Capitolo 10 - Cold and lost in desperation (Pt. 1)
La mattinata era trascorsa in un'apatia stressante. Per tutto il tempo passato a scuola Giulia aveva accuratamente evitato di passare davanti alla 3°A; perfino Caterina aveva rinunciato a raggiungere Nicola per stare con lei. Non aveva cercato di sforzarla, o di farle troppe domande: capiva benissimo a cosa il malumore di Giulia fosse dovuto, e di certo non era un caso che fosse venuto a crearsi solo dopo il bacio con Filippo.
Giulia aveva cercato di non pensarci, concentrandosi solamente sulle lezioni, per quanto noiose potessero essere. Ora che però la scuola era finita, e lei e Caterina si trovavano nel parcheggio della scuola dirette all'auto di Marianna, venuta a prenderle, il pensiero di Filippo tornò prepotente a farle visita. E a ricordarle che, se ora si ritrovava in quella situazione, doveva incolpare soprattutto se stessa.
Cercò di distrarsi, parlando con Caterina del più e del meno. Ma ogni suo tentativo andò in fumo, quando, a circa metà del parcheggio vide, non molto distante, proprio Filippo.
Era, come sempre, con Nicola, e con altre quattro ragazze della loro stessa classe. Giulia non riuscì a reprimere una profonda invidia per tutte loro: se ieri non fosse successo nulla, al loro posto con Filippo e Nicola ci sarebbero state lei e Caterina.
-Cosa pensi di fare con lui? Non puoi continuare ad evitarlo così per sempre-.
Caterina aveva appena rotto il silenzio, poco prima di raggiungere l'auto di Marianna. Doveva aver notato anche lei Filippo e Nicola, non troppo distanti da loro.
-Non lo so- tagliò corto Giulia, sospirando a fondo – Farò qualcosa, ma non ora-.
Subito dopo pranzo Caterina e Giulia si erano appartate nella stanza della prima. A Giulia piaceva quella camera: era estremamente colorata, ed estremamente ricolma di oggetti. Sugli scaffali aveva perso diversi minuti ad osservare la collezione di album musicali e di libri di Caterina, prima di tornare a sedersi sul materasso.
Avevano bisogno di rilassarsi, dopo la mattinata a scuola; erano stese sul letto da mezz'ora, fianco a fianco e con gli occhi semichiusi per il sonno, quando il telefono di Caterina vibrò, indicando l'arrivo di un messaggio. Giulia fece finta di nulla, anche se osservò di sottecchi l'amica mentre recuperava il telefono, lasciato poco distante sul materasso, e leggendo attentamente ciò che le era appena stato scritto.
-Nicola mi ha scritto se possiamo vederci tra un'ora in piazza- Caterina aveva ancora gli occhi abbassati sul display del telefono, mentre parlava con aria pensierosa – Vuole parlarmi-.
-Ti dispiace se rimango qua? Non me la sento molto di uscire- Giulia tirò un sospiro profondo, prima di sistemarsi a sedere ed aggiungere:
-E poi sarei il terzo incomodo-.
Caterina la guardò scettica:
-Terzo incomodo?-.
Giulia le sorrise maliziosamente, mentre alzava le spalle con nonchalance:
-Beh sai, mi piacerebbe fare il tifo per voi mentre state per baciarvi, ma siete timidi: meglio non disturbarvi-.
La risposta di Caterina fu il cuscino lanciato addosso a Giulia, che per contro non riuscì a trattenere una risata piuttosto divertita.
-Ci ho azzeccato, eh?-.
Caterina alzò gli occhi al cielo, sbuffando sonoramente:
-Ma che stai dicendo?-.
-Gli piaci- affermò Giulia, guardando l'amica, che ora aveva assunto un'aria ancora più sorpresa e un colorito che virava vivacemente al rosso – E Nicola piace a te, ma questa non è affatto una novità-.
Caterina alzò gli occhi al cielo, ancora una volta. Giulia sapeva che sopportava poco il sentirsi ripetere che a Nicola, ormai, era abbastanza evidente che non fosse indifferente. Forse il rifiuto di Caterina nell'ammetterlo voleva essere una sorta di scaramanzia, o il tentativo di non illudersi di nuovo come un anno prima.
-Magari vuole parlarmi per dirmi che è meglio se evitiamo di parlarci anche noi due dopo il casino di ieri- replicò la riccia, tetramente.
Giulia si strinse nelle spalle: non aveva effettivamente pensato al fatto che quello che era successo tra lei e Filippo avrebbe potuto influenzare le cose anche tra Caterina e Nicola. Sperava solamente che non fosse davvero così.
-Se ci prova, tu digli che è un idiota- Giulia si mise meglio a sedere, sporgendosi verso l'amica – Non rovinate quello che state costruendo solo per noi due-.
Caterina annuì silenziosamente, con aria pensierosa. Ora che erano andate sull'argomento, a Giulia parve meno sicura e meno entusiasta all'idea di trovarsi da sola con Nicola di lì a poco.
Nonostante ciò, si alzò pochi secondi dopo, voltandosi un'ultima volta verso Giulia, prima di uscire dalla stanza:
-Vado a farmi una doccia. Meglio essere pronte nel caso scattasse il bacio, giusto?- cercò di ironizzare.
Giulia le rivolse di nuovo un sorriso malizioso, ringraziando il fatto che, almeno per qualche minuto, fosse riuscita a sorridere e togliersi Filippo dalla mente:
-Giustissimo-.
Caterina se ne era andata da quasi un'ora; Giulia non si era mossa dal letto, rimanendovi stesa in silenzio con noncuranza.
Si era sentita sollevata dal fatto che Caterina non avesse insistito per farla venire con lei: non credeva sarebbe stata in grado di uscire, non in quello stato. Tantomeno sarebbe stata in grado di vedere Nicola, che rimaneva pur sempre uno degli amici più stretti di Filippo, e di conseguenza, molto probabilmente, dalla parte dell'amico. Non credeva sarebbe riuscita a sopportare qualsiasi rimprovero o parola allusiva che Nicola avrebbe potuto rivolgerle.
Ad accompagnare Caterina fino in piazza ci aveva pensato Marianna; l'unica altra persona rimasta in casa in quel momento con Giulia era Lorenzo, mentre il padre di Caterina sarebbe tornato dal lavoro solo verso sera.
Lorenzo l'aveva avvisata poco prima che si sarebbe fatto una doccia. Ora Giulia poteva udire lo scroscio dell'acqua della doccia provenire dal bagno. Pensò che aveva bisogno di farne una anche lei: doveva rilassarsi, liberare la mente il più possibile, per quanto difficile potesse essere.
Si mise a sedere con le gambe incrociate, e il viso sepolto tra le mani. Probabilmente anche Filippo stava come lei: deluso, triste, desolato. Se aveva desiderato quel bacio sul serio, e non solo per qualche fugace istinto dettato dal momento, doveva per forza sentirsi così anche lui. Si immaginò Filippo, anche lui steso nel proprio letto, nella sua stanza, il sorriso allegro e mite che così tanto spesso gli illuminava il viso ora spento.
Si ritrovò a singhiozzare, ma ricacciò a forza le lacrime indietro. Non avrebbe pianto, non di nuovo.
A distrarla da quei suoi pensieri fu il leggero bussare che sentì alla porta. Subito dopo Lorenzo la aprì piano:
-Vuoi farti una doccia anche tu? E' meglio se ne approfitti, hai il bagno tutto per te- le disse, sorridendole.
Giulia si voltò verso di lui, arrossendo. Gli occhi di Lorenzo la facevano ancora sentire in soggezione, nonostante lo sguardo amichevole che le riservava spesso e volentieri. Si limitò a rispondergli, quasi sussurrando:
-Sì, grazie. Ho proprio bisogno di una doccia calda-.
Pochi minuti dopo si trovava già sotto il getto di acqua calda della doccia.
Non voleva pensare, non voleva riflettere, voleva solamente godersi il calore dell'acqua sulla propria pelle. Sentiva la mente svuotarsi; si appoggiò con la schiena al muro, lasciandosi scivolare fino a terra, dove rimase seduta per diversi minuti, perdendo la cognizione del tempo.
*
Erano quasi dieci minuti che Caterina si trovava davanti al Caffè della Piazza, in attesa di Nicola, che dimostrava ancora una volta di essere sempre il solito ritardatario.
Continuò a picchiettare il piede a terra, in preda all'agitazione: continuava a domandarsi cosa Nicola le volesse dire. La preoccupazione verso Giulia, poi, non rendeva le cose più facili. Cominciava a pensare che forse avrebbe fatto meglio ad insistere per far sì che uscisse anche lei: distrarsi le avrebbe fatto sicuramente bene – meglio del restare a casa da sola in uno stato depressivo-, anche se la presenza di Nicola sarebbe potuta risultare di difficile gestione.
Finalmente lo vide arrivare in lontananza; dopo qualche minuto, Nicola raggiunse Caterina, che lo accolse con un sorriso.
-Scusa il ritardo- si scusò subito lui, facendole un cenno di saluto.
-L'importante è che tu sia arrivato, Tessera- rise Caterina, guardandolo. Si strinse nelle spalle, sentendo le gote arrossire. Scostò lo sguardo, affondando il viso nella sciarpa, fingendo di avere particolarmente freddo per dissimulare l'imbarazzo iniziale.
Cominciarono a camminare poco dopo, lungo la piazza, quasi deserta. Non stabilirono una meta precisa, e Caterina non sapeva nemmeno quanto effettivamente sarebbero rimasti insieme: sperava solo che Nicola si decidesse a parlarle, una volta per tutte.
Per un po' nessuno dei due parlò, il nervosismo di Caterina che cominciava ad affiorare. Lanciò un'occhiata di traverso a Nicola: non sembrava passarsela troppo bene nemmeno lui, in fatto di agitazione. Teneva le mani nelle tasche dei jeans, gesto che ripeteva spesso nelle situazioni in cui non sapeva come comportarsi.
Si erano appena fermati davanti alla vetrina di una cartolibreria della piazza, quando finalmente Caterina ruppe il silenzio:
-E Filippo? Come sta?-. Nicola ci pensò un attimo, poi le rispose:
-Direi male- fece una smorfia, come se fosse doloroso anche per lui parlare dell'amico – Ma mi ha raccontato a grandi linee cosa è successo tra lui e Giulia. Non che ci volesse un genio a capire che lui si era fatto avanti, e lei l'ha rifiutato-.
Fece una pausa, prima di proseguire, più esitante:
-Comunque tutto nella norma: mi sentirei deluso anche io, se dopo aver baciato qualcuno che mi piace, questo qualcuno se ne andasse senza dirmi nulla-.
Caterina soppesò per qualche secondo quelle parole, pentita di aver tirato fuori proprio quell'argomento. Non aveva pensato, prima di parlare, che sarebbe stato fin troppo spinoso parlare di quello che era successo tra Filippo e Giulia solo il giorno prima.
-Anche Giulia non se la sta passando bene- gli rispose, costandosi un ciuffo di capelli dagli occhi.
Nicola sembrò contrariato, quasi infastidito:
-Giulia? Ma se è stata lei ad andarsene! Ora se ne è pentita, per caso?-.
Caterina lo guardò stizzita, trattenendosi a stento dal rispondergli malamente:
-Può aver reagito impulsivamente, ma non per questo devi puntarle addosso il dito così. Probabilmente non se lo aspettava, e Filippo l'ha colta troppo di sorpresa-.
-L'avevano capito tutti che Giulia gli piace. Sul serio vuoi farmi credere che non ne avesse avuto il sospetto nemmeno una volta?- replicò Nicola, per nulla intimidito di fronte allo sguardo torvo di Caterina – Poteva benissimo bloccarlo e spiegargli tranquillamente che non era il momento adatto, o che non le andava. Non doveva piantarlo in asso come ha fatto-.
Caterina represse a forza le parole che avrebbe voluto gridargli addosso. Non le andava di litigare, non in quel momento. E poi, per quanto capisse bene il punto di vista di Giulia, riusciva a capire anche quello di Filippo. Nicola non aveva tutti i torti, per quanto duramente avesse parlato: Filippo era stato impulsivo, ma nemmeno Giulia gli aveva dato il tempo necessario per spiegarsi.
Non continuarono quella discussione. Caterina si morse il labbro, facendo qualche passo e distanziandosi appena da Nicola.
Non aveva pensato davvero che il casino successo tra Giulia e Filippo avrebbe, in qualche modo, influenzato anche il loro, eppure dopo quello scambio di battute accarezzò l'idea di trovare una scusa per andarsene.
Rimase in silenzio, continuando ad avanzare, percependo la presenza di Nicola di nuovo a pochi passi da lei, mentre la seguiva. Lo sentì schiarirsi la gola, poco prima di parlare:
-Comunque volevo parlarti di una cosa-.
Nicola si fermò, costringendo Caterina a fare lo stesso. Si voltò verso di lui, aggrottando la fronte: ora Nicola sembrava rifuggire il suo sguardo, arrossendo appena e apparendo alquanto a disagio.
-Sì, giusto. D'altro canto è per questo che ci siamo trovati qua oggi- annuì lei, incrociando le braccia contro il petto. Lo scambio di battute su Filippo e Giulia l'avevano così tanto contrariata da farle quasi passare la curiosità di sapere cosa Nicola dovesse dirle.
-Già- Nicola teneva ancora le mani nelle tasche dei jeans, gli occhi azzurri abbassati e come in cerca di un qualche appiglio per continuare a parlare – E non siamo partiti molto con il piede giusto-.
Caterina si voltò di nuovo, portando gli occhi in un'altra direzione. Sospirò a fondo, a tratti sconsolata: doveva essere piuttosto evidente come la sua voglia di andarsene le fosse dipinta in faccia.
Si sentiva lo sguardo di Nicola addosso, ma non si girò subito comunque. Era una sensazione forte, quella di essere guardata da lui, che ancora faticava a gestire.
Quando infine si girò verso di lui, in un moto istintivo e già pronta a dirgli di piantarla di fissarla senza dire nulla, Caterina quasi rimase bloccata: Nicola aveva alzato di nuovo il viso, e stavolta non lo abbassò quando incrociò gli occhi di Caterina.
Continuarono a guardarsi, senza dire nulla, anche quando Caterina si rese conto, in un momento pieno di panico ed eccitazione insieme, che Nicola le si stava lentamente avvicinando.
Stava riducendo lo spazio tra di loro, sempre di più, fino ...
Caterina quasi sobbalzò, nonostante la vibrazione del suo telefono fosse tutt'altro che alta. Abbassò lo sguardo verso la tasca della sua giacca, dove teneva il cellulare, che aveva smesso di vibrare. A Nicola bastò solo quell'istante per fare un passo indietro, di nuovo lontano da lei; quando Caterina rialzò gli occhi, dopo aver preso in mano il telefono, le sembrò così distante da lei che quasi credette di essersi immaginata tutto.
-Scusami, un messaggio ... - farfugliò, a mo' di scusa, a mezza voce. Nicola annuì distrattamente, ancora rosso in faccia, mentre Caterina malediceva chiunque le aveva appena scritto. Armeggiò alcuni secondi con il telefono, sbloccando il display e rimanendo per qualche secondo immobile nel leggere il nome del mittente.
-Tutto a posto?- le chiese Nicola, lanciandole un'occhiata veloce. Solo dopo essersi accorto dello sguardo sbigottito di Caterina le si accostò maggiormente, parlandole più tentennante:
-Non hai una bella cera. È successo qualcosa?-.
Caterina bloccò di nuovo il display, rimettendo nella tasca della giacca il telefono, ed alzando le spalle:
-Non è nulla di che-.
Fece qualche passo in avanti, prima di venire raggiunta da Nicola subito dopo, che sembrava tutt'altro che convinto della sua risposta:
-Non sembra essere proprio nulla- insistette, disorientato – Di chi era quel messaggio?-.
Caterina si ritrovò a sbuffare, quasi divertita al pensiero che se fosse venuto a conoscenza di chi in effetti le aveva appena scritto, forse in un secondo momento Nicola avrebbe preferito non sapere nulla a riguardo.
-Una vecchia conoscenza- borbottò, continuando a non voler incrociare lo sguardo dell'altro – Un tipo che non conosci, in ogni caso-.
NOTE DELLE AUTRICI
Vi siete ripresi dalla fuga di Giulia?😂 In ogni caso, qui ci ritroviamo al giorno dopo il misfatto, con una Giulia alquanto giù di morale e Caterina che cerca di distrarla.
Intanto però, che ne pensate di lei e Nicola? Secondo voi voleva davvero baciarla o è stata solo un'illusione di Caterina?
Appuntamento a venerdì con la seconda parte!
Kiara & Greyjoy
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