giorni che ti vedo strana ... Anche Caterina l'ha notato-.

Giulia si tirò su a sua volta, seppur a malincuore, incrociando le gambe e mettendosi seduta di fronte a lui. Anche se la distanza tra loro era ancora minima, si sentiva molto più esposta di quanto non avrebbe voluto.

Filippo allungò una mano verso di lei, accarezzandole il viso:

-Che succede?-.

-Non è niente, sul serio- minimizzò Giulia, ancora incerta. Il modo in cui la guardò Filippo, con apprensione e nervosismo allo stesso tempo, le suggerì che non avrebbe mollato l'osso tanto facilmente.

-Lo sai che se vuoi parlare di qualcosa lo puoi fare, vero?- si sporse ancora verso di lei, prendendole il viso tra le mani con delicatezza – Non ti giudicherei mai-.

Giulia sospirò pesantemente, sentendosi così disorientata da sembrarle quasi di essere tornata a quella notte di aprile.

Non aveva davvero pensato di parlarne con Filippo, non di una cosa così: era sicura che, per quanto potesse essere una persona pacata, non avrebbe digerito facilmente il racconto della dichiarazione di Lorenzo.

Sapeva anche, però, che non sarebbe riuscita a tenersi tutto dentro ancora a lungo: erano troppe notti che passava insonne, a ripensare ancora a Lorenzo, e sapeva che non sarebbe potuta resistere così ancora a lungo.

Di Filippo poteva fidarsi: era il suo porto sicuro, la sua ancora per i momenti più difficili.

-Promettimi che non ne parlerai a nessun altro, Filippo. Nessuno-.

Doveva assicurarsi che Caterina non venisse a saperlo, non da lui, almeno: se qualcuno doveva dirglielo, quella persona sarebbe stata lei, o Lorenzo.

Filippo la guardò ancora per qualche secondo, in silenzio, prima di annuire:

-Te lo prometto-.

Per un attimo le sembrò di essere tornata indietro nel tempo, a più di un anno prima, quando su un letto diverso di una casa diversa c'era sempre lei, affiancata da Lorenzo. Anche lui in quel momento era stato pronto ad ascoltarla, a darle una spalla su cui sfogarsi: anche ora, così come all'epoca, si sentiva ugualmente stanca, in colpa, confusa ed incerta.

-È da un po' di giorni che penso ad una cosa successa quando ero a casa di Caterina, l'ultima volta che sono venuta a Torre San Donato- cominciò Giulia, abbassando lo sguardo. Aveva parlato lentamente, aggiungendo dettagli superflui che, però, le stavano facendo guadagnare tempo. Non era ancora del tutto certa come rendere la notizia meno allarmante.

-Che è successo?- la incalzò Filippo, con voce calma.  

Giulia prese un respiro profondo, evitando ancora il suo sguardo:

-Ho incontrato Lorenzo, suo fratello-.

Non azzardò ad alzare lo sguardo, timorosa di vedere l'espressione di Filippo. Se lo immaginava ancora confuso, forse ancor di più dopo averla sentita nominare Lorenzo.

-Non lo vedevo da mesi. Credo fosse un po' ubriaco- mormorò Giulia, stringendosi nelle spalle.

Alzò gli occhi nel momento in cui avvertì una mano di Filippo posarsi sulla sua spalla di scatto: la stava osservando con apprensione, la fronte corrugata.

-Ti ha fatto qualcosa?- le chiese, con una certa urgenza – Ti ha fatto del male?-.

Giulia scosse subito il capo, stavolta con convinzione:

-No, non è successo nulla del genere-.

Filippo sembrò rilassarsi almeno in parte, anche se non accennava ancora a lasciarle la spalla:

-E allora mi spieghi perché sei così sulle tue da giorni?- insistette, ancora una volta – Non è da te ... Deve pur aver fatto o detto qualcosa-.

Era l'ultima possibilità per tirarsi indietro, ma allo stesso tempo Giulia era consapevole che, pur non avendogli ancora detto nulla di concreto, arrivati a quel punto Filippo non avrebbe accettato giustificazioni per smettere di parlarne.

Prese di nuovo un respiro profondo, prima di alzare gli occhi:

-Ha detto che è innamorato di me-.

Le parole le erano uscite dalle labbra prima ancora di pensarle, di darvi un ordine o cercare di addolcire la pillola. Studiò il viso di Filippo, attraversato dall'incredulità: sembrava aver appena visto qualcosa di infinitamente strano passargli davanti agli occhi.

Gli ci vollero parecchi secondi prima di riuscire a parlare ancora, ingarbugliandosi:

-E tu ... - iniziò, prima di schiarirsi la gola – Tu credi sia vero?-.

A quella domanda Giulia non aveva ancora trovato una risposta che fosse certa. Ci aveva ripensato per giorni, senza riuscire a trovare qualcosa che sconfessasse o confermasse quel che Lorenzo le aveva detto quella notte: c'erano troppe cose che avrebbero potuta farla pendere dall'una o dall'altra soluzione. Solamente Lorenzo avrebbe potuto toglierle qualunque dubbio, ma la sola prospettiva di parlargli di nuovo, a così poca distanza dal loro ultimo incontro, la faceva sentire male.

-Non lo so- ammise infine – All'inizio non ci credevo. Però poi ripensandoci ... -.

Filippo la interruppe di colpo, d'un tratto più nervoso di quanto non si fosse mostrato fino a poco prima:

-Ti ha toccata, Giulia?- le chiese, la rabbia sottile nella voce – Se l'ha fatto giuro che lo meno, se lo vedo-.

In un secondo Giulia ripensò all'abbraccio in cui Lorenzo l'aveva stretta per qualche minuto, e si rese conto che quel dettaglio avrebbe fatto bene a rimanere una cosa da tenere per sé:

-No, te l'ho detto: non si è avvicinato-.

Era una bugia a fin di bene, ne era consapevole, ma si sentì ugualmente una bugiarda per aver mentito a Filippo con così tanta convinzione.

Lo osservò mentre si alzava dal letto, cominciando a camminare lungo lo spazio della stanza, gesticolando nervosamente:

-Comunque è incredibile, davvero!- sbottò, rosso in viso – Sei una ragazzina rispetto a lui, e sei un'amica di sua sorella!-.

Si fermò di colpo qualche secondo dopo, come se gli fosse venuto in mente improvvisamente qualcosa:

-Caterina lo sa?-.

Giulia si alzò a sua volta, il più velocemente possibile, nel panico:

-No, e non deve saperlo- disse subito, con fare perentorio. Per un attimo si pentì di essersi confidata con Filippo: temeva che sarebbe venuto subito meno alla sua promessa.

-Ma lei potrebbe parlargli e ... - Filippo la guardò confuso, ma prima ancora che potesse spiegarle cosa intendeva, Giulia lo interruppe:

-No, non voglio farle sapere di suo fratello-.

Aveva alzato appena la voce, nel tentativo di convincere Filippo ad ascoltarla: su quel punto aveva deciso di essere quanto mai intransigente.

-Non sarebbe giusto farglielo sapere così- aggiunse, amareggiata. Non riusciva neppure ad immaginare quale sarebbe potuta essere la reazione di Caterina ad una notizia del genere e, in fin dei conti, forse non voleva nemmeno scoprirlo.

Filippo lasciò ricadere le braccia lungo i fianchi, sconfitto: sembrava contrariato dalla sua decisione, ma non disposto a contraddirla ancora.

-Non è giusto nemmeno nei tuoi confronti, però-. Incrociò le braccia contro il petto, abbassando gli occhi castani verso il pavimento; vedendolo così Giulia seguì l'istinto, e si avvicinò a lui. Gli posò una mano sulla guancia, in una carezza immobile.

-Forse non mi si riavvicinerà più- gli sussurrò, ora più calma anche lei – Credo abbia capito che non potrà mai esserci nulla tra me e lui. A maggior ragione mentre sto con te-.

Attese che Filippo risollevasse il viso: lo vide ancora piuttosto imbronciato, tutt'altro che rassicurato.

-Se dovesse ricapitare, però, non potrai ancora far finta di nulla- le mormorò, con amarezza.

Aveva ragione, questo Giulia dovette ammetterlo: non avrebbe potuto di nuovo lasciar passare, se fosse successo una seconda volta. Quella prospettiva le causò un groppo in gola.

Sperò ardentemente di avere ragione, e che Lorenzo avesse davvero capito di doverle stare a distanza.

-Ci penseremo se e quando ricapiterà- taglio corto, cercando di sorridergli fiduciosa.

La stessa fiducia doveva mancare in Filippo: le restituì di nuovo lo stesso sguardo pessimista, segno che non era riuscita a convincerlo fino in fondo.

-Ma se succederà sarai ancora allo stesso punto di adesso: senza sapere cosa fare-.

Giulia tacque, inevitabilmente, il groppo in gola che le impedì di parlare.








NOTE DELLE AUTRICI

E dopo le rivelazioni dell'ultimo capitolo, torniamo a seguire Giulia e il suo stato d'animo non particolarmente rilassato. Nonostante siano passate due settimane dalla dichiarazione di Lorenzo, ancora non ha le idee ben chiare: credete che confidarsi con Filippo sia stato un bene, e che forse d'ora in poi riuscirà ad affrontare meglio la situazione? E secondo voi aver scelto proprio lui come condisente è stata la scelta migliore, o avrebbe fatto meglio a non tenere all'oscuro di tutto Caterina?

Pensate che Filippo tornerà sull'argomento nel resto della serata (che leggerete nella prossima ed ultima parte del capitolo), o saranno più rilassati sia lui che Giulia?

A venerdì, col finale di capitolo!

Kiara & Greyjoy

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