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Capitolo 18 - God bless America (Pt. 6)

Girò la manopola della doccia, il getto dell'acqua che usciva dal soffione che si indebolì fino a smettere di scendere. Pietro si passò lentamente le mani sul viso ancora umido, scostandosi le ciocche di capelli bagnati che nel farsi la doccia gli erano finiti inevitabilmente davanti agli occhi.

Aprì l'anta scorrevole, allungando un braccio per afferrare uno dei due asciugamani che aveva già preparato sul bordo del lavandino lì vicino. Si tamponò la pelle della schiena e delle braccia, prima di legarselo in vita, uscendo poi dalla doccia. Prese l'altro asciugamano per cercare di asciugare un po' i capelli, o almeno renderli un po' meno umidi, prima di lasciarselo cadere sulle spalle e uscire dal bagno.

La doccia che si era fatto non appena lui e Alessio erano tornati dall'ennesima giornata di convention, finita quando ormai era tardo pomeriggio, era stata sufficientemente ristoratrice. Magari non si sentiva proprio in forma – e probabilmente non ci si sarebbe mai sentito senza una lunga dormita-, ma perlomeno l'acqua calda aveva aiutato a rilassare i muscoli delle spalle e del collo, alleviando almeno un po' il mal di testa che la loro rigidità aveva causato.

Avrebbe continuato ad asciugarsi i capelli sedendosi sul suo letto, riposandosi tranquillamente, approfittando del fatto che c'era ancora abbastanza caldo da non rischiare di prendersi un malanno per non essersi rivestito subito.

Mosse qualche passo fuori dal bagno, verso il resto della camera, e fu dopo qualche secondo che si ritrovò a bloccarsi, preso in contropiede.

-Oh- Pietro si schiarì la voce per far sapere ad Alessio, girato di spalle, della sua presenza – Non pensavo fossi ancora qui-.

Lo osservò girarsi lentamente, ancora inconsapevole di come l'avrebbe trovato vestito – o non vestito-, sentendosi già arrossire ancor prima di riuscire a vederne il volto.

-Sì, in realtà ... - Alessio iniziò a parlare mentre si voltava, ma quando si ritrovò con il viso ora rivolto a Pietro, fu come se la voce gli fosse morta in gola.

Ci vollero diversi secondi prima che decidesse di schiarirsi la voce e riprovare a parlare.

-In realtà sono già rientrato- mormorò stentatamente.

Pietro annuì, piuttosto indeciso sul da farsi. Era convinto di trovare la stanza vuota, ricordando perfettamente che Alessio, poco prima che si rinchiudesse in bagno per la sua doccia, l'aveva avvertito che sarebbe andato in cerca di un distributore automatico – a quanto pareva gli era salita un'irrefrenabile voglia di coca cola, che però non avevano in camera-, e che si sarebbe sgranchito un po' le gambe camminando un po' per l'hotel. Pietro ricordava ancora come l'aveva preso in giro per quell'ultimo dettaglio.

Non aveva calcolato di vederlo già di ritorno, perché in quel caso di certo non se ne sarebbe andato in giro mezzo nudo. Ora che però era uscito così dal bagno, tanto valeva far finta di aver sufficiente confidenza e di non essersene affatto pentito.

-Trovato quel che cercavi?- glielo domandò con voce molto più roca di quel che aveva sperato. Decise che era rimasto già troppo immobile per poter fingere naturalezza, e quindi iniziò a camminare verso il suo letto – definitivamente e innegabilmente più vicino a dove si trovava Alessio in quel momento.

Scostò lo sguardo dall'altro, anche se una parte di lui era curiosa di scoprire come avrebbe reagito a quella vicinanza.

-Sì, tutto a posto- lo sentì gracchiare a mezza voce.

Pietro si sedette sul bordo del suo letto, oltrepassando Alessio. Forse era stata solo una sua sensazione, ma si era sentito il suo sguardo addosso per tutti i secondi che gli erano serviti per arrivare alla sua meta.

Iniziò a frizionare i capelli con l'asciugamano che teneva appoggiato sopra la spalla, cercando di fingere ancora tutta la naturalezza possibile, ma era difficile anche solo provarci in quel silenzio evidentemente pieno d'imbarazzo.

-Hai già in mente un posto dove andare a cenare?- chiese ad un certo punto, per spezzare l'atmosfera. Quando si voltò, però, quasi si pentì di averlo fatto sul serio.

"Stava davvero ... ?".

-Eh?- Alessio non aveva evidentemente ascoltato nulla di quel che aveva detto, troppo impegnato a scostare lo sguardo comunque troppo in ritardo per non farsi beccare.

Per un attimo Pietro rimase interdetto: non era certo la prima volta che Alessio lo vedeva a torso nudo, e con tutta probabilità non sarebbe nemmeno stata l'ultima.

C'era qualcosa di diverso, però, forse nel rossore che gli ricopriva le gote e che metteva in evidenza le lentiggini sul naso, ed anche nel modo in cui aveva reagito nel vederlo così.

Pietro si sforzò di non pensarci troppo, scuotendo appena il capo.

-Dicevo: hai già in mente un posto dove andare a cenare?-.

Alessio, se possibile, arrossì in maniera ancor più evidente.

-Ah- farfugliò, prima di sedersi a sua volta sul suo letto, le gambe incrociate e lo sguardo stavolta lontano da lui – No, tu hai qualche idea?-.

-C'è un Taco Bell non troppo distante da qui- Pietro lo disse con noncuranza, fermandosi qualche secondo dall'asciugarsi i capelli – Se usciamo tra poco, dovremmo arrivarci ad un'ora decente-.

Alessio annuì, abbassando gli occhi sul suo cellulare che aveva lasciato sul materasso.

-Poi dovremmo rientrare abbastanza presto, dovrei finire un pezzo che devo inviare entro stasera-.

Anche se non se l'era del tutto aspettato, con la coda dell'occhio Pietro lo vide alzare di nuovo il viso, lasciar vagare per un po' gli occhi su di lui, prima di schiarirsi di nuovo la voce:

-Va bene, nessun problema-.

Tornò ad abbassare lo sguardo sullo schermo del cellulare, come se si trovasse da solo nella stanza.

Per un folle attimo, Pietro si ritrovò a desiderare che alzasse di nuovo il viso e lo guardasse nello stesso modo con cui l'aveva osservato fino a pochi minuti prima. Si era sentito in imbarazzo alla consapevolezza degli occhi di Alessio sul suo corpo seminudo, ma c'era anche altro – qualcosa che lo spingeva a sperare che succedesse di nuovo, più a lungo.

Avrebbe voluto rivedere il rossore diffuso sulle gote altrimenti pallide di Alessio, vederne gli occhi spostarsi sulle curve e i muscoli del suo corpo, cercando di non farsi vedere da lui e continuando a scorrere lo sguardo sulla sua schiena nuda.

Pietro si riscosse qualche secondo dopo, a tratti sorpreso persino da se stesso.

"Che idea stupida".

Si alzò subito dopo dal letto, voltandosi distrattamente verso Alessio:

-Allora vado a vestirmi- annunciò senza troppo entusiasmo.

Lo osservò annuire con gli occhi ancora rivolti altrove, e non certo su di lui:

-Perfetto-.

Pietro si mosse verso l'armadio della stanza senza aggiungere altro, aprendo l'anta dove aveva riposto quasi tutti gli abiti portati per il viaggio. Ne tirò fuori una maglietta e un paio di jeans a caso, i primi che aveva trovato, avviandosi verso il bagno con fare indispettito senza sapere bene come spiegarlo.

*

Era incredibile come il flusso di gente a Los Angeles fosse tale e quale sia dentro gli edifici che lungo le strade. C'era invariabilmente sempre una gran folla che faceva sentire Pietro sull'orlo del soffocamento, molto peggio di quando nei casi più sfortunati si ritrovava a dover camminare per Venezia durante i giorni di Carnevale. Era qualcosa che si aspettava sempre, in quel caso, ma non aveva ancora cominciato davvero a mettere in conto l'idea che sembrasse che l'intera popolazione losangelina si riversasse costantemente in ogni angolo della città ogni singolo giorno.

Il Beverly Center era altrettanto affollato, persino a quell'ora del pomeriggio, quando la gran parte delle persone doveva ancora essere al lavoro. Pietro non se lo spiegava, ma ormai cominciava a rinunciare a cercarci una logica.

L'idea di cercare dei souvenir in quel centro commerciale enorme – vasto un po' come qualsiasi cosa che gli americani costruivano- era stata di Alessio, anche se lui non aveva avuto alcuna rimostranza. Doveva fare delle compere anche lui, d'altro canto.

Era quello il motivo principale che l'aveva portato nella zona dedicata al make up in un negozio enorme, di cui ancora non aveva capito bene l'area di commercio – vestiti? Beauty? Magari entrambe le cose-, e in cui aveva perso Alessio dopo pochi secondi. Sperava solo fossero in grado di ritrovarsi senza dover passare ore a rincorrersi.

Guardò con sguardo attento lo scaffale dove erano in mostra diverse palette. Erano tante, di diverse nuances e sfumature, alcune con packaging davvero esagerati, e si chiese, con una punta di disperazione, se sarebbe mai riuscito a trovare in quella baraonda quella che Martino gli aveva chiesto di comprargli.

Si avvicinò maggiormente, acuendo lo sguardo: ce n'era davvero una vastità incredibile, quasi disorientante per uno che, come lui, di make up non sapeva assolutamente niente.

Cercò il cellulare nella tasca dei jeans, recuperandolo dopo pochi secondi e sbloccandolo subito, andando dritto nella chat di messaggi con Martino. Scorse un po' in su, fino a quando non trovò l'immagine che l'altro gli aveva girato della palette che gli aveva chiesto di cercare: era una piuttosto grande, quindi altrettanto vistosa, di un'arancione pastello e con il nome It's a mood stampato in bella vista. Non doveva essere troppo difficile da individuare, almeno per le dimensioni e il nome ben leggibile.

Scorse un po' di palette prima di arrivare finalmente a trovarla. Dovevano esserci voluti un po' di minuti per riuscirci, e Pietro si sentì incredibilmente soddisfatto di sé quando poté allungare una mano per prenderne una dalla fila di palette tutte uguali piazzate a metà di uno scaffale.

Martino gli doveva decisamente un favore.

-E quella per chi è?-.

Pietro sobbalzò visibilmente, quasi facendosi sfuggire la palette – già piuttosto ingombrante- a terra. Quando si riprese la tenne ancor più salda tra le mani, mentre si girava di lato, quasi trasalendo nuovamente nel ritrovare il viso di Alessio pericolosamente vicino al suo.

-Scusa, domanda spontanea- disse ancora lui, soffocando a stento una risata per l'evidente reazione che aveva avuto la sua comparsa improvvisa – Non mi sembri grande amante del make up-.

Pietro deglutì: aveva sperato ardentemente di non dover proprio arrivare a quella conversazione.

-È un souvenir- si affrettò a dire, già consapevole di star arrossendo – Per un amico-.

La fronte di Alessio si piegò in varie rughe di confusione.

-Un collega-.

-Di lavoro?- chiese Alessio, un sopracciglio alzato.

Pietro non ci pensò due volte a cogliere la palla al balzo:

-Sì, esatto-.

Si sentì un po' colpevole per quella bugia appena rifilata. Era sicuro che prima o poi ci sarebbe stata occasione per parlare ad Alessio di Martino, magari anche di farli conoscere, ma sentiva che non era quello il momento migliore. Non ancora.

-E credi che potrebbe piacergli una palette?-.

A quella domanda, perlomeno, aveva già la risposta, e non doveva nemmeno pensarne una falsa:

-Beh, me l'ha espressamente richiesta, quindi ... -.

-Allora direi che vai sul sicuro- Alessio ridacchiò tra sé e sé, allegramente – D'altro canto c'è chi vuole dei magneti da attaccare al frigorifero, e chi vuole una palette di Colourpop-.

-Ognuno ha i suoi gusti- convenne Pietro, sommessamente.

-Infatti-.

Alessio fece per allontanarsi, ma non fu così veloce da evitare, dopo qualche secondo di realizzazione, lo sguardo incuriosito e stupito allo stesso tempo di Pietro:

-Aspetta, ma conosci già il brand?-.

La prima risposta che ricevette fu una risata vagamente imbarazzata.

-Non fare domande-.

Pietro convenne, tra sé e sé, che forse era proprio meglio non farne.

*

I miss Long Beach and I miss you, babe

I miss dancing with you the most of all

I miss the bar where the Beach Boys would go

Dennis' last stop before Kokomo

Those nights were on fire

We couldn't get higher

We didn't know that we had it all

But nobody warns you before the fall*

La sfumatura del cielo si stava facendo sempre più aranciata, sempre più intensa mentre il sole calava all'orizzonte, con il blu della sera già in vista a creare il netto contrasto con la metà solcata dai colori caldi del tramonto.

Pietro lasciò che i piedi affondassero nella sabbia fine, mentre era fermo in piedi con lo sguardo rivolto all'oceano e al sole sempre più basso all'orizzonte. Stava tenendo in mano le scarpe che si era tolto almeno un'ora prima, preferendo camminare con la pelle libera e a diretto contatto con la spiaggia, come se fosse una qualsiasi giornata estiva anziché un pomeriggio di neanche metà Aprile.

-È stata una bella passeggiata, eh?-.

Anche se non si era girato nella sua direzione, Pietro sapeva che Alessio era in piedi accanto a lui. La sua voce gli era giunta dalla breve distanza, e poteva immaginare senza problemi il sorriso con cui gli si era rivolto.

Avevano vagato per tutto il pomeriggio, prima dalle parti di Marina del Rey e poi verso nord, attraversando Venice e la sua area così vivace, colorata, piena di vita. Avevano costeggiato l'oceano per tutto il tempo, fino alla spiaggia di Santa Monica. Anche se la breve visita che avevano fatto al Santa Monica Pier era stata piacevole, Pietro preferiva essere tornato sulla sabbia, a piedi scalzi e con il sole che stava velocemente lasciando posto alle tinte scure del cielo della sera.

Era stato un percorso forse semplice, se paragonato anche solo ad esempio alla loro visita del giorno prima agli Universal Studios, ma non gli importava. Era contento di poter vedere l'oceano così da vicino, ancor di più di quanto non lo avesse visto a Topanga, pur senza toccarne le acque gelide. L'infrangersi a riva delle onde aveva accompagnato lui ed Alessio per tutto il tragitto, senza abbandonarli mai nonostante il chiacchiericcio della gente attorno a loro.

-Ci abbiamo messo così tanto che tra poco sarà notte- rise Pietro, con contentezza. Immaginava che prima o poi sarebbero dovuti tornare al caos del centro città, anche solo per trovare un posto per cenare, ma non aveva voglia di pensarci. Voleva restare lì per un po', senza dover pensare al pendente impegno che lo attendeva all'hotel, cioè quello di dover scrivere un altro pezzo che poi avrebbe dovuto inviare al giornale.

C'era tempo per pensarci. Ora voleva solo godersi un po' di aria salmastra.

-In realtà non credo che abbiamo camminato per più di due ore- lo corresse Alessio, senza troppa convinzione – Forse un'ora e mezza-.

Pietro fece qualche passo in avanti, verso una zona della spiaggia dove non c'era troppa gente. Si sedette sopra la sabbia, aspettando che Alessio lo raggiungesse e lo imitasse.

Dovette aspettare a malapena un minuto per vederlo sedersi alla sua sinistra, con lo sguardo altrettanto perso verso la vastità marina che si presentava davanti a loro.

-Ti va se restiamo un po' qui?- chiese Pietro, dopo qualche secondo – Volevo vedere l'oceano di sera-.

Notò con la coda dell'occhio Alessio voltarsi verso di lui, un sorriso dolce a disegnarli le labbra:

-Possiamo restare qui fin che vuoi-.











*il copyright della canzone (Lana Del Rey - "The Greatest") appartiene esclusivamente alla cantante e ai suoi autori.

NOTE DELLE AUTRICI
Potevano mancare situazioni imbarazzanti tra i nostri due piccioncini? Ovviamente no 👀 i risultati del condividere la stanza iniziano a farsi vedere 🤣
Il viaggio californiano prosegue, passando anche per l'acquisto di souvenir assolutamente fondamentali (chi è appassionato di make up conosce benissimo la tristezza di non poter acquistare certi brand e prodotti qui in Europa 🥲)... E infine, durante la serata, ritroviamo Alessio e Pietro lungo le spiagge losangeline... Che faranno? Come proseguirà questa serata alternativa?
Lo scopriremo con l'anno nuovo, mercoledì prossimo!
Intanto noi vi auguriamo un buon 2024, e a presto ☺️🍾🥂
Kiara & Greyjoy

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