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Capitolo 27 - Bird set free (Pt. 4)

Alessio non fece nulla per cercare di trattenere il sorriso che gli increspava le labbra; d'altro canto, le pareti del salotto non potevano certo dirgli che avrebbe fatto meglio a cancellarsi dalla faccia quell'espressione inebetita che sentiva di avere.

L'abbraccio di Pietro era stato inaspettato e desiderato come non si era mai reso conto prima che avvenisse.

Non se l'era aspettato, nemmeno dopo essersi reso conto che Pietro l'aveva seguito per dirgli quanto si sentisse felice per lui. Non ricordava nemmeno quando era stata l'ultima volta che c'era stato contatto fisico tra di loro, o almeno un contatto così ravvicinato ed intimo.

All'inizio, quando si era accorto della presenza di Pietro in quel bagno minuscolo, gli era parso così insicuro, così fragile che si sarebbe aspettato di vederlo crollare in mille pezzi da un momento all'altro. Ma poi aveva capito, quando si era ritrovato stretto dalle sue braccia, che quello veramente fragile tra loro due era proprio lui e non Pietro: era lui che non avrebbe mai potuto trovare il coraggio di un gesto simile dopo tutti quei mesi di tensione, lui che si era sentito esposto come non mai in quell'abbraccio tutt'altro che semplice.

Si era sentito a casa, così vicino a Pietro, e sarebbe bastato anche solo quello a ricordargli quella sua fragilità. A ricordargli che Pietro era l'unico che, in un modo o nell'altro, riusciva a toccare corde che solitamente riusciva ad ignorare, a lasciare in disparte per potersi concentrare al meglio sui suoi obiettivi.

Don't come closer or I'll have to go

Holding me like gravity are places that pull

If ever there was someone to keep me at home

It would be you

Sapeva che nei giorni successivi si sarebbe ritrovato a pensare spesso a quell'abbraccio, e sapeva anche che quel gesto non avrebbe cambiato nulla tra di loro. Era stato dettato solo dagli eventi della giornata: era sicuro che già l'indomani sarebbe tornato tutto come al solito, con le sue colpe mai espiate e il rancore di Pietro ancora non curato.

Sapeva anche che sarebbe tornato a sentirsi in colpa, ma solo dal giorno dopo. Per quella sera non c'erano sensi di colpa che avrebbero potuto oscurare il senso di soddisfazione e di realizzazione che lo stavano riempendo.

Affondò ancora un po' sulla superficie morbida del divano, dopo essersi arrotolato le maniche della camicia. Cominciava a sentire caldo, esattamente come l'aveva sofferto quella mattina stessa, poco prima della proclamazione. Quello era il secondo momento che ricordava meglio della giornata appena trascorsa. Nella sua memoria erano come stampati a fuoco ogni pensiero e sensazione che l'avevano attanagliato in quell'attimo, nella trepida attesa di salire su quel palco inframezzata dal suo sbirciare Pietro da lontano.

La proclamazione era stato l'ultimo passo che lo aveva diviso dalla vita che stava rincorrendo da quando aveva solo diciotto anni. L'aveva rincorsa così a lungo, e con così tanta ostinazione e determinazione, che ancora faticava a rendersi conto che da lì in avanti non avrebbe dovuto fare altro che mettersi in gioco. E non vedeva l'ora di giocare, di raccogliere i frutti di tutti quegli anni di fatiche e concentrazione su quell'unico obiettivo.

Era sicuro che non tutti avrebbero capito quel suo desiderio di autorealizzazione. Anzi, era abbastanza sicuro che la maggior parte delle persone l'avrebbe trovato un gretto egoista concentrato solo sulla sua futura carriera. Probabilmente era vero, era un egoista che non aveva dato importanza a null'altro se non al suo futuro; Pietro era stato vittima della sua ambizione, e probabilmente non era stato l'unico a rimanere incastrato in quel meccanismo.

Ed Alessio sapeva che non sentirsi in colpa per quello, anche se solo per quel giorno, non faceva altro che sottolineare il suo spirito individualista. Ma non poteva negare né a se stesso né a chiunque altro la soddisfazione che lo aveva accompagnato in quella giornata; quello era il suo giorno, il suo nuovo inizio: un'altra battaglia da poter perseguire, un'altra vittoria da poter conquistare – una vittoria macchiata e mossa dall'assenza di qualcun altro.

Per la seconda volta in quella giornata riemerse nella sua mente la sensazione di mancanza. Per un attimo ebbe la tentazione di alzarsi e andare a riempirsi un bicchiere di qualcosa di alcolico – qualunque cosa sarebbe andata bene per soffocare con certezza quel vuoto che sentiva all'altezza dello stomaco-, ma cercò di trattenersi. Aveva già bevuto abbastanza per quella giornata, e ubriacarsi da solo a casa non era la situazione ideale per festeggiare.

Sentì il nervoso montargli, al pensiero che Riccardo riuscisse a fargli quell'effetto anche quando non c'era. Soprattutto quando non c'era.

Non lo vedeva da anni, dubitava persino che sua madre gli avesse detto della sua laurea. E anche se lo aveva saputo, non si era certo aspettato una sua chiamata o un messaggio d'auguri. Non sarebbe stato da lui.

Si chiese cosa gli avrebbe detto suo padre, se fosse stato lì con il resto della sua famiglia e ai suoi amici: gli veniva facile immaginarselo in piazza San Marco, fasciato dai suoi soliti abiti sofisticati e costosi, gli occhi neri e il ghigno derisorio. Forse lo avrebbe sminuito, dicendogli che se voleva davvero arrivare dove era arrivato lui, di strada ne aveva ancora molta da fare. E di certo, da quel punto di vista, avrebbe avuto ragione: forse non sarebbe mai riuscito a superarlo, forse neppure ad eguagliarlo, anche se Alessio, in quella strada che si era scelto, ci stava mettendo tutto il cuore e tutta l'anima.

Everyone I come across in cages they bought

They think of me and my wandering

But I'm never what they thought

Got my indignation but I'm pure in all my thoughts

I'm alive

Riusciva perfino a sentire la sua voce, mentre se lo immaginava sputargli addosso quelle frasi. In una qualsiasi altra giornata l'avrebbero ferito, lasciato vuoto e sanguinante nell'anima. Ma non quel giorno, non in quel giorno in cui, per la prima volta da lungo tempo, si sentiva così realizzato da potersi lasciare scivolare via qualsiasi cattiveria gratuita.

Alessio si alzò definitivamente dal divano, andando svelto in cucina. Mantenne fede al suo proposito di non bere ulteriore alcool, e si riempì invece un bicchiere di acqua fresca. Si rese conto che pensare a Riccardo in quel frangente gli aveva fatto meno male del solito; in quel momento pensò davvero che la felicità fosse in grado di stordire così tanto le persone.

Bevette un altro bicchiere d'acqua, poi si avviò verso la sua camera da letto, cominciando a slacciare i primi bottoni della camicia. Era del tutto intenzionato a buttarsi sul letto, a gambe e braccia aperte, e magari addormentarsi proprio lì.

Fu passare davanti alla scrivania della stanza che, invece, gli fece per un attimo allontanare l'idea di stendersi e riposarsi. L'occhio era finito su un pacco di fogli bianchi, ancora inutilizzati. I pensieri furono più veloci delle azioni. Lanciò un'occhiata veloce al letto: avrebbe potuto rimandare benissimo di un po' il sonno ristoratore che lo attendeva invitante; si sedette quindi alla scrivania, rigirandosi tra le mani il foglio bianco in cima al blocco.

Scrivere non era mai stato un suo passatempo. Lo scrittore del gruppo era sempre stato Pietro, non certo lui, anche se alle superiori ricordava che non gli dispiaceva affatto cimentarsi nei temi in classe, ed era una cosa che gli riusciva anche bene. Quello che gli ronzava in mente, però, non era un tema. Non era nemmeno una storia, o almeno così credeva. Erano vari pensieri che avrebbe voluto buttare giù sulla carta, metterli nero su bianco per non far sì che il tempo potesse cancellarglieli dalla memoria.

Afferrò la prima penna che gli capitò a tiro dal portapenne, e prima ancora che decidesse che filo logico dare ai propri pensieri, iniziò a scrivere. Si stupì della facilità e velocità con la quale le parole venivano incise dalla penna sulla superficie nivea della carta, e si stupì anche nel rendersi conto quali erano le parole che aveva tenuto celate dentro se stesso così tanto a lungo.

Finì in una decina di minuti. Non rilesse nemmeno quello che aveva appena scritto: conosceva troppo bene le parole che avrebbe voluto rivolgere a se stesso, e pensava di poter presupporre quali parole avrebbe voluto rileggere tra qualche anno, magari nei momenti più difficili che gli si sarebbero presentati di nuovo.

Si alzò dalla sedia di fronte alla scrivania, ripiegò il foglio e lo infilò in uno dei cassetti del comodino accanto al letto. Forse quella lettera non l'avrebbe più riletta, ed in quel caso, forse, si sarebbe anche dimenticato della sua esistenza. O forse, un giorno, gli avrebbe fatto piacere rileggerla, e ritrovare il coraggio che si era sentito nelle vene mentre la scriveva.

Leave it to me as I find a way to be

Consider me a satellite forever orbiting


"Non so tra quanto leggerai questa lettera. Potrebbe passare un anno, così come una decina, o forse anche più. Magari la perderai e, anche se in un angolo della tua memoria ne rimarrà il ricordo sfocato, non rileggerai mai queste parole. Probabilmente però, conoscendoti, la terrai nascosta da qualche parte al sicuro: chissà, forse un giorno di un anno non ben precisato ti verrà voglia di rileggere cosa ti passava nella mente del te stesso venticinquenne. Spero che, per quel tempo, potrai farti una risata leggendo queste parole, pensando a quanto allora fosse difficile e quanto, invece, ora la vita ti sorrida.

O forse rileggerai questa lettera nei momenti peggiori che ti si presenteranno davanti, ricordando quanto fossero più semplici le giornate di adesso.

Beh, se dovesse accadere quest'ultima ipotesi, queste parole sono per te, Alessio del futuro: qualsiasi cosa accada, qualunque sia il problema che ti sta facendo vacillare, non mollare mai. Non pensare neanche per un momento di non potercela fare, di non trovare una via per risalire.

Ricordati quanto dolore e quante fatiche hai dovuto affrontare per giungere fino a dove sei arrivato – e sono sicuro che, per il tempo in cui starai rileggendo questa lettera, sarai arrivato ancora più lontano di ora-, e ricordati della persona che sei diventato anche grazie a tutto questo.

Ricordati del giorno in cui, finalmente, hai raggiunto la prima tappa nel percorso di vita che hai scelto: l'invincibilità che, seppure sopita, non è mai sparita, e che è riaffiorata proprio in questa giornata.

Ricordati anche che niente e nessuno può portarti via i tuoi sogni, e che per raggiungerli basta volerlo. Fregatene di chi ti additerà come un arrogante ed egoista: probabilmente quella critica arriverà proprio da chi non ha mai avuto un'ambizione talmente grande da non aver concluso nulla nella sua vita.

Hai toccato il fondo diverse volte, e ti sei sempre rialzato. Anche questo devi tenertelo sempre a mente.

Non ti conosco, non posso prevedere con sicurezza come sarai: posso solo sperare che, per il tempo in cui ti ritroverai di nuovo con questo foglio in mano, tu abbia raccolto tutti i successi in cui hai sempre sperato e sempre creduto. Spero tu non ti sia mai fatto lasciare scappare nessuna occasione, e quando ti sembrerà di aver forse sacrificato troppo per la tua causa, guardati indietro e rammenta: di sacrifici ne avrai fatti e ne dovrai fare ancora tanti, ma non è mai troppo alto il prezzo da pagare per aver deciso di rincorrere le proprie vocazioni.

È molto meglio sentirsi un uccello libero di volare, libero di raggiungere i propri sogni con le proprie forze, piuttosto che rinchiudersi in una gabbia che, per quanto sicura, sarà sempre troppo stretta.

Ricordati che ne sarà sempre valsa la pena.

A.".

I knew all the rules but the rules did not know me

Guaranteed*








* Il copyright della canzone (Eddie Vedder - "Guaranteed") appartiene esclusivamente al cantante e ai suoi autori.

NOTE DELLE AUTRICI
Con una sostanziale differenza tra i festeggiamenti di laurea, scopriamo alla fine che anche Alessio, nonostante la solitudine, non se la sta affatto passando male. È soddisfazione forse la parola più indicata per descrivere i suoi pensieri, che qua leggiamo e scopriamo in profondità. Il suo senso di rivalsa verso il padre emerge quanto la fierezza personale dell'aver raggiunto il suo primo obiettivo (e a quanto pare poco importa che nel frattempo qualcuno ci sia rimasto di mezzo 😂)
Cosa ne pensate del percorso di Alessio, e soprattutto della persona che è diventato nel corso di Growing?
A mercoledì prossimo con l'inizio di un nuovo capitolo... Che porterà parecchie novità!
Kiara & Greyjoy

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