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Capitolo 12 - Barcelona (Pt. 3)

Bussò alla porta della camera 103 in paio di volte, prima di udire dei passi muoversi all'interno della stanza, sempre più vicini. Non ci volle molto prima che Caterina aprisse la porta, lentamente. Probabilmente non si aspettava di vedere proprio lui, ma non potè fare altro che sorridere a Nicola, dopo averlo guardato sorpresa:

-Sentivi già la mia mancanza, per caso?- scherzò lei, aprendo maggiormente la porta per lasciarlo entrare.

-Non darti arie- replicò pacato Nicola, dopo aver richiuso alle sue spalle la porta, ed avvicinando pericolosamente il proprio viso a quello della ragazza - Come va il tuo mal di stomaco?-.

Prese ad accarezzarle dolcemente la guancia sinistra, mentre lei chiudeva gli occhi, lasciandosi cullare da quel contatto.

-Un po' meglio- gli rispose, sussurrando - Anche se non ho la minima voglia di tornare giù. Sono parecchio stanca, stasera-.

-Non vedo quale sia il problema: possiamo rimanere qua- Nicola le sorrise di nuovo, lasciandole un bacio sulla fronte - Giulia ha detto che se ne starà ancora un po' giù, probabilmente con i vostri compagni di classe-.

Qualche secondo dopo erano già stesi sul letto di Caterina, con Nicola che le cingeva le spalle con un braccio, e la testa di lei appoggiata sul suo petto.

C'era ancora un po' d'imbarazzo tra di loro, nel rimanere con i corpi così vicini a contatto, ma fu questione di poco prima di abituarsi. Rimasero in silenzio per un po', con Nicola che passava i polpastrelli sulla pelle della spalla di Caterina, cambiando di tanto il suo percorso fino ai capelli e al viso di lei.

Dalla finestra arrivava solamente il buio della notte, e la luce dei lampioni in strada; il rumore del traffico si era già quietato.

La prima a rompere l'atmosfera di tranquillità silenziosa fu Caterina: aveva preso a canticchiare qualcosa sottovoce, mentre teneva gli occhi socchiusi. Nicola abbassò gli occhi verso di lei, lo sguardo interrogativo e confuso, al quale Caterina rispose con un sorriso divertito.

-"My gift is my song and this one's for you. And you can tell everybody, this is your song, it may be quite simple but now that it's done"- alzò appena la voce, a sufficienza per far capire a Nicola cosa avesse preso a canticchiare - "I hope you don't mind, I hope you don't mind that I put down in words ... How wonderful life is while you're in the world"-.

Quando finì, Caterina rise ancor di più, arrossendo per l'imbarazzo; anche Nicola si mise a ridere, stringendola ancora un po' di più a sé.

-Mi spieghi come mai ti è venuta in mente proprio Your song in questo momento?- le chiese, continuando a sorriderle e accarezzandole con una mano la schiena.

-Ce l'avevo in testa da un po'- Caterina alzò gli occhi verso di lui, l'imbarazzo che sembrava essere scemato un po' - Potresti cantare qualcosa anche tu-.

-Vedremo- temporeggiò lui. Di solito non cantava davanti a nessuno - odiava cantare da solo davanti a qualcuno-: non era particolarmente intonato, come non lo era lei, e sapeva che un po' si sarebbe sentito a disagio, ma farlo davanti a Caterina non sembrava essere una prospettiva così aberrante.

-Non fare il difficile- cercò di convincerlo lei, facendogli gli occhi dolci. Nicola non disse nulla, appoggiò semplicemente il mento sul capo della ragazza, inspirando per annusare la fragranza dei suoi capelli.

Caterina non insistette, forse dandosi già per vinta; fu solo dopo qualche qualche minuto di silenzio che Nicola intonasse le prime parole:

-"I'll take advantage while you hang me out to dry. But I can't see you every night, free!"-.

Caterina si mise a sedere sul materasso, staccandosi dal corpo di Nicola. A lui non rimase altro che protestare appena, mentre lei lo guardava con l'aria astuta di chi aveva previsto ogni mossa:

-I Nirvana, eh?- Caterina si alzò lentamente dal letto, senza staccare gli occhi da lui - Sapevo che avresti scelto una loro canzone. Ormai ti conosco bene-.

Nicola la osservò mentre si avviava verso il piccolo terrazzo della camera. Prima di aprire la porta per uscire, Caterina si girò ancora una volta verso Nicola, ancora steso sul letto:

-Vieni?-. Un invito, che Nicola accolse subito.

Il paesaggio di Barcellona si stagliava dinanzi a loro. Nella notte, illuminata dai lampioni e dalle luci a neon dei locali, si poteva distinguere la fontana di Plaça Espanya, e poi, più in là, il museo sulla collina del Montjuic e la Font Mágica. Lo sguardo di Caterina si fermò di colpo proprio sulla fontana sulla collina:

-Dovremmo fare qualcosa per Giulia e Filippo- Caterina si voltò verso Nicola, appoggiandosi con le braccia alla ringhiera del terrazzo.

Nicola la guardò con aria interrogativa:

-Hai qualche idea?-.

Non dubitava del fatto che a Giulia e Filippo avrebbe fatto comodo un aiuto esterno, che facesse da catalizzatore. L'unico problema era pensare di fare qualcosa di davvero concreto, e di non troppo esagerato.

-Non proprio- ammise Caterina - Dovremmo escogitare qualcosa per farli parlare tra loro, visto che da soli non riescono a decidersi a farlo, pur volendolo-.

-Sarebbe già un buon punto di partenza fare in modo che si incrocino, visto quanto si evitano- ponderò Nicola.

Caterina si ritrovò ad annuire ancora una volta, prima di tendere il braccio ed indicare anche a Nicola ciò che stava guardando, ormai da qualche minuto:

-Venerdì sera dovremmo andare allo spettacolo della Font Mágica, giusto?-.

-Sì, ma è un'uscita opzionale- Nicola si prese il mento tra le dita, socchiudendo gli occhi con ara pensierosa - Dovremmo trovare il modo per convincerli ad accompagnarci-.

-Quello non è un problema- liquidò subito la questione Caterina, che stava cercando di convincersi che, in fin dei conti, quella doveva essere davvero la parte più semplice del piano - Laggiù ci sarà parecchia gente, quella sera. Potrebbe capitare che si ritrovino parecchio vicini-.

Nicola le si mise al fianco, appoggiandosi a sua volta alla ringhiera, e ricambiando lo sguardo di Caterina con aria scettica:

-Non è comunque detto che si parlino-.

-Dovremmo improvvisare un po' anche noi- Caterina gli sorrise incoraggiante - E giocarci bene le carte-.

Avvicinò una mano al viso di Nicola, lasciandogli una carezza sulla guancia esattamente come aveva fatto lui appena arrivato in quella stanza; la pelle era insolitamente resa ispida dal crescere della barba.

-Ti sta crescendo la barba, alla fine- lo prese in giro lei, sorridendo ancor di più e ridendo per l'occhiataccia che ebbe in risposta da Nicola:

-Ho pur sempre diciassette anni, che ti aspettavi?-.

Le si avvicinò senza lasciarle scampo - non che Caterina avesse tentato di allontanarsi, ancora troppo intenta a ridere-; la strinse a sè, abbracciandola stretta.

In quel momento, stretti sul terrazzo di un hotel di Barcellona, di fronte alle luci notturne della città, sembrava essere tutto perfetto. Era come se il tempo si fosse fermato in quell'attimo, facendolo durare più a lungo del solito.

Nicola si accorse di avere il fiato corto, mentre si rendeva conto di voler dire parole che avevano premuto per uscire dalla sua bocca già molto tempo prima. Solo in quel momento si sentiva davvero pronto e con sufficiente coraggio per darvi voce.

-Ti amo-.

Lo disse in poco più di un bisbiglio, all'orecchio sinistro di Caterina. Lei non rispose, limitandosi a rimanere in silenzio; si staccò di qualche centimetro da lui, per poterlo vedere in viso, prima di riavvicinarsi di nuovo. Le loro labbra si incontrarono quasi istintivamente, in un bacio che coinvolse ben presto entrambi.

-Anche io-. Caterina si era staccata appena dalle sue labbra per poterglielo dire, prima di tornare a lasciare un'altro bacio a Nicola.

In quel momento il resto non contava. C'erano solamente loro due su quel balcone avvolto nel paesaggio vivace, vivido e splendente di Barcellona.

*

Quel giorno era stato più faticoso degli altri, sopratutto per i piedi di Giulia.

Giovedì avevano visitato il quartiere della Ribera, più il Castell de Montjuic; quel venerdì, invece, era stata una giornata piuttosto impegnata: erano stati al museo nazionale di arte catalana per almeno tre ore, e Giulia non aveva fatto altro che desiderare il letto della propria camera all'hotel. Nel pomeriggio, prima di tornare all'hotel per la cena, avevano camminato per diverse ore per il Barri Gótic, la zona della città dove si trovava la cattedrale barcellonese.

Per quella sera, poi, era stata organizzata l'uscita fino alla Font Mágica, dove avrebbero potuto ammirare i giochi d'acqua della fontana a ritmo di musica, che si tenevano ogni venerdì sera.

Caterina l'aveva costretta ad accompagnarla, sebbene Giulia non fosse per niente volonterosa. L'aveva quasi trascinata fuori dall'hotel, e alla fine non le era rimasto altro che seguirla.

Eranno appena le dieci di sera, e con il resto degli studenti che avevano deciso di partecipare a quell'uscita serale e qualche professore ad accompagnarli, Caterina e Giulia stavano già attraversando Plaça Espanya.

-Non potevi andarci con Nicola?- sbottò Giulia, mentre oltrepassavano le torri veneziane, entrando nell'avinguda che portava direttamente alle scalinate ai piedi del Montjuic.

-Lui ci va con Filippo, e probabilmente ci saranno anche Gabriele e Pietro- le rispose prontamente Caterina, che prese a gesticolare nervosamente - Non mi sembrava il caso di intrufolarmi anche stavolta nel loro gruppo-.

Giulia non disse nulla. Le sembrava strano che Nicola avesse preferito la compagnia dell'amico a quella di Caterina, ma preferì comunque non indagare. Sperava solamente che, una volta giunte là, Caterina non cambiasse idea: non sarebbe stato il massimo rivedere Filippo così da vicino di nuovo, e doverci passare anche del tempo insieme.

*

Caterina si guardò intorno, sull'orlo della disperazione: doveva trovare il modo più preciso possibile per descrivere il punto in cui lei e Giulia si trovavano, in modo che, una volta ricevuto il messaggio, poi Nicola potesse raggiungerle con Filippo appresso. Cosa non del tutto semplice, con tutta la gente che si trovava attorno alla Font Mágica in quel momento.

Continuava a guardarsi intorno, cercando di non allarmare Giulia e di non farsi scoprire. Appena arrivate avevano passato un po' di tempo facendosi delle foto vicino al bordo della fontana, in attesa che lo spettacolo iniziasse. Mancava ancora qualche minuto prima dell'inizio dei giochi d'acqua, e Giulia era ancora impegnata a fotografare la fontana e il paesaggio notturno che si poteva ammirare da quel punto del Montjuic.

Caterina si era ritrovata a ringraziare profondamente la passione di Giulia per la fotografia: quella era stata la situazione migliore per avere Giulia abbastanza distratta da non potersi accorgere ciò che Caterina stava facendo.

Inviò in fretta e furia il messaggio a Nicola, alzandosi in punta di piedi per cercare di individuarlo in mezzo alla massa di gente. Finalmente lo intravide qualche attimo dopo: non era troppo distante dal punto dove lei e Giulia si trovavano, e fu ben felice di rendersi conto che anche lui aveva visto dove si trovavano loro. Lo intravide agitare un braccio nella sua direzione, per farsi notare a sua volta da Caterina.

Qualche secondo dopo lo perse ancora di vista, inghiottito dalla fiumana di turisti e curiosi ammassati tutti nello stesso punto. Sperava solo che Nicola riuscisse a trovare una qualsiasi scusa per farsi seguire da Filippo ed avvicinarsi il più in fretta possibile.

La parte meno difficile del loro piano, in ogni caso, era quasi giunta al termine; era tutto il resto che sarebbe stato complicato.



Scattò un'ultima foto con il cellulare, prima di rimetterlo in tasca, al sicuro. In fin dei conti, forse, l'idea di seguire Caterina fin lì non era poi stata così pessima: ora che mancavano pochi minuti all'inizio dei giochi d'acqua, Giulia sentiva la curiosità crescere sempre di più.

Si voltò verso Caterina, poco distante da lei: sembrava nervosa, ed intenta ad osservare qualcosa dalla parte opposta della fontana, verso il pubblico che continuava a confluire dalle scalinate.

-Stai cercando qualcuno?- Giulia le si accostò maggiormente, per riuscire a farsi sentire meglio dall'amica.

-Stavo solo cercando di vedere dov'era Nicola- le rispose lei, vagamente. Caterina si morse il labbro inferiore, prima di continuare:

-Sai, voleva raggiungermi un attimo per fare una foto ricordo qui davanti-.

-Un bacio romantico sotto la luce della luna?- Giulia le allungò il gomito, guardandola maliziosamente. Si mise a ridere, quando Caterina prese a guardarla torva.

La risata, comunque, durò poco: c'era un altro dubbio che la tartassava, dopo aver saputo che Caterina stava aspettando Nicola.

-Ma verrà qui solo lui?- chiese, esitante.

Caterina la guardò a lungo, in silenzio, prima di rispondere con tono conciliante:

-Sì, a meno che non mi abbia detto cazzate. Ma vedrai che verrà solo lui-.

Giulia si ritrovò ad annuire, sperando che Nicola mantenesse la parola data a Caterina. Sarebbe stato fin troppo imbarazzante ritrovarsi a tu per tu con Filippo, da sola, mentre Caterina e Nicola pensavano a farsi foto.

-Credo stia arrivando da laggiù- Caterina le si avvicinò, indicandole con il braccio un punto imprecisato tra la gente, nella direzione delle scalinate in salita verso il museo nazionale di arte catalana - Lo vedi?-.

Giulia strizzò gli occhi, cercando di intravedere Nicola tra le persone che si trovavano nella direzione indicata da Caterina. Non riuscì a distinguerlo da nessuna parte.

-In realtà no-.

Giulia sentì le mani di Caterina posarsi sulla sua schiena, scivolandole lentamente sopra la giacca.

-Ottimo- disse Caterina, posizionata dietro di lei - Perchè stai guardando dalla parte sbagliata-.

Giulia non fece nemmeno in tempo a girarsi a guardarla, nè a chiederle che cosa stesse succedendo. Presa alla sprovvista, non ebbe il tempo di cercare di mantenere l'equilibrio, quando Caterina fece forza con le braccia e con le mani contro la sua schiena: Giulia si ritrovò inevitabilmente a caracollare in avanti, aspettandosi di ritrovarsi a terra in meno di un secondo.

Chiuse gli occhi, aspettando l'impatto e portando le mani davanti a sè, ma la caduta a terra non arrivò mai.

Si era resa conto subito che qualcuno l'aveva afferrata prima che cadesse, ma riconobbe quel qualcuno solo quando riaprì gli occhi.



NOTE DELLE AUTRICI

Entriamo nel vivo del capitolo, e partiamo dal punto esatto in cui eravamo rimasti la volta scorsa: Caterina e Nicola che cominciano a sperimentare l'essere fidanzati (anche se in maniera ancora soft), e ... a pianificare progetti per far riavvicinare anche Giulia e Filippo.

E sembra proprio che alla fine, nonostante le difficoltà, Caterina e Nicola abbiano davvero dato seguito ai loro piani malefici ... ma chissà, che sia davvero Filippo la persona che ha afferrato Giulia? Magari lo scopriremo mercoledì prossimo :)

PS: gli spettacoli della Fontana Magica vengono fatti sul serio, in diversi periodi dell'anno, e sono esattamente ciò che viene descritto nel capitolo: giochi d'acqua a ritmo di varie basi musicali, e piuttosto colorati.

Kiara & Greyjoy

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