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Capitolo 11 - When it's time (Pt. 2)

-Posso parlarti di una cosa?-.

Caterina aveva riflettuto per tutte le due ore di lezione tra i due intervalli sul parlare a Giulia o meno. Aveva bisogno di confrontarsi con qualcuno, e Giulia era sicuramente la persona più indicata per quel compito: l'unico dubbio era se fosse il caso di farla parlare di un argomento simile.

La ricreazione era iniziata da cinque minuti. Nicola, come previsto, non si era fatto vedere, e Caterina ne aveva approfittato per prendere con Giulia una cioccolata calda ai distributori automatici. Ora si trovavano alla scrivania di fronte al bagno femminile vicino la loro classe, sedute sulla superficie fresca del tavolo, ad aspettare che le bevande si raffreddassero almeno un po'.

-Riguardo te e Nicola?- chiese Giulia, azzardando a bere un primo sorso di cappuccino.

Caterina si ritrovò ad annuire, mordendosi il labbro inferiore:

-Non ti ho detto tutto quel che è successo due settimane fa, quando ci siamo visti a Torre San Donato-.

Pur non voltandosi verso di lei, seppe subito che Giulia ora la stava guardando con la fronte aggrottata, confusa dalle ultime parole. D'altro canto, quando Caterina le aveva raccontato del battibecco avuto con Nicola riguardante Giulia stessa e Filippo, aveva taciuto volontariamente del quasi bacio che c'era stato.

Dirlo a Giulia subito dopo il guaio accaduto con Filippo sarebbe potuta essere una stilettata troppo profonda.

-Che altro è successo?- Giulia aveva smesso di bere il cappuccino, l'attenzione completamente puntata su Caterina.

Passarono diversi secondi di silenzio: si domandò ancora una volta, Caterina, se parlarne con lei fosse una buona idea. Giulia si stava riprendendo solo da poco dalla delusione di Filippo, e non aveva alcuna intenzione di rivederla cadere nel limbo dal quale stava uscendo a fatica.

Sapeva però che, se non ne avesse parlato con nessuno, sarebbe impazzita ben prima di mettere piede sulla Galliera quel giorno stesso.

-Aveva provato a baciarmi- mormorò, continuando a mescolare la propria cioccolata con il cucchiaino di plastica, gli occhi abbassati - O almeno credo-.

Alzò lo sguardo solo in quel momento, ritrovandosi di fronte gli occhi sgranati di Giulia:

-Cosa? E lo dici solo ora?-.

-Due settimane fa non era il momento adatto per parlarti di baci, non credi?-.

Giulia sembrò accusare il colpo: le si adombrarono gli occhi, come spesso era accaduto nelle ultime settimane. Non disse comunque nulla riguardo a Filippo, né al bacio che riguardava loro due.

-In ogni caso, oggi Nicola mi voleva parlare di qualcosa- proseguì velocemente Caterina, cercando di distrarla - Solo che per ora non ne ha avuto il coraggio. Abbiamo deciso di rimandare il discorso al viaggio di ritorno-.

Giulia annuì, pensierosa:

-Hai qualche idea su quel che ti vuole dire?-.

-Sì e no- borbottò Caterina, sospirando sconsolata. Forse, in parte, sperava davvero che Nicola dovesse dirle qualcosa legato al bacio; dall'altro lato, però, ciò che la frenava era la paura di venire a sapere qualcosa di non esattamente positivo.

-Visto che ha provato a baciarti in precedenza e visto che giorno è oggi ... Non credi voglia dichiararsi?- proseguì Giulia, con aria pensierosa.

Caterina cercò di immaginarsi una situazione simile, con l'unico risultato di scoppiare quasi a ridere:

-Non credo sia molto il tipo di dichiarazioni esplicite. Non ce lo vedrei per niente-.

-Eppure qualcosa vuole dirti- obiettò Giulia, prima di bere un sorso di cappuccino - Non mi sembri molto contenta-.

Caterina sbuffò appena, consapevole che fosse proprio quello il punto: aveva troppa paura di rimanere di nuovo scottata, tanto da non avere abbastanza fiducia che, almeno per una volta, non dovessero arrivare per forza cattive notizie.

-Non lo so neanche io come mi sento-.

Giulia annuì silenziosamente, e passò qualche secondo prima che alzasse lo sguardo verso l'amica, un'espressione contratta in viso:

-Tutta la storia con Nicola e Filippo è iniziata per arrivare a questo momento. Al momento in cui tu e Nicola potreste effettivamente diventare qualcosa. E non sei contenta?-.

Per quanto Giulia avesse parlato con calma, Caterina si sentì tremendamente in colpa. In fondo, era anche in parte responsabilità sua se le cose per Giulia stavano andando male.

-Sono agitata- mormorò, bevendo a sua volta un sorso di cioccolata per prendere tempo - E non so sul serio cosa voglia dirmi. Le nostre sono solo ipotesi-.

Giulia alzò le spalle, rivolgendole un sorriso che Caterina trovò quasi incoraggiante:

-Forse è giunto il tempo di scoprire se stiamo ipotizzando nella direzione giusta, no?-.

Caterina sospirò a fondo, portandosi una mano alla fronte. Per quanto si sentisse sul filo del rasoio, si ritrovò ad annuire silenziosamente, dando ragione a Giulia: era tempo di smettere di scappare sempre da Nicola, e da qualsiasi cosa volesse dirle.

*

All I want is you to understand

That when I take your hand, it's 'cause I want to

Caterina salì sulla corriera, lasciandosi cadere sul primo sedile vuoto che trovò, verso le ultime file. Se nelle ore precedenti era agitata come non mai, ora era sull'orlo di un esaurimento nervoso. Nemmeno parlare con Giulia sembrava aver sortito qualche effetto.

Puntualmente, anche Nicola salì sulla Galliera, dietro a Filippo, che a malapena salutò Caterina, e a Gabriele.

I due andarono a sedersi molto più indietro rispetto al sedile di Caterina, di fianco al quale si sedette finalmente il biondo, che tirò un lungo sospiro.

-C'è qualcosa che non va?- gli chiese Caterina, scrutandolo in viso. Più che agitato, stavolta sembrava davvero stanco. Lei, invece, per quanto pesanti potessero essere state le sei ore di scuola, non riusciva nemmeno a sentirsi affaticata per la troppa agitazione in corpo.

-No, è solo stanchezza- le rispose lui, voltandosi verso di lei - Abbiamo avuto compito in classe oggi. Per quello non sono venuto da te al secondo intervallo-.

Caterina fece cadere il discorso, voltandosi verso il finestrino. La corriera partì poco dopo alla volta della stazione, dove si fermò in attesa della partenza. Si sentiva ancora agitata, come quella mattina al primo intervallo: se da una parte sarebbe volentieri scappata il più lontano possibile da Nicola, dall'altra non poteva fare a meno di essere curiosa di sapere davvero cosa volesse dirle.

Forse si sarebbe comunque pentita di scoprirlo, ma sapeva che, non appena Nicola avesse trovato abbastanza coraggio per parlarle, lo avrebbe scoperto in ogni caso.

-Dovevi anche dirmi una cosa, se non sbaglio- mormorò, voltandosi appena verso Nicola, ma evitando di incrociarne lo sguardo.

Lui annuì, arrossendo di nuovo:

-Sì, è vero- si ritrovò ad ammettere, schiarendosi la voce - Ecco ... -.

-Eccoli, i soliti due morosetti*! Avete festeggiato San Valentino?-.

A Caterina non servì nemmeno voltarsi per capire che a parlare era stato Alessio. Doveva essere salito poco prima, mentre lei era troppo distratta a decidere come agire; si era seduto sul sedile davanti al loro, sporgendosi indietro per guardarli con aria divertita.

-La vuoi piantare?- lo rimbrottò Caterina, trattenendosi a malapena dall'alzarsi per picchiarlo.

Alessio continuò a ridere imperterrito, anche di fronte allo sguardo minaccioso che gli rivolse Caterina. Sbuffò rumorosamente, accorgendosi solo in quel momento che, in tutto quel tempo, Nicola se ne era rimasto in silenzio, un'espressione incerta dipinta in faccia.

Caterina corrugò la fronte, mentre lo osservava senza capire cosa gli stesse passando per la testa:

-Stai bene?-.

Nicola si voltò verso di lei, rosso in viso come non mai, le iridi azzurre che risaltavano più del solito.

-In realtà ... - iniziò lui, la voce che scemò, senza concludere ciò che stava dicendo. Caterina lo guardò confusa un'altra volta, ma pochi secondi dopo Nicola sembrò ritrovare abbastanza coraggio per parlare:

-Buon San Valentino-.

A Caterina si fermò il respiro: non ebbe il tempo di dire o pensare altro. Riuscì solamente a realizzare, all'ultimo secondo, che Nicola si era sporto in avanti, verso di lei, riducendo la distanza in pochissimo tempo. Sentì sulle proprie labbra quelle di lui, in un bacio timido ed appena accennato: Nicola che la stava baciando.

Si chiese, in un fugace momento di lucidità, se quello fosse solo un sogno iniziato dopo la presa in giro di Alessio.

Dopo qualche attimo Nicola si staccò piano da lei, ma non più di qualche centimetro. Aveva ancora le guance arrossite, in un modo che Caterina trovò quasi tenero.

-Se servivo io per darvi la spinta finale, potevate dirlo prima- Caterina si voltò verso Alessio, ancora sporto dal sedile davanti verso di loro: sorrideva soddisfatto e, nonostante la sua aria sfacciata, a Caterina venne da ridere comunque.

Si limitò a scuotere il capo, sorridendo a sua volta, prima di tornare con gli occhi su Nicola; appoggiò lentamente la propria fronte alla sua, la vicinanza che per la prima volta non sembrava poi così imbarazzante.

-Era questo che dovevi dirmi prima? - sussurrò piano Caterina, mentre si specchiava negli occhi azzurri di lui.

-Avevo intenzione di farti solo gli auguri, ma forse questa improvvisazione non è stata poi così male- mormorò Nicola, la voce resa più roca per l'emozione - E poi volevo farlo già da un po'-.

Caterina sorrise ancora, appoggiando il capo nell'incavo tra la spalla e il collo di Nicola, socchiudendo gli occhi: sentiva la tensione che l'aveva accompagnata per tutta la giornata scivolare lontano da lei, accompagnata da tutte le preoccupazioni che aveva avuto fino a quel momento.

Sembrava essere finalmente giunto il tempo di respirare un po' di serenità.

We are all born in a world of doubt

But there's no doubt

I figured out

I love you







*letteralmente "fidanzatini"

Il copyright della canzone ("When it's time" - Green Day) appartiene esclusivamente alla band e ai suoi autori.


NOTE DELLE AUTRICI

BOOM! Sembra proprio che una prima coppia si sia finalmente formata 😍
Vi piacciono Caterina e Nicola insieme? O avreste preferito vederli con qualcun altro, per esempio Caterina con Alessio?
A mercoledì prossimo per un nuovo capitolo!

Kiara & Greyjoy

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