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Capitolo 24 - This is me (Pt. 7)

Non era mai stato in quel parco, almeno da quel che ricordava. Alessio cercò di far spazio ai ricordi, mentre camminava seguendo Pietro, ma nella sua memoria quel posto non trovò alcun riscontro.

"C'è sempre una prima volta per tutto".

Era un luogo insolito dove vedersi, il parco delle Rimembranze, almeno per loro due: nell'ultimo anno era capitato spesso per lui di fermarsi a casa di Pietro – quello che ai tempi dell'università era stato anche suo, in un certo senso-, o che Pietro venisse da lui per dargli una mano con i bambini in sere in cui Alice mancava. Ed era capitato anche di uscire insieme, magari per bere qualcosa o per una semplice passeggiata, ma non si erano mai ritrovati a camminare per quella zona di Venezia.

-Non è male qui- commentò a voce, mentre continuava a guardarsi intorno. Poteva essere un parco come un altro – pieno di alberi, di altre persone che camminavano o correvano, degli schiamazzi dei bambini, di coppie sedute alle panchine, di amici che parlavano animosamente-, ma era piuttosto sicuro che altrove non avrebbe potuto dare una lunga occhiata verso la laguna e al sole che stava pian piano tramontando. Le giornate stavano cominciando ad allungarsi, ma non ancora a sufficienza per arrivare alla sera con ancora la luce solare.

-Non ci sei mai venuto prima?- gli chiese Pietro, voltandosi indietro verso di lui.

-No- ammise Alessio, con una punta di rammarico – Tu sì?-.

A quella domanda Pietro non rispose. Non subito, almeno.

Continuò a camminare fino a quando non raggiunse una panchina, una delle poche libere, aspettando che Alessio lo raggiungesse prima di sedersi.

C'era un'atmosfera strana, si ritrovò a pensare Alessio, come se fosse carica d'attesa. Non aveva idea di cosa potesse aspettarlo, o se fosse qualcosa direttamente legato al coming out che Pietro aveva fatto sei giorni prima.

Forse doveva solo avere pazienza per scoprirlo.

Pietro non si girò verso di lui quando iniziò a parlare: tenne lo sguardo dritto davanti a sé, perso nell'orizzonte che avevano di fronte, i raggi aranciati del sole che stava scendendo che si riflettevano sulle acque della laguna.

-Io sì, ci sono già stato-.

Pietro sospirò a fondo, come se stesse facendo d'un tratto fatica a parlare.

-Solo una volta, in realtà- aggiunse dopo qualche secondo – Esattamente due anni fa. È il posto in cui ho visto Fernando per l'ultima volta, pochi giorni prima che se ne andasse-.

Alessio era stato sul punto di chiedergli, sia per cortesia che per curiosità, in quale altra occasione fosse stato in quel parco. Era evidente, ancora prima di sapere la risposta, che fosse un ricordo legato ad un evento particolare.

Ora capiva.

Si schiarì la gola, gli occhi che dardeggiavano sulla figura di Pietro:

-Sei sicuro di volere rimanere qui?-.

Era forse una domanda stupida, perché in fin dei conti non si erano ritrovati lì per caso. Pietro gli aveva proposto quell'uscita pomeridiana un paio di giorni prima, e quando era passato a prenderlo sotto casa, mezz'ora prima, era stato lui a fare strada. Alessio si era lasciato guidare, senza troppi pensieri, anche se aveva percepito da subito un'atmosfera diversa dal solito. Si era chiesto se potesse essere un po' d'imbarazzo dovuto al post coming out – e sarebbe stato pronto a fargli capire che non c'era assolutamente bisogno di sentirsi a quel modo, men che meno con lui-, ma ora capiva.

-Sì, non ho scelto questo posto a caso. È che ti volevo parlare di una cosa- Pietro, stavolta, non evitò ancora il suo sguardo, e si voltò verso di lui – Ti ricordi quando, due anni fa, dopo il funerale, ero venuto da te per farti gli auguri di compleanno?-.

Alessio annuì: lo ricordava fin troppo bene. Ricordava anche le occhiaie scure sotto gli occhi di Pietro, i cerchi rossi intorno agli occhi, l'aria stravolta e il suo senso di colpa per non essergli stato sufficientemente accanto.

-Sì. Me li avevi fatti in ritardo- disse, prima di darsi mentalmente dell'idiota – Non che fosse un problema-.

Si morse il labbro inferiore, scuotendo appena il capo per quella pessima frase che gli era appena uscita.

Come se poi all'epoca gli fosse importato degli auguri di compleanno.

Pietro, però, rise sommessamente:

-È vero, ero arrivato tardi-.

Passarono alcuni secondi prima che parlasse di nuovo, stavolta più seriamente:

-Mi avevi detto che se avessi avuto bisogno di parlare con qualcuno tu ci saresti stato-.

-Me lo ricordo- Alessio gli si fece impercettibilmente più vicino – Vale ancora come promessa-.

Non era del tutto sicuro di cosa volesse parlargli Pietro, a proposito di Fernando. C'erano stati momenti, in quei due anni, in cui Alessio aveva avuto l'impressione che Pietro avrebbe voluto parlarne, ma non l'aveva mai fatto. Nemmeno dopo la sera in cui aveva letto la lettera che Fernando gli aveva lasciato.

Alessio aveva solo potuto rispettare il suo silenzio, facendosi domande a cui non aveva potuto trovare risposta.

-Credo sia arrivato quel momento-.

Pietro si stava stringendo le mani in grembo, sopra il cappotto. Era nervoso, nonostante l'apparenza calma, Alessio ne era sicuro. Forse lo conosceva troppo bene per non poterne rendersene conto.

-Forse perché finalmente posso essere sincero su tutto-.

Quasi senza pensarci Alessio allungó una mano verso di lui. Fu sul punto di posarla sopra il dorso della sua, o magari di prendere tra le sue dita entrambe le mani di Pietro, ma all'ultimo preferì posarla invece sulla sua spalla.

-Non devi farlo per forza- gli mormorò.

-Lo so- Pietro alzò il viso al cielo – Ma voglio farlo-.

Doveva star rivivendo un po' la sensazione che l'aveva portato al suo coming out, ponderò Alessio. O, almeno, quella era la sua impressione: Pietro sembrava determinato, come se sentisse dentro di sé che era arrivato il momento giusto. Doveva essergli servito diverso tempo per accumulare la forza necessaria per parlare anche di Fernando, a pochi giorni di distanza dal coming out.

-Fernando è stato una delle prime persone a sapere di me. Che fossi gay- Pietro iniziò finalmente a parlare, evitando ancora lo sguardo di Alessio – In realtà la prima è Alberto, forse te lo ricordi vagamente dalla nostra vacanza in Puglia-.

Alessio annuì quando Pietro gli lanciò un'occhiata fugace. Se lo ricordava eccome Alberto: Alessio dovette reprimere un ghigno divertito nel ricordare certe situazioni imbarazzanti che si era ritrovato a vivere proprio con Pietro durante quella vacanza, e di cui Alberto era stato diretto testimone.

-Con Alberto non era stato facile parlare, forse perché ero ancora terrorizzato che mi potesse giudicare nonostante fossi suo amico ... Anche con Fernando lo ero, ma in maniera diversa- Pietro aveva preso a gesticolare, forse per il nervosismo e l'ansia – Perché sapevo che anche lui era gay, e quindi di certo non mi avrebbe voltato le spalle, però ammetterlo di fronte a qualcun altro che viveva la mia stessa situazione ... Non lo so, era quasi più destabilizzante-.

Why did I want to hide my precious self like this?

What was I so afraid of?

Why did I hide my true self?

I may be a bit blunt, I may lack some things

I may not have that shy glow around me

But this is me

"Ma può essere anche confortante".

Alessio tacque, però. Quella non era la sua storia, e ci sarebbe stata sicuramente qualche altra occasione per parlarne, ma ora era Pietro che stava parlando. E per quanto poteva essere sempre difficile affrontare una conversazione del genere, per Pietro sarebbe rimasto.

-Quando glielo hai detto?- gli chiese.

Pietro alzò le spalle, la fronte aggrottata:

-Doveva essere l'inizio del 2018. Mi aveva invitato da lui, e io ero andato- disse, prima di arrossire e abbassare la voce – E mi ha baciato. È stata la prima volta che mi ha baciato-.

Alessio rimase intontito per qualche secondo, una strana sensazione che si stava facendo spazio in lui. Cercò di ignorarla, qualsiasi cosa fosse, ma non riuscì a ignorare anche la sua immaginazione.

Aveva sempre pensato che Fernando potesse avere interesse in Pietro, ma non si era mai soffermato a pensare che potesse essere in un qualche modo ricambiato.

Sapere che c'era stato qualcosa tra di loro lo lasciò stranito, in un modo che non seppe interpretare.

-Non ne avevo idea- commentò con voce malferma.

Non riuscì a capire se Pietro dovesse aver percepito il suo disagio e aver deciso di ignorarlo, o se non ci avesse fatto caso. Quando riprese a parlare era ugualmente nervoso:

-Già. Fa strano pensarlo, perché in realtà l'ho sempre considerato come un amico. Un fratello-.

Alessio annuì tra sé e sé. Quello non era difficile da pensare, invece. L'aveva persino intuito, ad un certo punto, e forse la prova maggiore era stata vedere Pietro completamente distrutto dopo la sua morte.

S'immaginò un giovane Pietro in difficoltà nel capire se stesso, intrappolato in una relazione che probabilmente lo metteva ancor più a disagio, alla ricerca disperata di comprendersi e di trovare qualcuno che potesse aiutarlo. Fernando doveva essere stato un aiuto prezioso, più di quanto sarebbe stato chiunque altro.

-Non ci siamo avvicinati per il sesso o qualcosa di simile ... C'era affetto tra di noi. Del tipo più puro- Pietro lo disse sorridendo, con malinconia – Per lui c'era anche altro, ma non mi ha mai fatto pesare la condizione diversa di quel che provavamo. Gli volevo bene-.

-Si capisce da come ne parli- mormorò Alessio, con sincerità – Gli vuoi ancora bene-.

Pietro sbuffò piano:

-Come non potrei? Non so se ce l'avrei fatta se non ci fosse stato lui-.

Alessio si chiese se si era mai posto il dubbio di andare a parlare con lui, prima ancora che con Fernando. Era una domanda egoista? Dettata dalla gelosia che ancora in parte provava?

Era probabile, ma non riuscì ad evitare il peso che provò al petto.

-Mi ha aiutato anche nei momenti in cui avrebbe potuto benissimo voltarmi le spalle e andarsene. Ma non l'ha mai fatto. C'è stato fino all'ultimo- Pietro parlò a mezza voce, come se stesse parlando più a se stesso ora – Forse aveva paura che sarei stato io ad andarmene. Forse è per quello che non mi aveva detto dell'HIV e poi dell'AIDS-.

-Credo che la depressione abbia giocato un ruolo troppo importante, Pietro- Alessio gli si fece un po' più vicino, e i loro fianchi ormai si sfioravano – Non puoi sapere come sarebbero andate le cose se non ci fosse stata quella variabile. Magari te l'avrebbe detto-.

-Forse. Ma non potremmo comunque saperlo, no?- soppesò Pietro – All'inizio ero furioso per questa cosa. Però in fondo capisco anche che abbia voluto proteggermi, oltre che essere fenato probabilmente per la depressione-.

Rimase in silenzio per un po' dopo quelle parole, sotto gli occhi di Alessio. Aveva provato ammirazione una settimana prima, quando Pietro aveva finalmente deciso di aprirsi con lui e gli altri, ma ora riusciva forse per la prima volta a capire fino in fondo cosa doveva aver passato per tutto quel tempo.

E capì anche cosa doveva aver vissuto Fernando.

Osservò Pietro stringere i pugni, quasi fosse in preda al dolore lui stesso:

-Non sarebbe dovuto morire da solo, però. Quello non sarebbe dovuto succedere-.

"No, probabilmente no".

-Non so che dire. Credo che se provassi a dire qualsiasi cosa sarebbe fuori luogo e inutile- disse Alessio, voltandosi verso Pietro rivolgendogli un sorriso a tratti dispiaciuto – Però sono sicuro che non ti abbia portato rancore nemmeno per un attimo. E non dovresti farlo nemmeno tu-.

Pietro annuì qualche secondo dopo:

-Adesso va un po' meglio. Il tempo non cancella i ricordi, però li rende più sopportabili-.

Alessio gli avrebbe dato ragione, ma rimase in silenzio. Gli posò una mano su una gamba, delicatamente per dare il tempo e il modo a Pietro di scostarla se il contatto l'avesse infastidito – ma non lo fece. Si voltò invece verso di lui, finalmente recuperando il contatto visivo che aveva evitato per gran parte della loro conversazione.

-Sei una bella persona, Pietro. Fernando lo sapeva- Alessio stavolta gli sorrise davvero, senza tracce di tristezza – Lo sa-.

"E lo so anche io".

-Ti va di rimanere ancora un po' qui?- Pietro lo mormorò con voce a malapena udibile.

Alessio alzò le spalle:

-Perché no?-.

Staccò gli occhi da Pietro solo quando lo vide fare lo stesso, puntando gli occhi davanti a sé. Alessio lo imitò: il tramonto stava arrivando, il cielo che si tingeva sempre più di rosso e di arancione, i toni caldi che li circondavano come in un abbraccio.

Quando Alessio si accoccolò contro Pietro, lasciando che il suo capo scivolasse nell'incavo tra il collo e la spalla, avvertì il corpo di Pietro lasciarsi andare al contatto. Si lasciò cullare dal suo respiro regolare, dal suo profumo famigliare, e dalla vicinanza che in quel momento, ne era sicuro, stava cercando anche lui.

-Grazie per avermelo detto-.

Anche se non poteva vederlo in faccia, Alessio era sicuro che Pietro stesse sorridendo.

-Grazie per avermi ascoltato-.

My arms, my legs, my heart, my soul

I wanna love in this world

Shining me, precious soul of mine

I finally realized so I love me

Not so perfect but so beautiful

I'm the one I should love

(BTS - "Epiphany")*








*il copyright della canzone appartiene esclusivamente alla band e ai suoi autori.

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