Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capitolo 14 - Will you be there for me (Pt. 3)

Del ritorno di Lorenzo per quel sabato sera Caterina non aveva saputo nulla fino all'ultimo. Era il secondo giorno che passava lì a casa, ma né sua madre né suo padre avevano mai fatto parola del fatto che, a cena, avevano invitato anche suo fratello già giorni prima.

Erano stati attimi di puro panico quando, totalmente ignara di chi aveva appena suonato il campanello, era andata ad aprire poche ore prima di cena. Una volta accortasi di suo fratello, in attesa che lei aprisse il cancello, era già troppo tardi per scappare dall'uscita sul retro per evitare di incrociarlo.

Da quando anche Lorenzo se ne era andato da quella casa – già da due anni, dopo aver concluso l'università e aver trovato un lavoro nei dintorni di Padova – Caterina l'aveva visto sempre meno. Erano rare le occasioni in cui avveniva incontri a casa di lui o a Venezia, e nell'ultimo anno altrettanto difficile era stato incrociarlo lì a Torre San Donato, quando lei tornava in alcuni weekend e lui veniva invitato a casa dai loro genitori.

Trovarselo di fronte lì, quella sera stessa, non rientrava nei programmi di Caterina. Non aveva calcolato la presenza di suo fratello, e si ritrovava completamente impreparata nel caso – più che possibile – di dovergli dare la stessa spiacevole notizia che aveva dato a Marianna e Francesco solo il giorno prima.

Lo aveva salutato cercando di apparire il più naturale possibile, ma era stata dura cercare di apparire serena quando, invece, non lo era affatto. Ringraziò il fatto che non ci fosse anche Nicola quella sera: era sicura che, se suo fratello fosse venuto a sapere della sua gravidanza, se la sarebbe presa irrimediabilmente soprattutto con lui.

Aveva salutato frettolosamente Lorenzo, prima di lasciarlo ai suoi genitori e scappare di nuovo nella sua vecchia camera. Se ne stava stesa sul materasso, cercando di controllare i battiti del proprio cuore e chiedendosi perché mai né Marianna né Francesco le avessero anche solo accennato del ritorno di Lorenzo. Forse, dal giorno prima, erano stati presi a riflettere troppo sulla sua situazione per poter pensare a lui; forse non avevano nemmeno pensato a rimandare quella cena, distratti e presi da altri pensieri come dovevano essere.

Caterina tirò un lungo sospiro, chiedendosi se suo fratello avrebbe notato qualcosa di insolito in lei. La pancia non era ancora visibilmente sporgente, anche se aveva già acquisito una certa rotondità; era decisamente più visibile la sua stanchezza, nelle occhiaie sotto gli occhi e nel pallore del viso.

Era già passata più di un'ora da quando Lorenzo era arrivato, e Caterina continuava a sentirsi tesa ed agitata esattamente come al suo arrivo. Non aveva idea di cosa stessere parlando lui e i suoi genitori, perché per quanto cercasse di captare qualche parola o frase, nulla di quel che stavano dicendo le arrivava chiaro e nitido come avrebbe voluto.

Si rese conto che, stranamente, avrebbe preferito che fossero proprio Marianna e Francesco a dire a Lorenzo della sua gravidanza. Era stanca di dover vedere facce stupite, arrabbiate o tristi ogni volta che doveva dirlo a qualcuno, e in quel momento non era decisamente in vena per affrontare anche suo fratello. Avrebbe dovuto già affrontare faccia a faccia i genitori di Nicola l'indomani, e cominciava seriamente a pensare di non poter riuscire a vivere un'altra volta un dialogo come quello avuto con Marianna e Francesco.

Venne distratta dai suoi pensieri proprio dalla voce di Lorenzo, che proveniva dal piano di sotto più alta di diversi toni. Caterina si sentì gelare: c'erano ben poche ragioni per le quali Lorenzo poteva essersi alterato ed aver alzato la voce, almeno che lei sapesse.

Si mise a sedere per poi cercare di alzarsi, accostandosi alla porta chiusa della camera: suo fratello parlava troppo velocemente e troppo concitatamente perché lei potesse comprendere cosa stesse dicendo. Poteva solo intuire che fosse arrabbiato o, perlomeno, molto irritato.

Passarono altri minuti prima che Caterina avvertisse qualcuno salire velocemente le scale. Si allontanò istintivamente dalla porta, avvicinandosi alla finestra in fondo alla stanza: aveva ben pochi dubbi sul fatto che qualcuno sarebbe entrato lì dentro di lì a poco.

La porta si aprì, e Caterina non rimase minimamente stupita nel ritrovarsi sulla soglia Lorenzo, rosso in viso e tutt'altro che calmo.

Si chiese, in un attimo, se non fosse stato il caso di tenerlo all'oscuro di tutto ancora per un po', ma a quanto pareva Marianna e Francesco non erano stati del suo stesso parere. Forse, pensando in buona fede, avevano intuito come sarebbe stato difficile tenere nascosta la situazione di Caterina anche solo per quella serata.

-È vero?- Lorenzo fece qualche passo verso l'interno della stanza, il viso tirato che lasciava ben intuire quanto fosse adirato – È vero che sei incinta?-.

Caterina rimase in silenzio per alcuni attimi, ascoltando in lontananza altri passi che correvano su per le scale. Non fece in tempo ad articolare una risposta che sua madre comparì dietro suo fratello, il viso preoccupato.

-Non puoi lasciarla stare per un po'?- Marianna cercò di afferrare un braccio di Lorenzo, ma i suoi tentativi risultarono vani.

-Voglio solo parlare un attimo con mia sorella- replicò lui, voltandosi velocemente verso Marianna con uno sguardo che non sembrava ammettere alcuna replica. Marianna rimase interdetta per alcuni attimi, prima di rivolgere lo sguardo verso Caterina, alla quale non rimase altro che annuire. L'idea di parlare anche con suo fratello non la alettava per nulla, ma sapeva che non si sarebbe mosso di lì fino a quando non gli avrebbe detto ciò che voleva sentire.

Caterina osservò sua madre andarsene con lo stesso sguardo pieno d'apprensione, prima di riportare gli occhi verso suo fratello. Non chiuse la porta della camera, né si avvicinò ulteriormente, ma l'espressione irosa dipinta in faccia non accennava ad andarsene.

-Allora, non mi vuoi rispondere?-.

-Sembra che ti abbiano già detto tutto quel che c'era da dire- Caterina non fece nulla per nascondere il proprio sarcasmo, ma Lorenzo sembrò non farci nemmeno troppo caso.

-E Tessera dov'è?-.

Caterina si irrigidì subito non appena nominò Nicola:

-A casa dai suoi-.

-Invece di essere qui con te, come dovrebbe?- replicò Lorenzo, tagliente.

-Non ti preoccupare, sarà solo per stasera. Sembra tu non riesca mai a togliertelo dai piedi definitivamente  come vorresti- Caterina faticò a non alzare la voce, e si rese conto di essere stata forse troppo dura. Poteva capire che suo fratello fosse solo spinto dalla preoccupazione, ma il nervosismo cominciava a farle dire cose che, in fondo, non pensava realmente.

-In questo momento conviene molto di più a te tenertelo ben stretto- le rispose Lorenzo, puntandole un dito contro – Ma come hai potuto pensare di fare una cosa così stupida? Come?-.

-Non ci ho pensato, infatti!-.

Caterina sospirò arrabbiata, incrociando le braccia contro il petto e voltandosi verso la finestra, dandogli le spalle. Si sarebbe aspettata una reazione simile più dai suoi genitori che da suo fratello.

-Sei troppo giovane per affrontare una situazione simile, ed in una situazione così instabile!- proseguì lui, e Caterina se lo immaginò ancor più rosso in viso, anche se non lo poteva vedere – E poi Tessera è ... -.

-Cosa?- Caterina si voltò di scatto, e stavolta fu lei ad avvicinarsi pericolosamente a suo fratello, alzando il capo per potergli restituire lo sguardo – Avanti, dillo: cos'è Nicola?-.

-Un incosciente!- esclamò infine Lorenzo, allargando le braccia come se fosse ovvio – E non sarebbe la prima volta che si dimostrerebbe troppo vigliacco per starti accanto come meriteresti. Non mi stupirebbe se provasse a lasciare te e pure vostro figlio-.

Caterina tacque di botto, d'un tratto incapace di parlare. La stilettata che suo fratello le aveva appena inferto la feriva come non mai, in profondità.

Dopo giorni in cui aveva cercato di non pensarci, di accantonare quei pensieri, le tornarono in mente i giorni in cui Nicola non era stato a casa. Le sembrò di rivivere per un secondo quel senso di abbandono che aveva provato durante la sua assenza, quando si domandava ogni minuto se l'avrebbe mai visto tornare o se quello fosse stato l'evento che avrebbe sancito la loro fine definitiva.

Benché Lorenzo fosse mosso da un'ostilità che aveva sempre riservato a Nicola, si chiese se suo fratello non avesse ragione. Nicola era già scappato una volta, perché mai non avrebbe dovuto rifarlo? Un giorno, se avesse portato avanti la gravidanza, forse si sarebbe reso conto di tutte le responsabilità e dei sacrifici che avrebbero dovuto affrontare. Forse non sarebbe riuscito a sopportare l'idea di vedere la propria vita finire così.

Ma il Nicola che se ne era andato, il Nicola che si era fatto prendere dal terrore di fronte a quella notizia, non era nemmeno più lo stesso Nicola che era presente all'ecografia di soli pochi giorni prima.

Non era il Nicola che aveva pianto silenziosamente di commozione di fronte ad un'immagine sfocata, non era il Nicola che cercava di trovare ogni possibile soluzione per tenere quel figlio.

Sì, forse Lorenzo avrebbe avuto ragione. Avrebbe avuto ragione, se solo Nicola non si fosse reso conto di essere lui per primo a voler restare.

Forse non le rimaneva altra scelta, se non quella di fidarsi di Nicola. Doveva almeno provarci.

-Va' via-.

Parlò talmente piano che per un secondo credette che suo fratello non l'avesse nemmeno sentita. Lorenzo non disse nulla, limitandosi a guardarla con rassegnazione. Rimase solo lì di fronte a lei, forse un po' stupito di quella rinuncia a proseguire quella conversazione.

Caterina cercò di trattenersi dal ripetere quella frase, tra l'ordine e la supplica, aspettando che fosse lui ad uscirsene dalla stanza. Dopo alcuni attimi lo vide finalmente muoversi, percorrere la strada inversa ed andarsene ancora in silenzio.

Non appena lo vide scendere le scale, Caterina si fiondò verso la porta, chiudendola e quasi sbattendola nel farlo. Non si curò nemmeno di attutire in una qualche maniera i singhiozzi del proprio pianto, mentre scivolava a terra e con la schiena appoggiata contro la porta richiusa.

Forse, per la prima volta da quando era incinta, aveva avuto la consapevolezza reale e materiale di quanto la strada sarebbe stata in salita.

Talmente in salita da non riuscire a vederne nemmeno la cima.

*

Era notte fonda, e nonostante la temperatura fosse calata l'afa rendeva l'aria più pesante, opprimente nella sensazione di sudore che imperlava la pelle di Lorenzo.

Erano ore che si rigirava nel letto, incapace di prendere sonno e con la testa invasa da mille pensieri. Si girò di fianco, lanciando un'occhiata verso il quadrante della sveglia, poggiata sul comodino: erano le tre passate, e ancora non era riuscito a chiudere occhio. Dubitava, ormai, che ci sarebbe riuscito prima dell'arrivo dell'alba.

Alla fine non era rimasto a cena dai suoi, e forse era stato meglio così per tutti. Aveva fatto come gli aveva detto Caterina: se ne era andato. Era uscito di casa in fretta e furia, senza nemmeno dare una spiegazione a Marianna e Francesco, ed era risalito in auto. In meno di un'ora era già tornato a Padova.

Aveva continuato a ripensare a sua sorella per tutte quelle ore, ininterrottamente, passando da attimi in cui ancora si convinceva di aver ragione, ad altri in cui si domandava se non gli sarebbe convenuto essere più comprensivo. D'altro canto quella incinta era pur sempre sua sorella: era lei quella che aveva più bisogno d'aiuto in quella situazione, quella che rischiava di risultare più vulnerabile.

Il problema era che, quella lucidità, quando Marianna gli aveva detto del perché Caterina si trovasse lì a sua volta quella sera, non l'aveva avuta: non appena compreso ciò che le parole di sua madre stavano a significare, non ci aveva più visto.

Aveva sempre reputato Caterina abbastanza matura per non cacciarsi in guai talmente seri, né per farsi infinocchiare da uno smidollato come Tessera. Quella sera, invece, si era dovuto ricredere.

Non riusciva davvero a pensare a sua sorella con un figlio sulle spalle; per di più, non riusciva a pensarla legata vita natural durante ad una persona che non la meritava. Tessera era sempre stato troppo menefreghista, troppo inaffidabile, troppo egoista, e troppo inadatto per Caterina. L'aveva sempre pensato, e lo pensava tuttora: non credeva seriamente di poter cambiare idea, da lì in avanti, solo perché sua sorella aveva avuto la brillante idea di rimanere pure incinta.

Si chiese cosa avrebbe fatto Caterina: non aveva idea se avesse già deciso di tenere o no il bambino. Non gliel'aveva nemmeno domandato, e ciò non fece altro che fargli pensare a quanto poco tatto avesse avuto verso di lei. Non si era nemmeno fermato a domandarle come stava, anche se gli era sembrato già evidente dalla loro litigata. L'aveva vista stanca, arrabbiata, ferita e indifesa come non mai.

Si rigirò nel letto per l'ennesima volta, a disagio. Avrebbe dovuto chiamarla, nei giorni seguenti, almeno per provare a riparare al danno fatto.

Avrebbe voluto fare una chiacchierata anche con Tessera, giusto per metterlo in guardia dal fare certe idiozie – come abbandonare Caterina dopo magari averle promesso il suo appoggio-, ma immaginava che gli sarebbe stato impossibile. Di certo Caterina non gliel'avrebbe mai permesso, e non aveva intenzione di agitarla ulteriormente.

In fin dei conti, doveva ammetterlo almeno a se stesso, dietro l'arrabbiatura c'era almeno un po' di preoccupazione. Non riusciva a pensare a sua sorella come madre, non in un momento simile della sua vita.

O forse era solamente lui che non riusciva a farsene una ragione, a dirsi una volta per tutte che se doveva andare così, sarebbe andata così e basta. Anche se il pensiero che, forse di lì a pochi mesi, avrebbe avuto un nipote lo inquietava come non mai.

"Ormai è cresciuta. Ha una vita sua. Non è più una ragazzina".

Per un istante l'immagine di Caterina nella sua testa venne offuscata, accantonata per lasciar spazio al volto di un'altra donna. Una donna i cui occhi verdi Lorenzo non vedeva da anni, ma che ancora lo tormentavano, in certe nottate insonni proprio come quella.











NOTE DELLE AUTRICI

Non si può dire che questo aggiornamento non sia iniziato con il botto! Infatti in poche righe assistiamo al ritorno di Lorenzo, che era mancato da queste pagine da un po' di tempo. Il ragazzo ormai è sempre più uomo e cresciuto, ma il suo "amore" per Nicola non sembra essere mutato, anzi! Date le ultime novità l'opinione che aveva del biondo è precipitata a picco, sfociando in una scenata in piena regola con Caterina.Ben presto però il moro inizia a chiedersi se ha fatto bene a reagire così o se poteva trattenersi, ma questi dubbi vengono ben presto spazzati via dal ricordo di certi occhi verdi... Saranno quelli di Giulia o di un'altra ragazza a noi sconosciuta? E se fosse davvero lei, chissà se e quando si incontreranno quei due.Ciò che è certo è l'ultimo aggiornamento di questo capitolo previsto per questo venerdì!

Kiara & Grejoy

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro