Capitolo 18 - When September Ends (Pt. 4)
Sia Caterina che Nicola scattarono di colpo a sedersi molto più compostamente, ma comunque troppo tardi per sfuggire allo sguardo allibito e a tratti nervoso di Lorenzo, arrivato molto prima del previsto, e nel momento più sbagliato.
Nicola si sentì raggelare il sangue: era la prima volta che si trovava faccia a faccia con il fratello maggiore di Caterina, ed aveva il terribile sospetto che quello fosse il modo più sbagliato per presentarsi; era nell'imbarazzo più totale: si era fatto beccare proprio a baciare quella che era sua sorella minore.
-Ciao- spezzò il silenzio Caterina, schiarendosi la voce ed alzandosi subito dopo dal divano - Come mai sei a casa così ... presto?-.
L'espressione di Lorenzo non era per niente conciliante. Nicola sentì lo sguardo dell'altro fermarsi proprio su di lui: fece di tutto per evitare di incrociarlo, pur consapevole di aver ancora gli occhi di Lorenzo puntati addosso in maniera tutt'altro che pacifica.
-Hanno annullato l'ultima lezione di oggi- Lorenzo rispose seccamente, lasciando a terra accanto all'attaccapanni la tracolla che fino a quel momento aveva tenuto appoggiata alla spalla destra - Immagino di essere arrivato nel momento meno opportuno-.
Non si era ancora rivolto a Nicola, non direttamente. Non sembrava nemmeno del tutto intenzionato a farlo: pareva deciso a continuare a considerarlo praticamente invisibile.
Nel pieno dell'imbarazzo, Nicola si alzò a sua volta, avanzando con passo incerto. Caterina si girò verso di lui con fare interrogativo, ma non riuscì a fare in tempo a dire nulla: Nicola, in preda all'istinto e ad un'improvvisazione che non gli era propria, aveva fatto qualche altro passo verso Lorenzo, tendendogli la mano.
-Io sono Nicola- parlò con voce molto meno convinta di quel che aveva sperato, ma ormai era tardi per tirarsi indietro e cancellare gli ultimi minuti - Il ragazzo di Caterina-.
-Lorenzo. Suo fratello maggiore, ma questo già l'avrai capito-.
Lorenzo ricambiò la stretta in maniera fredda, a tratti ostile, ma stringendo sufficientemente con forza la mano di Nicola per fargli capire di non essere per niente più tranquillo dopo quella presentazione.
Quando sciolsero la stretta, Nicola non poté fare altro che sentirsi ancor più a disagio.
-Io ... - esitò, mentre si voltava indietro verso Caterina, in cerca di qualche appiglio - Forse è meglio che vada, adesso-.
Al contrario di quel che si sarebbe aspettato, da Lorenzo non provenne nemmeno una parola. Si girò qualche secondo verso di lui solo per rendersi conto che, in realtà, si era chinato per frugare nella tracolla, alla ricerca di qualcosa. Sembrava disinteressato sia a lui che a Caterina, anche se Nicola suppose che fosse solo una finta.
Tornò a guardare Caterina, con fare disorientato: era ancora rossa in faccia, un'espressione difficilmente descrivibile, in bilico tra la voglia di sprofondare nella vergogna e l'inadeguatezza che quella situazione stava portando un po' a tutti i presenti.
Alla fine la vide cedere, annuendo piano:
-Ti accompagno fuori-.
-Che figura!-.
Caterina continuò a non alzare gli occhi, nonostante fosse consapevole di dover perlomeno cercare di calmare Nicola, che stava continuando ad imprecare dal primo momento in cui avevano messo piede in giardino.
Ormai fuori stava calando sempre di più il buio della sera, e l'aria si faceva sempre più fresca e pungente; non era comunque solo il freddo a far stringere Caterina nelle spalle.
Le sembrava ancora di sentire su di sé lo sguardo freddo e falsamente calmo di suo fratello: farsi trovare in quella situazione non era stato affatto l'ideale. Aveva l'impressione che, dopo quell'inizio, le cose tra suo fratello e Nicola avrebbero stentato a decollare.
-Sarà meglio che tu vada, mia madre sarà qui tra poco- mormorò infine Caterina, di punto in bianco.
-Tanto tuo fratello lo dirò ai tuoi, no?- le domandò Nicola, preoccupato.
Caterina non aveva idea di cosa avesse in mente Lorenzo: forse si sarebbe tenuto tutto per lui, o forse l'avrebbe detto subito a Marianna e a Francesco. I suoi genitori non sapevano nulla di Nicola, non di certo che stavano insieme: lo consideravano un suo amico, e forse potevano sospettare qualcosa, ma mai Caterina aveva fatto in modo di confermare i loro sospetti. Non fino a quel momento.
-Non so cosa farà mio fratello- sospirò, massaggiandosi la fronte a causa del mal di testa che le stava venendo - In questo momento non voglio neanche pensarci-.
-Ottimo- tagliò corto Nicola, sarcasticamente, continuando a picchiare un piede a terra.
-Adesso è davvero meglio se vai- disse nuovamente Caterina, con voce sconfitta. Non era particolarmente felice di vederlo andarsene, ma visto i recenti sviluppi non credeva nemmeno sarebbe stato possibile rimanere ancora un po' con lui a casa.
-Già. Per oggi è già andata piuttosto male- le rispose lui, mentre si avviava lungo il vialetto lungo il giardino della casa, fino alla sua bici, tenuta in piedi dal cavalletto.
Caterina lo seguì in silenzio, aspettando che Nicola fosse pronto per uscire in strada: quando lo vide afferrare il manubrio e spostare la bici, lo superò, andando ad aprire il cancelletto con le chiavi che aveva preso prima di uscire di casa.
La strada su cui dava il giardino di Caterina era quasi sempre deserta, lontana dal traffico congestionato che si poteva ritrovare in alcune strade principali del paese; avrebbero potuto salutarsi anche lì, prima di dividersi fino al giorno seguente.
-Ci vediamo domani a scuola- disse infine Nicola, decisamente meno allegro di quando invece era arrivato, qualche ora prima.
-Certo- Caterina gli si avvicinò, pronta a lasciargli un bacio come saluto - Comunque non farti abbattere troppo. È stata una bella giornata, in fin dei conti-.
-E lo sarebbe stata ancor di più senza l'inconveniente di tuo fratello- si ritrovò ad annuire lui, con sguardo perso nel vuoto. Caterina sospirò sconsolata: riusciva a comprendere la preoccupazione di Nicola, anche se ormai non rimaneva altro da fare che stare a vedere cosa sarebbe successo.
-Adesso non pensarci troppo- gli mise una mano sulla spalla, cercando di confortare almeno lui - Dopo ti scrivo e ... -.
Caterina si ammutolì di colpo, senza riuscire a dire altro: sentì il rombo di un'auto arrivare sempre più vicino a loro, a mano a mano che percorreva la strada. Avrebbe riconosciuto il rumore di quel motore ovunque, e quella consapevolezza non fece altro che farla rimanere ancor più immobile.
Sia lei che Nicola si fermarono a guardare interdetti, girandosi verso l'auto grigia che dopo alcuni secondi parcheggiò proprio davanti alla cancellata di Caterina.
Nicola si voltò di scatto verso di lei, gli occhi ancor più pieni di terrore:
-Non dirmi che ... -.
-Già- Caterina annuì impercettibilmente, già pronta all'ennesima situazione imprevista - Pronto a conoscere anche mia madre?-.
Nicola spalancò gli occhi, prima di tirare un sospiro rassegnato; non gli rimase che riabbassare il cavalletto della bici ed attendere.
Anche Caterina stava attendendo l'ora del verdetto: non passò molto prima che il motore dell'auto scemasse, e che lo sportello del guidatore si aprisse, lasciando scorgere la chioma riccia e castana di Marianna.
Caterina cercò di trattenere una risata nervosa, mentre osservava l'espressione confusa ed incuriosita di sua madre, mentre avanzava verso di loro. Non aveva la minima idea di cosa si sarebbe dovuta ritrovare a dire.
-Ciao!- Marianna sembrò piuttosto naturale, mentre salutava Caterina, e continuando ad osservare Nicola.
-Anche tu in anticipo, a quanto pare- borbottò Caterina, incrociando le braccia al petto - Lui è Nicola, l'amico che ogni tanto ti nomino-.
Nicola arrossì impercettibilmente, mentre allungava la mano destra verso Marianna:
-Piacere-.
-Piacere mio- Marianna continuò a scrutarlo mentre ricambiava la stretta di mano, ora con un sorriso decisamente più malizioso - Il famoso Nicola, giusto?-.
Ci furono attimi di teso silenzio, lo sguardo pieno di panico di Caterina che si spostava freneticamente da Nicola a Marianna, incapace di formulare una risposta con un vago senso.
-Comunque è un piacere conoscere gli amici di mia figlia. Soprattutto gli amici stretti- Marianna fece un passo verso il cancello, ancora con lo stesso sorriso astuto stampato in viso - Vi lascio da soli per i saluti. E Nicola ... Dovresti passare più spesso, sul serio-.
L'unica risposta che ebbe fu uno strozzato "Va bene" dall'interessato, e il medesimo silenzio incredulo di Caterina.
Quando Marianna fu finalmente entrata in casa dopo aver percorso il vialetto, Caterina non riuscì più a trattenersi: scoppiò in una risata nevrotica, scuotendo il capo con fare disperato.
-Credi che sia andata così male?- Nicola la tenne osservata con fare pessimista, pallido in faccia come non mai.
A Caterina servì almeno un minuto per riprendere fiato e riuscire a parlare di nuovo:
-No, credo che tu le piaccia- biascicò, schiarendosi la voce - E credo anche che abbia intuito che tu non sia esattamente un amico-.
-Su quello non c'era dubbio- replicò Nicola, a mezza voce.
Caterina annuì tra sé e sé: era davvero convinta che Marianna avesse reagito positivamente a quella specie di notizia. Lo poteva intuire da come aveva guardato Nicola tutto il tempo, e anche per il modo in cui gli si era rivolta: tutt'altra maniera da quella che gli aveva riservato Lorenzo.
Era comunque un buon punto di partenza.
-Vediamo il lato positivo: ora non dovrai più venire qui in clandestinità-.
Nicola le sorrise appena, ancora frastornato dagli ultimi eventi:
-È già un passo avanti-.
-E dovrai prepararti al terzo grado che ti farà mio padre quando verrà a sapere di te-.
L'ennesimo attacco di riso - pur meno nervoso- che ebbe Caterina fu la risposta all'espressione disperata di Nicola, forse disperata quanto si sentiva lei ad immaginarsi suo padre parlare al suo ragazzo.
NOTE DELLE AUTRICI
Siamo finalmente giunti alla fine di questo capitolo! Vi aspettavate fosse proprio Lorenzo a beccare i due piccioncini?
Le cose non sembravano essersi messe troppo bene per Caterina e Nicola, ma alla fine possiamo dire che non tutto è andato a rotoli come già si immaginavano.
Appuntamento a (probabilmente) venerdì prossimo, con il 19!
Kiara & Greyjoy
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