Capitolo 27 - Everything changes (Pt. 2)
Era molto probabile che avesse superato la soglia di ubriachezza già da un po', ma Alessio non si era tirato indietro dal finire il suo cosmopolitan. Ormai l'aveva pagato, tanto valeva non lasciarne nemmeno una goccia.
Mandò giù quel che rimaneva del suo cocktail in pochi secondi, lasciando poi il bicchiere ormai vuoto sul tavolo. Adocchiò Pietro velocemente: lui stava bevendo più lentamente, e forse, si rese conto, avrebbe fatto meglio ad imitarlo per evitarsi i giramenti di testa che l'alcool dava quando lo si beveva in velocità. Ma ormai era troppo tardi anche per quello.
-Non mi hai più invitato al Celebrità-.
Anche se l'alcool e la conseguente ubriachezza avevano quasi del tutto annullato le barriere dell'imbarazzo, ci aveva messo un po' a decidersi a pronunciare quelle parole. Gli era venuta in mente quella considerazione da quando, diversi minuti prima, Pietro aveva nominato il locale, ma si era frenato, distratto anche dalla musica e dalla voglia di cantare, di far ridere Pietro di nuovo.
Però quel dubbio era rimasto a ronzargli nella mente, come un tarlo fastidioso, e forse sarebbe riuscito ad ignorarlo se non fosse stato così brillo, ma in quel momento non ce l'aveva più fatta.
Osservò Pietro stringersi un po' nelle spalle, segno che non si aspettava quella considerazione, e che non aveva la minima idea di come rispondergli.
-Non ci sono andato più molto spesso, ultimamente-.
Pietro parlò tenendo gli occhi bassi, ben diversamente da come aveva interagito con lui fino a poco prima.
Alessio non si fece alcun problema ad esternare quella sua impressione:
-Non sono molto convinto- farfugliò, passandosi una mano sul viso, imbronciato – Ero curioso di venirci-.
Probabilmente, da lucido, non si sarebbe mai lasciato andare a quella confidenza – o forse l'avrebbe fatto, ma in maniera diversa-, ma ormai la conversazione era avviata, e forse Pietro non se ne sarebbe neanche ricordato tanto bene il giorno dopo. D'altro canto erano brilli entrambi, non solo lui.
-Possiamo organizzare per sabato prossimo- buttò lì Pietro, dopo qualche secondo di silenzio.
Alessio tacque per un po', la musica che gli ronzava nelle orecchie ma che non lo entusiasmava più come prima, e il timore che anche quella fosse solo una frase di circostanza. Si sentì un po' rifiutato da Pietro, come se stesse cercando di tenerlo alla larga da quel posto che, era evidente, frequentava decisamente più spesso di quanto diceva.
-Non ti dimenticherai di averlo detto quando ci sveglieremo domani?- gli chiese, alzando un sopracciglio.
Per un attimo osservò la confusione sul viso di Pietro, ma fu talmente fugace che credette di essersela solo immaginata – e visto quanto aveva bevuto, Alessio poteva anche avere quel dubbio. Pietro accennò ad un sorriso subito dopo, come niente fosse:
-No, non succederà-.
Suonava come una promessa che non avrebbe mantenuto, ma forse era solo l'ennesima impressione sbagliata. Alessio un po' si pentì di aver tirato fuori quell'argomento proprio da ubriaco, quando non era sufficientemente lucido per giudicare con oggettività le sue reazioni. In quella situazione non poteva fare altro che farsi andare bene quella risposta.
-Lo vedremo- mormorò, rigirandosi il bicchiere vuoto tra le dita.
Cominciava a dubitare che persino lui se ne sarebbe ricordato il giorno dopo.
Alzarsi dalla sedia dopo tutto quel tempo non fu facile, ma nemmeno terribile come preventivato. O almeno non lo fu per i primi tre passi, dopodiché Pietro dovette fermarsi per quanto gli stava girando la testa. Lanciò un'occhiata ad Alessio, poco più indietro di lui: probabilmente era nello stesso stato.
-Spero solo che arriveremo a casa mia sui nostri piedi- biascicò Pietro, passandosi una mano tra i capelli. Aveva caldo, era stanco, e quella sensazione di leggerezza nella testa lo infastidiva non poco, ma sapeva già che la mattina dopo sarebbe stata di gran lunga peggio. Non voleva neanche pensare al mal di testa che gli sarebbe venuto, senza contare che non era nemmeno abituato a bere in quella maniera.
-Con calma- borbottò Alessio, che accennò a qualche passo lento per raggiungerlo – Andiamo con calma, e allora forse ci arriveremo. Tanto anche se ci mettiamo un'ora ... -.
Pietro anelava ad un letto come non mai, ma forse Alessio non aveva tutti i torti: meglio andare piano e arrivare al suo appartamento senza danni.
-Abbiamo già pagato tutto?- Alessio glielo chiese dopo qualche secondo, quando lo affiancò. Pietro si prese qualche secondo per pensare: non ricordava minimamente cosa avevano fatto quando avevano ordinato il secondo giro, ma probabilmente avevano anche pagato. Sarebbe stato da idioti non averlo fatto quando ancora non erano così brilli.
-Credo di sì- disse.
Alessio annuì:
-Allora andiamo, che il cammino è lungo-.
Sembrava dovessero imbarcarsi in un'impresa impossibile, e Pietro si mise a ridere sommessamente tra sé e sé. Anche se Alessio doveva averlo udito non gli chiese niente.
Il loro tavolino non era molto distante dalla porta d'entrata – cosa che andava a loro vantaggio, in quel momento-, e seppur andando adagio non ci misero molto ad arrivarci. Erano all'ultimo tratto che affiancava il bancone: ancora un paio di metri e sarebbero usciti.
-Ehi, voi due!-.
Pietro quasi sussultò quando udì quella voce sovrastare persino anche la musica sparata ancora a tutto volume dalle casse sotto cui si trovavano. Quando si guardò intorno, anche solo per capire che stesse succedendo, si rese conto che erano proprio lui ed Alessio le persone a cui era rivolto quel richiamo: alla sua sinistra, dietro il bancone, riconobbe il barista che li aveva serviti prima, e che ora li stava fissando entrambi.
-Siete quelli di prima, no?- si rivolse a Pietro, che gli si era fermato proprio di fronte – Un black russian e un cosmopolitan-.
Pietro alzò un sopracciglio senza capire:
-E quindi?-.
Alessio, che fino a quel momento gli era rimasto dietro, invisibile ai suoi occhi, gli si accostò ridacchiando:
-Ci sta provando?- gli sussurrò all'orecchio. Pietro dovette cercare di ignorare i brividi che provò quando avvertì il suo respiro sulla pelle accaldata, concentrandosi sul barista che ora li guardava ancor più confuso.
-È che dovete ancora pagare- disse quello, finalmente sputando il rospo.
Pietro sgranò gli occhi:
-Non l'abbiamo già fatto?-.
-Non avevi detto che avevamo pagato?- gli chiese nello stesso momento Alessio, continuando a ridere come se nulla fosse.
Il barista scosse il capo:
-Non l'avete fatto-.
-Cazzo- imprecò a mezza voce Pietro, già portando una mano alla tasca posteriore dei jeans, dove teneva il portafogli – Va bene, ci penso io-.
Alessio fece un fischio compiaciuto, prima di lasciarlo avvicinarsi al bancone.
-Che cavaliere-.
-A momenti ci facevi andar via entrambi come dei ladri-.
Furono le prime parole che Alessio disse quando Pietro tornò nelle sue vicinanze, sistemando le monete del resto nel portafogli. Nonostante il pericolo corso, Alessio non si sentiva affatto arrabbiato – ormai aveva rinunciato a dare qualche ordine ai propri pensieri.
-Sarebbe stato interessante dover correre per scappare in questo stato- disse ancora, ridendo tra sé e sé.
-Non credo saremmo andati molto lontani- sospirò Pietro. Alessio lo osservò rimettere a posto il portafogli nella tasca dei jeans e voltarsi per camminare verso l'uscita – stavolta per davvero.
Pietro aprì la porta, tenendola aperta per farlo passare.
-Come sei pessimista- replicò Alessio, che lo stava raggiungendo con passo incerto – Di sicuro ce l'avremmo fa ... -.
Le parole gli si bloccarono in gola quando si rese conto di essere inciampato – su qualcosa che era per terra, o sui suoi stessi piedi, su qualsiasi cosa fosse-, e di star inevitabilmente cadendo a terra. Allungò in avanti le braccia in un gesto istintivo, ma l'impatto con il pavimento non arrivò mai. Si ritrovò invece a toccare il tessuto della camicia di Pietro – il petto di Pietro.
Ci si era aggrappato senza pensarci, senza neanche rendersi subito conto che Pietro si era spostato appena in tempo per impedirgli di cadere, ed ora che l'equilibrio era tornato e le sue gambe avrebbero potuto tranquillamente reggerlo da sole, Alessio comunque non mollò la presa.
-Dicevi?- Pietro lo guardò a distanza ravvicinata, un sopracciglio alzato e un'espressione piuttosto scettica, seppur anche divertita.
Alessio ignorò del tutto quella frecciatina sarcastica, la sua attenzione catturata completamente da altro.
-Hai iniziato a fare palestra?-.
Era di nuovo la baldanza donatagli dall'alcool a parlare e a spingerlo a non scostare ancora le mani. Sapeva già la risposta, ma l'idea di stuzzicare Pietro in quel modo – in un modo in cui sarebbe riuscito a farlo solo da ubriaco-, aveva vinto anche sulla poca lucidità rimastagli.
Pietro arrossì violentemente, mentre scuoteva la testa:
-No-.
-Mi sembrava-.
Indulse ancora per qualche secondo con le mani sul petto dell'altro, prima di scostarle e oltrepassarlo per uscire all'aria aperta. Il caldo afoso di Agosto si era decisamente attenuato rispetto a qualche ora prima, ma Alessio era accaldato dall'essere rimasto in quel bar troppo a lungo, ed accolse l'aria frizzante e fresca della notte a braccia aperte.
Pietro gli venne dietro in silenzio, e quando Alessio si voltò poco dopo verso di lui lo osservò camminare con cautela, sbandando leggermente, gli occhi ben aperti e concentrati. Era evidente che stesse cercando di mantenere l'equilibrio per camminare normalmente, ed era qualcosa che avrebbe dovuto fare lui stesso. Rallentò il passo per aspettare che Pietro lo affiancasse, prima di allungare una mano per posarla sul suo braccio.
-Forse in due riusciremo a non finire spiaccicati per terra- mormorò Alessio, ridendo tra sé e sé. Aveva ancora la testa leggera per l'alcool, e l'insana voglia di ridere in continuazione.
-O magari finiremo entrambi nel primo canale che troveremo- Pietro ridacchiò a sua volta. Era ancora leggermente arrossito in viso, e se possibile quell'aria un po' imbarazzata lo rendeva ancora più dolce.
"Devo smetterla di pensare certe cose".
Alessio si costrinse così tanto a pensare a qualcos'altro che per qualche secondo faticò davvero a trovare qualcosa su cui puntare l'attenzione. La musica proveniente dal bar, però, era ancora udibile persino a metri di distanza, e lasciò che la sua attenzione venisse catturata da quella.
Si mise a canticchiare tra sé e sé, del tutto spontaneamente, un po' come era successo poco prima quando ancora erano dentro al locale.
-"You are my fire, the one desire"-.
Con la coda dell'occhio vide Pietro alzare un sopracciglio:
-Sul serio?-.
Alessio si girò a guardarlo con un ghigno divertito sulle labbra:
-"Believe me when I say, I want it that way"-.
Pietro sbuffò, anche se era evidente la piega di un sorriso che stava nascendo sulle sue labbra:
-Non sapevo che l'alcool facesse riemergere la tua natura da cantante-.
-Tanto lo so che in realtà ti piace ascoltarmi-.
Alessio rise ancora qualche secondo mentre continuavano a camminare lentamente, a volte sbandando e altre volte rischiando seriamente di cadere a terra, la notte che li stava ancora accompagnando.
Something about you, do you feel the way I do?
There's magic in the room, tell me, do you feel it too?
Something about you, do you feel the way I do?
There's magic in the room, tell me what we gonna do?
(Jungkook - "Yes or no")*
*il copyright della canzone appartiene esclusivamente al cantante e ai suoi autori.
NOTE DELLE AUTRICI
Continuiamo questa serata seguendo ancora Alessio e Pietro, che all'inizio di questo aggiornamento si trovano ancora allo stesso bar ... Parlando, stavolta, del Celebrità, con Alessio che fa presente a Pietro il fatto che non l'ha ancora invitato ad una serata in quel locale. Chissà che non sia la volta buona per far sì che organizzino qualcosa pure laggiù!
In ogni caso, l'ora di andarsene alla fine arriva ... Ma sempre con qualche figuraccia e qualche momento canoro da parte di Alessio, che non può farsi sfuggire l'occasione di canticchiare sulle note dei Backstreet Boys 😂
Riusciranno i nostri prodi, un po' (tanto) brilli a giungere sani e salvi a casa di Pietro?
E chi vedremo nel prossimo aggiornamento: sempre loro o il focus si sposterà su qualcun altro?
Lo scopriremo mercoledì prossimo!
Kiara & Greyjoy
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