Capitolo 16 - Loud like love (Pt. 2)
-Rilassati, non c'è problema- Giulia mosse la mano in un gesto volto a tranquillizzarlo – È tutto sotto controllo: la sbornia sta cominciando a passarmi. Così stasera potremo perlomeno brindare anche a casa-.
-Già- Filippo deglutì, abbassando lo sguardo per alcuni secondi. Giulia ancora non si considerava perfettamente lucida, ma la sensazione di stranezza di fronte a quella reazione di Filippo la incuriosì comunque: le era sembrato vago e, in un certo qual senso, agitato al solo sentire nominare la serata che li avrebbe attesi nel loro appartamento.
Forse era solo una sua sensazione, o forse quella reazione inaspettata c'era davvero stata: solo, non avrebbe potuto averne la certezza. A Giulia non rimase altro che fare spallucce e continuare come se nulla fosse successo.
Prese un breve sorso d'acqua, e quando mise giù il bicchiere sulla tavola, vide Pietro ed Alessio passarle di fronte dall'altra parte del tavolo, diretti chissà dove.
-Ehi, voi due! Si può sapere dove andate?- li riprese Giulia, appena in tempo, prima che entrambi si allontanassero abbastanza dal tavolo per non sentirla.
-A ordinare un caffè, magari?- Alessio si era voltato per primo, e sempre per primo le aveva risposto, con aria vaga e scuotendo appena il capo.
-Avete detto "caffè"?- esclamò Giulia, d'un tratto ben volenterosa di seguirli. Riusciva quasi a sentire l'odore del caffè appena preparato invaderle le narici, e a quell'immagine non tardò a sentire l'acquolina in bocca.
Si alzò di scatto dal tavolo, sotto lo sguardo basito di Filippo, raggiungendo gli altri due e prendendoli a braccetto entrambi. Rise appena, nel notare gli occhi sgranati di Alessio e Pietro, ma non se ne curò: continuò a camminare tenendoli ancora stretti, un sorriso astuto a disegnarle le labbra:
-Direi che potrei farvi compagnia, no?-.
L'unica risposta che ebbe fu un borbottio da parte di Alessio, e uno sguardo rassegnato di Pietro.
Si avvicinarono alla zona bar del ristorante, dove dietro al bancone un alquanto sudato Nicola stava preparando alcuni aperitivi per alcuni ragazzi entrati poco fa e sistematisi in un tavolo poco distante da quello occupato per il rinfresco.
-Comunque congratulazioni- Pietro spezzò il silenzio dopo alcuni attimi, poco prima di raggiungere definitivamente il bancone del bar – D'ora in avanti obbligherai tutti a chiamarti dottoressa?-.
-Ora che mi hai dato l'idea potrei anche pensarci- disse Giulia, maliziosamente, e trattenendosi dal ridere di fronte alle espressioni scettiche degli altri due.
-Solo perché sei fresca di laurea, eviterei comunque di tirarmela troppo- la rimproverò Alessio, alzando un sopracciglio.
-Tranquillo, Raggio di sole, tu potrai continuare tranquillamente a chiamarmi come vuoi- Giulia scoppiò definitivamente a ridere, dopo aver notato lo sguardo contrariato dell'altro, che continuava a scuotere il capo con fare rassegnato.
Giunsero al bancone, dove si appostarono in attesa dell'arrivo di Nicola. Giulia prese ad osservare gli altri due, curiosa: né Pietro né Alessio non davano segni di particolare disagio tra loro, almeno ad una prima occhiata, ma era incredibile come stessero – involontariamente o meno- evitando di entrare in contatto anche solo sfiorandosi per sbaglio. Era una tensione silenziosa e quasi invisibile che Giulia non seppe interpretare in alcun modo.
I passi frettolosi di Nicola la distrassero, portandola a scostare gli occhi da Pietro ed Alessio, e portandoli verso il volto arrossato e stravolto dell'altro.
-Che volete, si può sapere?- chiese Nicola, velocemente e con cipiglio tutt'altro che disponibile.
-Usi questa grazia con tutti i tuoi clienti, tanto per sapere?- gli rispose prontamente Pietro, sfoggiando il suo miglior sorriso canzonatorio – Comunque, se sua maestà vuole farci il favore di prepararci tre caffè ne saremmo ben lieti-.
-Non potevate ordinarli da un qualsiasi altro cameriere? Ho già parecchio da fare e sto morendo di caldo- Nicola assottigliò gli occhi, ricambiando lo sguardo dell'amico con fare minaccioso.
-E toglierci il piacere di vederti lavorare per conto nostro? Non dire sciocchezze, Tessera-.
Nicola gli lanciò un ultimo sguardo torvo, prima di allontanarsi verso la macchina del caffè, sbuffando sonoramente.
-Potevi anche andarci più piano- Giulia sentì Alessio borbottare, probabilmente rivolto a Pietro pur non essendo voltato verso di lui.
-Oh avanti, scherzavo- mormorò di rimando Pietro, alzando le spalle e cercando di accennare un sorriso. Giulia osservò Alessio scostare lo sguardo, serio in viso e per niente divertito.
Se ne restò in silenzio, e le parve strano rimanere sola in loro compagnia senza nemmeno accennare ad una affettuosa presa in giro. Pietro, in quel caso, probabilmente l'avrebbe guardata male come al solito, ma temeva di non poter dire la stessa cosa riguardo ad Alessio: le dava l'impressione di voler sembrare sereno e sciolto, ma in realtà di essere comunque teso e rigido senza un motivo apparente.
Giulia fece per spostare il proprio sguardo altrove, quando sobbalzò nel sentire una mano poggiarsi alla sua spalla, facendola voltare:
-Hai ordinato un drink per festeggiare?-.
Il sorriso perfetto di Fernando Rodriguez entrò nella visuale di Giulia, che non poté fare a meno di ricambiarlo:
-Oh no, solo un caffè. Di drink ne ho bevuti già abbastanza per oggi-.
-Penso ne prenderò uno anch'io- Fernando annuì, l'accento ispanico che si poteva percepire appena nella sua pronuncia sicura. Giulia lo aveva conosciuto al primo anno di università, al corso di letteratura inglese, ed era rimasta intrigata sin da subito da quell'aria di sensualità tipica mediterranea, probabilmente accentuata dalle origini spagnole. Anche dopo più di due anni che si conoscevano, e durante i quali Fernando era diventato un amico, considerava il suo sorriso come uno dei più affascinanti che avesse mai visto.
Giulia sorrise nuovamente, e notò Fernando spostare lo sguardo per un secondo oltre le sue spalle, nella direzione di Pietro ed Alessio, ancora in religioso silenzio:
-Dimmi una cosa- fece Fernando, rivolto di nuovo a lei – Da quando hai amici così attraenti?-.
Giulia lo guardò stranita per i primi secondi, prima di intuire a chi si riferisse e scoppiare a ridere di conseguenza. Si girò dall'altra parte, per scoprire le espressioni spiazzate e – almeno nel caso di Alessio-, non particolarmente concilianti. Pietro, con le gote arrossate, si era ritrovato ad accennare un sorriso tirato ed alquanto imbarazzato; Alessio aveva il viso indurito, e Giulia avrebbe scommesso senza dubbi che, con quell'uscita, Fernando si fosse appena aggiudicato un posto nella sua personale blacklist.
Fernando fece di nuovo per dire qualcosa, ma si interruppe all'arrivo di un Nicola alquanto tetro in viso: mise tre caffè sul bancone, riservando un'occhiata ancor più malevola a Pietro, che in tutta risposta gli lanciò un ghigno malizioso.
-Volete altro, o siete a posto così?- chiese Nicola, le mani ai fianchi con un cipiglio arrabbiato che Giulia difficilmente avrebbe attribuito proprio a lui.
-Un caffè anche per me, per favore- si intromise Fernando, senza scomporsi minimamente e con la stessa solarità che Giulia gli riconosceva.
Nicola si limitò a borbottare un "certamente" alquanto frettoloso, prima di andarsene nuovamente, avvicinandosi ad altri clienti all'altra estremità del bancone della zona bar.
-Perdonalo, è un po' esagitato in questo periodo- disse Giulia, rivolgendosi a Fernando e facendo un cenno con la testa verso Nicola – Anche lui è un mio amico, comunque-.
-Non male nemmeno lui, direi- commentò Fernando, scherzosamente.
Pur non girandosi, Giulia fu sicura di percepire un debole sbuffo da parte di Alessio.
-Comunque- riprese, cercando di recuperare il controllo della situazione – Questi sono Pietro ed Alessio. Forse te li ho nominati qualche volta-.
-Può darsi- replicò Fernando, sporgendosi verso gli altri due con lo stesso sorriso mite di prima – Ma incontrarli dal vivo è un piacere molto più grande-.
Porse la mano destra prima ad Alessio, che ricambiò con una stretta veloce e un sorriso di cortesia a malapena accennato, sotto gli occhi di un rabbuiato Pietro. Quando venne il suo turno, Fernando prolungò la stretta di mano, ammiccandogli e facendolo arrossire violentemente.
-Fer, giù le mani e gli occhi da Pietro, è già fidanzato- lo redarguì Giulia, osservando la scena divertita ed imbarazzata allo stesso tempo – E per mia sfortuna non con il qui presente Alessio -.
-Non ho fatto nulla di male- le rispose candidamente l'altro, alzando le mani come per provare la sua innocenza.
-Come no- borbottò tra sé Alessio, voltandosi dall'altra parte e apparendo quanto mai contrariato.
Giulia non insistette: continuava ad aver la sensazione che, tra Pietro ed Alessio, ci fosse qualcosa di non detto, che non rendeva le cose facili a nessuno dei due. Ancor meno se ci si aggiungeva l'arrivo di uno sconosciuto a portare un po' di scombussolamento passeggero.
Aspettò con Fernando l'arrivo del suo caffè, bevendo nel frattempo il suo senza aggiungere altro.
"Quindi è lui il famoso Fernando".
Non che fosse famoso nel letterale senso della parola, pensò Pietro, ma Giulia aveva continuato a nominarlo ogni tanto, dopo la prima volta in cui aveva fatto riferimento a quel suo compagno di corso e il suo preferire flirtare con i ragazzi piuttosto che studiare. Ora che l'aveva visto in azione con i suoi occhi, Pietro non aveva alcun dubbio che fosse davvero così.
E immaginava che, con i suoi modi seducenti e quell'aria mediterranea, non gli fosse neanche troppo difficile trovare qualche vittima da stregare.
Pietro gli lanciò una veloce occhiata – l'ennesima-, oltre le spalle di Alessio e Giulia, che lo dividevano nello spazio occupato davanti al bancone dall'altro. Erano tutti intenti a bere i loro caffè, e lo era anche Pietro, che però oltre a quello stava anche osservando e pensando.
Si era sentito dannatamente a disagio nell'essersi ritrovato al centro del flirt di Fernando, talmente tanto che era passata in secondo piano persino la punta di gelosia che aveva provato quando le stesse attenzioni le aveva riservate anche ad Alessio. Non aveva badato nemmeno troppo alle ambigue prese in giro di Giulia, perché il suo cervello era troppo impegnato a razionalizzare il fatto che Fernando non si fosse fatto nessun problema a provarci spudoratamente con lui. Forse lo aveva fatto più per gioco che reale interesse, ma l'aveva fatto. Non sembrava interessato al giudizio altrui, né sembrava impaurito dal dimostrare apertamente il proprio interesse per i ragazzi.
Pietro si stava ritrovando ad ammirarlo e ad invidiarlo allo stesso tempo. Lui, una disinvoltura del genere, non credeva l'avrebbe mai avuta in vita sua, neanche se un giorno avesse trovato sufficiente coraggio o amor proprio per fare coming out. Semplicemente la paura era troppo forte, la vergogna era impossibile da ignorare. A Fernando, invece, pareva importare un bel niente di tutte quelle pare.
Fu mentre cercava di immaginarsi come sarebbe stato essere come lui – libero da ogni terrore e da ogni vergogna, libero e senza dover nascondersi, e fregarsene di tutto e di tutti-, che si accorse troppo tardi per non essere beccato che Fernando si era girato nella sua direzione. Doveva essersi sentito osservato, e Pietro non poteva nemmeno dargli torto: lo aveva effettivamente fissato, non rendendosi conto di quanto fosse evidente che lo stava facendo.
Fernando non sembrò per niente turbato, e prima che Pietro potesse scostare lo sguardo riuscì a rivolgergli il secondo ammiccamento nel giro di pochi minuti. La sua reazione fu meno posata, perché sobbalzò in modo così evidente che con la mano andò addosso alla tazzina di caffè vuota sul bancone, non facendola cadere ma tintinnare non poco.
"Sono un fottuto idiota".
-Che fai?-.
Pietro dovette rimandare la voglia di volersi sotterrare quando, alzando gli occhi, si ritrovò con quelli azzurri di Alessio che lo fissavano confusi. Si schiarì la gola, consapevole di essere rosso in viso:
-Niente, ci sono andato addosso per sbaglio-.
Alessio non parve convinto:
-Stai bene?-.
Annuì incerto.
"Benissimo".
Pietro lanciò una veloce occhiata a Fernando: lo stava ora osservando di rimando di sottecchi, ma con un mezzo sorriso divertito sulle labbra. Era stato uno scambio di sguardi veloce, ma quando udì lo sbuffo di Alessio capì che era stato intercettato proprio da lui.
-Lo vedo- Alessio parlò con sarcasmo nella voce, pungente e nervoso. Pietro si chiese perché dovesse reagire così, ma non fece in tempo a fare nient'altro: Alessio aveva già posato la sua tazzina, e senza guardarsi indietro si allontanò dal bancone senza dire una parola.
E a quel punto, tanto valeva anche per lui andarsene il più distante possibile – soprattutto da Fernando. Fu mentre iniziava a camminare a sua volta che, distrattamente, udì le risate di Giulia e la sua voce, rivolta all'amico, dire con divertimento "Oh, hai fatto colpo su qualcuno, eh!".
La voglia di sparire dalla faccia della Terra di Pietro fu fortissima, ma mentre si allontanava pensò che, per quel che valeva, quasi sicuramente non avrebbe più visto Fernando. E, in fondo, sarebbe stato decisamente meglio così.
NOTE DELLE AUTRICI
Proseguono i festeggiamenti per la laurea di Giulia, ma ormai siamo arrivati al "punto di non ritorno", ovvero quel momento della giornata in cui una sola cosa può salvare la situazione: un buon caffè ristoratore! A quanto pare, però, insieme a un espresso ristoratore arriva anche qualcos'altro... o meglio qualcuno! Come direbbe Rafiki "è giunto il momento" di conoscere Fernando, un compagno di università di Giulia che, in pochi istanti, non è passato inosservato. Allo stesso modo sembra proprio che questa banda di amici che, capitolo dopo capitolo, abbiamo imparato a conoscere, non sia passata inosservata ai suoi occhi... e in particolare un suo elemento!Pietro, in tutto questo, è già sicuro di non rivedere più quest'anima spagnoleggiante, ma noi autrici non siamo molto d'accordo con lui. Secondo voi lo rivedremo? E quale prima impressione vi ha dato il buon Fernando?Diteci tutto, e ricordate di tornare mercoledì con un nuovo aggiornamento!
Kiara & Greyjoy
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