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Capitolo 23 - You never walk alone (Pt. 6)

La musica jazz non era mai stata particolarmente nelle sue corde, ma quella sera la stava trovando piacevole. Forse era tutta l'atmosfera a renderla più interessante, perché in quel bar, in un angolo deserto di Venezia, con le vetrate oscurate per la sera già arrivata e le luci soffuse, Pietro non sarebbe riuscito ad immaginarsi nessun altro tipo di musica da ascoltare in sottofondo. Il jazz si sposava bene con l'insieme, e perlomeno lo stava aiutando a calmarsi. Cosa fondamentale per quello che lo stava attendendo.

Si rigirò il cellulare tra le mani ancora una volta, guardando l'ora: mancavano cinque minuti alle sette, l'ora in cui si sarebbero dovuti incontrare.

"Non è ancora definibile ritardo" ricordò a se stesso, "Non puoi rimproverarla per non essere arrivata in anticipo quanto te".

Non c'era molta gente nel bar. Probabilmente i tavolini sarebbero stati occupati per la maggior parte solo dopocena. O magari tutti erano troppo impegnati a organizzare qualche festa di Capodanno in anticipo di un giorno, e nessun altro si sarebbe presentato per quella sera.

Forse solo Alice sarebbe arrivata.

Pietro le aveva scritto a Santo Stefano, in un impulso d'ansia, perché quella situazione di stallo era ben peggiore che dare finalmente una definizione ben precisa a quel che Alice aveva visto la sera in cui, inconsapevolmente, si erano incrociati a Mestre.

Gli ci erano voluti tre giorni interi per arrivare a quella conclusione, ma alla fine ci era riuscito. Non aveva idea se avrebbe avuto altrettanto coraggio nel parlarle apertamente faccia a faccia, però.

Per messaggio era stato più facile: le aveva risposto per ricambiare gli auguri di Natale, e poi si era buttato qualche minuto più tardi, chiedendole se poteva vederla per parlarle. Non aveva specificato di cosa, ma Alice probabilmente aveva capito e non aveva battuto ciglio. Aveva deciso lei il posto e l'ora, e a Pietro non sorprendeva che avesse scelto proprio quel posto. Era decisamente nello stile di Alice: tranquillo, discreto, con tutto sommato della buona musica.

Non mancava neanche il menu degli alcolici, ma stavolta si era costretto a puntare su un misero bicchiere d'acqua. Doveva essere lucido, completamente concentrato, per quel che doveva dirle.

Fu mentre prendeva un altro sorso dal suo bicchiere che scorse con la coda dell'occhio la porta del bar aprirsi, e riconobbe subito Alice. Anche lei dovette individuarlo all'istante, perché si diresse a passo sicuro verso il tavolino che Pietro aveva occupato, proprio accanto ad una delle vetrate che davano sulla calle di fronte.

-Hi- Alice lo salutò sorridente, accingendosi a sederglisi di fronte – Hai avuto difficoltà a trovare il posto?-.

-No, quasi per niente- ammise Pietro, salutandola con un gesto della mano.

"Il che è un miracolo, visto che siamo a Venezia".

-Meglio così, o mi sarei sentita in colpa- ironizzò Alice, mentre si toglieva la sciarpa e si sfilava il cappotto, per lasciarli posati sullo schienale della sedia. Non sembrava per niente in ansia, al contrario di quanto si sentiva Pietro.

-Non sapevo se avresti detto di sì a questa cosa- ammise a mezza voce, guardando Alice di rimando. La vide contraccambiare l'occhiata con fare sorpreso:

-Why not? È da un po' di tempo che non passiamo una serata da soli-.

Era ovvio che stesse cercando di fare il possibile per metterlo a suo agio, decisamente aspettandosi quel che stava per accadere, e Pietro le fu grato anche se non servì molto a calmarlo.

-Già-.

Rigirò il bicchiere d'acqua tra le mani, in un mero quanto inutile tentativo di prendere tempo. Sapeva che Alice era in attesa che prendesse di nuovo lui la parola, e sapeva anche che lo stava osservando. Si sentiva il suo sguardo addosso, paziente nel silenzio tra loro due.

Si chiese se avesse detto ad Alessio dove stesse andando, quando era uscita di casa. Magari aveva semplicemente accampato qualche scusa, forse aveva detto che doveva vedersi con Sergio. O forse non gli aveva detto niente. Qualcosa gli diceva che non gli avesse detto che era lui la persona che doveva vedere, in qualsiasi caso.

Prese un sospiro profondo: il tempo stava passando, e forse più ritardava il momento, più rendeva difficile dirlo e basta.

-È che ... - Pietro si schiarì la gola, tenendo gli occhi abbassati – Lo so che non mi hai chiesto alcuna spiegazione e che non ne vuoi, però volevo parlarti di quel sabato. Di quando mi hai visto-.

Quando alzò a malapena il viso, vide Alice guardarlo con espressione seria:

-Lo sai che non sei costretto-.

-Lo so-.

E Pietro lo sapeva davvero, perché in fondo di Alice si fidava. Poteva averla ardentemente invidiata, anni addietro, sperato di essere al suo posto, ed essere anche stato geloso qualche volta, ma l'aveva sempre vista come un'amica. Come una persona affidabile.

E sapeva che lo era stata anche in quell'ultima settimana. Non si era comportata diversamente, né gli aveva dato l'impressione di volerlo evitare, né nient'altro di diverso dal solito. Martino avrebbe commentato la cosa dicendo che doveva essere la normalità, ma Pietro non riusciva ancora ad entrare del tutto in quell'ottica.

Alice, in ogni caso, si era comportata da amica, e non aveva fatto nulla per tradire la sua fiducia. E forse poteva aver fatto coming out già con un paio di persone, ma quello sarebbe stato il vero banco di prova.

Un po' gli fece strano pensare che sarebbe stata Alice ad ascoltarlo, tra tutti, ma in fondo andava bene così. Doveva essere destino che fosse lei.

-Lo so- ripeté con più convinzione – Ma voglio farlo-.

Alice annuì subito, senza dire nulla. Ora era meno calma di prima, ma Pietro non l'avrebbe definita agitata. Era più emozionata. Come se si rendesse conto lei stessa, prima ancora di viverlo, dell'importanza che avrebbe rivestito quel momento.

"Andrà bene".

Pietro non riuscì a capire da dove arrivasse quell'improvvisa ondata di ottimismo, ma preferì non lasciarla scappare. Gli sembrò di non essere solo, in quel momento.

Sospirò di nuovo, stavolta alzando il capo per guardare Alice dritta negli occhi:

-Mi hai visto entrare un in gay bar perché è quel che sono-.

Pietro sentì la propria voce tremare, ma fu solo un attimo fugace.

-Sono gay-.

Alice non disse ancora niente, ma ora gli stava sorridendo. Pietro si costrinse a non gridare per il panico e l'euforia che si sentiva addosso allo stesso tempo.

-E sei una delle prime persone a saperlo- ammise, a bassa voce.

Incredibilmente fu quella cosa a scomporre Alice dal suo silenzio, facendole aggrottare la fronte per lo stupore:

-Davvero?-.

Pietro annuì:

-Sei tipo la quinta persona in assoluto, se non sbaglio-.

"E ne dovranno seguire almeno altre cinque" si ritrovò a pensare. E poi, prima o dopo, avrebbe anche trovato il coraggio per parlarne ai suoi genitori, ai suoi fratelli ... Un giorno anche ai suoi figli. Ma ci voleva un passo per volta, sempre se l'ansia non sarebbe stata troppa nelle prossime volte in cui sarebbe capitato.

Per alcuni secondi Alice non disse niente, ma gli sorrise in un modo che bastò per fargli capire che era felice. Non per sé, ma per lui.

-Mi sento molto onorata- quando parlò, dopo altri secondi, Alice aveva la voce un po' rotta dall'emozione, e l'accento inglese aveva reso le parole un po' più incerte.

Pietro non era del tutto certo di essersi aspettato una reazione del genere – qualcosa che andava ben oltre l'aver preso semplicemente nota del suo coming out-, e non seppe come comportarsi. Con Giada era stato disastroso, complicato in un modo che però si era del tutto aspettato. Era stato difficile anche con Fernando e Alberto, perché all'epoca ancora era nella fase in cui si odiava il più delle volte. Con Martino non era stato neanche un vero e proprio coming out: era tutto piuttosto intuibile da quando aveva messo piede per la prima volta al Celebrità.

Con Alice era diverso, forse perché lei gli stava mostrando una reazione differente dalle altre.

Quando la vide allungare una mano verso di lui, posandola sul dorso della sua, lo trovò un puro e semplice gesto di amicizia e di vicinanza.

-Pietro, I'm so proud of you- Alice glielo sussurrò a mezza voce – Dovresti esserlo anche tu-.

Anche se avrebbe un po' faticato ad ammetterlo, Pietro sentì gli occhi farsi lucidi per davvero in quel momento.

Sometimes we may get tired or sick

That's okay, I am by your side

If you and I are together

We can smile

Avrebbe voluto dirle che ci stava provando da anni – non solo ad essere fiero di se stesso, ma perlomeno a non vergognarsi. E forse, un po' alla volta, stava iniziando davvero a riuscirci, e forse sarebbe stato anche grazie alle parole di Alice.

-Non ti fa strano?- le chiese, in un momento istintivo, con la voce un po' roca – Voglio dire ... Mi hai sempre visto con Giada-.

-No, non mi fa strano. Magari te ne sei reso conto tardi, magari non volevi ammetterlo- Alice scosse il capo, dandogli un'ultima stretta alla mano prima di allontanarla un po' – Avrai avuto le tue ragioni. Ma stasera ti stai aprendo su una parte di te che sono sicura sia molto importante. Sono contenta che ti fidi abbastanza per dirmelo-.

-Non è stato facile- ammise Pietro, e per un attimo tanti ricordi tornarono alla mente – C'è stato un amico, che ho conosciuto in quel locale dove mi hai visto, che mi ha dato una mano. Ma non è stato comunque semplice per tanto tempo-.

"E con lui anche qualcun altro".

Sapeva che, quando avrebbe raccontato a Martino di quella sera, sarebbe stato altrettanto felice di sapere che era andata bene, che glielo aveva detto che ormai era tempo di lasciarsi andare senza troppi pensieri.

E s'immaginò anche Fernando, lì di fianco a lui, sorridente allo stesso modo. Era merito soprattutto suo se ora si trovava lì con Alice, a parlarle di sé senza provare quella vergogna che lo aveva accompagnato per anni, gli anni più bui della sua vita, e forse Fernando non era fisicamente lì con lui, ma sentiva la sua presenza, sentiva la felicità che avrebbero provato insieme.

Anche Alice gli stava sorridendo, forse felice in una maniera diversa, ma non meno sincera:

-Ce l'hai fatta ora. Questo è l'importante-.

Stavolta Pietro ricambiò il sorriso.

These wings sprouted from my pain

But these wings are going towards the light

Even if it's tiring and painful, I will fly if I can

Will you hold my hand

So that I won't be afraid anymore?

If you and I are together

I can smile

(BTS - "You never walk alone")*




*il copyright della canzone appartiene esclusivamente alla band e ai suoi autori

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