Capitolo 23 -Valentine's Day (Pt. 3)
Quando si voltò non si sorprese più di tanto di riconoscere Alessio, più fradicio che mai. Se ne stava in piedi in mezzo al corridoio, il volto che tradiva una certa vena seccata. I capelli umidi gli ricadevano scomposti sugli occhi, mentre cercava di scostarli con gesti bruschi.
-È successo questo- Alessio alzò la mano destra per dimostrazione, tenendo tra le dita un ombrello dall'aria sgangherata – Devo dire che è stato parecchio utile per prendersi più pioggia possibile-.
-Ti si è girato l'ombrello?- chiese Filippo, allungando il collo per vedere meglio.
Alessio sorrise ironicamente:
-Esattamente-.
Pietro dovette trattenere una risata, risultando in un sorrisetto divertito. In un modo o nell'altro, di cui nemmeno lui era totalmente consapevole, riusciva a trovare dolce persino il broncio che stava tenendo Alessio in quel momento.
-Hai deciso se essere dei nostri oggi?- intervenne Nicola, prima che Alessio potesse dire o fare qualsiasi altra cosa. A quella domanda, prima ancora di ascoltare la risposta, Pietro sentì il respiro accelerare.
Alessio alzò le spalle, già meno arrabbiato rispetto a prima:
-Potrei sempre cambiare di nuovo idea all'ultimo-.
Caterina sbuffò sonoramente, ma fu Giulia la prima a parlare:
-Avanti, Raggio di sole, come potremmo fare senza di te?- disse con voce fintamente supplichevole. Alessio li fissò tutti per secondi interminabili, prima di sospirare sconfitto:
-Non fatemene pentire- borbottò infine, scuotendo il capo.
-Ti abbiamo anche lasciato un posto a sedere- aggiunse subito Caterina. Pietro fino a quel momento non aveva nemmeno aperto bocca: non si stupì affatto di rendersi conto che solo in quel frangente Alessio si rese conto della sua presenza.
Quando si voltò verso di lui, sbuffò sorpreso:
-Chi non muore si rivede-.
Pietro sperò enormemente di non arrossire, mentre gli restituiva lo sguardo:
-Ciao anche a te- si limitò a rispondere, muovendo la mano in un cenno di saluto.
-Sul serio, cominciavo a chiedermi se fossi sparito dalla faccia della terra- Alessio si sporse appena verso di lui, mentre continuava a parlargli con lo stesso sarcasmo con il quale aveva esordito – Non ti ho più rivisto da Capodanno-.
"Ti sono mancato?".
Pietro si morse il labbro, prima di lasciarsi andare e dire qualcosa di così sciocco.
-Sei tu che non sei venuto alla festa di compleanno mia e di Filippo- gli rinfacciò. La frecciatina sembrò andare a buon fine, perché Alessio sciolse il sorriso ironico che aveva tenuto fino a quel momento per ridere lievemente:
-Anche questo è vero- ammise, prima di fare un cenno col capo al sedile di fianco a Pietro – Vuoi farmi un po' di spazio?-.
Pietro non ci mise molto a spostare la propria tracolla per lasciarlo sedere, un gesto di riverenza ad indicargli il sedile ora libero:
-Sua maestà, prego-.
Alessio non si fece attendere oltre: si sfilò lo zaino nero dalle spalle, facendolo scivolare sul pavimento, vicino al suo sedile.
Pietro si strinse appena nelle spalle: era strano ritrovarselo di nuovo vicino – anche se non quanto a Capodanno-, quando fino a pochi minuti prima ancora era indeciso se sperare in una sua assenza o meno.
-La tua schiena si è ripresa?-.
Pietro alzò appena gli occhi verso il biondo, un attimo dopo che gli ebbe posto quella domanda; Alessio lo guardava con quegli occhi grandi ed azzurri, limpidi di una vivacità che Pietro non aveva potuto notare la sera in cui l'aveva conosciuto, nella penombra della palestra.
-A fatica, ma sì- rispose, schiarendosi la voce – Il tuo ginocchio?-.
Alessio gli sorrise divertito:
-Cammino ancora-.
Per un attimo Pietro ebbe il sentore delle sue guance arrossire: si dette dell'idiota mentalmente, cercando di pensare a qualsiasi altra cosa che non fosse il sorriso ammiccante che Alessio gli stava rivolgendo a così poca distanza.
-Allora possiamo dire di esserne usciti discretamente bene- disse, cercando di simulare più nonchalance possibile – Anche se mi stavi stritolando contro il pavimento-.
Per un attimo nessuno di loro due disse altro: quando Pietro abbassò gli occhi sul proprio telefono, con la scusa di leggere un qualche messaggio, si sentì comunque lo sguardo dell'altro addosso. Quando rialzò il volto, ne ebbe la conferma:
-Levami una curiosità- Alessio iniziò con fare pensieroso, quasi a bassa voce – Hai sempre la risposta pronta con chiunque?-.
-Veramente a me sembri più tu ad essere così- borbottò Pietro, più burbero di quello che avrebbe voluto. Ora percepiva chiaramente il viso incominciare ad imporporarsi, sotto il ghigno divertito del biondo:
-Sicuro?- insistette, scuotendo il capo – Comunque fa niente, te lo posso perdonare. In fin dei conti mi sei simpatico-.
Nonostante il sentore del proprio cuore che perdeva un colpo, Pietro cercò di dissimulare qualsiasi gesto di disagio. Represse un sorriso a fatica, mentre replicava con fare volutamente sollevato:
-Adesso che me l'hai detto mi sento molto più tranquillo-.
Anche se non era più voltato verso di lui, sentì Alessio ridacchiare ancora una volta:
-E poi dici che non sei il tipo che ha sempre una risposta pronta-.
Si ritrovò a ridere a sua volta, mordendosi il labbro inferiore per non farsi sentire troppo dall'altro e dargli anche quella soddisfazione.
-Ci siamo perse qualcosa, per caso?-.
Caterina si era voltata indietro verso di lei con fare confuso, aggrottando la fronte ancor di più davanti al sorriso malizioso e curioso di Giulia.
Aveva parlato a bassa voce per non farsi sentire troppo né da Filippo né da Nicola, che di certo non avrebbero condiviso quello spettegolare su un loro amico. Giulia fece cenno con il capo verso il sedile occupato da Pietro ed Alessio, ma Caterina continuò a guardarla senza capire dove volesse andare a parare:
-A che ti stai riferendo, esattamente?- chiese, dopo aver lanciato a sua volta un'occhiata veloce ai due.
Giulia si sporse un altro po' dal suo sedile, avvicinandosi all'amica per poter parlare con voce ancor più bassa:
-Da quando Pietro fa tanto l'amicone con Alessio?- disse ancora, alzando le sopracciglia – Non si conoscevano a malapena?-.
Era da quando Alessio era arrivato che Giulia aveva notato la stranezza di Pietro. Per quel poco che aveva imparato a conoscerlo negli ultimi mesi in cui la loro tregua procedeva placidamente e senza intoppi, difficilmente le era capitato di vederlo così amichevole con qualcuno che conosceva appena. Non aveva idea di che stessero parlando, ma da quando Alessio gli si era seduto di fianco erano stati rari i momenti in cui, dal loro sedile, non era arrivato il loro chiacchiericcio.
Caterina si voltò ancora una volta verso di loro, stavolta per più tempo, prima di girarsi ancora verso Giulia:
-Credo si siano visti solamente a Capodanno, prima di oggi-.
-Appunto- annuì Giulia – Secondo te è Alessio che riesce a far essere meno odioso persino Pietro, o è Pietro ad avere particolare feeling con Alessio?-.
Caterina rise sommessamente, scuotendo il capo:
-O forse stanno solo conversando come due persone che si conoscono poco e stanno condividendo il sedile- replicò, anche se con meno convinzione rispetto a prima.
Non dubitava che Caterina avesse ragione, non sul serio. Trovava comunque strano che l'atteggiamento distaccato e tutt'altro che disponibile di Pietro con i nuovi arrivati fosse improvvisamente venuto meno, senza una vera ragione apparente.
Forse Alessio stava riuscendo davvero nell'impresa di renderlo meno insopportabile, o come aveva suggerito Caterina, era solo questione di cortesia. Giulia lanciò loro l'ennesima occhiata, non potendo però vedere distintamente i loro visi, coperti dal sedile.
Per un attimo, un lungo attimo durante il quale persino lei si dette della pazza, si domandò se ci fossero altre ragioni che potevano spingere Pietro ad essere così in sintonia con qualcuno.
Non credeva davvero fosse così, ma non poté nemmeno negare che una spiegazione simile avrebbe giustificato molte più cose di quanto non si era resa conto prima.
-Ma di che state parlando, voi due?-.
La voce di Filippo giunse piuttosto incuriosita alle orecchie di Giulia. Sia lei che Caterina alzarono lo sguardo: gli occhi scuri di Filippo le stavano squadrando disorientati, e quando Giulia spostò lo sguardo un po' più in là, si rese conto che anche Alessio e Nicola si erano voltati verso di lei e Caterina. Molto probabilmente, anche se non riusciva a notarlo, anche Pietro doveva aver rivolto la sua attenzione a loro.
-Niente, tranquilli!- Caterina anticipò Giulia, candidamente e con l'aria più innocente che potesse assumere – Solo cose tra ragazze-.
Un'ultima occhiata complice con Giulia, e si rimise seduta compostamente, rialzandosi dalla posizione scomoda che aveva mantenuto fino a quel momento per avvicinarsi al sedile dietro occupato dall'amica.
-Tipo pavoneggiarvi dei mazzi di fiori che avrete ricevuto oggi?- le prese in giro amichevolmente Alessio, girato ancora verso di loro.
-Niente fiori, ma qualcosa di più bello-. Caterina, nel dirlo, si voltò velocemente verso Nicola, avvicinandoglisi per lasciargli con uno schiocco un bacio sulla guancia.
-E tu, invece?- Giulia colse la palla al balzo, rivolgendo ad Alessio un sorriso malizioso – Qualcuno ti ha fatto qualche dichiarazione appassionata?-.
Alessio alzò le spalle, con nonchalance:
-Non direi- disse, semplicemente – Non ancora, almeno-.
NOTE DELLE AUTRICI
Siamo quasi giunte alla fine del capitolo, cosa che però avverrà mercoledì prossimo. Per ora concentriamoci sul viaggio in corriera della nostra compagnia ormai riunita ... Secondo voi è Giulia a farsi troppi castelli in aria, o Pietro è davvero diverso con Alessio?
A mercoledì prossimo con la fine del capitolo 23!
Kiara & Greyjoy
PS: ebbene sì, questo è l'ultima parte pubblicata in questo 2018. Ci ritroveremo anche nel 2019, in questo lungo viaggio con cui vi terremo compagnia! Intanto vi facciamo gli auguri per il nuovo anno che arriverà 💙
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