Capitolo 22 - Handcuffs and ... "No Petra no party" (Pt. 2)
Quando si accorse di lei alzò gli occhi, guardandola meno calorosamente del solito. Giulia non seppe come interpretare quello sguardo vuoto.
-Pensavo fossi in stanza tua- disse subito lei, cercando qualcosa da dire per spezzare quell'atmosfera pesante.
Lorenzo le rivolse un sorriso accennato:
-Preferivo aspettarti qui. Scusami ancora per prima-.
Giulia si strinse un po' di più l'accappatoio addosso, mentre con l'altra mano gesticolava nervosamente:
-Non preoccuparti- farfugliò, sorridendogli di rimando - Come stai?-.
Lorenzo respirò a fondo, prima di risponderle con un tono quasi seccato:
-Potrebbe andare meglio. Decisamente meglio-.
Giulia si ritrovò interdetta, indecisa sul da farsi. Non ricordava di aver mai incontrato Lorenzo così di malumore prima di quel momento.
-Mi dispiace- disse infine, quasi sussurrando - C'è qualche problema? Con Rebecca tutto bene?-.
Lo sguardo intenso e insistente che Lorenzo le lanciò le fece supporre, in un certo senso, di aver appena toccato il tasto sbagliato.
-Ci siamo lasciati-.
Giulia rimase immobile, sorpresa. Si sentì ancor più tremendamente a disagio per avergli posto quella domanda.
-Non avrei dovuto chiedertelo. Mi spiace un sacco, sul serio-.
Cominciava a sperare che quella conversazione finisse il prima possibile - o almeno prima che Caterina sbucasse fuori e li scoprisse parlare con lei in quelle condizioni, con solamente un accappatoio a coprirla.
-Non è colpa tua- cercò di minimizzare lui, alzando le spalle - Non potevi saperlo-.
-Quando è successo?- chiese Giulia, esitante.
-Sabato scorso. Abbiamo litigato pesantemente- spiegò Lorenzo, con la stessa voce piatta e atona che aveva mantenuto per tutto il tempo.
Giulia meditò se avvicinarsi per lasciargli una carezza d'incoraggiamento sulla spalla, ma vi rinunciò: era già una situazione troppo ambigua così, senza il bisogno di peggiorare le cose. Cercò di farsi venire in mente qualcosa di sensato da dirgli, ma non le venne in mente nulla di troppo incisivo:
-Non so cosa sia successo tra voi, ma sono sicura che andrà meglio con il tempo-.
Nel silenzio del corridoio del piano di sopra Giulia quasi sussultò, quando udì la porta d'ingresso aprirsi: doveva essere Caterina che rientrava dopo aver salutato Nicola. Doveva spostarsi di lì il prima possibile, in un qualunque modo.
-Scusa, mi sto ghiacciando ... - Giulia rabbrividì, come a voler dimostrare a Lorenzo la veridicità delle proprie parole - Vado a vestirmi-.
Lo vide annuire, mentre a sua volta si avviava verso la sua stanza:
-Vai pure, tranquilla-.
Giulia arrivò di fronte alla porta della camera di Caterina nel momento stesso in cui sentì l'amica salire le scale. Entrò nel giro di un secondo, richiudendo la porta dietro di sé.
Ora che aveva messo una porta chiusa tra lei e Lorenzo si sentiva meno a disagio, anche se non meno colpevole: Lorenzo le era sembrato a pezzi, svuotato di tutto il calore che di solito le riservava. Non le era sembrato neppure la stessa persona di sempre.
Si domandò, in un attimo fugace, cosa potesse essere il motivo della sua separazione da Rebecca.
Forse, prima o poi, l'avrebbe scoperto.
"Spero tu non abbia messo le mani su a mia sorella finisce male".
Caterina richiuse dietro di sé la porta d'ingresso, rabbrividendo nella serata gelida. Aveva la gola chiusa, un groppo che le impediva di parlare, le labbra serrate ed incapaci di dire qualsiasi cosa.
Anche Nicola doveva essere nello stesso stato, solo che a spingerlo, al contrario dell'amarezza per lei, doveva essere la rabbia che cercava di reprimere inutilmente.
Quando Giulia se ne era andata a farsi una doccia, lei e Nicola erano quasi sussultati nell'udire la porta d'ingresso aprirsi. Caterina aveva sperato a lungo fossero Marianna e Francesco, ma in qualche secondo aveva dovuto accantonare le sue speranze. Lorenzo era arrivato a casa con il malumore tipico di chi sta attraversando il periodo che viene subito dopo la rottura di una relazione, intrattabile e chiuso in sé.
Caterina non si era stupita molto quando, accortosi della presenza di Nicola, l'aveva guardato in cagnesco, minaccioso più del solito. Aveva tentato di spiegare che non erano da soli a casa, che Giulia era sempre rimasta con loro, ma Lorenzo l'aveva preceduta con quelle parole taglienti, tutte rivolte a Nicola. A lei, in un modo o nell'altro, non aveva nemmeno badato, come se fosse stata invisibile.
Lorenzo non si era trattenuto oltre: prima che uno dei due potesse risvegliarsi da quell'attimo di trauma, era salito al piano superiore, lasciandoli lì. Nicola aveva camminato nervosamente fino alla porta d'ingresso, spalancandola ed uscendo a tutta velocità. A Caterina non era rimasto altro che seguirlo.
Era quello che stava facendo anche in quel momento, con Nicola che la precedeva lungo il vialetto che portava al cancello, dove aveva lasciato la bici sostenuta dal cavalletto.
-Hai le chiavi per aprire?-.
Nicola glielo domandò solo dopo essere giunto alla bici, le gote rosse sia per il freddo che per la rabbia trattenuta. Non guardò nemmeno Caterina, tenendo gli occhi abbassati.
-Sì, le ho qui- Caterina gliele mostrò, aprendo il palmo della mano. Non si avvicinò comunque al cancello: prima doveva dirgli qualcosa, o almeno cercare di farlo. Non riusciva nemmeno a pensare di poterlo salutare in quella maniera, senza dirgli nulla e riuscendo a stento a guardarlo o farsi guardare.
-Mi dispiace per mio fratello-.
Si morse il labbro inferiore, totalmente in confusione. Non sapeva davvero che dirgli: sapeva che scusarsi non sarebbe stato nulla di nuovo, e che non avrebbe cambiato molto.
-Sta passando una settimana difficile, la sua ragazza l'ha appena lasciato- cercò di spiegare, sentendosi sempre più in colpa.
Nicola alzò a malapena gli occhi verso di lei, immobile:
-Allora deve essere stato lasciato piuttosto spesso negli ultimi mesi- commentò infine, freddamente.
Caterina si strinse nelle spalle, esitante: per quanto Nicola sembrava averlo dimenticato, il periodo appena passato era stato piuttosto tranquillo. Aveva davvero pensato che Lorenzo avesse accantonato qualsiasi diffidenza nei confronti di Nicola, almeno fino a quella sera. Era sicura che l'essere stato lasciato da Rebecca c'entrasse, ma non sapeva effettivamente quanto.
-È nervoso e basta- cercò di rispondere, ma venne interrotta da Nicola, che aveva lasciato da parte la calma glaciale per un momento di puro fervore:
-Dovrebbe solamente imparare a tenere la bocca chiusa un po' più spesso-.
Caterina si bloccò, raggelata sul posto. Sentiva il controllo della situazione scivolarle lentamente tra le dita, lontano da lei, verso l'incontrollabilità che aveva temuto.
Sapeva che, in fondo, Nicola non aveva tutti i torti, e che stava parlando così duramente per l'ingiustizia che sentiva di aver appena subito. Sapeva però anche che, in fin dei conti, stava pur sempre parlando male di Lorenzo.
-È mio fratello, vacci piano anche tu con le parole-.
La notte di Capodanno, quando ne avevano parlato cercando di comprendersi a vicenda, non le era mai sembrata così distante come in quel momento.
Nicola la guardò a lungo, prima di sibilare:
-Sarà anche tuo fratello, ma rimane uno stronzo-.
La convinzione con la quale parlò le fece più male delle parole stesse. Caterina rimase in silenzio, totalmente scoraggiata; si avvicinò semplicemente al cancello, aprendolo con le chiavi, in un muto invito a Nicola di andarsene.
Non attese nemmeno di vederlo uscire, o una qualche parola di arrivederci alla festa che li attendeva più tardi: si girò, tornandosene indietro, verso la porta di casa, senza voltarsi.
*
Davanti alla pizzeria si erano formati diversi gruppetti di ragazzi e ragazze, tutti in attesa degli stessi festeggiati. Filippo e Pietro non erano ancora comparsi, anche se la maggior parte degli invitati alla festa era già arrivata. Giulia si guardò intorno per l'ennesima volta, sentendosi un po' disorientata di fronte a tutta quella gente che non conosceva. Riconobbe abbastanza facilmente praticamente tutti della 4°A: Alberto Gabbani era stato tra i primi ad arrivare, e anche Gabriele era arrivato puntualissimo, con il suo sorriso garbato che Giulia trovava gradevole - una delle pochissime eccezioni per quanto riguardava quella classe. Nicola era arrivato da poco, e Giulia era rimasta alquanto interdetta dai saluti freddi e distanti che si erano scambiati lui e Caterina. Si era già resa conto che qualcosa non andasse prima ancora di uscire di casa - sarebbe stato difficile non notare lo sguardo spento di Caterina-, anche se non si era ancora presentata l'occasione migliore per chiedere spiegazioni.
Il gruppetto più rumoroso era sicuramente quello formato dalle ragazze della 4°A: nonostante l'assenza prevedibile di Laura, Giulia non le trovava comunque più sopportabili.
Di tutti gli altri invitati, amici di Filippo e Pietro dai tempi delle medie o addirittura delle elementari, Giulia non avrebbe nemmeno saputo dire il nome. Era la prima volta che li vedeva, e la sensazione di spaesamento non faceva altro che aumentare ogni volta che si soffermava su di loro.
Faceva freddo, lì fuori, e sperava con tutta sé stessa che i due festeggiati si sbrigassero ad arrivare. Molti degli invitati tenevano in mano delle sporte e dei pacchi colorati: i regali, e anche il materiale utile per fare qualche scherzo ai due nuovi maggiorenni.
Anche Giulia teneva per i manici la borsa che lei, Caterina e Nicola avevano riempito quel pomeriggio. Erano riusciti ad architettare tutto all'ultimo minuto, in uno slancio che aveva del miracoloso. Alla fine Nicola aveva avuto la meglio anche sul chiedere consiglio ad Alessio: in vivavoce, dopo essere stato chiamato da Caterina, aveva snocciolato qualche consiglio veloce.
Lanciò un'ulteriore occhiata verso Nicola e Caterina, sempre in silenzio, a qualche passo di distanza l'uno dall'altra. Nemmeno Giulia aveva avuto il coraggio per lasciarsi andare troppo: si sentiva divorata ancora dall'imbarazzo al pensiero di come si erano parlati lei e Lorenzo. La curiosità e il voler sapere cosa fosse successo di così grave tra lui e Rebecca era ancora lì, intatta, ma non aveva neppure avuto il coraggio di chiedere delucidazioni a Caterina, che in ogni caso sembrava essere di umore nero.
Giulia venne distratta dall'arrivo di un'auto nera: riuscì a riconoscerla come l'auto nera del fratello di Filippo.
Prima che l'auto ripartisse, dalle porte posteriori sbucarono fuori sia Pietro che Filippo, leggermente affannati; le esclamazioni che partirono dal gruppo degli invitati furono molteplici. Giulia si lasciò sfuggire un sorriso, mentre li osservava avvicinarsi: Filippo era più bello che mai, i capelli scuri e ricci che gli contornavano il viso, e gli occhi che brillavano gioiosi.
-Alla buon'ora! Finalmente siete arrivati!-.
Giulia annuì, per una volta trovandosi d'accordo con quanto Alberto aveva appena urlato ai due festeggiati.
-Ora entriamo, state calmi!- ribatté Filippo, alzando le braccia. Lasciò Pietro fare strada verso l'ingresso della pizzeria: Giulia lo osservò cercarla tra tutti gli invitati, e dirigersi verso di lei una volta notata, sorridendole.
-Pronta per divertirti stasera?- Filippo le si rivolse scherzosamente, mentre Giulia ricambiava lo sguardo con fare malizioso:
-Tu piuttosto, sei pronto a qualche scherzetto preparato dalla sottoscritta?-.
Filippo scosse il capo, disperato:
-Non voglio nemmeno pensarci-.
Giulia rise di gusto, mentre lo prendeva a braccetto, avviandosi con lui al fianco verso l'entrata.
NOTE DELLE AUTRICI
Bentornati! Riprendiamo esattamente dal punto in cui ci siamo lasciati venerdì scorso, ovvero da Giulia che finisce letteralmente di fronte a Lorenzo. Secondo voi come mai si è lasciato con Rebecca?
Siete d'accordo con la presa di posizione di Caterina, che ha preso infine le difese del fratello anzichè di Nicola? Riusciranno a far pace, anche se alla festa sembrano ancora intenzionati ad evitarsi?
E alla fine ... The party is about to get started! Cosa nasconderà la nostra Giulietta per Filippo?
Magari lo scoprirete venerdì!
Kiara & Greyjoy
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