Capitolo 24 - Choices (Pt. 4)
-Credo che se dovessi scendere le scale, finirei per rotolare giù fino al pianterreno- disse Fernando, con una serietà tale che per poco Pietro non scoppiò a ridergli in faccia.
Rimaneva sempre più allibito dalla capacità dell'altro di dire le cose più ridicole con l'espressione più seria e composta possibile, e lasciarsi andare invece a pensieri intricati e profondi come se stesse parlando del meteo.
-Sei proprio melodrammatico- gli bofonchiò alle spalle, pur lasciandosi scappare comunque un mezzo sorriso che, grazie al cielo, Fernando non avrebbe potuto scorgergli in faccia.
-No, è il mio stomaco che sta per scoppiare- insistette lui, facendo girare le chiavi nella toppa e finalmente aprendo la porta d'ingresso del suo appartamento. Pietro varcò quella soglia consapevole che quella seconda volta il suo animo non era agitato e tormentato quanto la prima. Rimaneva sempre un po' di imbarazzo, soprattutto se si fermava a considerare con chi stesse passando il suo tempo, ma stavolta andava molto meglio. Perlomeno non gli stava venendo voglia di scappare come era successo la sera in cui Fernando l'aveva invitato a cena lì dentro.
Avanzarono fino al piccolo salotto, dove Fernando non attese altro tempo prima di buttarcisi quasi a peso morto, sedendosi così stravaccato da sembrare svenuto. Pietro lo imitò in maniera molto più sobria, sedendoglisi accanto, e osservandolo di sottecchi mentre l'altro teneva gli occhi chiusi.
-Ero convinto che avresti detto di no alla mia proposta di uscire- mormorò Fernando con fare pensieroso, dopo alcuni secondi di puro silenzio.
Pietro poteva capire come mai lo credesse. Era rimasto stupito lui stesso quando, qualche giorno prima, aveva ricevuto il messaggio di Fernando in cui gli chiedeva se per caso gli andasse di uscire ancora con lui. Sempre in amicizia, come aveva specificato alla fine del messaggio.
Per quanto la prima volta che si erano incontrati da soli fosse stata una serata difficile da affrontare, Pietro non aveva avuto dubbi su quale sarebbe stata la sua risposta a quella proposta. Aveva così tanto bisogno di parlare con qualcuno senza alcun filtro, di raccontare gli sviluppi con Giada e di tutta la turbolenza che si portava dietro da allora, che probabilmente se Fernando non si fosse fatto vivo sarebbe stato lui stesso a contattarlo.
-Anzi, a dire il vero ero convinto che mi avresti bloccato il numero-.
Pietro rise leggermente:
-Forse ci ho pensato- disse, più per stuzzicarlo che per sincerità – Ma non l'ho fatto. Non sono così stronzo-.
Gli venne facile scherzare a quella maniera. Era stato facile parlare dal primo minuto in cui si erano incontrati quella sera, davanti alla pizzeria dove avevano cenato. Pietro era rimasto sorpreso anche di quello, ma non si era posto troppe domande: forse, semplicemente, bastava non sentirsi troppo in ansia per trovare Fernando una persona a cui parlare era facile.
-Perché pensavi che non sarei venuto?- gli chiese, curioso di sapere il suo punto di vista sulla questione.
-Perché quando te ne sei andato l'altra volta mi sembravi parecchio scioccato- rispose Fernando, senza remore – E forse perché credo di essere sembrato un po' stronzo-.
-Per avermi fatto parlare di Alessio anche se non volevo?- lo incalzò Pietro.
Fernando annuì, finalmente riaprendo gli occhi:
-Esatto. Volevo farti capire che con me ti potevi aprire e che ti potevi fidare, ma non credo di aver scelto il metodo migliore. Mi dispiace-.
Pietro lo guardò con un sopracciglio alzato: non si era aspettato del tutto un risvolto del genere. Era vero che, sin dal primo momento in cui si erano incontrati quella sera, Fernando aveva avuto un atteggiamento molto più rilassato rispetto alla cena che avevano condiviso un mese prima, ma non l'aveva ricollegato ad un volere preciso. Ed era altrettanto vero che sì, era stata dura parlare di Alessio con qualcuno che era pressoché un totale sconosciuto, ma gli era servito.
-No, in realtà credo sia stato un bene averne parlato- ammise, abbassando per qualche secondo lo sguardo – Anche se effettivamente me ne sono andato che ero un po' sotto shock-.
Ommise totalmente il fatto che lo shock fosse più dovuto al loro bacio, che non all'aver parlato apertamente di quel che provava per Alessio. Era piuttosto convinto che Fernando sapesse comunque a cosa si riferiva.
-Ci sono stati sviluppi tra voi due in questo mese?-.
A Pietro venne quasi da sbuffare ironicamente:
-Circa ... Credo fosse quasi sul punto di volermi parlare, tempo fa. Ma ovviamente non l'ha fatto-.
"Come sempre, d'altro canto".
Fernando annuì, di nuovo con aria riflessiva. Sembrava perso in chissà quali pensieri, e Pietro si ritrovò a domandarsi se li avrebbe mai condivisi. La risposta arrivò dopo un minuto di silenzio, quando ormai pensava che quella parte di conversazione fosse inevitabilmente finita in un punto morto.
-Sai, ci ho riflettuto- esordì Fernando, ora completamente voltato nella sua direzione – Tu sei convinto che lui faccia finta di non ricordarsi niente per non dovere dare spiegazioni, ma non è che magari crede che tu ce l'abbia con lui? In fin dei conti, se lui ti crede etero, potrebbe pensare che il fatto che ti abbia baciato ti potrebbe aver fatto schifo e di conseguenza lo stai evitando. Le persone bi e pan affrontano parecchia discriminazione e pregiudizi, sotto alcuni punti di vista anche più di noi omosessuali-.
Pietro scosse il capo, piuttosto convintamente:
-Non lo penserebbe mai, non conoscendomi. Magari sarebbe imbarazzante, ma non mi comporterei mai così e lo sa-.
Fernando non sembrò altrettanto certo:
-Non lo so. È una situazione complicata anche dal suo punto di vista, se ci pensi-.
-Ci eravamo baciati anche un'altra volta, anni fa. Non come a dicembre, stavamo facendo il gioco della bottiglia. Ed è stato lui a reagire male, anche quella volta- disse, ricordandosi perfettamente degli eventi in Puglia – Come se si sentisse insicuro-.
"Come se non volesse cedere all'idea che, forse, tra noi potrebbe esserci più di un'amicizia".
-Il tuo amato ha una psiche un po' complicata, allora-.
Pietro rise, ma solo in parte: sapeva che Fernando l'aveva detto con sarcasmo, e in parte non poteva nemmeno dargli torto, ma non poteva ignorare certi eventi del passato di Alessio. Non a cuor leggero.
-Non ha avuto una vita semplice-.
-Neanche tu, però- obiettò Fernando – Credo che nessuno, seppur in modi diversi, può dire di aver sempre avuto una vita facile-.
"La mia è descrivibile come un inferno, che sto plasmando con le mie stesse mani".
Pietro tenne quelle parole per sé. Non ebbe il coraggio per pronunciarle apertamente, e forse in fondo era consapevole che Fernando potesse intuire da solo quella che sarebbe stata la sua risposta. Potevano essersi visti solo una manciata di volte, ma era come se Fernando riuscisse a leggerlo con una semplicità disarmante.
Era contento di aver lasciato perdere l'ansia e l'ostilità con cui gli si era rivolto la sera della cena un mese prima: era di gran lunga meglio parlare apertamente senza troppe pare.
-Volevo vederti anche per dirti una cosa-.
Fernando si girò di nuovo verso di lui, evidentemente incuriosito.
-Ho proposto a Giada di venire a vivere da me- esalò Pietro, con voce monocorde – So che non apprezzerai la scelta, ma non sapevo che altro fare. È come se quel che è successo con Alessio mi avesse spinto a soffocare ancor di più tutto quello che ho dentro-.
Non sarebbe dovuta essere quella la motivazione per spingerlo ad iniziare una convivenza con la persona che aveva accanto, ma la vita era imprevedibile. E la sua, di vita, non aveva nulla di ordinario, non in quegli ultimi anni.
-Innanzitutto, anche se non condivido non vuol dire che possa giudicarti- Fernando parlò con sorprendente dolcezza, come se stesse cercando di incoraggiarlo – Certo, il mio primo pensiero è che ti stai facendo del male deliberatamente da solo, ma la vita è tua e fai quel che ti pare-.
Pietro quasi rise nell'avere la conferma che Fernando aveva capito benissimo cosa stesse combinando, senza che fosse lui a doverlo ammettere.
-Lei ne è stata felice?-.
Pietro alzò le spalle:
-Penso di sì. Me l'aveva chiesto già l'anno scorso-.
-E avevi temporeggiato-.
-Sì. Ma le cose erano diverse allora-.
"Alessio non mi aveva dato l'ennesima illusione".
-Se lo dici tu ... - Fernando non sembrò molto convinto – Fai ancora in tempo a tirarti indietro-.
-Poi dovrei dare spiegazioni che non voglio dare-.
-Puoi sempre dirle almeno una parte della verità, almeno al momento- gli fece notare Fernando. Pietro lo guardò incerto:
-Cioè che non la amo? Non lo so ... - si morse il labbro inferiore – La presenza di Giada mi fa sentire al sicuro. Non sono solo. Ed è come se rappresentasse l'ultimo ostacolo prima di fare una pazzia-.
-Che tipo di pazzia?-.
Pietro aveva la risposta pronta:
-Tipo andare da Alessio e dirgli tutto-.
A quelle sue parole, inaspettatamente, Fernando scoppiò a ridere di gusto:
-Allora non è tanto una pazzia, tío-.
-Lo è- replicò Pietro, rosso in viso, imbarazzato da morire dal modo in cui l'altro aveva reagito – Non sono ancora pronto a ... A farlo sapere a troppa gente. A volte me lo immagino e mi sembra un incubo-.
Aveva scelto forse parole troppo forti, ma non troppo lontane da quella che era davvero la sua realtà. Quasi faticava ad immaginarsi un coming out, tanto era il terrore che attorniava anche solo il pensiero di farlo.
Certo, magari tra tutti Alessio sarebbe stato il meno problematico, ma di certo aggiungere il dettaglio che era innamorato di lui avrebbe riportato in pari il livello di difficoltà di quella situazione.
Pietro sospirò a fondo, lasciandosi crollare contro lo schienale del divano. Era calato il silenzio immobile che vi era prima che rientrassero nell'appartamento, anche se mancava il disagio che aveva riempito i momenti morti la prima volta che era entrato lì dentro.
-Ti ricordi quando ti avevo detto che anche io ho avuto un'esperienza simile alla tua?-.
La voce di Fernando non era sembrata tesa, ma nemmeno serena come prima. Pietro si voltò verso di lui, scrutandolo curioso, ed annuì.
Fernando era serio in viso, e anche se non dava l'aria di essere agitato, era evidente che non sapesse bene come cominciare a parlare. Perché era quello che stava per fare, Pietro ne era sicuro: aveva la sensazione che stavolta sarebbe toccato a lui ascoltare.
-Adesso tu mi hai conosciuto come una persona che non si fa assolutamente problemi a mettere in chiaro da subito di essere gay- disse Fernando, dopo un po' – Non fingerei mai di essere qualcosa di diverso da quello che sono, ma non è sempre stato così-.
Tacque di nuovo, e Pietro capì che non gli stava venendo del tutto facile lasciarsi andare a quelle confidenze. Gli venne istintivo aprire bocca per dirgli che non gli doveva spiegazioni, ma Fernando parlò di nuovo prima che potesse farlo:
-È difficile parlarne, ma la scorsa volta tu hai parlato di Alessio anche se era complicato- Fernando lo guardò intensamente, come se stesse cercando ancora sufficiente coraggio per proseguire – Ti sei fidato di me, e ora sono io che voglio fidarmi di te. Ricambierò il favore con una storia che non racconto mai-.
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