Capitolo 25 - New Days (Pt. 5)
I don't know what it is that makes me feel alive
I don't know how to wake the things that sleep inside
I only wanna see the light that shines behind your eyes
-Come fai a non annoiarti?-.
Lo sbuffo piuttosto offeso che ricevette in risposta da Fernando gli fece già presupporre quale sarebbe stato il tono delle sue parole: tutt'altro che accomodante.
-Potrei farti la stessa domanda- Fernando aveva una voce calma, ma Pietro sapeva che in quel momento era tutta apparenza – Come fai a non annoiarti nel guardare ventidue tipi che corrono dietro una palla?-.
Pietro usò il metodo più veloce per far morire quella conversazione il prima possibile: rise scuotendo il capo, come se Fernando non potesse comprendere appieno il fascino del calcio. D'altro canto lui, a quanto pareva, non coglieva l'attrazione del motorsport allo stesso modo.
Non gli era mai capitato di guardare una gara di Formula 1: ne aveva certamente sentito parlare, coglieva qualche notizia quando capitava che ne discutessero Caterina e Giulia, ma non aveva mai visto una competizione dall'inizio alla fine. Forse non ne aveva mai visto nemmeno un giro completo.
Quando era arrivato a casa di Fernando quella domenica, quando il pomeriggio stava ormai virando alla sera, non si era aspettato di trovarlo già davanti alla tv, intento a cambiare i canali per arrivare a quello dove sarebbe stata trasmessa la gara di quel giorno. Incontrava Fernando regolarmente ormai da più di un mese – poteva quasi azzardarsi a dire che stavano diventando amici-, ma non era mai saltato fuori il fatto che fosse un appassionato anche lui. Era stata una scoperta inaspettata, e ancora doveva abituarsi al fatto di vedere Fernando uscire dalla sua solita calma per trasformarsi in un fan spesso al limite di attacchi isterici.
-Quanti giri mancano?- si azzardò a chiedere Pietro, appollaiato in un angolo del divano. Visto che mancava ancora un po' all'orario di cena, Fernando si era premurato di preparare una ciotola piena di popcorn, da cui di fatto stava pescando solo Pietro, l'unico sufficientemente rilassato per riuscire a mangiare senza la paura di soffocare per qualche parolaccia da urlare.
-Circa una ventina- spiegò Fernando, puntando il dito verso l'angolo in alto a sinistra del televisore – Là in alto sono segnati quelli già percorsi-.
Pietro aguzzò lo sguardo, ed in effetti si rese conto che Fernando aveva perfettamente ragione.
-Per ora non sembra essere successo granché- commentò. Il countdown dei giri mancanti segnava che erano al 33° su 57, e Pietro non riusciva a non domandarsi se sarebbe riuscito a restare sveglio fino alla fine. Non riusciva a distinguere le macchine tra loro, anche se alcune livree spiccavano per colori vivaci e differenti, né sapeva nulla sui piloti. Gli sembravano solo una lunga fila di macchine molto simili tra loro che ripetevano lo stesso tracciato a ripetizione, senza un reale obiettivo. Si tenne però quella riflessione per sé: aveva come l'impressione che Fernando non sarebbe stato per niente d'accordo.
-Per ora- sottolineò infatti lui – Il bello, e anche il brutto, della Formula 1 è proprio questo: un giro prima va tutto alla grande, e magari al giro dopo il pilota che tifi è fuori dai giochi-.
Senza staccare gli occhi dalla tv allungò una mano verso i popcorn, afferrandone una manciata.
-Potrebbe essere una grande metafora della vita, se ci pensi-.
Pietro su quel punto poteva anche essere d'accordo, invece. Se doveva pensare alla sua, di vita, quella similitudine sarebbe stata senz'altro calzante.
Aveva tenuto aggiornato Fernando sugli ultimi eventi solo per messaggio, visto che la settimana prima era stato impossibilitato a trovare una sera in cui potersi vedere di persona. Sapeva che, molto probabilmente, avendo ancora diverse ore libere davanti a loro ne avrebbero parlato più tardi, e che si sarebbe dovuto preparare alle riflessioni di Fernando sulla scoperta di sua madre convinta che lui ed Alessio stessero insieme, o sulla reazione avuta da Alessio alla notizia della sua prossima convivenza con Giada. Per messaggio non si era sbilanciato più di tanto su quell'ultimo argomento, ma era probabile che fosse solo perché aveva tutta l'intenzione di farlo quella sera stessa, dal vivo.
E a Pietro andava bene così, in fin dei conti: aveva iniziato a voler frequentare più spesso Fernando proprio perché lui era l'unica persona che potesse capirlo appieno, ancor più di Alberto che, per quanto fosse stato un buon amico e l'avesse ascoltato senza pregiudizi, non avrebbe mai saputo cosa significasse essere gay e non riuscire ad accettarsi.
Trovare Fernando era stato completamente inaspettato, e all'inizio nemmeno voleva avere a che fare con lui, ma ora, a distanza di quasi due mesi, si rendeva conto che incontrarlo era stata una vera manna dal cielo.
Si voltò verso di lui quando lo sentì brontolare sottovoce, di certo poco entusiasta di qualcosa.
-Tifi Ferrari?- gli chiese distrattamente, solo perché il silenzio aveva cominciato ad infastidirlo. La Ferrari era l'unica scuderia che gli fosse venuta in mente, forse perché era quella più famosa e l'unica riconoscibile tra le tante in pista, con le sue due macchine dalle livree rosse che, a quanto ricordava, erano partite dalle prime posizioni.
Fernando acuì lo sguardo:
-Non esattamente-.
-Non c'è qualche pilota spagnolo?- riprovò Pietro. Per quel che sapeva lui, i piloti in pista potevano anche essere tutti spagnoli.
-Ci sono Alonso e Sainz [1]- gli rispose Fernando, voltandosi a guardarlo per la prima volta da quando il GP aveva avuto inizio – Ma non è che devo tifare per forza loro solo perché sono spagnolo anch'io-.
Pietro annuì, tornando a guardare lo schermo. Ora il conteggio dei giri ne segnava 36, e la regia seguì una macchina rossa – inequivocabilmente una Ferrari, la numero 7- entrare in quella che, da quel che aveva capito, dovevano essere la pit lane [2]. L'attenzione di Fernando tornò di nuovo a concentrarsi sulla gara, in evidente agitazione.
-Adesso zitto, che qua se va male ... -.
I meccanici fermi ai box si stavano apprestando al cambio gomme, ma prima ancora che Pietro potesse commentare dicendo che era andato tutto bene e poteva tornare a rilassarsi – almeno relativamente-, vide la macchina partire prima che l'ultimo meccanico si allontanasse, trascinandolo con sé e facendolo atterrare brutalmente sull'asfalto.
-Coño!- urlò Fernando e, senza sapere minimamente lo spagnolo, Pietro seppe che quella doveva essere senz'altro un'imprecazione non molto entusiasta.
Fernando si buttò sullo schienale, come se fosse stato drenato di ogni energia, le mani al viso e gli occhi alzati al cielo.
-La solita fortuna di Kimi [3]- lo sentì mormorare Pietro, che riuscì a malapena a trattenere le risate nel vederlo così in crisi:
-Qualcosa mi dice che tifi lui-.
Per tutta risposta, Fernando tirò un sospiro estremamente profondo:
-Essere raikkoniano da anni ti prepara a qualsiasi genere di delusione. Sono tremendamente allenato a prospettare sfiga in qualsiasi occasione-.
Pietro dovette fare uno sforzo immane per non scoppiargli a ridere in faccia.
-Cazzo, un podio buttato nel cesso- si lamentò ancora Fernando, che però riuscì a rialzarsi e tornare a guardare lo schermo della tv, dove ora si vedeva la Ferrari ferma, le ruote fumanti, a pochi metri dal punto del disastro. Pietro immaginava che la gara di Raikkonen non sarebbe proseguita oltre.
-Il meccanico credo se la stia passando peggio- commentò.
-Probabile- convenne Fernando – Bella gara del cazzo-.
*
I hope that I can say the things I wish I'd said
To sing my soul to sleep and take me back to bed
Who wants to be alone when we can feel alive instead*
Il malumore per la gara non era durato molto oltre, o forse la proposta che gli aveva fatto Fernando era stata un modo proprio per curare la delusione dovuta al Gran Premio. Pietro non ne aveva idea, ma il risultato poco cambiava: erano comunque usciti di casa, avevano raggiunto il grande parcheggio che vi era vicino alla stazione di Santa Lucia, e avevano recuperato l'auto di Fernando, per poi partire in direzione di Jesolo. Aveva tentato più volte di farsi dire cosa diavolo avrebbero dovuto andare a fare a Jesolo ad inizio aprile, ma Fernando l'aveva guardato tutte le volte con un sorrisetto stampato in viso, e quella era stata l'unica risposta che Pietro aveva ottenuto.
Era ovviamente rimasto sorpreso – e perplesso- quando si erano ritrovati di fronte all'entrata di un luna park, dopo poco meno di un'ora di strada percorsa.
Era ancora confuso da quel cambio di scenario quando ormai stavano finendo di cenare, con due hot dog presi da una bancarella nelle vicinanze, seduti fianco a fianco su una panchina nella zona più vicina all'entrata del luna park.
-Avevi progettato di venire fin qui da sempre, o è stata un'improvvisazione?- gli chiese Pietro, addentando il suo hot dog. La sera era già calata, ma non faceva più così freddo come poche settimane prima, motivo per il quale non era un problema mangiare all'aperto.
-Entrambe le cose, direi- fece Fernando, dopo qualche secondo – Volevo portartici, ma non avevo progettato quando. Stasera sembrava una buona opzione-.
In effetti lo era, pensò Pietro. Non aveva un orario di rientro preciso a casa, motivo per il quale non era stato un problema prolungare l'incontro con Fernando, e non aveva altre ragioni per andarsene da dove si trovava. E poi dovevano ancora parlare sul serio: nemmeno durante il viaggio in auto era riuscito a racimolare sufficiente coraggio, e quindi si era limitato a qualche conversazione leggera, e ad ascoltare Fernando che canticchiava le canzoni che passavano in radio.
-Era da troppo tempo che non mangiavo questo tipo di schifezze- Fernando lo disse con voce piena di soddisfazione, dopo aver addentato il suo hot dog quasi finito, ed alzando gli occhi al cielo per la beatitudine – Adesso sono davvero soddisfatto-.
Pietro rise debolmente:
-Mi vuoi far credere che non sei andato in qualche fast food anche la settimana scorsa?-.
-Ehi, ci tengo a mangiare sano. Sennò non sarei così guapo- fece Fernando, con tale serietà che Pietro capì che non era per niente serio – Ci vuole una certa manutenzione per rimanere sempre a questo livello-.
Pietro si limitò a scuotere la testa, come se avesse appena ascoltato la cosa più assurda di sempre. Con la coda dell'occhio, però, sbirciò davvero Fernando: non aveva idea se facesse anche palestra, ma aveva un fisico tonico, seppur non particolarmente muscoloso, ed era decisamente in buona forma. Ma era altrettanto probabile che sarebbe stato attraente anche con qualche chilo in più.
-Hai della maionese lì- gli mormorò, indicandogli l'angolo sinistro della bocca. Avvertirlo era un po' come ammettere che lo aveva appena osservato, ma sarebbe stato un po' sgarbato lasciarlo andare in giro in quello stato.
-Dove? Qui?-.
-No, più in qua-.
Fernando mosse ancora la mano, ma di nuovo non nel punto giusto:
-Qui?-.
-Aspetta, ci penso io- replicò Pietro, e prima di fermarsi a ragionare semplicemente allungò una mano, arrivando con le dita a sfiorare quella parte del viso di Fernando pericolosamente vicino alle sue labbra. Mentre toglieva quel residuo di maionese cercò di non pensare al gesto intimo che aveva appena compiuto.
-Fatto- disse frettolosamente, ritraendo la mano.
Sapeva di essere arrossito, ma Fernando non sembrò turbato:
-Oh, grazie-.
Pietro distolse lo sguardo subito, tornando a mordere il suo hot dog come se nulla fosse stato. Non erano più capitate situazioni a contatto ravvicinato con Fernando, non dopo la prima cena a casa sua e al bacio che c'era stato tra loro poco prima che se ne andasse. Non si era nemmeno più soffermato a pensarci, almeno fino a quel momento, in cui i suoi occhi si erano bloccati sulle labbra di Fernando, piene e morbide. Era una sensazione completamente diversa da quella di brama e desiderio che provava quando pensava ad Alessio, ma non poteva nemmeno negare a se stesso di esserne del tutto indifferente.
-Allora, che mi dici di tua madre? Non mi hai accennato molto finora-.
[1] Fernando Alonso (nel 2018 pilota per la McLaren) e Carlos Sainz Jr (all'epoca pilota per la Renault) sono, appunto, due piloti spagnoli di F1.
[2] La gara che Fernando e Pietro stanno guardando è il GP del Bahrain del 2018, di cui potete trovare un riassunto a questo link: &ab_channel=FORMULA1
Al minuto 4.36 troverete esattamente il punto descritto nel capitolo (e il perchè Fernando rimane così deluso da questa gara 😂)
[3] Kimi Raikkonen, pilota finlandese che nel 2018 gareggiava per la Ferrari
*il copyright della canzone (Oasis - "Acquiesce") appartiene esclusivamente alla band e ai suoi autori.
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