Capitolo 1 - The start of something new (Pt. 3)
Giada era una bella donna, non c'erano dubbi; ma non vi erano altrettanti dubbi sul fatto che dimostrasse molti più anni rispetto a Pietro. Ad una prima occhiata non le avrebbe dato più di trent'anni, rendendosi conto che, in effetti, già così sarebbero stati una decina di più rispetto a quelli di Pietro.
Alessio era forse preoccupato della non riuscita di una relazione tra due persone con una forte differenza d'età? Probabilmente qualche timore doveva avercelo, se reagiva così malamente ogni volta che saltava fuori Giada in qualsiasi argomento, anche se, in fin dei conti, dieci anni non erano poi un'infinità. E poi Giulia non ricordava Alessio come uno che si scandalizzava per cose del genere: possibile non gli andasse bene solo perché c'era Pietro di mezzo? C'era forse qualcos'altro sotto, a parte la differenza d'età?
-Scusate per prima- esordì lei, prima che chiunque altro potesse dire qualcosa – Non avevo sentito fosse arrivata gente-.
Lanciò un'occhiata eloquente a Pietro, prima di raggiungerlo e fermarglisi di fianco.
-Sono arrivati da poco- spiegò lui, indicando con un cenno Filippo e Giulia, che si alzarono dal divano cercando di apparire sorridenti, nonostante l'imbarazzo fosse ancora forte.
-Oh, finalmente conosco degli amici di Pietro che non siano il suo coinquilino- esclamò Giada, sottolineando bene l'ultima parola – Io sono Giada-.
-Questi sono Giulia e Filippo- li presentò Pietro, mentre Giulia porgeva per prima la mano a Giada, stringendogliela.
-Non sapevamo ci fossi anche tu qui oggi, altrimenti avremmo perlomeno avvisato prima di passare- snocciolò Giulia, cercando di ignorare il più possibile le occhiate di rimprovero che Filippo le stava rivolgendo di sottecchi – Volevamo solo dare una cosa a Pietro, per il suo compleanno. Una toccata e fuga, insomma-.
-Nessun problema, sono una persona a cui piacciono molto le sorprese- le sorrise di rimando Giada, che perlomeno sembrava essere sincera. Giulia si sentì leggermente a disagio, sotto lo studio attento di quegli occhi chiari: aveva uno sguardo fin troppo penetrante, che la faceva sentire disorientata.
-Beh, allora ... - Giulia si morse il labbro inferiore, totalmente indecisa su cosa dire: era calato di nuovo il silenzio, e nessuno sembrava davvero intenzionato a dire qualcosa. Si pentì subito di aver aperto bocca per prima solo per interrompere quel momento di stallo, senza però aver la più pallida idea di cosa dire.
-Pietro ci ha parlato tanto di te- farfugliò Giulia, cercando di apparire credibile – Ma non ci ha mai raccontato come vi siete conosciuti-.
Fu sicura di cogliere un moto di panico sul volto di Pietro: forse era stata troppo diretta. D'altro canto, la verità era che Pietro con loro non aveva mai parlato molto di Giada. Colui da cui avevano avuto più informazioni, in fin dei conti, era sempre stato Alessio, che però non aveva mai accennato al fantomatico primo loro incontro, anche se più di una volta aveva lasciato intendere di essere a conoscenza di quel dettaglio.
E poi, in ogni caso, quella era stata la prima cosa sensata da poter chiedere che era venuta in mente a Giulia.
-È stato alquanto banale- rispose Pietro, la voce che sembrava più insicura di quanto non sarebbe dovuta apparire.
-Ci siamo incontrati la prima volta in università- lo interruppe Giada, con determinazione. Sembrava essere di tutt'altro avviso, rispetto a Pietro, che aveva risposto restando il più vago possibile, come a non voler rispondere affatto.
-Frequentate la stessa facoltà?- intervenne per la prima volta Filippo, con ingenuità. Non seppe bene dire come o perché, ma a Giulia bastò lanciare un'occhiata sia a Pietro che a Giada – il primo nel silenzio imbarazzato più totale, la seconda molto più rilassata e a tratti con un'aria di sfida dipinta in viso- per intuire che quella non doveva essere la risposta giusta.
-Insegnavo ad un corso che ha frequentato l'anno passato- spiegò Giada, con una semplicità disarmante. Giulia cercò di rimanere impassibile, ma le risultò complicato: ora iniziava a capire chiaramente tutte le rimostranze di Alessio verso di lei, e come faceva a sapere come si erano conosciuti. Certo, l'ipotesi che Giada potesse essere la ex professoressa di Pietro non l'aveva nemmeno mai sfiorata, e in quel momento, venirlo a sapere, la rendeva ancor più incredula.
Si sforzò di non girarsi verso Filippo: doveva essere rimasto scioccato pure lui, visto che non aveva detto nient'altro, limitandosi ad annuire in religioso silenzio.
Pietro era diventato di nuovo rosso in viso, mentre evitava il contatto visivo con chiunque. Aspettò qualche attimo, prima di prendere parola per sviare velocemente il discorso:
-Comunque devo ancora scartare il vostro regalo, ora che mi viene in mente-.
-Vero, ma puoi farlo con calma anche dopo- rispose nell'immediato Filippo, fin troppo frettolosamente per apparire credibile fino in fondo – Non vogliamo disturbarvi oltre. E in ogni caso non potremo restare ancora per molto: il cinema ci attende tra poco-.
Giulia scosse il capo: forse avrebbe dovuto trovare una scusa migliore che quella del cinema.
-Allora vi auguro che passiate una buona serata- esclamò una sorridente Giada che, Giulia ne era sicura, non sembrava essersi sorbita la giustificazione di Filippo.
Per quanto potesse sembrare banale la scusa appena usata, in ogni caso, sembrò funzionare a sufficienza per lasciarli andare senza ulteriori domande: pochi minuti dopo Giulia e Filippo erano fuori dall'appartamento, a poter tirare un sospiro di sollievo, dopo quella che era stata una delle situazioni più imbarazzanti che avevano mai vissuto.
Filippo le tirò una pacca leggera su una spalla per farla voltare verso di lui, prima di parlare a denti stretti:
-La prossima volta ricordami di non partecipare alle tue idee assurde-.
-Strano che Alessio non abbia ancora fatto qualche osservazione acida su di lei- riprese Caterina. Effettivamente, fino a quel momento Alessio l'aveva deliberatamente ignorata: non le aveva rivolto la parola nemmeno una volta, e già quello poteva essere interpretato come un passo in avanti. Almeno non erano volate parole pesanti e offese velate come spesso accadeva quando si trovava nello stesso posto di Giada.
-A proposito, hai sentito la novità riguardo Alessio e Alice?- domandò di nuovo Caterina, d'un tratto sorridendo maliziosa all'indirizzo di Giulia, che le rispose immediatamente con un'occhiata in tralice:
-Sì, l'ho sentita. Me l'hanno detto prima, in un momento di calma-.
-Non sembri molto contenta all'idea di averlo come futuro vicino di casa- rise l'altra, non più capace di trattenersi.
-Vicino di palazzo, semmai- la corresse Giulia, con fare pignolo – E comunque ero convinta che lui e Alice avrebbero scelto un appartamento insieme più avanti, piuttosto che trasferirsi subito a casa di lei-.
-Alla fine non è una cosa molto diversa da quella che abbiamo deciso io e Nicola -.
Giulia annuì, pensierosa: effettivamente non le dispiaceva l'idea di avere due suoi amici ad abitare nel palazzo accanto al suo: si sarebbero potuti sempre dare una mano agevolmente in caso di guai o problemi. L'unica cosa che la preoccupava era quella di sopportare Alessio anche nei suoi giorni di malumore, che negli ultimi due anni si erano presentati un po' troppo spesso. Si immaginava già sfinita e pronta ad ucciderlo dopo appena due settimane di vicinato.
-Chissà come l'avrà presa Pietro - mormorò tra sé e sé Giulia. Immaginava che non avesse appreso la notizia troppo felicemente: in fin dei conti lui e Alessio vivevano nello stesso appartamento da più di tre anni, non certo una settimana. Sarebbe stato un gran bel cambiamento, e non era affatto sicura che Pietro si sentisse poi così sereno al pensiero di dover abbandonare Alessio al suo destino.
-Cosa ti fa pensare che lo sappia già?- ribatté Caterina, seria. Giulia rimase per qualche attimo in silenzio, confusa; solo dopo qualche secondo comprese le parole dell'altra, e non poté trattenere un'espressione di profondo stupore:
-Vuoi dire che ... -.
-Non credo gliel'abbia ancora detto, no-.
Giulia restò allibita, gli occhi spalancati rivolti a quelli seriosi di Caterina.
A quanto pareva anche quell'anno sarebbe iniziato con mille problemi in vista.
La nebbia su Venezia stava già scendendo, benché fossero appena le dieci. Le luci dei lampioni di San Marco cominciavano ad apparire offuscati all'orizzonte, e Alessio era sicuro che di lì a poco sarebbe risultati completamente invisibili alla vista.
Si strinse un po' di più nelle spalle, cercando di non disperdere troppo calore; dette un'occhiata alla sigaretta che Pietro reggeva tra le dita, e la vide quasi del tutto consumata. Ancora pochi minuti, e sarebbero potuti rientrare in casa.
-Dite che a Filippo sia passata la voglia di far fare a chiunque il giro turistico dell'appartamento?- domandò proprio Pietro, spostando lo sguardo da Alessio a Nicola, poggiati entrambi con la schiena contro il parapetto del terrazzo.
-Non ne sono del tutto sicuro- rispose Nicola, calmo e pacato, e con le gote sempre più arrossate a causa del freddo invernale – Ma in ogni caso non voglio congelare, quindi direi di rientrare tra poco-.
Alessio si trattenne dal dire qualsiasi cosa: nonostante anche a lui il gelo stesse dando parecchio fastidio, non aveva tutta quella fretta di tornare in casa. Non aveva voglia di ritrovarsi davanti il viso di Giada per l'ennesima volta, trattenendosi a stento dal dirle di cancellarsi dalla faccia quel sorriso idiota che aveva sempre. Se ne sarebbe andato volentieri, ma allo stesso tempo non voleva fare nemmeno uno sgarbo a Giulia e Filippo: in fondo quella era una festa in loro onore, e gli sarebbe sembrato solo maleducato mollarli lì solo perché a lui non piaceva certa gente presente.
-Tu quando hai intenzione di cominciare a traslocare?- parlò di nuovo Pietro, facendo un altro tiro dalla sigaretta, e buttando fuori una nuvola di fumo.
-Inizierò a spostare un po' di cose la prossima settimana- Nicola rispose vagamente, come se stesse calcolando a mente tutte le cose che c'erano ancora da fare, prima di andare a vivere in quello che era stato l'appartamento di Caterina e Giulia – Dobbiamo andare a vedere per qualche mobile da aggiungere in casa, ridipingere alcune pareti ... Ma nulla che porterà via troppo tempo-.
-Sei fiducioso, vedo- lo prese bonariamente in giro Alessio, un mezzo sorriso a tirargli le labbra. A lui sarebbe andata decisamente meglio che a Nicola: l'appartamento in cui era andata a vivere Alice sei mesi prima era appena stato ristrutturato, e non c'erano altri lavori da fare, se non comprare qualche scaffale in più o cambiare qualche vecchio mobile. Per il resto, avrebbe solo dovuto preparare le valigie e portarle da lei. Nulla di più semplice e veloce.
"Peccato che dirlo a Pietro non sia altrettanto semplice e veloce".
Alessio avvertì formarsi un groppo in gola. Ormai mancava poco al suo trasferimento, e il solo pensiero di doverlo dire a Pietro lo stava lentamente uccidendo. Gliel'aveva già accennato da tempo che andare a vivere da Alice era in programma, certo, ma era diverso dall'andare da lui con un giorno ben preciso di febbraio in mente come la data ufficiale in cui se ne sarebbe andato dal loro appartamento: il solo immaginarsi l'espressione sorpresa di Pietro a quella notizia gli causava un dolore che non sapeva nemmeno spiegare o descrivere. Non aveva mai pensato di poter sentirsi così male in un momento in cui, invece, si sarebbe dovuto sentire contento. Non era la paura per la convivenza che lo frenava, stranamente, ma era proprio la sensazione di distacco da tutto ciò che aveva vissuto fino a quel momento che lo disorientava.
E poi c'era Pietro, che gli mancava già più di quanto non fosse in grado di accettare, o anche solo vagamente di ammettere.
Per come stavano le cose in quel momento, non riusciva proprio a vedere un futuro roseo tra loro due: in quanto tempo Giada sarebbe riuscita a fargli il lavaggio del cervello, e fargli credere che sarebbe stato meglio evitare qualsiasi rapporto tra di loro? D'altro canto, lei era la sua ragazza, quella con cui forse un giorno sarebbe andato a vivere e avrebbe messo su famiglia, mentre lui non era altro che un amico come tanti altri e il suo quasi ex coinquilino, che per due anni non aveva fatto altro che denigrare e disprezzare Giada stessa davanti a Pietro. Era lei ad avere già la vittoria in mano, inevitabilmente.
-Certo fa strano assistere a tutti questi trasferimenti, questi inizi di convivenze- borbottò tra sé e sé Pietro, tirando un'ultima volta dalla sigaretta, prima di spegnerla pestandola a terra, e gettandola poi nel cestino accanto alla porta che dava sul terrazzo – Rimarremmo solo io ed Alessio a vivere come coinquilini, e non da futuri sposini-.
Alessio non rispose, mordendosi con forza le labbra; sentiva lo sguardo interrogativo di Nicola muoversi tra lui e Pietro, e sperò soltanto che intuisse che, in quel momento, sarebbe stato meglio solamente il silenzio.
-Io rientro in casa, comunque- proseguì ancora Pietro, non prima di aver gettato agli altri due un'occhiata stranita.
-Ti raggiungiamo tra poco- gli rispose frettolosamente Nicola, prima di rivolgersi ad Alessio con un insolito cipiglio infastidito, non appena Pietro si fu richiuso la porta alle spalle:
-Ti prego, dimmi che mi sbaglio e che ho capito male, e che glielo hai detto-.
NOTE DELLE AUTRICI
E così abbiamo svelato tutti i retroscena del primo incontro tra Giulia e (l'amatissima) Giada, lo sgomento di Pietro e la "volontaria" nonchè gentile collaborazione di Filippo. Lo avevate immaginato in questo modo?Tornando poi al presente, tra discorsi su traslochi vari e annessi acquisti, discorsi che mettono nero su bianco il fatto che i nostri protagonisti stanno crescendo, un dubbio rimane ancora irrisolto... Alessio avrà finalmente parlato con Pietro oppure no?Per scoprirlo tornate mercoledì per il prossimo appuntamento!
Kiara & Greyjoy
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