Capitolo 34 - On the ground (Pt. 1)
-Filippo che dice?-.
La domanda che le aveva appena posto Caterina sembrò quasi squarciare l'atmosfera tranquilla di quel sabato pomeriggio di poco oltre la metà di Ottobre. Non faceva ancora molto freddo, e così Giulia aveva preferito lasciare la finestra del salotto aperta, lasciando che una leggera brezza entrasse. Il cielo era sufficientemente limpido da far intravedere in lontananza la cupola di San Marco e la laguna veneziana.
Giulia lasciò che il proprio sguardo vagasse distrattamente per tutto il salotto, stranamente vuoto senza la presenza delle gemelle. Erano fuori con Filippo, per una passeggiata breve prima che scendesse la sera. Con lei e Caterina c'era solo Alberto, che però si era appena riaddormentato nella sua culla, trasportata accanto al divano in salotto per l'occasione, dopo che aveva deciso di aver fame proprio qualche minuto prima dell'arrivo di Caterina.
Era tutto così insolitamente immobile, e così si vide costretta a dover rispondere:
-La stessa cosa che ha detto quando ne abbiamo parlato mesi fa. Che devo decidere io-.
Giulia si mosse un po' nell'angolo del divano che aveva occupato, all'altra estremità rispetto a Caterina. Erano circa due ore che si trovavano lì, a parlare del più e del meno – anche di Alessio e di Pietro, e del loro fantomatico litigio di cui Caterina le aveva riportato, raccontandole per sommi capi cos'era successo un paio di settimane prima-, fino a quando Caterina non le aveva finalmente posto quella domanda. Giulia non si sarebbe dovuta stupire: era stata una sua idea dirle di venire a casa sua per discuterne di nuovo, dopo mesi di riflessioni aggiuntive.
-Non che Filippo non abbia voce in capitolo, ma dipende soprattutto da me, diciamo così- aggiunse a mezza voce.
-Beh, è vero- replicò Caterina – Non è Filippo che dovrebbe contattarlo e poi magari anche incontrarlo, e parlargli ... -.
Giulia annuì. Il solo immaginare di dover parlare ancora una volta con Lorenzo le metteva i brividi, e non certo in senso positivo.
-Tu l'hai più sentito da quel giorno?-.
Non specificò quale giorno intendesse: era sicura che Caterina avrebbe intuito subito ciò che alludeva. "Quel giorno" era la definizione che usavano sempre tra loro per fare riferimento al giorno in cui Lorenzo l'aveva quasi aggredita in casa sua, poco prima che Nicola rientrasse.
-No- Caterina scosse il capo, il viso rabbuiato – E lui non ha provato a contattarmi-.
"Tipico di Lorenzo".
Non sarebbe dovuta essere sorpresa neanche di quello: Lorenzo non aveva contattato lei nemmeno per sapere se suo figlio era nato e stava bene. Perché mai avrebbe dovuto richiamare una sorella che probabilmente riteneva un'ingrata e traditrice?
Giulia sbuffò tra sé e sé:
-Ne sei sorpresa?-.
La risata a cui Caterina si lasciò andare era, però, meno sarcastica e molto più triste di quel che si sarebbe aspettata sul serio.
-Vorrei poterti dire di no, ma in realtà un po' sì-.
Non doveva essere facile nemmeno per Caterina, rifletté Giulia. Era vero che i rapporti tra lei e Lorenzo fossero sempre stati insoliti, a volte addirittura tesi, ma immaginava non dovesse comunque pensarci con leggerezza. Aveva pur sempre perso suo fratello, pur sapendolo vivo da qualche parte, e nella maniera peggiore possibile.
-Non so cosa gli stia passando per la testa- proseguì Caterina, torturando il bordo della sua felpa con le dita – Non lo sanno neanche i nostri genitori-.
Giulia non aveva idea di cosa sapessero davvero i loro genitori: non aveva ancora trovato il coraggio per chiederlo a Caterina. Di certo sapevano solo che Alberto era il figlio naturale di Lorenzo, ma che Lorenzo non aveva voluto saperne nulla della paternità. Dubitava sapessero di tutto il resto, come dubitava gli rivolgessero ancora la parola così spesso come prima.
Caterina aveva evidentemente ceduto alla tensione che, inevitabile come ogni volta, sopraffaceva entrambe quando finivano per parlare di suo fratello. Giulia la osservò vagare senza meta per il salotto, fino a quando non incrociò sul suo cammino la culla di Alberto. La vide fermarsi, lo sguardo rivolto in basso verso il neonato. Non poteva vederla in viso, visto che era girata di spalle, ma aveva l'impressione che Caterina stesse sorridendo tra sé e sé.
-Alberto ti assomiglia sempre di più-.
Dopo quelle parole tornò indietro verso il divano, l'espressione pensierosa, un po' come se sapesse che Giulia aveva capito che la parte implicita di ciò che aveva appena detto era "e sempre meno a Lorenzo".
E per quanto fosse lui la persona che l'aveva ferita, in un modo atroce e a tratti violento, Giulia non era del tutto convinta di voler cancellare completamente la presenza di Lorenzo dalla vita di Alberto. Avrebbe comunque fatto parte dell'identità di suo figlio, in un modo o nell'altro: cercare di rimuoverlo non sarebbe mai servito a nulla.
-Sì, ma ci vedo comunque qualcosa anche di Lorenzo- si lasciò sfuggire a mezza voce.
Caterina sospirò a fondo, mentre si risedeva al posto di prima, le braccia incrociate contro il petto:
-Immagino sia inevitabile-.
Giulia annuì, distratta.
-Secondo te gli passa mai per la testa di telefonarti e chiederti di vederlo?- Caterina glielo chiese con tono vago – Può aver intuito che è nato. È passato quasi un anno da quando avevi scoperto di essere incinta-.
-Non lo so- rispose Giulia, sinceramente – Magari vorrebbe anche vederlo, ma il fatto che per poterlo fare dovrebbe contattare me probabilmente è già un freno bello grande-.
Un po' le fece ridere immaginare che fosse Lorenzo ad aver paura di dover telefonare a lei, per i sensi di colpa che poteva provare nei suoi confronti. Era piuttosto sicura che non fosse così, ma quell'ipotesi la feriva comunque meno di sapere che non si era mai fatto vivo unicamente per puro disinteresse.
-Io non sono ancora pronta a rivederlo, ma credo che anche Lorenzo non sarebbe pronto a rivedere me- mormorò, evitando però di dire che i motivi erano, probabilmente, molto diversi tra loro – Ti immagini quanto sarebbe difficile rivederci dopo che l'ultima volta che ci siamo incontrati voleva costringermi ad abortire contro la mia volontà?-.
-Già. Magari vi rivedreste pure nello stesso posto in cui te l'ha detto-.
Il solo immaginarsi varcare ancora una volta la soglia della casa di Lorenzo a Padova le fece venire i brividi.
-Infatti se me lo proponesse non credo proprio me la sentirei- alzò le spalle – Meglio un bar affollato-.
Caterina le lanciò un'occhiata astuta:
-Così eviterebbe di fare scenate, forse-.
-O qualcuno chiamerebbe la polizia se ne facesse-.
Scoppiarono a ridere entrambe, il primo vero momento in cui erano riuscite a stemperare l'angoscia di quella conversazione. Ci vollero un paio di minuti prima che riprendessero fiato, e che Giulia ricominciasse a parlare:
-A parte gli scherzi, forse non sono ancora abbastanza serena per poter affrontare la cosa- si schiarì la voce, un po' per prendere tempo – Credevo di esserlo un po' di più, ora che Alberto ha quasi tre mesi e sta bene-.
"E invece ho ancora paura".
Sapeva che avrebbe dovuto essere coraggiosa per suo figlio. Che avrebbe dovuto fare uno sforzo, e che un giorno avrebbe dovuto raccontargli tutto e spiegargli anche quel lato della vicenda ... Ma non ce la stava facendo. Nemmeno il pensiero di avere Filippo accanto a sé ad aiutarla, e anche Caterina, non la rendeva sufficientemente forte da prendere il telefono in mano e comporre il numero di Lorenzo.
-Non hai una deadline da rispettare. È stato Lorenzo a lavarsene le mani dall'inizio, non sei stata tu a dirgli di starti lontano a priori- disse Caterina, con fervore – Se avesse interesse verso suo figlio magari avrebbe fatto un tentativo. Magari avrebbe potuto provare a contattare me. Ma non l'ha fatto-.
Già, non l'aveva fatto.
E se non l'avrebbe mai fatto, Giulia non riusciva nemmeno ad immaginare il dolore che quella consapevolezza avrebbe portato ad Alberto in futuro, quando sarebbe stato sufficientemente grande per capire.
-È tutto così complicato-.
E lo era davvero. Giulia si passò le mani sul viso, in un moto di disperazione.
L'ultimo anno era stato un sali e scendi di emozioni così contrastanti tra loro che doveva ancora riprendersi del tutto – e, se doveva guardare alla conversazione che stava avendo con Caterina, forse non si sarebbe nemmeno mai ripresa del tutto fino a quando non avrebbe trovato una soluzione riguardo Lorenzo.
-Credo che dovresti smettere di pensare a mio fratello-.
Caterina parlò dopo alcuni minuti di silenzio, e quando Giulia si girò verso di lei la trovò a fissarla con sguardo serie e determinato.
-Lo so che non è semplice, ma è il padre di Alberto solo per modo di dire- proseguì ancora – Non c'è mai stato né per te né per lui. Non gli devi niente-.
"Ha ragione".
Giulia rimase in silenzio, riflessiva.
"Non gli devo davvero niente".
-Magari ci ripenserò più avanti-.
Aveva sperato che un paio di mesi sarebbero bastati per trovare più risposte, ma era evidente che si era sbagliata.
-Anche tra un decennio-.
Giulia guardò l'altra con un sopracciglio alzato:
-Non così tanto avanti-.
Sapeva che Caterina avrebbe preferito che lasciasse perdere del tutto a prescindere, ma non riusciva a non voler dare almeno una chance a Lorenzo. Sapeva come aveva reagito un anno prima, ma in un anno potevano cambiare molte cose.
-Forse sarò un'illusa, ma vorrei fare almeno un tentativo prima di perdere del tutto le speranze-.
Caterina sospirò:
-Tu sei troppo buona-.
E anche su questo, probabilmente, Caterina aveva dannatamente ragione.
-Probabile-.
NOTE DELLE AUTRICI
Iniziamo un nuovo capitolo e, per stavolta, ritroviamo Giulia e Caterina insieme, in una conversazione non esattamente semplice. Le due, infatti, si stanno interrogando sul come comportarsi con l'incognita rappresentata da Lorenzo ora che sono passati alcuni mesi dalla nascita di Alberto.
Giulia, infatti, si domanda se sia il caso di contattare l'ex per dargli la notizia della nascita del figlio, anche se la sola idea di incontrare Lorenzo non sembra entusiasmarla particolarmente visti i precedenti ... Al momento, anche su consiglio di Caterina, sembra essere giunta alla conclusione di accantonare l'opzione di ricontattarlo. Secondo voi è l'idea migliore? O i progetti di Giulia cambieranno per qualche motivo?
Intanto vi diamo appuntamento come di consueto a venerdì!
Kiara & Greyjoy
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