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Capitolo 15 - Say goodbye to yesterday (Pt. 2)




Until you fight

Until you fall

Until the end of everything at all

Until you die

Until you're alive

(Thirty Seconds to Mars - "Savior")


Passarono un paio d'ore, prima che Alessio annunciasse che era giunta l'ora di un suo ritorno a Villaborghese. Caterina e Giulia l'avevano salutato dal loro tavolino, guardandolo allontanarsi verso l'auto, parcheggiata fuori dalla zona della piazza.

Erano le cinque ormai passate da poco, e Giulia non aspettava altro che poter prendere il telefono e poter chiamare Filippo per chiedergli di unirsi a lei e Caterina.

Prese il cellulare dalla tasca dei jeans, digitando velocemente il numero di Filippo – che sapeva a memoria-, e dopo aver inoltrato la chiamata, portò il cellulare all'orecchio, aspettando che il ragazzo rispondesse.

-Stai chiamando Filippo?- chiese Caterina, sporgendosi verso di lei.

-Già. Basta che mi risponda- replicò Giulia. Stava contando ansiosamente gli squilli, fino a quando, una voce proveniente dal telefono, e che conosceva benissimo, le rispose:

-Ehilà!- Filippo lo esclamò con un tono vagamente sorpreso, ma allegro; al suono della sua voce, Giulia non poté fare a meno di trattenere un sorriso mentre gli rispondeva:

-Cominciavo a pensare non avresti risposto-.

-Stavo solo recuperando la bici fuori dalla biblioteca- rispose Filippo, con tranquillità – Sei a casa di Caterina?-.

Giulia sorrise da sola, mentre già pregustava la sorpresa che avrebbe colto Filippo nel saperla più vicina del previsto:

-Veramente siamo qui in piazza. Al Caffè della Piazza-.

-Oh, siete parecchio vicine- replicò Filippo.

Giulia annuì, anche se consapevole del fatto che Filippo non potesse vederla. Effettivamente le sarebbe bastato camminare per pochi metri, attraversare la strada e percorrere il parcheggio fino all'entrata della biblioteca, per poterlo incontrare.

-Ci raggiungi?- gli propose Giulia, già convinta di sapere la risposta che avrebbe ricevuto. Dall'altra parte del telefono, però, Filippo ci mise qualche secondo prima di parlare:

-Sì, volentieri. Lascio la bici qua e vengo a piedi- si interruppe una seconda volta, la voce incerta – Solo che c'è ... -.

-Ci vediamo tra poco, allora- Giulia non gli dette nemmeno il tempo di finire di parlare. Spasimava così tanto di vederlo che quasi non si curò dell'esitazione che aveva usato Filippo per parlare.

-Sbrigati!-.

Interruppe la chiamata il secondo dopo, euforica e un po' agitata allo stesso tempo. Caterina la guardò con la fronte aggrottata per alcuni attimi, prima di domandarle:

-Allora? Che ti ha detto?-.

Giulia le sorrise a più non posso, trattenendo a stento l'euforia nella voce:

-Tra poco arriva-.

Filippo mantenne la parola data. Giulia fece appena in tempo ad alzarsi dal tavolo, pronta a corrergli incontro, e a camminare verso la strada che collegava il bar agli edifici dove si trovava anche la biblioteca. Lo vide dalla distanza, mentre controllava qualcosa al telefono, fermo poco distante dalla biblioteca; le sarebbe bastato attraversare la strada e percorrere pochi altri metri per raggiungerlo.

Alla fine fu quello che Giulia fece, incapace di trattenersi oltre: nemmeno un minuto dopo si ritrovò davanti a Filippo, finalmente in carne ed ossa.

Quando lui alzò il viso, Giulia gli era ormai a qualche metro di distanza: gli sorrideva già, notando con piacere come i ricci scuri si fossero allungati ulteriormente nelle ultime settimane in cui non si erano visti.

-Filippo!-.

In tre passi lo raggiunse, buttandogli al collo le braccia, tenendolo stretto a sé nonostante il caldo del tardo pomeriggio.

-Finalmente mi posso far stritolare per bene!- Filippo ricambiò la stretta, portandole le mani sui fianchi, e  allontanandosi quanto gli bastava per poterla guardare negli occhi.

-Non ti lamentare dei miei abbracci- lo redarguì lei, fintamente offesa – Tanto lo so che non vedevi l'ora di farti stritolare da me-.

-Lo ammetto, non vedevo l'ora- Filippo rise, ma l'attimo dopo Giulia si alzò sulle punte dei piedi, avvicinando le proprie labbra alle sue, facendole aderire pian piano.

-Ciao, Giulia-.

Lei e Filippo si staccarono nell'immediato, proprio quando il rumore di passo sull'asfalto si fermò, vicino a loro. Quando Giulia alzò gli occhi, scoprì di non essere nemmeno troppo sorpresa dal trovarsi Nicola di fronte: aveva riconosciuto subito la sua voce.

-Nicola!- esclamò Giulia, cercando di non far trasparire troppo la sua sorpresa – Non sapevo fossi da queste parti anche tu-.

-In effetti avevo cercato di dirtelo per telefono- Filippo prese la parola in fretta, non lasciando a Nicola nemmeno il tempo di ribattere – Ma tu non mi hai lasciato tempo per spiegarlo-.

Giulia dovette trattenere a stento un'imprecazione tra le labbra.

Non aveva immaginato che Filippo fosse già in compagnia di Nicola, quando l'aveva chiamato. Per un attimo si sentì tremendamente stupida a non aver lasciato a Filippo nemmeno il tempo per parlare al telefono: forse, se l'avesse fatto, non si sarebbe trovata in quella situazione ingestibile.

-Scusa- sussurrò Giulia verso Filippo, mortificata. Sapeva anche lui della situazione in cui versavano Nicola e Caterina, e di sicuro sapeva anche come mai Nicola ancora non si fosse deciso a parlarle; eppure, nonostante tutto, sembrava piuttosto sereno.

Filippo le accarezzò la spalla, la pelle nuda che formicolò sotto il suo tocco:

-Stavi dicendo di andare al Caffè della Piazza, no?- le disse, sorridendo sia a lei che a Nicola – Potremmo andare lì, in effetti. O spostarci altrove-.

-C'è solo un problema- tentò di dire Giulia, ma Nicola la interruppe bruscamente:

-Sei con Caterina-.

Non era stata una domanda, né vi era traccia di dubbio alcuno nella sua voce: probabilmente Filippo l'aveva già informato, nel lasso di tempo che era intercorso tra la fine della telefonata e l'arrivo di Giulia.

-Immagino tu non voglia vederla- Giulia cercò il più possibile di non sembrare troppo severa – per quanto non sopportasse il comportamento che Nicola stava avendo verso Caterina nelle ultime settimane-, e Nicola non sembrò prendersela:

-A dire il vero non sarà un problema- alzò le spalle, gli occhi abbassati – Non potrò evitarla per sempre-.

"È già qualcosa".

Filippo gli passò un braccio attorno alle spalle, con fare incoraggiante:

-Direi che non ci resta che avviarci, no?-.

L'attimo dopo si ritrovarono già in cammino, verso il Caffè della Piazza. In quei due minuti che li separavano dal tavolino dove li attendeva Caterina, Giulia non poté fare a meno di sentirsi quanto mai agitata: cercare di interpretare le azioni di Nicola era difficile, e lo era ancora di più quando i motivi che lo spingevano a comportarsi in un certo modo erano oscuri a tutto il resto del mondo.

Si immaginò la reazione che avrebbe avuto Caterina nel vederla tornare non solo accompagnata da Filippo, ma anche da Nicola stesso: probabilmente avrebbe creduto di avere un'allucinazione.

Le ipotesi di Giulia non furono molto distanti dalla realtà: nell'attimo stesso in cui si ritrovarono a girare l'angolo, tornando ad essere in vista del tavolino a cui erano diretti, Giulia non si stupì di notare Caterina con occhi sgranati e cerea in volto.

In qualsiasi altra situazione, di fronte all'espressione che aveva assunto Caterina, sarebbe scoppiata a ridere all'istante, ma in quel momento non osò nemmeno accennare ad un sorriso.

-Eccoci qua di ritorno- farfugliò Giulia, quando furono abbastanza vicini al tavolino per potersi fare sentire da Caterina, che continuava a tenerli fissati tutti con occhi spalancati.

Giulia spostò lo sguardo da Nicola a Caterina e viceversa: si guardavano a vicenda, ma senza dire nulla. Caterina continuava a osservarlo come se fosse un fantasma, e Nicola con la stessa espressione impenetrabile che aveva mantenuto da quando aveva salutato Giulia.

Sembrava una situazione cristallizzata e destinata a non avere alcuna evoluzione.

-Che ne dite se ordiniamo qualcosa?- Filippo cercò di spezzare l'atmosfera, ma l'attimo dopo nessuno fiatò più: Caterina si era appena alzata, l'espressione sorpresa che aveva lasciato il posto ad una ben più furente.

-Che ci fai qui?-.

Giulia si voltò verso Nicola: era ovvio che Caterina si stesse rivolgendo a lui, ma ancora una volta dal viso di Nicola non trasparì alcuna emozione evidente.

-Ero con Filippo- le rispose quasi subito, la voce bassa e apparentemente calma.

-Oh, vedo che almeno con qualcuno ti fai vivo- Caterina non accennò a calmarsi, guardandolo torva – Io e te dobbiamo parlare-.

-Immaginavo l'avresti detto- Nicola le restituì lo sguardo, facendo un passo indietro come a volersi già allontanare – Parliamo, allora-.

L'attimo dopo Caterina quasi gli si avventò addosso; Giulia fece appena in tempo a spostarsi per lasciarle abbastanza spazio per passare, mentre Caterina oltrepassava tutti loro a passi lunghi, attendendo che Nicola la seguisse.

Giulia li osservò attraversare la strada per raggiungere il centro della piazza: da una parte avrebbe voluto essere lì con loro per sapere subito come sarebbe andata a finire, ma si trattenne dal fare una cosa simile. Dovevano vedersela da soli.

-Credi che risolveranno?- le chiese Filippo, dubbioso.

Giulia tirò un sospiro, agitata come se fosse lei stessa al posto di Caterina o Nicola:

-Lo spero.








*il copyright della canzone appartiene esclusivamente alla band e ai suoi autori.

NOTE DELLE AUTRICI

Parte un po' di passaggio, ma ugualmente importante per porre le basi per la fine di questo capitolo ... Ce la faranno i nostri eroi, ovvero Caterina e Nicola, a risolvere la questione?

(ma soprattutto... quanto sono pucciosi Filippo e Giulia?:3)

A mercoledì prossimo con la terza parte del capitolo!

Kiara & Greyjoy

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