Capitolo 16 - Another Year (Pt. 3)
-Gli è sempre appiccicata. Che ansia che fa venire- Laura aveva sbottato sottovoce, forse per non farsi sentire da Filippo. Si era allontanato poco prima con Giulia, a qualche metro da loro; non erano nemmeno troppo distanti, ma sufficientemente per non riuscire ad udire la frustrazione di Laura.
-È innamorato, Laura. Lascialo stare- ribatté Gabriele, prendendo le difese di Filippo e Giulia.
Laura sospirò seccata, come se quell'evidenza potesse solamente darle ulteriore fastidio. E forse, pur tacitamente, sperava nella manforte di Pietro, anche se, senza saperlo, stava aspettando inutilmente.
Pietro si rigirò la sigaretta tra le dita, portandosela alle labbra subito dopo, con calma.
Aveva ascoltato ben poco di quello che Laura e Gabriele avevano detto finora; le parole gli erano giunte ovattate, come se provenissero da persone lontane, e verso cui non provava alcun interesse.
Aveva evitato il più possibile di rivolgere lo sguardo verso Giulia e Filippo, dirigendolo altrove, nel tentativo di distrarsi e non cadere nella tentazione di allontanare Giulia a male parole.
Ed ora erano secondi, forse anche minuti, che teneva lo sguardo puntato verso il gruppetto di Nicola, la curiosità che gli impediva di scostare gli occhi.
Non aveva idea di chi fosse il ragazzo biondo che aveva raggiunto poco prima Caterina e Nicola. Forse, in fondo, nemmeno gli interessava saperne il nome.
E forse sapeva anche che avrebbe fatto meglio a smettere di fissarlo, anche se la cosa stava risultando più ardua del previsto; ci aveva già provato a porre fine a quella lunga occhiata che gli stava riservando, ma poco dopo i suoi occhi erano tornati di nuovo a posarsi su di lui, come attratti in un gioco magnetico.
Forse era stata tutta colpa delle iridi chiare ed azzurre dell'altro, o del sorriso particolarmente allegro che gli illuminava tutto il viso. Potevano essere state entrambe le cose, o forse addirittura nessuna delle due; forse era qualcos'altro, senza riuscire comunque a capirlo.
Di sicuro era qualcuno che le ragazze avrebbero reputato bello, pur non nella maniera più convenzionale, e si sentì per un lungo minuto piuttosto turbato nel rendersi conto che anche lui avrebbe di sicuro utilizzato quell'aggettivo per descriverlo.
Forse era solo una sensazione dettata dalla situazione. Forse erano davvero stati quegli occhi a colpirlo così tanto; quegli stessi occhi che si erano mossi in quel momento, spostandosi nella direzione di Pietro.
Distolse lo sguardo in ritardo: aveva incrociato le iridi azzurre per qualche secondo, ed era bastato quel breve lasso di tempo a far sentire Pietro un completo idiota.
-Amore, che hai? Sei pallido-.
Laura l'aveva appena scosso sulla spalla, costringendolo a guardarla. Sembrava essere tra l'impaziente e l'apprensivo, anche se Pietro si scoprì essere ancora una volta non particolarmente interessato a ciò che stava dicendo la sua ragazza.
-Sto bene- farfugliò, facendo un tiro con la sigaretta - In ogni caso, lascia stare Filippo. Non è il caso di tirare troppo la corda di nuovo-.
Laura stava già per ribattere, e per zittirla Pietro si sporse verso di lei, baciandola. Il bacio durò per pochi secondi, giusto il tempo per quietarla e farla desistere dal ribattere.
A quanto pareva, il bacio servì anche per rabbonirla, distraendola da Filippo e Giulia. Pietro ne fu sollevato: Giulia continuava a non piacergli, e su questo ancora si trovava in perfetto accordo con Laura; ma da quando lui e Filippo si erano riappacificati, non poteva fare a meno di cercare di mantenere la parola data: doveva lasciarli in pace, o perlomeno evitare le prese in giro.
Passò poco tempo dall'arrivo delle prime corriere. Fu poco dopo l'arrivo di alcune corriere della linea di Verona che, con grande sollievo di Pietro, Laura dovette smetterla di sparlare di Giulia: lei e Filippo si erano spostati dal punto dove erano rimasti fino a quel momento, avvicinandosi di nuovo al loro gruppetto. Pietro poté notare lo sguardo tutt'altro che entusiasta di Giulia, e il sorrisetto falso che Laura aveva assunto non appena li aveva visti avvicinarsi. Provò un irrimediabile fastidio per entrambe.
-È tempo dei saluti?- chiese Gabriele, intuendo che Giulia fosse sul punto di allontanarsi verso la sua corriera. Evidentemente Filippo era tornato in loro compagnia solo per non rimanere solo dopo la dipartita della sua ragazza.
-Almeno per me, sì- gli rispose infatti Giulia, senza troppa convinzione - Vi lascio qui Filippo-.
-Ce ne prenderemo cura noi, non preoccuparti- cinguettò Laura, che continuava a sfoggiare quel sorriso radioso che Pietro cominciava davvero a mal sopportare. Per quanto anche lui detestasse l'idea che Filippo stesse con una come Giulia, si era ripromesso di affrontare la questione in maniera più distaccata; Laura, invece, sembrava esser ancora convinta di essere brava a fingere approvazione verso di loro.
-Non saluti Caterina e gli altri?- Filippo si rivolse a Giulia velocemente, prima che questa si allontanasse definitivamente.
Pur non ammettendolo, Pietro si ritrovò improvvisamente interessato alla domanda. Cercò di apparire distaccato, mentre aspettava con curiosità un qualche altro dettaglio in più.
-Li ho praticamente salutati prima- rispose lei, facendosi poi dubbiosa - Anche se non capisco che sia successo a Nicola. Era particolarmente tranquillo, prima-.
Filippo aggrottò la fronte, confuso:
-Non l'hanno detto a te e Caterina?-.
Pietro non capì minimamente a cosa si stesse riferendo, anche se intuì che la questione doveva per forza riguardare Nicola e l'altro ragazzo. Notò il disorientamento anche nell'espressione di Giulia.
-Si sono parlati quest'estate. Sembra abbiano risolto le divergenze che avevano tra loro-.
Per quanto non sapesse alcunché su ciò di cui stavano parlando, Pietro osservò comunque Giulia spalancare la bocca per la sorpresa, senza però dire nulla.
-Seriamente?- Giulia riprese la parola solo alcuni secondi dopo, il tono della voce che spaziava dalla meraviglia all'incredulità. Lanciò un'occhiata alla corriera, per poi tornare subito su Filippo:
-Domani mi spiegherai meglio, intesi?-.
Filippo annuì, e il secondo dopo Giulia si allontanò, dopo aver dato un saluto generale a tutti. Pietro fece un ultimo tiro con la sigaretta, prima di lasciare il mozzicone a terra; si sentiva già decisamente più rilassato ora che Giulia se ne era andata definitivamente.
-Di che stavate confabulando tu e la tua fidanzata?- chiese Laura, curiosa.
Filippo le lanciò un'occhiata sufficiente, non del tutto intenzionato a slacciarsi troppo sull'argomento:
-Solo una cosa che riguarda Nicola e l'amico di Caterina che è lì con loro in questo momento-.
Pietro lanciò un'altra occhiata veloce al biondo: era, in fin dei conti, piuttosto intuibile che fosse un amico di Caterina. Fosse stato di Nicola, in quel caso, di sicuro avrebbe già saputo chi fosse.
-Un amico della sua ragazza?- riprese Laura, maliziosa - Speriamo proprio che sia solo un amico-.
Filippo non le rispose, limitandosi solo a guardarla malamente per qualche secondo, prima di distogliere definitivamente gli occhi.
Pochi minuti dopo, arrivò anche la Galliera. Nel momento in cui la corriera si parcheggiò ai lati della strada, non distante da dove erano tutti loro, Gabriele gli si avvicinò:
-Prendi la nostra corriera oggi?-.
-C'è un motivo in particolare per cui dovrei?- ribatté Pietro. Con la coda dell'occhio vide il trio formato da Caterina, Nicola e l'altro ragazzo avvicinarsi alle porte della corriera, in attesa che le porte venissero aperte dal conducente.
"No, lui non è un motivo valido per cambiare abitudini".
-No. È semplicemente per rimanere in compagnia- gli rispose Gabriele, alzando le spalle.
-A dire il vero dovevo ... - iniziò Pietro, ma l'altro lo interruppe subito:
-Dai, per un giorno! Non fare il difficile-.
Pietro rimase interdetto per alcuni secondi, prima di cedere definitivamente. Si ritrovò nel giro di qualche minuto - dopo aver salutato Laura con un altro bacio piuttosto lungo- a seguire Gabriele, in direzione della Galliera.
Salì i gradini della porta posteriore della corriera, davanti a Filippo e a Gabriele; erano stati i primi a salire da lì, appena erano state aperte le porte, e Pietro non si stupì di notare che le file oltre la metà della corriera erano ancora completamente deserte. Non avrebbero avuto problemi a trovare un sedile che aggradasse tutti.
Proseguì verso una delle ultime file, prendendo poi posto accanto al finestrino. La tranquillità su quel posto durò poco, giusto il tempo che servì a Gabriele per raggiungerlo e guardarlo malamente:
-Dovresti essere tu a stare sul sedile esterno-.
Pietro si ritrovò a sbuffare: era abituato ai toni perentori dell'amico, ma sopportava sempre poco quando tendeva a far notare anche dettagli così insignificanti come quello che riguardava i posti dove sedersi.
-Non farai molta fatica ad alzarti per lasciarmi scendere alla mia fermata- gli fece notare, pur sapendo già che Gabriele, pur con tutta la garbata tranquillità del mondo, non avrebbe ceduto affatto.
-Si tratta di ottimizzare il tempo, Pietro- come volevasi dimostrare, Gabriele non demorse - Sarà più comodo per entrambi se ci scambiamo i posti subito-.
Pietro faticò non poco a trattenere qualche imprecazione: cominciava già ad essersi pentito di aver voluto accompagnare Gabriele sulla Galliera. Nonostante questo, dopo qualche secondo di silenzio, si spostò comunque.
-Sappi che passerà parecchio tempo prima di rivedermi qua- mormorò seccamente a Gabriele, mentre si rimetteva in piedi nel corridoio della corriera, in attesa che l'amico si sedesse su quello che, per brevissimo tempo, era stato il suo sedile.
-Come sei permaloso- lo rimbrottò l'altro, che al contrario di Pietro, si mise a sorridere, mentre prendeva posto accanto al finestrino.
"Il tipico sorriso di chi ce l'ha vinta anche stavolta".
Pietro non fece nemmeno in tempo a cercare una risposta abbastanza tagliente; rinunciò ad aprir bocca quando si sentì venire addosso qualcuno che, a quanto pare, per non cadere in avanti aveva preferito aggrapparsi alla sua spalla.
-Scusami!-.
Nel voltarsi indietro, Pietro rimase imbambolato un paio di secondi, prima di realizzare che colui che gli era appena finito addosso, aggrappato alla sua spalla, era proprio l'amico di Caterina - quello con cui a quanto pare Nicola aveva avuto problemi, quello che aveva osservato fino a poco prima di salire in corriera. Pietro deglutì rumorosamente, in imbarazzo per quell'inaspettata vicinanza, e per quel contatto fugace.
-Sono inciampato- continuò il biondo, prendendo probabilmente il silenzio di Pietro come una reazione offesa - Mi sono aggrappato a te per istinto per non spiaccicarmi a terra-.
Così da vicino Pietro riusciva a notare le efelidi sul naso e ad osservare meglio il colore delle iridi - un azzurro che sarebbe potuto benissimo passare per un verde chiaro con la poca luce nella corriera, così diametralmente diverso dagli occhi scuri di Filippo o di Laura.
Dovette sforzarsi ancora una volta per rispondere e non rimanere silente come uno stupido.
-Tranquillo, non c'è problema- si limitò a farfugliare, distogliendo il viso subito dopo.
Si lasciò cadere immediatamente sul sedile accanto a quello occupato da Gabriele, cercando di mantenere lo sguardo fisso davanti a sé - anche se nulla gli impedì di notare, con la coda nell'occhio, il biondo sedersi sulla stessa fila di sedili, accanto al finestrino.
Si domandò fugacemente, e con un vago senso di imbarazzo, se si fosse accorto dello sguardo troppo insistente. Forse l'aveva trovato strano, anche se il biondo non aveva dato cenno a qualche disagio: per i pochi secondi che si era limitato a rivolgergli la parola, aveva accennato ad un sorriso di circostanza.
-Ecco dov'eri finito!-.
Ancor prima di alzare gli occhi lungo il corridoio, Pietro riconobbe la voce di Caterina. La vide percorrere velocemente lo spazio dall'inizio della corriera fino alla fila del biondo, al quale si era appena rivolta. Dietro di lei, a breve distanza, stava arrivando anche Nicola.
-Dove pensavi fossi andato?- la prese in giro bonariamente il biondo - Devo pur prendere questa corriera per tornare a casa-.
Pietro continuò a non girarsi. Vide Caterina sedersi sul sedile davanti a quello dell'amico, Nicola sedutosi accanto a lei non appena raggiunta la fila giusta.
Fu difficile mantenere quell'atteggiamento distaccato per i minuti dopo; anche se non li aveva più incrociati, gli occhi azzurri del biondo rimasero a vorticargli in testa per il resto del viaggio.
You 'bout to break me
I swear you got me losing my mind
(Rihanna - "What's my name")
NOTE DELLE AUTRICI
Ed eccoci arrivati anche all'ultima parte di questo capitolo nella quale un certo raggio di sole sembra aver proprio attirato l'attenzione di qualche moro... o è forse solo un'impressione passeggera? Chi lo sa!
Filippo, invece, ha aperto il "vaso di pandora" rivelando, finalmente, ciò che si nascondeva dietro allo strano comportamento di Nicola e Alessio... ma quanto durerà questa tregua? Continuate a leggere per scoprilo!
Alla prossima settimana
Kiara e Greyjoy
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