Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capitolo 26 - Future days (Pt. 1)

"Devo svegliarmi".

Fu il suo primo pensiero in uno stato semicosciente, ad un passo dall'essere completamente vigile.

Giulia riuscì ad aprire le palpebre qualche secondo dopo, allungando lentamente una mano verso il comodino, cercando a tastoni l'interruttore della lampada. Lo trovò con un po' d'impaccio, ma alla fine la stanza venne illuminata completamente, seppur con luce fioca e giallastra.

Fu più facile così individuare il cellulare, acceso nonostante lei e Filippo fossero andati a dormire più di un'ora prima. Erano appena le ventitré e qualche minuto e, seppure la sua mente fosse ancora in parte offuscata dalla sonnolenza, Giulia prese il cellulare tra le mani, e lo portò vicino a sé per tenere controllata l'ora.

E poi attese.

E il suo istinto non aveva sbagliato, né il suo corpo le aveva mandato un segnale da sottovalutare.

"Sono cominciate".

Calcolò che avevano sufficiente tempo per prepararsi e chiamare un'idro-ambulanza, ma tenne anche conto che quello era il secondo parto, e il travaglio sarebbe durato molte meno ore rispetto a che se fosse stato il primo. In realtà dovevano muoversi.

Si girò verso il lato del letto occupato da Filippo: stava ancora dormendo beatamente, nemmeno accortosi del fatto che la stanza non era più immersa nel buio e nel silenzio completo. Giulia iniziò a scuoterlo non troppo bruscamente, ma con sufficiente determinazione per far in modo che si svegliasse.

-Filippo- iniziò a chiamarlo dopo un paio di secondi – Devi svegliarti-.

Pian piano sembrò che si stesse riscuotendo dal sonno. Lo vide muoversi, mugugnando qualcosa, e Giulia non si dette per vinta. Continuò a scuoterlo fino a quando Filippo non si decise a socchiudere gli occhi, guardandola tra le ciglia scure.

-Che c'è?- bofonchiò con la voce impastata.

Giulia era piuttosto sicura che, non appena avesse recepito quel che stava per dirgli, non sarebbe più stato così addormentato come ora.

-Sono cominciate le contrazioni- annunciò a voce alta, sperando di non apparire troppo agitata – Non so esattamente da quando, in realtà, ma dobbiamo iniziare a muoverci-.

Passarono tre secondi prima che Filippo alzasse maggiormente la testa, guardandola con occhi sgranati:

-Le contrazioni?- ripeté a voce così bassa che Giulia per poco non lo udì.

Lei annuì:

-Sì. Sono iniziate. Dobbiamo andare in ospedale-.

"Domani potrebbe essere il gran giorno".

Aveva sempre avuto una strana sensazione riguardante il 3 Agosto. Ora che le ultime ore del 2 stavano finendo, con le contrazioni già iniziate, cominciava a credere che il suo sesto senso avesse davvero avuto ragione.

Dubitava che quello potesse essere un secondo falso allarme, come successo la settimana prima. Quella era davvero la volta buona.

-Cazzo- borbottò sottovoce Filippo, iniziando a scostare le lenzuola per potersi alzare – Cazzo. Abbiamo la valigia pronta, vero?-.

-Sì, mancano solo poche cose che avevamo deciso di infilare dentro all'ultimo- lo istruì Giulia, le ultime scie di sonnolenza che ormai l'avevano totalmente abbandonata – Ed è decisamente arrivato il momento di mettercele dentro-.

Faticò molto più di Filippo ad alzarsi. Il suo corpo era pesante, irrigidito per le contrazioni che erano divise l'una dall'altra ancora da diversi minuti, e il suo pancione era più grande che mai: era sceso, segno evidente che il parto era imminente, e il piccolo si faceva sentire con qualche calcio.

Anche se era notte Giulia si sentiva sudata come se stesse camminando sotto il sole pomeridiano di Agosto, l'ansia che aveva tenuto a bada fino a quel momento che cominciava a renderle difficile pensare a tutto lucidamente.

-Chiamo l'idro-ambulanza e poi vado a svegliare le bambine- disse Filippo, che si era portato alla porta della stanza pronto ad aprirla, tenendo il cellulare pronto nella mano sinistra – Dovranno venire con noi in ospedale, almeno fino alla mattina-.

Giulia annuì e basta, seguendolo lentamente per portarsi verso il bagno, dove si sarebbe cambiata e si sarebbe data un'ultima sistemata. La mattina dopo sarebbe stata un tran tran di telefonate – alla sua famiglia e a quella di Filippo, e a Caterina e Nicola per ospitare le gemelle fino a quando i loro parenti non sarebbero giunti a Venezia-, oltre che una delle giornate più intense della sua vita per il nuovo arrivato.

Quando arrivò in corridoio ascoltò distrattamente la voce di Filippo parlare con l'operatore del 118 che doveva avergli risposto. Avevano ancora poco tempo prima di uscire di casa.

Doveva sbrigarsi, e ripetersi di stare calma.

*

I've never felt this strong

I am invincible, how could this go wrong?

No, here, here's where we belong

I see a road ahead

I never thought I would dare to tread

Era sempre una contrapposizione insolita, quella che stava provando in quella giornata – e che aveva provato anche un giorno d'inverno di più di quattro anni prima.

Era strano sentirsi così stanca nel corpo, le membra che a malapena rispondevano ai suoi comandi per lo sforzo appena compiuto, ed allo stesso tempo provare una tale energia che quasi le sembrava inutile restarsene ferma a letto.

La mattina del 3 Agosto se la sarebbe sicuramente ricordata molto a lungo, esattamente come sarebbe stato per il 21 Febbraio del 2019. Su questo Giulia non aveva dubbio alcuno. Avrebbe ricordato delle prime luci dell'alba quando alle sei passate l'avevano finalmente portata fuori dalla sala parto, e avrebbe ricordato del sole che ormai rischiarava ogni cosa quando, dopo i primi controlli e il primo bagno della sua vita, le avevano portato Alberto. L'aveva già tenuto tra le braccia, appena nato, ancora sporco e urlante, ma stavolta era diverso. Era tutto più calmo, e lei non stava più piangendo per la fatica e il dolore del parto, o per l'emozione che l'aveva animata quando aveva udito il primo vagito.

Filippo le era stato accanto per tutto il tempo, ma ora si era dovuto allontanare: qualcuno doveva pur aspettare all'ingresso dell'ospedale con le gemelle nell'attesa che Caterina o Nicola arrivasse per poterle portare a casa loro. Filippo le aveva raccontato, dopo averli chiamati, che Nicola aveva risposto al telefono ancora così addormentato che gli aveva detto di farle le congratulazioni con il tono di voce più infelice del mondo. Giulia aveva riso, pentendosene subito dopo per aver scosso il suo corpo dolorante.

Erano lei e Alberto soltanto, un po' come lo erano stati per i passati nove mesi. Con la sola differenza che ora poteva vederlo, studiarne ogni particolare, poterlo toccare.

Nella sua tutina leggera e color verde le sembrava minuscolo. Indifeso come le erano parse anche Caterina e Beatrice quando erano nate.

Gli accarezzò delicatamente i capelli – incredibilmente biondi, anche se per un neonato non era poi così insolito-, chiedendosi se un giorno si sarebbero scuriti. Quasi sicuramente sarebbe successo: era scritto nel suo dna. Sia lei che Lorenzo avevano i capelli scuri, così come gli occhi verdi. E in quell'ultimo particolare Alberto non differiva affatto da quel tratto in comune: anche i suoi sembravano già verdi, anche se di una sfumatura che Giulia non riconosceva come ereditata da lei, ma nemmeno da Lorenzo.

Forse era stata proprio l'impressione che non avesse ereditato nulla di Lorenzo, almeno all'apparenza, ad averle fatto tirare un sospiro di sollievo. Non lo riconosceva nei tratti di suo figlio, non lo rivedeva in lui.

"E cosa succederà se un giorno accadrà?".

Giulia si lasciò andare ad un sospiro. Aveva pensato e ripensato a quell'eventualità per mesi interi, anche se non l'avrebbe scoperto ancora per diverso tempo: era presto per dire se Alberto sarebbe somigliato a Lorenzo, anche nell'aspetto, anche solo lontanamente. Per quel che ne sapeva, sarebbe potuto crescere ed essere la sua goccia d'acqua.

Ma ci avrebbe pensato quando sarebbe stato il momento. Non era quella la giornata da rovinare con pensieri pieni d'ansia, non quando Alberto era finalmente nato, amato e voluto, e in salute.

Gli posò un bacio sulla fronte, guardandolo mentre da addormentato la aggrottava inconsapevole.

-Ti voglio bene- gli mormorò, sorridendogli.

Avrebbe passato il resto della sua vita a ricordarglielo e a dimostrarglielo, ma non era una cosa che le avrebbe pesato. Era l'unica cosa che desiderava fare.

Like an image passing by, my love, my life

In the mirror of your eyes, my love, my life

I can see it all so clearly

All I love so dearly

Images passing by

Like reflections of your mind, my love, my life

Are the words I try to find, my love, my life

But I know I don't possess you

With all my heart, God bless you

You will be my love and my life

You're my one and only

(ABBA - "My love, my life")*






*il copyright della canzone appartiene esclusivamente alla band e ai suoi autori.

NOTE DELLE AUTRICI

Cominciamo con un risveglio concitato per Giulia, e Filippo con lei, in questo inizio di capitolo. Le contrazioni fanno capolino riga dopo riga facendo presagire che questa volta, rispetto alla settimana precedente, potrebbe essere la volta buona!Alla fine le sensazioni di Giulia si sono rivelate corrette e Alberto, stretto tra le braccia della madre, entra ufficialmente a fare parte di questa banda di matti!Un fugace pensiero a Lorenzo si fa spazio nella mente di Giulia, ma la neo mamma prontamente di richiuderlo in un cassetto della mente, preferendo di gran lunga poter godere del figlio senza troppi pensieri.Siete pronti, nei prossimi aggiornamenti, all'inevitabile giro di visite che "colpirà" la famiglia Barbieri-Pagano? Andrà tutto per il meglio? Chissà.A venerdì per scoprire i prossimi sviluppi!

Kiara & Greyjoy

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro