Capitolo 29 - Parte di me (Pt. 5)
Faceva maledettamente caldo, e Giulia sembrava essersene resa conto solo in quel momento, quando finalmente si era potuta sedere dopo ore passate in piedi. Non ci avevano messo molto ad arrivare all'agriturismo dove avevano deciso di dare luogo al rinfresco e alla festa che ne sarebbe seguita, ma sia lei che Filippo avevano poi dovuto aspettare tutta la processione di auto degli invitati che da Verona si era spostata fino al paese dove si trovava l'agriturismo; solo dopo che erano arrivati tutti si erano finalmente spostati nella zona riservata a loro, e Giulia aveva finalmente potuto far riposare il proprio corpo sulla sua sedia al tavolo degli sposi.
Era ancora abbastanza incredula riguardo a tutto ciò che era successo fino a quel momento, e non aveva ancora trovato un attimo per rifletterci davvero. Lanciava solamente qualche occhiata ogni tanto alla fede dorata che ora portava all'anulare, e che le restituiva il proprio riflesso.
Filippo, seduto accanto a lei, era sorridente come non mai, quasi luminoso. Giulia ricordava di averlo visto così poche altre volte, e non poteva che considerarsi felice nel rivederlo così sereno e genuinamente emozionato.
La commozione, comunque, aveva colto un po' tutti: prima di lasciare la sala comunale, Giulia aveva intravisto sua madre, Ilaria e la madre di Filippo ugualmente in lacrime. Caterina aveva retto un po' meglio l'emozione, anche se poi qualche lacrima era sfuggita al suo controllo durante le promesse.
Giulia, invece, era sicura che avrebbe avuto il secondo crollo emozionale di lì a poco: seppe che il momento del discorso in onore degli sposi era finalmente giunto quando Caterina, Nicola, Pietro ed Alessio si erano alzati dal tavolo riservato a loro – più Giada ed Alice, e a Gabriele e Alberto-, per avvicinarsi invece a quello di Giulia e Filippo.
Caterina circumnavigò il tavolo per prima, arrivando di fianco a Giulia con un sorriso trionfante – Giulia si chiese con terrore cosa poteva avere in serbo-; si chinò su di lei per sussurrarle:
-Sai, vero, che ora piangerai di nuovo?-.
-Dalla commozione, dal ridere o dalla disperazione per quello che direte?- le tenne il gioco Giulia, sussurrandole di rimando.
-Chi lo sa- Caterina si rialzò, mentre Nicola, Pietro ed Alessio erano finalmente giunti accanto a lei – Penso lo scoprirai tra poco-.
Giulia rise, senza troppo nervosismo nella voce: immaginava che il discorso sarebbe stato tutt'altro che serio – come voleva la miglior tradizione dei discorsi ai matrimoni-, ma aveva anche la sensazione che ne avrebbe ascoltato uno tutt'altro che buttato a caso.
Caterina prese un coltello in mano, picchiettandolo appena sul bicchiere di Giulia: il ticchettio richiamò l'attenzione di tutti i presenti all'istante, che si girarono verso il tavolo degli sposi.
Caterina si schiarì la voce, prima di prendere un respiro profondo ed iniziare:
-Salve a tutti. Oddio, non so bene come iniziare questo discorso, non sono per niente abituata a fare discorsi solenni ai matrimoni. Innanzitutto volevo dire che è davvero una bella cosa che voi tutti siate qui a festeggiare Giulia e Filippo, e che questa senz'altro rimarrà una giornata storica- fece una piccola pausa ad effetto, prima di stendere le labbra in un sorriso sarcastico – Non che nessuno di noi abbia mai dubitato anche solo per un attimo che ci saremmo giunti. Voglio dire, sembra quasi che questo matrimonio fosse scritto nel destino di entrambi-.
Giulia si sentì arrossire, ma cercò di non apparire troppo imbarazzata: rimase immobile, gli occhi puntati verso l'amica e pronta ad ascoltare tutto ciò che sarebbe venuto dopo.
-Io sono una delle amiche di più lunga data della nostra amata sposa, e posso dire di aver assistito in diretta al suo primo vero incontro con quello che, ormai possiamo dirlo, è appena diventato suo marito. Sì, esatto, ho avuto proprio questa fortuna- qualcuno degli invitati fece partire qualche esternazione di entusiasmo, mentre Caterina si mordeva il labbro inferiore per non scoppiare a ridere troppo presto – E a dire il vero, più che un incontro, è stato uno scontro: durante un normalissimo intervallo, ai tempi del nostro secondo anno di liceo, Giulia si era appena presa un caffè ai distributori automatici. Sin qui nulla di strano, se non fosse che non riuscì mai a bere quel caffè-.
-Chissà perché- Filippo si era avvicinato all'orecchio di Giulia di soppiatto, mormorandole quelle parole con allegria; Giulia non riuscì più a trattenere le risate, anche se si sforzò di ridere il più piano possibile.
-Qualcuno a caso decise di andarle addosso e travolgerla mentre io e lei stavamo salendo delle scale- proseguì Caterina, ripercorrendo a grandi passi quello che era stato, a tutti gli effetti, il vero inizio della storia di Giulia con Filippo – E così questa fu la prima volta che i nostri novelli sposi si parlarono. Un vero e proprio colpo di fulmine. Non che nessuno ci credesse davvero, all'epoca, erano costantemente presi in giro per questo legame platonico che si era formato subito ... Ma evidentemente si sono messi d'accordo per mostrare a tutti quanto ci stavamo sbagliando-.
Gli invitati scoppiarono in una generale risata fragorosa, e Giulia tirò il primo sospiro di sollievo: in fin dei conti, Caterina ci era andata giù piano, senza ricordare nei dettagli tutti quei giorni dell'adolescenza passati a chiedersi cosa poteva nascere tra lei e Filippo.
Quando la risata stava affievolendosi, Caterina fece un passo indietro, lasciando il posto di fianco a Giulia a Pietro, che sembrava molto più a suo agio nel parlare in pubblico e completamente padrone della situazione:
-In effetti devo ammettere che appena successo il fattaccio, io ero tra quelli che li davano per spacciati, sin da subito. Anzi, vi dirò di più: ero totalmente convinto che al nostro caro Filippo non potesse proprio interessare una come Giulia-.
Giulia si ritrovò ad annuire, sinceramente sorpresa nel vedere come Pietro, a distanza di anni, ormai ammettesse senza problemi che all'inizio non la sopportava affatto.
-Ma lui era davvero preso, anche se non voleva ammetterlo. Quindi, da bravo amico, ho deciso di ... Come dire, velocizzare un attimo i tempi- Pietro fece una pausa, voltandosi verso Filippo e lanciandogli un'occhiata divertita – Così un giorno sono andato dalla nostra dolcissima sposa, che continuava a ronzare attorno alla classe mia e di Filippo, dicendole che un certo qualcuno era interessato a conoscerla meglio. E ... No, a dispetto di ciò che tutti voi sospettate, lei disse che no, non le interessava-.
Partì un'altra risata, alla quale si aggiunse anche Giulia: ora, a ripensare a quel momento, si divertiva. Era uno di quegli episodi ritenuti catastrofici per una adolescente insicura come era all'epoca, ma ora lo trovava solo un ricordo piuttosto spassoso.
-Poi però qualche giorno dopo fu Filippo stesso ad andare da lei a parlarle, e allora ovviamente a lei interessò eccome- Pietro si girò verso Giulia e Filippo, annuendo teatralmente – Devo dire che come Cupido ho funzionato davvero bene: non davo loro alcuna speranza, e ora mi ritrovo addirittura al loro matrimonio, a parlare a voi tutti di quanto all'inizio non credessi in loro-.
Rise piano, prima di tornare a rivolgersi al resto degli invitati con aria più seria:
-Beh, in un certo senso non sono così dispiaciuto di essermi sbagliato-.
Stavolta a partire fu un applauso, al quale Pietro rispose con un inchino teatrale del tutto compiaciuto. Fece un passo indietro subito dopo, per lasciar spazio a Nicola.
Giulia lo vide abbastanza calmo, nonostante sapesse quanto detestasse, in realtà, dover parlare davanti ad una platea. Probabilmente non arrossiva solo grazie alla freddezza che lo contraddistingueva spesso.
-Anche io sono un amico dello sposo, e lo conosco da davvero tanto tempo. Io e Filippo siamo cresciuti insieme, e ovviamente ho assistito anche io agli inizi della sua storia con Giulia- esordì, dopo essersi schiarito la gola – Caterina e Pietro vi hanno raccontato di come sono andati i primi incontri, di come hanno iniziato a parlare. Per quanto mi riguarda, posso dirvi che, a dispetto di quel che può sembrare, non è stato sempre facile per Filippo e Giulia-.
Giulia si morse il labbro inferiore, tentando di non far spuntare un sorriso nostalgico sulle proprie labbra. Evidentemente avevano lasciato a Nicola il compito di raccontare i primi mesi del 2011; era ciò che si aspettava di ascoltare, curiosa di sapere come li avrebbe esposti Nicola.
-Certo, erano degli adolescenti, quindi ogni problema era ingigantito al massimo, e quindi nulla di cui stupirsi: un po' di insicurezza la si può perdonare a quindici anni. Poi però, bisogna dire che con qualche aiutino, sono finalmente riusciti a dichiararsi l'un l'altra- Giulia rise sommessamente, girandosi un attimo verso Filippo che, assorto dal racconto di Nicola, aveva accennato anche lui ad una leggera risata – Un po' come è successo oggi, solo che stavolta, ahimè, non ci troviamo a Barcellona come quella volta-.
-Magari fossimo a Barcellona- intervenne Giulia, impossibilitata a trattenersi oltre, e generando un'ulteriore risata degli invitati. Anche Nicola rise, prima di continuare:
-Immagino che tutti e due si ricordino bene quella sera, soprattutto Filippo si ricorderà di quanto è stato divertente tornare in hotel completamente fradicio, dopo essersi beccato una valanga d'acqua dalla fontana vicino alla quale si era appena dichiarato a Giulia- Filippo rise ancora più forte, guardando Nicola e scuotendo piano il capo – E immagino anche che si ricorderanno bene di oggi. Magari tra qualche anno, qualche altra gaffe storica di Filippo si sarà aggiunta al lungo elenco-.
-Questo non vale!- esclamò Filippo, che però più che offeso sembrava alquanto divertito. Nicola si congedò con un altro sorriso gentile, mentre le risate del pubblico cominciavano ad affievolirsi di nuovo.
Quando Giulia si rese conto che era giunto il momento di Alessio, fece per sfregarsi le mani: era sicura di trovarsi davanti il degno avversario di Pietro, in fatto di discorsi grandiosi e carisma da vendere.
-Salve a tutti. Più di qualcuno qui non mi conoscerà, perché in fin dei conti, sono l'ultimo ad essersi aggiunto a questo gruppo di amici piuttosto pazzo- Alessio iniziò a parlare con voce limpida, con una naturalezza incredibile.
-Ho conosciuto Giulia e Filippo più o meno nello stesso periodo delle superiori, intrufolandomi nelle loro vite come amico di amici- fece una breve pausa, voltandosi per qualche secondo all'indirizzo dei diretti interessati – Poi il destino è stato davvero impietoso con me, e non solo mi ha fatto diventare amico di entrambi, ma addirittura vicino di casa, da ormai un anno e mezzo. Sì, potete fare un minuto di silenzio per il sottoscritto-.
Dal resto degli invitati arrivò una grassa risata, alla quale si unirono anche Filippo e Giulia, che prese mentalmente appunto di vendicarsi per quell'affronto del suo vicino di casa, il prima possibile.
-L'abitare nel palazzo di fianco al loro comporta varie cose: per esempio, come conseguenza, ha portato il fatto di essere spesso invitato a cena da loro, ed essere rimproverato praticamente sempre per i miei ritardi dalla nostra cara sposa. Oltre a dovermi sorbire i migliori soprannomi che mi dedica ogni volta che ci incrociamo-.
-I miei soprannomi sono bellissimi!- esclamò Giulia, scatenando l'ennesimo accesso di riso.
Alessio la guardò malamente per qualche secondo, prima di proseguire:
-Giulia, in effetti, a volte sa essere davvero perfida, ma questo Filippo lo sapeva già da molto, ma ciononostante non è scappato oggi all'altare. Quindi direi di fare un applauso allo sposo, per il coraggio dimostrato, e alla sposa, che oggi ha davvero l'aspetto di un raggio di sole-.
Stavolta a partire non fu la solita risata divertita, ma l'applauso che Alessio stesso aveva invocato per entrambi.
Anche Giulia si ritrovò ad applaudire, insieme a Filippo. Si accorse solo un secondo dopo che, effettivamente, come Caterina aveva previsto, una lacrima le aveva rigato il viso.
Nulla di strano: probabilmente piangere al proprio matrimonio doveva essere una di quelle regole non scritte che vanno sempre e comunque rispettate.
*
Era calata la sera, e nonostante fossero le nove da poco passate, i colori violacei e rosa del tramonto avevano lasciato completamente posto al ceruleo che anticipava la notte.
Il rinfresco si era protratto per ore che, a tratti, a Giulia erano parse interminabili. Aveva cercato di non dare troppo nell'occhio per evitare domande indiscrete, ma non era riuscita a mangiare quanto avrebbe voluto: non voleva esagerare per rischiare di vomitare, cosa che era già di per sé abbastanza probabile senza sfondarsi di cibo. Alla fine, quando era arrivato il turno della torta, aveva tirato un sospiro di sollievo: c'erano volute ore per arrivare a quel punto, e finalmente non avrebbe più dovuto rifiutare più alcun piatto che le veniva offerto.
Dopo quel rinfresco così infinito e ricco, non c'era stata alcuna cena, e a Giulia andava benissimo così. Ci sarebbe stato più spazio per dei balli, per chiacchierare con i vari invitati e, infine, avviarsi verso la stanza del B&B per riposarsi.
L'agriturismo aveva fatto loro il favore di assumere per la serata alcuni musicisti, ed in quel momento, mentre se ne stava seduta al proprio posto in maniera scomposta, Giulia ascoltava distrattamente la melodia arrivare dall'altra parte della sala, dove si erano posizionati. Aveva voglia di alzarsi, di fare qualcosa, ma doveva prima individuare Filippo, che si era allontanato qualche minuto prima per parlare con alcuni parenti che, a quanto pareva, non vedeva da un po' di tempo.
Spostò lo sguardo per tutta la sala, fino a quando, posando gli occhi su un tavolo piuttosto distante, non lo aveva finalmente individuato. Stava ancora parlando con i parenti – Giulia non ricordava se fossero degli zii o qualcosa del genere-, standosene in piedi tra le loro sedie.
Giulia non attese oltre: si alzò, sgranchendosi finalmente le gambe, ed avviandosi verso quel tavolo, camminando lentamente e maledicendo i tacchi bassi ad ogni singolo passo.
Filippo si accorse del suo avvicinamento giusto poco prima che lei gli arrivasse accanto, dopo essersi voltato causalmente nella stessa direzione da cui stava provenendo Giulia. Lo osservò mentre si congedava dai suoi parenti per venirle incontro: si incrociarono a qualche metro dal tavolo dove lui era rimasto fermo fino a pochi secondi prima.
-Ehi, qualcosa non va? Ti senti bene?- Filippo parlò a bassa voce con apprensione, portando una mano alla spalla di Giulia.
-Sto bene, tranquillo- gli sorrise, prendendogli una mano tra le sue – Ma credo sia venuto il momento di movimentare un po' la serata-.
Filippo la guardò accigliato:
-Che intendi con movimentare?-.
NOTE DELLE AUTRICI
Dopo la cerimonia, le promesse scambiate, si passa ovviamente al rinfresco e i discorsi di amici e parenti che, si sa, non possono mancare!E a prendere la parola finora infatti sono stati proprio gli amici di lunga data dei novelli sposi, quelli che meglio li conosco sia singolarmente che come coppia, e che li hanno visti conoscersi e crescere in questo anni. E così, con i racconti di Caterina e Pietro prima, e quelli di Nicola e Alessio poi, abbiamo ripercorso le tappe fondamentali di questi due ragazzi ormai adulti, senza farci mancare l'ironia! 🤭Sul finale ci avviciniamo poi alla serata che potrebbe riservare sorprese... O ci stupirà con la sua calma? Voi su cosa puntereste?A venerdì per scoprire se i vostri pronostici erano corretti oppure no!
Kiara & Greyjoy
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