Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capitolo 20 - In the end (Pt. 5)

Non aveva idea di quanto tempo fosse già passato – potevano essere dieci minuti come trenta-, ma a Pietro sembrava ancora fossero passati appena pochi secondi dall'ultima volta in cui aveva visto Laura. Non sapeva dove fosse finita, né aveva intenzione di scoprirlo: si sentiva fin troppo vuoto ed amareggiato anche solo per accarezzare quell'idea.

Era stato più complicato di quel che aveva immaginato, e la sensazione di malessere che lo stava accompagnando da quando l'aveva perso di vista non l'aiutava. Non si era pentito – non credeva, almeno-, ma le parole di Laura continuavano a ronzargli in testa, come una litania dal tono derisorio, continuando a farlo sentire ... Sbagliato. Tremendamente sbagliato.

"La verità è che sei marcio dentro".

Laura si sbagliava, doveva sbagliarsi. Aveva ammesso i suoi errori già da tempo, cercando di ripararli al meglio possibile. Se fosse stato come diceva lei, se ne sarebbe fregato di tutte le conseguenze negative che avevano avuto le sue azioni.

Era migliore di quello che lei aveva cercato di fargli credere. Doveva aggrapparsi almeno a quella convinzione.

Si fermò un attimo, vicino alla soglia che dalla palestra riconduceva al corridoio. Per qualche secondo rimase ad ascoltare la canzone che era appena iniziata, e che rimbombava nelle casse a tutto volume; la musica sembrò soffocare le sue insicurezze, i pensieri che gli riempivano la mente.

Prese il telefono, guardando l'ora dal display: non mancava molto alla mezzanotte. Doveva mettersi alla ricerca di Filippo, Giulia, Nicola e Caterina: era piuttosto sicuro che non li avrebbe incrociati subito, ma se non si metteva subito in moto dubitava fortemente che ci sarebbe riuscito prima del brindisi finale.

Scrisse un messaggio sia a Filippo che a Nicola, prima di riprendere a camminare; non aveva persone davanti a sé, e fece lunghi passi veloci per arrivare al corridoio.

Quando girò a sinistra, gli occhi abbassati sul display del telefono in attesa di una qualche risposta, non ebbe nemmeno il tempo di capire cosa fosse successo che si ritrovò a ruzzolare malamente a terra, in un insieme confuso di gambe, braccia e capelli biondi terribilmente vicini al suo viso.

-Cazzo- bofonchiò Pietro, cercando di vederci qualcosa nella penombra del corridoio. Sperò di non aver investito troppa gente, ma a quanto pareva era solo una la persona a cui era andato addosso, nel tentativo di girare l'angolo.

Sentì una lunga fitta alla schiena, quando, nel tentativo di rimettere il telefono nella tasca dei jeans, si mosse appena contro il pavimento freddo, schiacciato contro di esso dal peso di colui che gli era finito sopra, lungo disteso.

-Puoi dirlo forte- gli fece eco l'altro, muovendosi goffamente.

Pietro si irrigidì istintivamente: a quella distanza minima non serviva urlare per riuscire ad udire le parole dette o riconoscere la voce di qualcuno

"Ora mi darà di nuovo dell'idiota".

Is it getting better?

Or do you feel the same?

Will it make it easier on you now?

You got someone to blame

Sperò che la penombra gli venisse in aiuto, rendendolo irriconoscibile all'altro. D'altro canto, l'amico di Caterina e Nicola non l'aveva mai sentito parlare: non avrebbe potuto riconoscerlo dalla voce, come invece era stato per Pietro. Ebbe l'impressione di sbagliarsi nel momento in cui, alzando gli occhi verso il viso del biondo, lo vide sbarrare gli occhi, sbigottito, per un attimo fugace.

"Potrei far finta di svenire e aspettare che si rialzi e se ne vada".

Era sicuro di essere arrossito all'inverosimile: c'era così poca distanza tra il suo viso e quello dell'altro che, con un po' di luce, avrebbe potuto contare ogni lentiggine sul suo naso.

-Tutto a posto?- il biondo gli si rivolse direttamente, portando un braccio al lato del capo di Pietro, per tenersi su – Ora cerco di alzarmi-.

-Tranquillo, tutto a posto- Pietro si schiarì la voce, cercando di soffocare un gemito per l'ennesima fitta alla schiena – Fai pure con comodo-.

L'altro lo guardò per qualche secondo con aria enigmatica, prima di portare anche l'altro braccio al lato di Pietro per far da perno. Puntellandosi sulle ginocchia e sui gomiti si rialzò piano; allungò una mano a Pietro, in un muto invito ad afferrarla per rialzarsi a sua volta.

Pietro la guardò per qualche secondo, prima di afferrarla. Si rialzò a fatica, la schiena dolorante, soffocando altri lamenti.

You say one love, one life

It's one need in the night

One love, get to share it

Leaves you darling, if you don't care for it

-Scusa-.

Quando Pietro si fu rimesso in piedi del tutto, il biondo non attese molto oltre per parlare di nuovo:

-Non ti avevo proprio visto- disse, passandosi una mano tra i capelli. Sembrava imbarazzato quanto Pietro, anche se lo dava più a vedere nei gesti che non dalla voce. Appoggiò una mano contro il muro, spostando il peso unicamente sulla gamba destra.

-Quindi ora potrei essere io a dare dell'idiota a te- commentò Pietro, serafico.

Vide l'altro lanciargli un'occhiata confusa, prima di aggiungere:

-Sono quello che hai chiamato idiota nel parcheggio-.

Lo osservò annuire, senza però troppa sorpresa: Pietro realizzò, in un lungo momento di puro imbarazzo, che probabilmente era stato riconosciuto sin da subito.

-Sì, ricordo-.

-Comunque in realtà è colpa mia, ho girato di colpo senza guardare davanti-.

Era piuttosto sicuro che di lì a qualche secondo si sarebbe visto ricevere ulteriori insulti; si sentì quasi stupito quando, invece, il biondo replicò, con voce piuttosto tranquilla:

-Quindi sono ancora in diritto di darti dell'idiota?-.

Pietro si massaggiò la schiena, cercando di attenuare il dolore, prima di annuire:

-Tecnicamente-.

Il sorriso divertito che si vide lanciare in risposta ebbe il potere immediato di farlo sentire meno a disagio: il sorriso del biondo era esattamente come lo ricordava, solare e naturale. Quasi magnetico.

-Sei sicuro di stare bene, idiota?-.

-Non morirò per una botta alla schiena ... Credo- Pietro cercò di apparire disinvolto, anche se ebbe l'impressione di non esserci riuscito appieno – La tua gamba?-.

Aveva notato come l'altro continuasse a tenere il peso del corpo sbilanciato solo su una gamba; in un flash dello scontro, Pietro ricordò vagamente di averlo colpito ad un polpaccio.

-Non credo mi sarà fatale-.

Ora che avevano spezzato il ghiaccio, a Pietro parve di vederlo meno freddo. Era parecchio diverso dal momento in cui lo aveva insultato prima della festa: stavano riuscendo a scherzarci su come se nulla fosse stato.

Non rispose altro, lasciando cadere la conversazione in un silenzio imbarazzato. Il biondo non sembrava propenso ad allontanarsi, non subito almeno: aveva provato a muovere appena la gamba dolorante, rinunciandovi subito dopo.

Pietro rimase ad osservarlo di sottecchi, cercando di pensare ad un qualsiasi argomento per parlare ancora; per quanto si sforzasse, gli stava risultando fin troppo difficile.

Ci aveva quasi rinunciato, prima che qualcosa gli tornasse in mente:

-Hai visto per caso Caterina e Nicola? Li stavo cercando-.

Non era sicuro che l'altro conoscesse anche Filippo e Giulia, ma già rintracciare Nicola sarebbe stato meglio di niente. Magari il biondo aveva avuto più fortuna di lui, e si ricordava se li aveva visti da qualche parte in particolare.

-No, non li ho ancora incrociati qui dentro, a dire il vero- gli rispose qualche secondo dopo, pensieroso – Sei un loro amico?-.

Non gliel'aveva chiesto in modo diffidente, segno che Pietro interpretò come se la risposta gli fosse comunque già nota.

-Sì. Un amico di Nicola, più che altro-.

Il biondo si limitò ad annuire; staccò la mano dal muro, cercando di non gravare troppo sulla gamba sinistra. Quando riuscì a mantenersi in equilibrio, rialzò il capo, rivolgendosi di nuovo a Pietro:

-Buona fortuna. Sarà un'impresa trovarli in questo casino-.

-Concordo- borbottò Pietro. Lo osservò mentre abbozzava qualche passo, segno che anche stavolta la conversazione era giunta ad un punto morto. Stavolta, però, non sembrava nemmeno sulla via di un possibile proseguimento.

-Comunque ... -.

Pietro si morse il labbro inferiore, dandosi dello scemo: aveva parlato prima ancora di sapere cosa dire. Vide l'altro girarsi verso di lui, in attesa, guardandolo con aria interrogativa.

"Che gli dico ora?".

Si sentiva gli occhi azzurri dell'altro su di sé, a scrutarlo incuriositi.

We're one, but we're not the same

We get to carry each other, carry each other

-Se non sei troppo affezionato al chiamarmi idiota, io sono Pietro-.

Aveva cercato di parlare il più normalmente possibile, ma dentro si sentiva solamente morire dall'imbarazzo. Era sicuro di star apparendo null'altro che un tizio impacciato che stava cercando di portar avanti una conversazione per qualche motivo che nemmeno lui capiva.

Quando vide il biondo riavvicinarsi e tendergli la mano destra, Pietro si sentì un po' meno idiota.

-Alessio Bagliore-.

La presa del biondo – di Alessio, aveva detto di chiamarsi Alessio- era solida, e calda, calorosa come lo era il sorriso un po' divertito e un po' sghembo che gli stava rivolgendo:

-Ma un cognome non te l'hanno dato?-.

-Cadorna- masticò Pietro, di nuovo imbarazzato. Era fermamente convinto che sarebbe stato eternamente grato alle luci poco luminose di quel posto.

Alessio rise appena, a tratti lascivo:

-Allora piacere, Pietro Cadorna. Suona meglio di "idiota", devo ammettere-.

Pietro annuì, silenziosamente. Per un attimo, un attimo fugace e che – già lo sapeva- il giorno dopo avrebbe negato anche solo di aver vissuto davvero, si ritrovò a pensare che quel sorriso sarebbe bastato a migliorargli l'intera serata.

One love, one blood

One life, you got to do what you should

One life with each other

*

Quando Filippo e Giulia raggiunsero il bancone che era stato allestito al centro della palestra, occupando due degli ultimi sgabelli rimasti liberi, mancavano pochi minuti alla mezzanotte.

Giulia si guardò intorno, allungando il collo, alla ricerca di un qualche viso famigliare nelle vicinanze. Non era passato molto tempo da quando aveva fatto un giro di sms per avvisare gli altri del gruppo di ritrovarsi tutti in quel punto della palestra: forse non erano ancora arrivati.

Quando si girò nell'altra direzione, Giulia dovette in parte ricredersi: a qualche sgabello di distanza riconobbe Pietro e, osservando con più attenzione, notò anche Alessio dietro di lui.

-Spostiamoci- Giulia si rivolse a Filippo, mentre scendeva – Due dei nostri sono laggiù-.

Non ci volle troppo per riuscire a spostarsi, anche se la calca davanti al bancone non era da sottovalutare; giunta in prossimità di Alessio e Pietro, Giulia si lanciò sulle spalle del biondo:

-Eccoti qua, Raggio di sole!- rise appena, quando lo sentì sussultare – Vedo che almeno eri in compagnia-.

Lanciò un'occhiata obliqua a Pietro, giratosi indietro verso lei e Filippo: teneva una bottiglia di birra in mano, già pronto al brindisi finale.

-Sì, abbiamo fatto conoscenza poco fa- si limitò a commentare Alessio, guardandola ancora in cagnesco per lo spavento appena preso.

-Avete visto Nicola e Caterina?- chiese Filippo, dubbioso.

-Li stavo cercando non molto tempo fa, ma senza risultati- rispose Pietro, passandosi una mano tra i capelli, spettinandoli ancor di più.

-E io non ho la minima idea di dove siano- ammise Alessio, con aria delusa.

-Voi non avete trovato noi, ma noi abbiamo trovato voi, però- esclamò una voce maschile, calma e soddisfatta al tempo stesso. Quando Giulia si girò non si stupì affatto di ritrovarsi di fronte Nicola e Caterina, entrambi sorridenti.

-Giusto in tempo per il conto alla rovescia!- esclamò Caterina, prendendo posto sullo sgabello vuoto accanto a Pietro.

Giulia guardò l'ora sul display del cellulare:

-Ormai mancano pochi minuti al nuovo anno-.

Era sempre una sensazione strana, per lei, l'inizio di un nuovo anno. Era la fine di qualcosa ed allo stesso tempo l'inizio di qualcos'altro di totalmente ignoto: ci sarebbe stato il posto per altri giorni in cui sarebbe potuto succedere di tutto.

L'unica certezza che aveva era che, almeno per quel passaggio, avrebbe avuto vicino alcune delle persone a cui teneva di più. Erano tutti lì, con lei, nella speranza che sarebbero rimasti anche nell'anno nuovo.





*il copyright della canzone (U2 - "One") appartiene esclusivamente alla band e ai suoi autori.

NOTE DELLE AUTRICI

E con questo siamo finalmente giunti al brindisi per festeggiare il 2012! Alla fine Pietro ha avuto ragione, e ha davvero incrociato di nuovo Alessio ... Anche se magari non nel modo in cui si era prospettato. Stavolta le cose sono, in fin dei conti, andate meglio di quando si sono incontrati nel parcheggio. Secondo voi è l'inizio di un'amicizia, come fantasticava Pietro qualche capitolo fa?

A mercoledì prossimo con la prima parte del capitolo 21!

Kiara & Greyjoy

PS: qualcuno ha colto la citazione a Brokeback Mountain quando Pietro ed Alessio si sono presentati?

E badate bene ... Non traete conclusioni affrettate solo per il riferimento a questo film. Pietro ed Alessio non sono Jack Twist ed Ennis Del Mar. Potrebbero riservare sorprese ben diverse 😉

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro