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Capitolo 43 - Happier than ever (Pt. 1)

-L'11 sera mi sembra una buona opzione-.

Giulia continuò comunque a controllare il calendario dal cellulare, leggendo le date velocemente. Quella che aveva appena proposto a Caterina, però, le sembrava quella migliore: mancava una settimana esatta a quella data, un preavviso di tutto rispetto per non incappare in persone da invitare già impegnate altrove, e sette giorni in cui decidere il menu della cena. Il luogo era già certo, perché lei per prima si era offerta di ospitarla direttamente a casa sua e di Filippo.

Caterina mugugnò qualcosa di non intendibile. Quando Giulia alzò gli occhi nella sua direzione, la trovò ancora con la fronte aggrottata nell'indecisione.

-Dici che non sia troppo presto?- ponderò – Io e Nicola non abbiamo impegni quella sera, ma magari Pietro o Alessio sì-.

-Allora scopriamolo- replicò Giulia, che aveva già il cellulare in mano e le sarebbe bastato qualche secondo per scrivere un messaggio da inviare ad entrambi.

Era da tempo che non facevano una cena tutti insieme – bambini compresi, perché, ormai, era sempre più dura potersi vedere senza contare anche loro-, e all'alba di quei primi giorni di Maggio Giulia era convinta che ormai fosse ora di rimediare. Le giornate si erano allungate, il sole tramontava sempre più tardi, c'era bel tempo ma non ancora il caldo afoso e umido che sarebbe arrivato il mese dopo: il clima perfetto per organizzare una cena in grande stile.

-Adesso scrivo a entrambi- si decise Giulia – Vediamo che dicono-.

Nel mentre formulava il messaggio che avrebbe inviato a Pietro e ad Alessio, il silenzio cadde intorno a lei. Quel pomeriggio la casa era insolitamente silenziosa, l'assenza delle gemelle e di Alberto che si palesava nella calma che attorniava lei e Caterina. Un'ora prima i bambini, più Francesco, erano usciti accompagnati da Nicola e Filippo: con una giornata così bella, di primavera inoltrata, sarebbe stato un crimine non approfittarne per una passeggiata per la città. Si sarebbero ricongiunti a loro, nell'appartamento, più tardi per cena.

-Fatto-.

Giulia sorrise con soddisfazione nella direzione dell'amica, che nel frattempo si era stesa un po' di più sul divano, appropriandosi di tutta la zona di destra.

-Speriamo che dicano di sì, altrimenti ci toccherà rimandare per forza- mormorò Caterina.

-Sii positiva- Giulia posò il cellulare sul divano, decisa che l'avrebbe ignorato fino a quando non avrebbe udito il trillo di una qualche notifica in arrivo.

-Comunque ... -.

Giulia fece schioccare la lingua, assumendo l'aria di chi non avrebbe ceduto mai prima di avere l'informazione che voleva:

-Sei proprio sicura di non volermi dare qualche anticipazione?-.

Era la domanda che forse aveva posto più volte a Caterina sin dal primo momento in cui erano rimaste sole, dopo che Nicola e Filippo erano usciti con i bambini, e le aveva annunciato con un certo fervore che avrebbero dovuto organizzare una cena tutti insieme quanto prima per dare una notizia molto importante.

Giulia era stata sicura che ci fosse sotto qualcosa da ben prima di quel pomeriggio: erano settimane che Caterina le sembrava più serena e molto più sorridente del solito, quasi al limite dell'euforico. Troppo sospetto per credere che non fosse successo nulla, anche se aveva negato fino a quel giorno.

Il vero problema era convincerla a darle qualche anteprima e saziare così la sua curiosità.

-No, sarà una sorpresa anche per te- replicò Caterina, esattamente come tutte le volte precedenti in cui si era vista porre quella domanda.

Giulia le dette un buffetto su una spalla:

-Ma tu sai già cosa annunceremo io e Filippo- le rammentò, anche se doveva ammettere che lei per prima non aveva tenuto particolarmente nascosto il fatto che stessero cercando una nuova casa – Non è giusto-.

In tutta risposta, Caterina rise:

-Per una volta proverai anche tu la suspence tipica delle cene piene di novità-.

Giulia la guardò malamente, ma servì solo a farla ridere ancora di più.

-Puoi fare delle ipotesi, però-.

-Va bene, andiamo di teorie. Mi piace teorizzare- Giulia sospirò a fondo, portandosi una mano sotto il mento in modo teatrale. Ci pensò su per qualche secondo, scegliendo tra le ipotesi che già aveva formulato nelle scorse settimane quelle che le sembravano le più logiche.

-Può essere qualcosa legato al matrimonio- iniziò, virgolettando con le dita l'ultima parola – Visto che manca solo un mese-.

Caterina si limitò ad annuire, cercando di rimanere impassibile – doveva essere totalmente decisa a non darle un indizio che fosse uno nemmeno tradendosi con la mimica facciale.

-Non mi convince che sia qualcosa legato al lavoro, quindi scarterò questa ipotesi- continuò Giulia – Potresti essere incinta, però-.

Di nuovo, non ebbe alcuna reazione da parte dell'altra. L'ultima era di sicuro la teoria che le piaceva di più – perché sapeva anche lei quanto Caterina e Nicola ci stessero provando, e quanto li avrebbe resi felici-, anche se non era del tutto sicura fosse quella giusta.

"La speranza è l'ultima a morire, però".

-Per ora non mi viene in mente altro-.

-Tra una settimana potresti scoprire se hai indovinato o no- Caterina sospirò, allargando le braccia.

-Io sono un genio, quindi sicuramente avrò ragione su una delle due cose- disse Giulia con convinzione.

"O almeno, ci spero".

Avrebbe continuato volentieri quella conversazione, provare ad incrinare la determinazione dell'amica a non rivelarle nemmeno il più piccolo dettaglio, ma dovette bloccarsi: era appena arrivata una notifica sul suo cellulare, seguita subito dopo da una seconda. Quando lo prese in mano, non si stupì affatto nel leggere i nomi dei mittenti dei due messaggi appena ricevuti.

-Oh, mi hanno risposto Pietro ed Alessio. In contemporanea ... - mormorò – Sono in sincronia pure nell'inviare i messaggi-.








-Hai ricevuto anche tu il messaggio di Giulia?-.

Sapeva già la risposta, ma sempre meglio averne una conferma.

-Ovvio- Alessio annuì, lanciando un'occhiata verso il salotto per controllare che i bambini non si facessero male giocando – Hai qualche impegno la prossima settimana?-.

Pietro scosse il capo: di certo il prossimo weekend avrebbe solamente dovuto passare da Giada, per passare un po' di tempo con Giacomo e Giorgio, ma poteva ritagliarsi un po' di ore serali per una cena in compagnia.

-No. Tu ne hai?-.

-Nessuno-.

Sembrava che Giulia e Caterina avrebbero avuto sufficiente fortuna dall'avere il via libera per organizzare quel fatidico sabato sera insieme.

-Quindi temo proprio che dovremo confermarle la nostra presenza- disse Pietro, ridendo sotto i baffi. Per qualche secondo Alessio rimase in silenzio, il cellulare ancora in mano senza però apprestarsi a scrivere un messaggio di risposta, perso in chissà quali pensieri.

C'era un bel po' di caos nell'appartamento, in quel momento: Pietro aveva lasciato la tv accesa sul canale dedicato ai cartoni animati, ma Giacomo, Giorgio, Christian e Federica ci stavano badando poco, troppo presi dalla serie di giochi che avevano sparso per tutto il salotto.

-Devo dire che mi sono mancate le nostre cene tutti insieme-.

La voce di Alessio lo fece riportare gli occhi su di lui. Anche a Pietro erano mancati quei momenti di ritrovo, che si erano fatti così rari negli ultimi dieci mesi – soprattutto per lui, che durante l'estate e fino a Natale aveva evitato con cura qualsiasi invito.

-E pensi che ... - iniziò a dire, esitante – Voglio dire, potrebbe essere l'occasione giusta per dirglielo. Di noi due, intendo-.

Alessio chiuse gli occhi e si appoggiò completamente con la schiena al muro che separava il salotto dalla cucina, con aria un po' disperata:

-Che ansia- esalò, prima di riprendere un'aria più seria – Però è vero: sarebbe l'occasione perfetta-.

Lo era sul serio, ma Pietro capiva perfettamente anche la sua agitazione a quella prospettiva. Non temeva una reazione negativa – non razionalmente, anche se la parte più emozionale di sé gli avrebbe di sicuro proposto i peggiori scenari per tutti i giorni seguenti-, ma di certo quella notizia sarebbe stata una novità piuttosto importante all'interno del loro gruppo di amici.

-Abbiamo ancora una settimana per pensarci- mormorò, accarezzando la spalla dell'altro.

Alessio sospirò, con espressione riflessiva:

-Ma se non lo facciamo sabato prossimo chissà quando ricapiterà di rivederci tutti insieme-.

Pietro annuì, consapevole che quella fosse davvero la chance di cui avevano bisogno. Rimase in silenzio, decidendosi solo dopo un po' a rispondere a Giulia per dirle che ci sarebbe stato.

Su tutto il resto, su quello che a quella cena sarebbe potuto accadere, avevano tempo ancora sette giorni per decidere.

*

-Sbaglio o questa è la prima cena tutti insieme di quest'anno?-.

La voce di Filippo era stata a malapena udibile sopra il chiacchiericcio che i bambini stavano producendo in quel momento. Giulia non si era aspettata niente di meno da quella serata: sapeva che ci sarebbe stato il caos in casa sin da quando Caterina e Nicola erano arrivati con Francesco, che era stato accolto dalle sue figlie con urla entusiaste. Poi erano arrivati anche Pietro ed Alessio, con Christian e Federica annessi, e il disordine si era duplicato. L'unico a non unirsi agli strilli e ai giochi era Alberto, ancora decisamente troppo piccolo. Era però a tavola anche lui, sul suo seggiolone accanto alla sedia di Giulia, intento a mangiare qualche boccone della pizza da lei ordinata, insieme a tutte le altre per gli ospiti.

Era un trambusto che però a Giulia era mancato. Un caos pieno di vita e di vivacità, ed era contenta che ad alimentarlo ci fossero anche i suoi amici di una vita: come Filippo aveva appena sottolineato, era da troppo tempo che una serata così mancava nelle loro vite.

-Non sbagli- rispose subito Caterina, addentando una fetta di pizza – Quest'anno siamo decisamente in ritardo rispetto al solito-.

-O forse siamo solo più impegnati- suggerì Alessio, che stava tenendo monitorati i suoi figli, impegnati in una guerra contro le gemelle, che prevedeva tirar briciole da un lato all'altro del tavolo. Francesco sembrava cambiare schieramento ogni secondo.

-Come dei veri adulti- replicò Pietro, che teneva in mano un bicchiere riempito di birra scura.

Caterina sbuffò:

-Essere adulti fa schifo, sempre detto-.

-Adesso che Alberto ha un po' più di mesi potremmo organizzare più cene- propose Giulia – Ora è più gestibile-.

Si pentì di quella scelta di parole l'attimo dopo, quando Beatrice urlò un "Cattivo!" piuttosto risentito nella direzione di Francesco, che ora stava lanciando briciole contro di lei e la sorella. Filippo la consolò prontamente, mentre Nicola si girò verso suo figlio per fulminarlo con lo sguardo.

-Non possiamo dire lo stesso degli altri nostri figli- disse con voce irritata, che però sembrò non sortire alcun timore in Francesco.

-Eri così anche tu a sei anni- commentò Filippo, che a sua volta si guadagnò un'occhiataccia da parte dell'altro – Comunque, a proposito di figli ... -.

Giulia prese la parola al posto suo, alzando lo sguardo sul resto della tavolata:

-Abbiamo ufficialmente iniziato la ricerca di un appartamento più grande. Tra poco questo scoppierà in aria, per quanto stretti stiamo-.

Non era nulla di sorprendente, visto che lei e Filippo avevano già accennato al voler andare a vivere da qualche altra parte già mesi prima, e infatti nessuno ne fu particolarmente stupito.

-Resterete sempre a Venezia?- chiese Pietro.

-A Mestre, in realtà. Almeno, probabilmente- Giulia alzò le spalle, sospirando – Non c'è ancora nulla di ufficiale, per ora-.

-Diciamo che al momento abbiamo trovato offerte più interessanti in quella zona- mormorò a denti stretti Filippo, allungandosi dal suo posto per impedire sia a Caterina che a Beatrice di continuare con le loro scaramucce verso gli altri – Ma magari se salta fuori la mega occasione qui a Venezia, rimarremo qui-.

Giulia dubitava sarebbe successo, ma la speranza era sempre l'ultima a morire. In qualsiasi caso, la strada che avevano intrapreso era incoraggiante: al momento erano riusciti ad organizzare solo una visita ad un appartamento a Mestre, e seppur non fosse la sua casa ideale, non era nemmeno da scartare a priori. Sperava potessero essere su quello stesso livello – o anche superiore- anche gli altri appartamenti che avrebbero visto tra quel mese e Giugno.

-Il mercato immobiliare a Venezia non è molto conveniente, ad essere sinceri- commentò Alessio, scuotendo piano il capo.

A quelle parole, Nicola si voltò velocemente nella sua direzione, come se gli fosse appena tornato in mente qualcosa:

-Non dovevi cambiare casa anche tu?-.

Alessio sembrò tentennare per qualche secondo, prima di annuire.

-E hai trovato qualcosa?-.

Si fece rosso in viso, schiarendosi la gola a disagio:

-Ecco ... -.

Qualunque fosse il motivo di così tanto imbarazzo su quell'argomento, non ebbero modo di scoprirlo, e Alessio non dovette proseguire nel parlare: Pietro aveva alzato un braccio, tenendo stretta una bottiglia tra le dita, bene in vista.

-Chi vuole un altro po' di birra?-.

Filippo non se lo fece ripetere due volte:

-Versa, versa- lo incitò, alzando a sua volta il suo bicchiere per andargli incontro.

Pietro sghignazzò, mentre gliene versava una quantità generosa:

-Vuoi ubriacarti, Pippo? Capisco che sia un'ottima birra, ma la notte è ancora giovane. Tu non più molto-.

-Guarda che reggo bene l'alcool, io- lo rimbeccò Filippo, guardandolo truce.

Giulia non riuscì a trattenersi oltre, e picchiettandogli una mano sulla schiena disse:

-Non esserne troppo sicuro-.

Scoppiò a ridere subito dopo, imitata dagli altri.




NOTE DELLE AUTRICI
Iniziamo questo capitolo che ci accompagnerà per le prossime due settimane già scoprendo un progetto di Giulia e Caterina: organizzare una cena di gruppo... Durante la quale si prevedono diversi segreti svelati 👀
I primi a dare news sono proprio Giulia e Filippo, che annunciano la loro intenzione di cambiare casa. Ma la notte è ancora giovane, e molte altre cose devono ancora essere rivelate... Chi sará il prossimo a parlare?
Lo scopriremo nel doppio aggiornamento di venerdì!
Kiara & Greyjoy

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