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Capitolo 16 - Like I never loved you at all (Pt. 6)

Gli portò una mano al viso, accarezzandogli una guancia con delicatezza.

-Non ti devi vergognare. Magari non hai avuto il percorso più lineare e più semplice, ma è diverso per tutti- mormorò, stavolta con una serietà che Pietro quasi faticò a riconoscerlo – Non c'è un modo giusto o sbagliato per arrivare ad accettarsi per quello che si è-.

Pietro non riuscì a trattenere un sorriso malinconico:

-A meno che tu non ferisca persone che non c'entrano nulla. Io l'ho fatto-.

Si ritrovò a ricordare lo sgomento con cui Giada aveva accolto il suo coming out, tutto ciò che ne era conseguito. A distanza di un anno riusciva a comprendere ancora meglio come poteva essersi sentita sul momento, a scoprire qualcosa che avrebbe innegabilmente cambiato non solo la sua vita e quella di Pietro, ma anche quella di Giacomo e Giorgio.

Non gliel'aveva mai detto a voce, ma le era grato per essere riuscita, in un qualche modo, ad andare oltre e lasciare da parte il rimpianto e la rabbia per accettare quella che era la realtà delle cose.

-Sì, ma credo sia un po' più complicato di così, no?-.

Martino lasciò cadere la mano che aveva tenuto sul viso di Pietro fino a quel momento, spostandola invece più in basso, su una spalla.

-La tua ex ce l'ha ancora con te?-.

-In realtà non credo- ammise Pietro, sentendosi già meno soffocato dai ricordi – Siamo in buoni rapporti da un po'. Cerchiamo di mantenerli per i bambini-.

-Cosa buona e sensata- gli sorrise Martino.

Pietro annuì in accordo, abbassando però gli occhi. Martino l'aveva fatta semplice, forse troppo, ma gli sarebbe piaciuto, prima o poi, riuscire a vederla così a sua volta.

Riuscire a perdonarsi e farsi perdonare da tutte le persone che, nella sua ricerca di se stesso, aveva inevitabilmente ferito.

-Comunque lo sanno ancora in pochi-.

Se lo lasciò sfuggire sottovoce, quasi si vergognasse di doverlo ammettere. Si sentiva in soggezione di fronte a Martino, che non nascondeva mai ciò che voleva o ciò che gli piaceva; si chiese quanto gli ci sarebbe voluto, se mai ci fosse riuscito, a raggiungere un livello di scioltezza come il suo.

Alzò appena lo sguardo per osservare l'altro con un sopracciglio alzato:

-Quanti pochi?-.

Pietro spostò il proprio peso da un piede all'altro:

-Contando anche te ... -.

Martino, insieme a Giada, insieme ad Alberto.

Insieme a Fernando.

-Quattro persone-.

Sentì l'altro tirare un fischio, e quando si decise ad alzare definitivamente il volto, vide Martino fare un'espressione esageratamente impressionata.

-Mecojoni!-.

Pietro non riuscì a non ridere, non di fronte a quella affettuosa presa in giro. Martino gli lasciò un paio di pacche leggere sulla spalla, prima di alzare le mani con fare condiscendente:

-Vabbè, arriverà il tempo in cui lo dirai senza manco star lì a pensacce troppo, fidate-.

"Prima o poi", pensò Pietro, senza trovare la forza di ribattere "Prima o poi arriverà anche quel tempo".





L'odore di kebab gli riempiva ancora le narici, nonostante si fossero allontanati già parecchio dal negozietto ancora aperto che avevano trovato lungo una delle strade principali di Mestre. Avevano camminato per un po', allontanandosi di nuovo dal campus universitario, ed era stato in quel momento che Martino aveva lamentato una certa fame.

-Non so come tu faccia a mangiare quella roba a quest'ora- commentò a mezza voce Pietro, osservando Martino imboccare anche l'ultimo pezzo di kebab rimasto. Aveva un'aria così soddisfatta che, nonostante tutto, un po' lo invidiò. Non si era azzardato ad imitarlo, però, conscio che il suo stomaco non avrebbe retto un pasto del genere a quell'ora.

-Lo spuntino di mezzanotte ci sta sempre- Martino alzò le spalle, ripulendosi la bocca con il tovagliolo che gli era stato dato, prima di buttarlo in un cestino di passaggio.

-Mezzanotte?- Pietro rise sotto i baffi – Sono le due-.

Ricevette un'espressione esasperata che lo fece ancor più ridere.

-Non rompe' er cazzo, cammina va'-.

Era quello che stava cercando di fare Pietro, fermato solo dalle proprie risate che risuonavano nell'aria fredda della notte. Nemmeno in una zona centrale come quella dove si trovavano ora c'era anima viva in giro: era un panorama piuttosto desolato, quello del corso con i marciapiedi ornati da alti alberi, le cui chiome oscurava la vista degli edifici più alti che li circondavano su entrambi i lati della strada.

L'atmosfera si era di nuovo rilassata, dopo che si erano allontanati dal campus universitario. Martino non aveva fatto altre domande, e Pietro non aveva aggiunto altro. Sentiva che per il momento poteva andar bene così, con qualche rivelazione già fatta – e che non sembravano aver particolarmente turbato Martino-, e molte altre che forse, prima o poi, si sarebbe sentito di fare.

Era un'atmosfera, quella che stava respirando, che lo faceva sentire più giovane e meno adulto, come se avesse ancora il tempo necessario per potersi prendere quelle nottate scanzonate, vagando per vie deserte e senza sentir il bisogno di correre a casa nonostante l'ora tarda.

Let me run with you

Let me run with you, my friend

Let me be with you

Running through the wild again

Let me run with you

Let me run with you, my friend

Let me be with you

Running through the wild again

-Era bono, però- mormorò ancora Martino, i capelli rossi resi ancor più fiammeggianti dopo essere passato sotto il raggio di luce di un lampione acceso. Era stato in quel momento, quel breve lasso di tempo in cui erano riemersi dall'oscurità, che Pietro aveva dovuto soffocare un'altra risata nel notare la rimanenza di quella che doveva essere salsa yogurt al lato della bocca dell'altro.

Lo bloccò afferrandolo per un polso, prima di portare l'indice ad indicargli la guancia ancora sporca.

-Te lo sei sparso per tutta la faccia-.

Gli si era avvicinato senza pensarci troppo. La vicinanza fisica di Martino non lo metteva a disagio come si era aspettato la sera in cui l'aveva conosciuto, quando si erano scambiati solo poche parole prima di uscire a parlare appena fuori dal Celebrità. Era strano pensare che quella prossimità, invece, non lo spingeva a riallontanarsi subito, né a sentirsi in imbarazzo.

Forse era perché tra di loro si era già creata una connessione che a Pietro era parsa sin da subito naturale, come se fossero sempre stati destinati a incrociare le loro vie.

-Cazzo, dove?- Martino si passò una mano sulle labbra, non centrando però il punto giusto all'angolo della bocca – Damme 'na mano-.

Pietro gli si avvicinò ancor di più, perché nel punto in cui si erano fermati anche la luce del lampione appena superato era fioca. Non dovette abbassarsi più di tanto – Martino era abbastanza alto, solo un paio di centimetri meno di lui-, e portò subito una mano alla bocca dell'altro.

Non si accorse di quanto poco distanti erano i loro visi fino a quando, pulito tutto, non alzò gli occhi per ritrovarsi faccia a faccia con quelli verdi di Martino, pieno di una luce che non aveva ancora visto animargli le iridi chiare.

Contro ogni sua supposizione, non sentì neanche in quel momento il bisogno di restaurare un po' di lontananza. Si limitò a rialzare il viso, continuando a fissare quello di Martino, in attesa.

-Senti, ma ... -.

Martino gli parve esitante, così inaspettatamente incerto. Fu una visione insolita, e Pietro quasi scoppiò a ridere nel rendersi conto che, incredibilmente, tra loro due era Martino quello che era rimasto più sorpreso da quella situazione.

-Hai mai baciato uno?- gli chiese infine, dopo essersi inumidito le labbra – Intendo un uomo-.

Pietro si strinse impercettibilmente nelle spalle, la mente piena di ricordi.

Ricordò un locale rumoroso e la musica in sottofondo che l'aveva accompagnato mentre Alessio lo baciava, e ricordò anche l'ultimo bacio con cui lo aveva salutato Fernando, in un saluto che all'epoca Pietro ancora non aveva capito avesse il sapore di un addio.

-Sì, un paio di ragazzi- mormorò, sentendosi così strano nel ridurre così due delle persone più importanti della sua vita.

"Ci sarà il tempo per raccontare" si disse tra sé e sé, "Ma non stanotte".

-Ed è passato tanto tempo dall'ultima volta?-.

Martino sembrava ancora nervoso, e a Pietro sembrò di percepire quasi elettricità nell'aria. C'era intorno e tra di loro, come se da un momento all'altro potesse succedere qualcosa che nessuno di loro due si stava davvero aspettando.

-Un anno. È complicato da spiegare-.

Appena finito di parlare, seppe in anticipo che Martino avrebbe riso appena a quel suo tornare nel descrivere tutto come complicato.

Successe esattamente così.

-Lo dici spesso che è ... -.

Martino s'interruppe subito, e Pietro gliene fu grato, perché sarebbe stato strano baciare qualcuno che ancora non smetteva di parlare. Martino, invece, contro ogni previsione, aveva serrato la bocca, ma non in maniera rigida; era semplicemente rimasto in silenzio, dando il permesso a Pietro di baciarlo a stampo, in un primo contatto semplice e naturale – un po' come avevano iniziato a conoscersi.

Pietro si staccò pochi secondi dopo, rimanendo comunque a pochi centimetri dall'altro. Si sentì euforico, una sensazione diversa da tutte le altre volte che aveva baciato qualcuno.

Era diverso dal languore malinconico con cui aveva baciato Fernando, ed era diverso dalla passione e dal desiderio represso che aveva provato verso Alessio. Era una sensazione forse meno forte, ma presente ugualmente, e che gli stava facendo battere il cuore più veloce, facendolo sentire più leggero.

-Ero convinto che non avresti mai preso l'iniziativa- fu la prima cosa che gli disse Martino, facendolo sorridere.

-Anche io lo credevo-.

Era convinto che non sarebbe mai riuscito a baciare qualcuno – un uomo- di nuovo, e di certo non credeva sarebbe successo così presto. Ma in quel momento, lì nel buio della notte lungo una strada alberata di Mestre, trovò giusto farlo.

Si sentiva a suo agio come non avrebbe mai pensato di potersi sentire, e si chiese cosa diavolo si fosse perso in tutti quegli anni di negazioni e difficoltà nell'accettarsi. Forse era arrivato il momento di scoprirlo.

Martino lo guardò esitante:

-T'è dispiaciuto?-.

Pietro scosse il capo:

-No, non credo-.

Continuava a sorridere, in un tentativo di tranquillizzare anche l'altro. Sembrò funzionare, perché Martino sembrò meno incerto nel trattenere il suo stesso sorriso di sfida:

-Te serve un secondo tentativo per capire?-.

Stavolta fu Martino ad annullare le distanze, dopo un secondo di ultima incertezza durante il quale, però, Pietro non lo aveva fermato.

Fu di nuovo un bacio a stampo – più naturale, più studiato, e meno improvviso-, meno fulmineo del precedente, e Pietro quasi si meravigliò di se stesso nel non sentirsi a disagio all'idea di baciare un ragazzo in un luogo così pubblico, dove anche qualcun altro che passava di lì a quell'ora avrebbe potuto vederli.

Quando Martino si allontanò a corto di fiato stava ancora sorridendo, ma con il sorriso che si stava trasformando a poco a poco in un ghigno divertito.

-Vedi che sei più coraggioso di quel che credi?-.

Pietro alzò un sopracciglio.

-Ce vole coraggio a baciare uno che s'è appena magnato un kebab-.

La risata a cui si lasciò andare subito fu una delle più liberatorie di tutta la sua vita.

"Forse mi sono stancato di avere paura".

It's almost like we go

Dance with desire then we go playing with fire

Then we go into the wild again

It's almost like we go

Dance with desire then we go playing with fire

Then we go into the wild again*











*il copyright della canzone (Take That - "Into the wild") appartiene esclusivamente alla band e ai suoi autori.

NOTE DELLE AUTRICI
Altro doppio aggiornamento per questo capitolo 16! La verità è che non potevamo dividere il secondo incontro tra Pietro e Martino e, di conseguenza, lasciare in sospeso il dialogo tra i due. Sarebbe stato un torto per loro, ma anche per voi lettori/lettrici!
E così, tra una passeggiata e un kebab, tra un "é complicato" e l'altro... Ecco lì, il colpo di scena che non aspettavate! Qualcuno, forse, dopo il primo incontro di Pietro con Martino, e poi con il proseguire di questo secondo incontro tra i due, potrebbe aver pensato che, prima o poi, qualcosa sarebbe successo! Magari non ora, magari non con Pietro che prende l'iniziativa!
Insomma... Diteci la vostra su questa strana "coppia"!
Nel frattempo vi diamo appuntamento a venerdì con il finale di capitolo!
Kiara & Greyjoy

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