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Capitolo 24 - When we stand together (Pt. 1)

Fece un passo dietro l'altro, anche se i piedi le sembravano sempre più pesanti e la sua volontà di proseguire cominciava a mancare ad ogni passo di più. Giulia si impose di non fermarsi, anche se l'agitazione era tanta e l'ansia le stava causando dei battiti decisamente troppo veloci.

Aveva passato gli ultimi giorni a pensare che, nel momento in cui l'ultima ora di quel sabato sarebbe finita, avrebbe rischiato di voler scappare altrove. Era esattamente quel che stava accadendo nella sua testa in quel preciso istante: le vie di fuga nel parcheggio del Virgilio non sarebbero mancate, ma a quel punto si sarebbe sentita così patetica da non pensare di riuscire a sopravvivere alla vergogna che ne sarebbe derivata.

Dopo quel martedì passato a Ferrara si era resa consapevole che fosse ormai questione di giorni, prima che Filippo si decidesse una volta per tutte a chiederle di venire a casa sua, e conoscere la sua famiglia. I calcoli di Giulia si erano rivelati fondati, perché nemmeno una settimana prima, quando marzo era appena iniziato e le giornate invernali cominciavano a farsi più tiepide, Filippo se ne era uscito proprio con quella proposta.

Era giusto così, se ne rendeva conto anche lei: erano passati tre mesi da quando Filippo aveva conosciuto Anita e Carlo, e arrivati a quel punto non c'era più alcun motivo per rimandare una sortita a casa Barbieri. Giulia aveva accettato pur con la consapevolezza che avrebbe patito l'ansia fino al momento in cui avrebbe messo piede in quella casa.

L'ansia, effettivamente, non era mancata in quella settimana: per quanto avesse provato ad immaginarsi qualsiasi scenario possibile – dal più positivo, dove veniva accolta come una figlia, a quello in cui la suocera sarebbe finita per odiarla e cercare di avvelenarla durante il pranzo-, quel sabato fatidico era giunto lasciandola totalmente e irrimediabilmente impreparata.

Caterina non era stata molto d'aiuto: Nicola l'aveva invitata da lui per il suo compleanno giusto il giorno prima, e da quello che le aveva raccontato, Giulia non aveva ricavato troppa solidarietà. Con i Tessera era andata relativamente bene, ma quasi ironicamente era con la sorella maggiore di Nicola che le cose erano andate decisamente peggio. Giulia non aveva nemmeno voluto sentire i dettagli del racconto per paura di morire di terrore.

Aveva voglia di conoscere la famiglia di Filippo, di questo ne era sicura. Non poteva comunque essere sicura che si sarebbe rivelato una conoscenza proficua.

Era questo quello che stava pensando anche in quel momento, mentre percorreva gli ultimi metri che le rimanevano del parcheggio, mentre si avvicinava sempre di più a quella che doveva essere l'auto di Fabio, il fratello di Filippo.

Il suo ragazzo l'aveva preceduta: se ne stava appoggiato mollemente contro la carrozzeria dell'auto: le venne incontro prima che Giulia potesse raggiungerlo, sorridendole in quella maniera nervosa che aveva sempre quando si sentiva particolarmente teso.

-Ehi!- la salutò, fermandosi davanti a lei. Erano a pochi metri dall'auto, ma le era piuttosto evidente l'intenzione di Filippo di scambiare qualche parola con lei prima di presentarle suo fratello.

-Ehi- ricambiò Giulia, cercando di sorridere – Sei qui da tanto?-.

Per quanto velocemente avesse cercato di uscire, al suono della campanella era rimasta letteralmente imbottigliata sulle scale, dietro agli studenti della 3°A dell'indirizzo elettronico che, a quanto pareva, avevano tutt'altro che fretta di uscire dalla scuola.

-No, tranquilla- Filippo le prese una mano, accarezzandone il dorso con il pollice – E poi mio fratello sarà arrivato giusto un minuto fa. È sempre in ritardo-.

Giulia annuì, senza aggiungere altro.

-Sei agitata?- le chiese ancora Filippo, sporgendosi appena verso di lei. A quella domanda a Giulia venne da ridere per la disperazione:

-Oserei dire di sì- gli rispose, annuendo – Tu no?-.

-Un po'- Filippo le lanciò un'ultima occhiata, prima di prenderla per mano e facendole cenno di seguirlo verso l'auto – Ma sono anche sicuro che andrà tutto bene. Fidati-.

Giulia sospirò pesantemente, muovendo i passi per tener dietro a Filippo con fare incerto. Era venuto il momento di mettersi in gioco, ma ancora non era del tutto convinta di essere pronta per farlo.

Raggiunsero l'auto in pochi secondi, ma prima che lei o Filippo potessero anche solo allungare la mano verso la maniglia di una porta, fu invece quella dal lato del guidatore ad aprirsi.

Prima di quel momento a Giulia era capitato di vedere Fabio in fotografia: non fu una sorpresa per lei conoscerne il viso. Non rimase stupita dalla somiglianza nei tratti piuttosto accentuata con il fratello, ma lo fu per quanto riguardava la baldanza e la vivacità che in Filippo, al contrario di Fabio, erano state sostituite dall'equilibrio e la timidezza.

-Finalmente, ragazzi, cominciavo a pensare non voleste più venire a pranzo- li accolse subito, sorridendo apertamente ad entrambi – ed ignorando bellamente lo sguardo truce che gli lanciò subito Filippo.

Quel primo approccio riuscì a strappare una risata soffocata a Giulia. Ora che poteva osservarlo dal vivo e da più vicino, riuscì a notare che la sfumatura dei capelli altrettanto ricci di Fabio era più scura di quella di Filippo, e le iridi azzurre – quasi verdi - degli occhi, totalmente differenti dal nocciola del fratello.

-Tu devi essere Giulia-.

Dopo alcuni secondi di silenzio, Fabio aveva risolto la situazione d'imbarazzo allungando la mano destra verso Giulia; lei si ritrovò a tendergli a sua volta la mano, in una stretta veloce:

-Sì, sono io- confermò, continuando a sorridere timidamente – E tu devi essere Fabio-.

-Spero che Filippo non ti abbia parlato di me tanto quanto lo ha fatto di te- le rispose subito, ignorando ancora una volta le occhiatacce del fratello – Non credo di essere un argomento altrettanto interessante-.

Giulia si sentì avvampare a quelle parole. Filippo, che fino a quel momento non aveva detto nulla, cercò di protestare debolmente:

-Non è vero che parlo sempre di lei-. Era arrossito in modo incredibile, e a Giulia fece quasi tenerezza vederlo così in imbarazzo. Fabio, invece, doveva essere abituato a quei momenti di disagio del fratello: alzò le spalle con nonchalance:

-Nove volte su dieci lo fai- gli rispose, prima di indicare l'auto dietro di sé – Che dite, partiamo?-.








Il viaggio durò una ventina di minuti, e non fu così drammatico come si era prospettata Giulia nelle sue innumerevoli immaginazioni.

Si era sentita abbastanza rilassata, in fin dei conti: Fabio sapeva di certo come intrattenere una conversazione con una persona praticamente sconosciuta, senza metterla troppo a disagio. Era un tipo divertente, alla mano in una maniera così naturale che riusciva a contagiare tutti quelli che gli stavano intorno.

Casa Barbieri era piuttosto vicina al centro del paese, di fianco a casa di Pietro – come Filippo ci tenne a precisare quando con l'auto ci passarono davanti, poco prima di fermarsi per parcheggiare-, e in un quartiere residenziale.

Ad una prima occhiata sembrava una casa curata, dai muri bianchi e con un giardino davanti all'ingresso piccolo ma ben tenuto. Appena scesa dall'auto Giulia non era riuscita a trattenersi dall'avvicinarsi alle aiuole di rose bianche che crescevano lungo il perimetro del cancello che delimitava l'area del cortile.

-Le cura mia mamma-.

Giulia continuò a studiarle con un sorriso che le stirava le labbra, mentre Filippo le si affiancava, indicando ancora il giardino con un cenno del capo:

-È un po' fissata con il giardinaggio-.

-Fosse per te qui sarebbe tutto terreno incolto, fratello- replicò Fabio, che a quanto pareva doveva averlo sentito mentre li raggiungeva a sua volta, le chiavi di casa in mano e pronte all'uso. Aprì il cancello un attimo dopo, scostandosi per lasciar passare per primi Giulia e Filippo.

Ad avanzare per prima lungo il marciapiede che attraversava il giardino, Giulia si sentì a disagio. In un certo senso si sarebbe sentita più protetta e sicura se davanti a lei ci fosse stato Filippo, che però sembrava voler rimanere dietro di lei, seguendola silenziosamente verso la porta di casa.

-Tra poco fai atten ... -.

Filippo non riuscì a terminare la frase, non prima che Giulia cacciasse un urlo mentre ruzzolava malamente a terra, finendo per piantare un ginocchio contro il cemento del vialetto dopo aver tentato di mantenere l'equilibrio, ma sbandando inesorabilmente per l'improvviso sbilanciamento. Probabilmente Filippo voleva avvertirla della presenza del gradino che l'aveva fatta appena cadere: tra un'imprecazione mentale e l'altra, a Giulia venne voglia di dirgli che la prossima volta poteva aspettare anche un altro po' prima di avvertirla.

-Cazzo- borbottò lei, scostandosi nervosamente i capelli dagli occhi e massaggiandosi il ginocchio.

-Al tuo posto io ne avrei dette ben di peggio-.

Giulia alzò gli occhi immediatamente, non appena si rese conto che la voce maschile che aveva appena parlato non era né di Fabio né di Filippo.

Con orrore si rese conto che la porta d'ingresso ora era aperta – doveva esserle sfuggito quel dettaglio durante la caduta-, e che su di lei torreggiava la figura di un uomo robusto e sui cinquant'anni che era sicura di non conoscere.

Si morse il labbro, rossa in viso, non appena realizzò che, di lì a breve, l'avrebbe conosciuto eccome.

"Iniziamo alla grande".

-Giulia!- stavolta fu Filippo a parlare, accostandosi a lei e guardandola apprensivo – Stai bene? Ti sei fatta male?-.

Lei annuì convinta, mentre afferrava la mano che Filippo le stava porgendo per aiutarla a rialzarsi. Ora che si era rimessa in piedi, pur a fatica, l'uomo sembrava decisamente meno imponente: non era particolarmente alto, e i pochi capelli radi e i grandi occhi chiari dietro un paio di occhiali spessi contribuivano a dargli un'aria buffa. La osservava sorridendo – forse si stava trattenendo dal riderle in faccia-, ma non appena spostò lo sguardo sul figlio minore, si fece decisamente più serio:

-Ma dove avevi la testa? Non potevi avvisarla prima?-.

Filippo non cercò nemmeno di protestare, annuendo gravemente in una tacita ammissione di colpa. Giulia cercò di dire qualcosa, ma la fitta che le corse lungo la gamba che aveva sbattuto a terra la fece rimanere in silenzio.

A rompere il ghiaccio fu di nuovo l'uomo che, se aveva capito bene, non poteva essere altro che il padre di Filippo e Fabio:

-Pensavo di aver insegnato sufficientemente bene le buone maniere da seguire con le ragazze a mio figlio, ma evidentemente mi sbagliavo- disse, rivolgendosi direttamente a Giulia con un sorriso ben più rassicurante – Sono Simone. Dammi assolutamente del tu, non farti problemi-.

Giulia, aggrappata ancora a Filippo con il braccio sinistro, allungò a sua volta la mano destra per stringere quella che Simone le stava porgendo. Cercò di reprimere una seconda fitta, prima di parlare a sua volta:

-Giulia, piacere-.

-Filippo ci ha parlato un sacco di te. Finalmente conosco la ragazza che gli ha fatto perdere la testa- ironizzò Simone, facendo roteare verso l'alto gli occhi stremati di Filippo.

-Non dovevi far sapere in giro che ci ammorba parlando della sua fidanzata tutto il giorno- rise Fabio, rimasto poco dietro Giulia e Filippo, in silenzio fino a quel momento – Poi Filippo si vergogna-.

-Non è vero- Filippo si girò indietro, lanciando un'occhiataccia verso il fratello maggiore che, in tutta risposta, rise ancor più forte – Possiamo entrare, ora?-.

Simone annuì prontamente:

-Vi faccio strada-.

Aiutata da Filippo a camminare, Giulia avanzò lentamente dietro Simone. Cominciava a provare di nuovo la stessa agitazione che l'aveva accompagnata fino ad un secondo prima della caduta, soffocata solo dalla gamba dolorante che le lanciava fitte ad ogni passo compiuto.

Entrare per la prima volta in casa Barbieri fu come entrare in un luogo conosciuto da sempre. Era un ambiente accogliente, semplice, con i colori caldi e morbidi del legno dei mobili e le tonalità beige delle pareti. Era un ambiente che, in un certo senso, rispecchiava il calore che aveva sempre rivisto in Filippo.

-Mirta!- urlò subito Simone, non appena furono tutti entrati, e Fabio ebbe richiuso la porta d'ingresso dietro di sé.

Nemmeno un secondo dopo, da una stanza sul lato destro del corridoio, comparve colei che doveva appena essere stata appena interpellata. I lunghi capelli scuri e gli occhi nocciola, identici a quelli di Filippo, lasciavano poco spazio al dubbio, e Giulia si rese finalmente conto che, più di tutti, Filippo sembrava aver ereditato quasi esclusivamente la somiglianza fisica di sua madre.

Prima che chiunque di loro potesse fare o dire qualsiasi cosa, la donna soffermò lo sguardo su Giulia, che cercò di sorridere timidamente, borbottando un appena udibile "Salve". Quando l'attimo dopo la donna le sorrise di rimando, Giulia sentì che, finalmente, poteva lasciarsi andare ad un sospiro di sollievo.

-Ma tu devi essere Giulia!- esclamò, con voce acuta, e fiondandosi su di lei inaspettatamente. Prima che Giulia potesse confermare, si sentì stritolare in un abbraccio piuttosto soffocante e che difficilmente si sarebbe aspettata da una donna così sottile e minuta. Sentì chiaramente Fabio trattenere a stento una risata, ed ebbe l'impressione che stavolta anche Filippo fosse sul punto di scoppiare a ridere.

-È un piacere conoscerla- cercò di dire con calma Giulia, una volta liberata dall'abbraccio, rossa in viso.

-Oh, suvvia, non darmi del lei, non ce n'è bisogno- gesticolò freneticamente Mirta, con fare fintamente severo – Sono così contenta che tu sia finalmente qui! Filippo ci ha detto così tante cose di te-.

-Mamma! Anche tu con questa storia?- sbottò di colpo Filippo, arrossendo vistosamente e facendo quasi sobbalzare sua madre.

A quel punto Fabio era già scoppiato in una fragorosa risata, e anche Giulia si ritrovò in difficoltà a non seguire il suo esempio.

-Qual è il problema, Filippo?- Mirta si portò le mani sui fianchi, prima di scuotere il capo con aria rassegnata – Oh, lasciamo perdere. Chi capisce voi adolescenti è bravo-.

Pur rispondendole solo tra sé e sé, Giulia non poté che dirsi estremamente d'accordo con lei.







NOTE DELLE AUTRICI
Eccoci tornate con un nuovo capitolo... ma certe cose non cambieranno mai! Ancora una volta, infatti, Giulia è finita a terra dolorante e proprio davanti al padre di Filippo. Avete anche voi  vissuto simili momenti di imbarazzo?
E quando si parla di imbarazzo non si può non parlare di Filippo amabilmente preso in giro dal fratello. Capita anche a voi con i vostri fratelli e sorelle?
Ma soprattutto come proseguirà l'incontro tanto temuto? A mercoledì prossimo per scoprirlo.

Kiara & Greyjoy

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