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Capitolo 16 - Another Year (Pt. 2)

-Dobbiamo recuperare il tempo che abbiamo perso quest'estate, non credi?-.

Filippo l'aveva sussurrato maliziosamente, tenendo Giulia abbracciata da dietro.

Erano al loro solito posto, lungo il corridoio che collegava l'ala dove si trovavano le loro nuove aule a quella dove, l'anno prima, era collocata la vecchia 3°A. Si era divisi da poco da Nicola e Caterina, che avevano preferito gironzolare al pianterreno; Giulia e Filippo, invece, avevano preferito rimanersene lì, in tutta tranquillità, a godersi il primo intervallo dell'anno nuovo.

-Dire proprio di sì- ridacchiò Giulia, annullando le distanze tra lei e Filippo, in un bacio a stampo. Filippo le sembrava sereno e allegro, cosa che di sicuro le faceva piacere: quasi si sentiva in colpa di tirar fuori un argomento spinoso come quello di cui voleva parlargli.

-Prima però, mi devi spiegare una cosa- disse, appena il bacio finì, e lasciando Filippo confuso. A quanto pareva l'aveva veramente preso contropiede, anche se in fondo poteva intuire benissimo a cosa Giulia si stesse riferendo.

-Perché stamattina eri con Pietro?- cercò di essere più neutra possibile nel domandarglielo, anche se a fatica - Mi sembrava di ricordare che non vi parlavate più da mesi-.

Filippo non rispose subito, l'aria pensierosa. Giulia cercò di non incalzarlo, anche se la curiosità e il bisogno di avere qualche risposta diventava più forte ogni secondo che passava. Aveva passato tutte le prime due ore di lezione a domandarsi se si era per caso persa qualche passaggio, qualche cosa che doveva essere successa tra Filippo e Pietro e di cui lei non sapeva nulla.

-È stato così fino a non molto tempo fa, infatti- disse infine Filippo - Diciamo che le cose sono un po' cambiate, ultimamente-.

-In che modo?- non riuscì a trattenersi Giulia.

Filippo alzò le spalle, come se si sentisse a disagio nel parlarne:

-Abbiamo avuto modo di chiarirci. E stamattina ha avuto anche l'occasione per dimostrarmi che, se vuole, può essere migliore di com'era- la voce di Filippo prese più convinzione, a mano a mano che le parole uscivano - Lo sai che è mio amico: vorrei potergli dare questa seconda possibilità. Mi fido di lui ... E puoi stare tranquilla anche tu-.

"Seconda possibilità? Gliene hai date anche più di due" pensò tra sé e sé Giulia, preferendo però non dar voce a quei suoi pensieri.

Un po' la ferì avere la tacita conferma che, effettivamente, Filippo aveva parlato con Pietro senza dirle nulla. Si chiese se l'avesse fatto perché temeva una sua possibile reazione alla notizia, o per evitare che lei cercasse di fermarlo.

In ogni caso, ormai non poteva più intervenire: le cose sembravano già essere state risolte tra di loro. Forse Filippo non aveva avuto tutti i torti a cercare di chiarire, ma lei non poteva fare a meno di pensare che Pietro, di seconde possibilità, non ne meritasse più alcuna.

Si sentì tremendamente amareggiata.

-Non credo che non mi odi più- si limitò a borbottare, senza aggiungere altro.

Filippo la strinse maggiormente, lasciandole un bacio sui capelli castani:

-Credo che sarà più disposto a venirci incontro, però. Sono piuttosto sicuro che non ricapiteranno più certe cose-.

Giulia annuì, senza convinzione. Per quanto Filippo avesse cercato di rassicurarla, nutriva ancora forti dubbi sulla bontà delle azioni di Pietro. Fino a quando lui stesso non le avrebbe dato prova sufficiente del suo pentimento, non si sarebbe fidata minimamente di lui.

*

Così come era stato per le prime due ore, anche la terza e la quarta furono piuttosto leggere, e passarono relativamente in fretta.

Poco prima di uscire dall'aula, Giulia aveva preso con sé un pacchettino di carta colorata, dove teneva un piccolo pensiero per Filippo. Al primo intervallo si era dimenticata di doverglielo dare, anche se a ben pensarci, quello sarebbe stato un pessimo momento per consegnarglielo: le ci era voluto un po' di tempo per mandar giù il boccone amaro ricevuto nel sapere della rinnovata amicizia tra Filippo e Pietro.

Quando uscì dalla classe, i suoi compagni erano già tutti fuori, compresa Caterina: era già con Nicola e Filippo, mentre la aspettavano.

-Alla buon'ora!- esclamò Caterina, quando finalmente Giulia li raggiunse, davanti alla 4°A - Ti eri persa, per caso?-.

-Sono solo andata con calma- ribatté Giulia, cercando di tenere nascosto il pacchettino dietro la schiena e di mantenere un'aria indifferente.

-Che hai lì dietro?-.

Il suo tentativo era già fallito, nel momento stesso in cui Filippo si era sporto dietro la sua schiena per sbirciare.

-Nulla!- esclamò lei, sforzandosi di non scoppiare a ridere quando poi Filippo l'abbracciò per tenerla ferma, sfilandole il pacchetto colorato dalle mani. Alla fine si ritrovarono a ridere entrambi, sotto le espressione incuriosite di Nicola e Caterina.

-Ho come l'impressione che sia per me- disse infine Filippo, dopo aver ripreso fiato. Ad un cenno affermativo di Giulia, chiese, nuovamente:

- Cos'è?-.

-Aprilo, no? Fai prima che a domandarlo- replicò Nicola, dandogli una pacca sulla spalla destra.

Filippo non se lo fece ripetere ancora: aprì il pacchettino, strappando la carta colorata. Lasciò che il ciondolo che il pacchetto conteneva gli scivolasse sul palmo aperto della mano; se lo rigirò tra le dita, osservandolo meglio: un ciondolo che raffigurava un sole e una luna. Giulia osservò fieramente il suo acquisto: l'aveva comprata ad una bancarella del mercato di Sesto Levante solo una settimana prima, trovandola sorprendentemente simile alla collana che Filippo le aveva regalato per il suo compleanno, l'anno prima.

Prima che Giulia potesse dire qualcosa, sentì le labbra di Filippo sopra le sue.

-Grazie mille, amore- soffiò piano Filippo, tenendo le labbra ancora a pochi centimetri da quelle di Giulia.

-Ora potrai dire che abbiamo entrambi una collana piuttosto simile- sorrise lei, compiaciuta.

Prima che Filippo potesse risponderle qualsiasi cosa, ci pensò Caterina ad interromperli, le mani sui fianchi con un'aria severa:

-Finitela con queste sdolcinatezze, e rispondete ad una domanda più importante: oggi che usciamo un'ora prima che facciamo?-.

-Mi sembra abbastanza ovvio- commentò Nicola, alzando le spalle. Giulia quasi si mise a ridere tra sé e sé: probabilmente anche i muri dei corridoi dovevano già aver intuito dove Caterina volesse andare a parare.

-Andiamo in stazione?- domandò la riccia, confermando i sospetti di tutti.

Nicola allargò le braccia, lasciandosi sfuggire un sorriso:

-Che ti avevo detto? Era abbastanza ovvio cosa volessi fare-.

-Ci sarà anche Alessio?- domandò Giulia. Poteva già immaginare la risposta, anche se non aveva idea se la cosa potesse essere effettivamente così ovvia: non credeva che Nicola ne sarebbe stato troppo entusiasta.

-Quasi sicuramente- disse Caterina, annuendo - Gli ho scritto stamattina per dirmi se passa per la stazione, e a meno di cambi improvvisi di programma, sembra che lo incroceremo-.

Giulia rimase confusa per qualche secondo: Nicola non aveva fatto una piega, né sembrava particolarmente incattivito dalla prospettiva di rivedere già Alessio.

-Ottimo. Gustarsi gli occhi con un tizio figo va sempre bene- cercò di sdrammatizzare, stuzzicando Filippo allo stesso tempo. Dovette trattenersi dal ridere, quando lo vide fulminarla con lo sguardo

-Condivido in pieno- rise a sua volta Caterina.

Filippo e Nicola si scambiarono un'occhiata disperata, prima che il biondo sintetizzasse il tutto:

-Siete pessime-.

*

Pur essendo metà settembre, il sole picchiava ancora forte sulle teste degli studenti che si stavano accingendo ad uscire dalla scuola, una volta che era finalmente suonata la campanella della penultima ora.

Giulia cercò di legarsi i capelli con un elastico, mentre camminava lentamente al fianco di Filippo, cercando di non pestare la caviglia di Caterina, che le camminava davanti e affiancata a sua volta da Nicola.

Pensava di aver superato abbastanza bene, almeno per il momento, il dissapore dovuto alla notizia di Filippo e Pietro, ma aveva dovuto ricredersi giusto un minuto prima, quando aveva notato Pietro - accompagnato da Laura e Gabriele- poco dietro di loro, probabilmente sulla via della stazione a sua volta.

Aveva deciso di ignorare il più possibile la sua presenza, anche se a quanto sembrava Filippo e Nicola non dovevano essere dello stesso avviso: in quegli unici cinque minuti di strada che avevano percorso, si erano girati spesso e volentieri ad urlare frasi verso gli altri tre, bonariamente. Giulia sperava soltanto che la smettessero il prima possibile di richiamare l'attenzione di Pietro, ribollendo nel suo silenzio pieno di nervosismo.

Il tragitto fino alla stazione di Piano Veneto fu, in ogni caso, piuttosto breve: il gruppetto di Pietro non li raggiunse mai a sufficienza da poter riunire entrambe le comitive in un'unica grande compagnia, e lui, Gabriele e Laura rimasero per tutto il tempo sempre dietro di loro, nei pochi metri che li separavano comunque. Fu una volta arrivati che le cose andarono peggio.

In stazione - più popolata del solito- Filippo aveva preferito avvicinarsi a Gabriele, Pietro e Laura. Erano staccati di qualche metro da dove si trovava Giulia al momento, accanto a Caterina e Nicola; una visuale perfetta per osservare Filippo, e tenere d'occhio Cadorna.

Lasciò perdere Filippo momentaneamente, per tornare con lo sguardo su Caterina: anche lei si guardava intorno, picchiettando nervosamente un piede a terra.

-Alessio ti ha scritto?- le domandò. Era piuttosto ovvio che Alessio ancora non si fosse fatto vedere, ma se Caterina continuava a cercarlo con lo sguardo, forse qualche speranza che comparisse doveva ancora esserci.

-No, ma dovrebbe essere già qui, a quest'ora- borbottò Caterina, controllando l'ora sul display del cellulare.

-Arriverà- inaspettatamente a dirlo era stato Nicola, con l'innata calma che, a dispetto delle aspettative, non sembrava essere stata scalfita dall'imminente arrivo di Alessio - Se ti ha detto che ci sarà, allora vuol dire che verrà. Sarà per strada-.

Giulia e Caterina si scambiarono uno sguardo confuso, in silenzio. Difficilmente avevano visto Nicola così calmo in relazione ad Alessio, ed ancor più strano era il fatto che non sembrava nemmeno troppo sperare in una sua assenza.

Non chiesero niente comunque; dopo alcuni secondi Caterina si rivolse a Giulia, come a voler ingannare l'attesa:

-Tu come mai non sei con Filippo? Troppe presenze che non ti piacciono?-.

Giulia lanciò un'occhiata a Filippo: stava ridendo per qualcosa di cui non aveva la minima idea, accanto a Pietro e a Laura, entrambi sghignazzanti. Di quel gruppetto, oltre a Filippo, avrebbe salvato solamente Gabriele; i restanti sarebbero potuti andare tranquillamente al diavolo.

-Diciamo che in questo caso salutare Alessio mi va più a genio- disse, voltandosi per evitare di prolungare oltre la vista di Pietro e Laura - E se i miei occhi non m'ingannano, quello è proprio lui-.

Indicò la direzione davanti a lei, all'incrocio dove la strada principale confluiva nella zona della stazione; sia Caterina che Nicola seguirono l'indice di Giulia, diretto a quello che sembrava proprio essere Alessio. Nonostante i capelli biondi un po' più lunghi che gli ricadevano sulla fronte e il paio d'occhiali da sole che teneva a coprirgli gli occhi chiari, c'erano pochi dubbi sul fatto che fosse davvero lui.

Alessio, accompagnato da due suoi amici, ci mise almeno altri cinque minuti prima di allontanarsi da loro, ed avvicinarsi infine a Nicola, Caterina e Giulia. Quando finalmente si accinse ad avvicinarsi, mentre si toglieva gli occhiali da sole a pochi metri da loro, Giulia osservò Caterina andargli incontro: l'attimo dopo gli aveva già buttato le braccia al collo, in un abbraccio ricambiato con un braccio del biondo portato attorno alla vita di Caterina.

Giulia fece fatica a trattenere un ghigno divertito, mentre sia lei che Nicola li raggiungevano a loro volta.

-Sembra che non ci vediamo da vent'anni- protestò Alessio, mentre Caterina mollava finalmente la presa, un sorriso astuto a disegnarle le labbra:

-Non ti sono mancata?-.

L'unica risposta che ebbe da Alessio fu un'occhiataccia, che la fece ancora più ridere.

-Ben ritrovato, Raggio di sole- Giulia gli tirò una pacca sulla spalla, venendo fulminata a sua volta:

-Non hai soprannomi migliori?-.

Giulia rise, scuotendo la testa in segno di diniego:

-Questo ti si addice a sufficienza-.

Lo sguardo di Alessio si spostò subito dopo all'ultimo rimasto, l'unico ancora in silenzio. Giulia lanciò un'occhiata a Nicola, con la coda dell'occhio: sembrava ancora tranquillo e rilassato, al contrario di qualsiasi sua previsione.

-Ciao- Nicola lo salutò per primo, con un cordiale cenno del capo.

-Ciao anche a te- Alessio accennò ad un sorriso, ricambiando il saluto - Tutto bene?-.

Nicola alzò le spalle con nonchalance:

-Non ci si lamenta-.

Giulia spostò gli occhi sgranati dall'uno all'altro, sentendo di aver capito ancora meno di quel che stava succedendo: non era tra Alessio e Nicola che non correva buon sangue? Ora sembravano tutto, fuorché due persone ai ferri corti.

Anche Caterina non sembrava averne capito molto di più: la sua espressione confusa parlava per lei.

-C'è qualcosa che non va- la riccia interruppe quell'inizio di dialogo, guardando con sospetto sia il proprio ragazzo, sia l'amico.

-Concordo- la sensazione di essersi persa un qualche tassello del puzzle continuava a infastidire Giulia - Voi due siete strani-.

Lo sguardo d'intesa che si scambiarono rapidamente Nicola ed Alessio non fece altro che confermare ancor di più che qualcosa sotto doveva pur esserci.

-Perché?- chiese Nicola, fintamente stupito.

-Da quando vi parlate così civilmente?- domandò ancora Caterina, guardandoli sospettosa - O meglio: da quando vi parlate?-.

Alessio rise appena, in viso un sorriso tipico di chi la sapeva lunga:

-È da maleducati non salutare qualcuno che conosci e che hai di fronte- si limitò a dire, senza far trasparire null'altro.

-Appunto- gli fece eco Nicola, senza aggiungere nient'altro.

Giulia incrociò le braccia contro il petto, ben decisa a non lasciargliela vinta:

-A me sembra evidente che voi due stiate nascondendo qualcosa. Cos'è, avete firmato una tregua?-.

-Ancora non ho capito se preferite vederci scannare a vicenda o se preferite quando, per una buona volta, siamo tranquilli- ribatté subito Alessio, piccato. Nicola sembrava del tutto intenzionato a dargli manforte, almeno in quella circostanza:

-Non potete solo starvene calme e fidarvi di noi?-.

Giulia e Caterina si scambiarono l'ennesimo sguardo silenzioso: a quanto pareva, almeno per quella giornata, si sarebbero dovute accontentare di sapere solo che, in un modo o nell'altro, gli attriti tra Nicola ed Alessio sembravano finalmente risolti.

-Ci fidiamo- disse infine Caterina, alzando le mani in segno di resa.

Giulia si ritrovò ad annuire, prima di portare una mano sulla spalla di Alessio e l'altra su quella di Nicola:

-Ciò non toglie che voi due siete proprio strambi-.

Prima che potessero protestare in qualsiasi modo, si allontanò velocemente: tutti quegli intrighi le avevano fatto tornare in mente il fatto che, a pochi metri da lei, potevano essercene altri in corso.

Filippo era ancora vicino al gruppetto di Pietro, Laura e Gabriele, anche se più staccato rispetto a poco prima: era a qualche metro da loro, mentre osservava Giulia. Probabilmente la stava aspettando.

Giulia sorrise tra sé e sé: la prospettiva di non dover convincere Filippo a prendersi qualche attimo da soli la allettava ancor di più.






NOTE DELLE AUTRICI
Eccoci con la seconda parte del capitolo! Filippo ha ammesso di aver chiarito con Pietro, ma risolto un mistero se ne forma un secondo: cosa ci sarà sotto tra Alessio e Nicola? Magari lo scopriremo nei prossimi capitoli.
A mercoledì prossimo, con l'ultima parte del capitolo, ambientata sempre nello scenario della stazione e con Pietro come protagonista (e con sorpresa annessa).

Kiara & Greyjoy

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