Capitolo 14 - In mille pezzi (Pt. 3)
Anche se Filippo non le aveva dato alcuna risposta a voce, quel suo rifiutarsi di parlare era una conferma in sé. Giulia sentì i propri occhi farsi lucidi, incontrollabilmente.
Avrebbe preferito non scoppiare a piangere, non soccombere già al dolore che sapeva l'avrebbe attesa non appena avrebbe finito di parlare – di urlare- con Filippo.
Era difficile, però, cercare di controllare le emozioni standogli di fronte, realizzando a poco a poco che sì, suo marito l'aveva effettivamente tradita con qualcun'altra.
-Perché avrai avuto pur una ragione per farlo. Per andare con un'altra-.
Sentì la propria voce cedere sempre di più, mentre tratteneva a stento le grida di fronte al viso immobile di Filippo.
-Per tradirmi, e smetterla di pensare a tua moglie e alle tue figlie senza neanche un minimo di rimorso- continuò ancora, senza riuscire più a fermarsi.
Filippo non le rispose neanche in quel momento.
-Perché?-.
Sapeva già che Filippo non le avrebbe mai risposto. L'aveva capito: bastava guardarlo in viso, vederlo così immobile, atterrito dalla paura e dalla sorpresa, ed era tutto così evidente che forse non serviva neanche sentirlo parlare.
Ma voleva avere quella risposta. Voleva averla perché, in fondo, gliela doveva: gliela doveva dopo tutti quegli anni insieme, dopo tutte le difficoltà, e anche dopo tutti i momenti belli.
Quando si rese conto definitivamente che Filippo non avrebbe aperto bocca, Giulia tuonò con un pugno sulla tavola. Non sentì nemmeno il dolore, troppo furiosa.
-Rispondimi, cazzo!-.
Urlò forte come si era prospettata di fare sin da quando aveva lasciato le sue figlie da Caterina e Nicola. Urlò talmente forte da sentire la gola dolerle, un po' come le dita della mano ammaccata.
Di fronte a quell'esplosione di rabbia Filippo sobbalzò come se si fosse trovato in trance fino a quel momento. Aveva gli occhi lucidi, notò Giulia, ma non provò alcuna pietà.
-Giulia, io ... - Filippo tentò di farfugliare, senza però arrivare ad alcuna conclusione.
-Non ti sentivi abbastanza amato? Abbastanza desiderato?-.
Giulia lo spinse, colpendolo forte alla spalla, allontanandolo da sé come se Filippo non avesse posto alcuna resistenza.
-E la tua soluzione, anziché parlarne come una persona matura, è stata scoparti un'altra?- continuò ancora, gridando con rabbia.
Filippo scosse il capo febbrilmente:
-Non è così-.
Sembrava provato, sull'orlo delle lacrime, e per quanto Giulia avrebbe voluto imitarlo – piangere a dirotto fino a non riuscire nemmeno più a produrre lacrime, lasciandosi andare alla disperazione- non se lo permise. Sentiva gli occhi farsi sempre più lucidi, ma si sforzò di non far cadere nemmeno una lacrima a rigarle il viso.
-E allora com'è, Filippo?- gli chiese, con voce inevitabilmente spezzata – Spiegamelo tu, perché io sto provando anche a comprendere, ma non ci riesco-.
Lo guardò ancora una volta, ma l'immagine del volto dell'uomo che si trovava di fronte era come quella di uno sconosciuto che non aveva mai visto prima, né che conosceva.
-Non ci riesco-.
Forse anche per Filippo doveva essere così: guardarla così piena di rancore e di rabbia doveva essere qualcosa di così totalmente nuovo per lui da fargli pensare che anche lei, in un modo o nell'altro, era cambiata.
E Giulia era sicura, in fondo, che sarebbe successo: non credeva sarebbe potuta mai rimanere la stessa, al pensiero di quel che era successo.
Si era spezzato qualcosa che difficilmente sarebbe tornato ad essere integro.
You say I'm unfamiliar, changed into the one you used to like
You say I'm not myself which you knew well
No? What do you mean no? I'm blind
Love? What the heck is love? It's all fake love
Filippo si passò una mano sugli occhi, guardandola implorante:
-Ho fatto una cazzata-.
Giulia non riuscì a trattenere uno sbuffo sonoro, pieno d'amarezza:
-Non ti credo-.
Fece un passo indietro, improvvisamente disgustata dalla troppa vicinanza che c'era tra di loro.
-Le cazzate si fanno involontariamente, non ti porti a letto un'altra per incidente- parlò ancora, con foga – Lo fai perché lo vuoi, perché per qualche ragione ti va bene così, perché non te ne frega nulla delle conseguenze.
Neanche se c'è una famiglia di mezzo!-.
Pensò, per una frazione di secondo, a Caterina e Beatrice, totalmente inconsapevoli di quel che stava succedendo ai loro genitori. L'avrebbero sentito che qualcosa non andava, quando sarebbero tornate a casa? Avrebbero avuto il sentore, pur non potendo comprendere fino in fondo, che da quel momento in avanti tutto sarebbe stato diverso?
-Non pensi alle tue figlie? Io posso anche farcela, non sono dipendente da te e mai lo sarò, ma loro?- Giulia lo investì di nuovo di parole urlate – Che razza di padre sei? Che razza di persona sei?-.
"Una persona diversa di quella che ho sposato".
Filippo sembrava essere sul punto di mettersi a singhiozzare, ma dalla sua bocca Giulia non sentì provenire nemmeno un fremito. Aveva lo sguardo perso nel vuoto davanti a sé, totalmente perso, e per un attimo le ricordò un bambino disorientato, che necessitava di protezione e di essere consolato.
Ma quelle lacrime erano solo il risultato dello stesso male che aveva causato lui per primo: era finito il tempo delle parole rassicuranti.
-Non ci sono andato a letto. E tanto è già finita, non è mai stato nulla di serio-.
Filippo aveva parlato talmente piano che Giulia riuscì a stento a sentirlo. Si sentì rabbrividire, di disgusto e di dolore allo stesso tempo.
Non si era aspettata di sentirgli dire un dettaglio del genere, un po' perché era solo l'ennesima prova che avesse avuto una storia con un'altra, un po' perché fino a quel momento non le aveva detto nulla che non avesse già intuito.
-Ah no?- Giulia non tentò nemmeno di nascondere l'amara ironia presente nella sua voce, mentre indicava la confezione di preservativi – E allora quelli a cosa ti servivano? Perché di certo non volevi usarli con me-.
Filippo non tentò nemmeno di negare quell'ultimo dettaglio:
-Era solo per ... Per sicurezza. Nel caso ... -.
"Nel caso lei volesse andare a letto con te".
-Ma non lo avrei fatto davvero. Non ho mai preso seriamente in considerazione quell'idea-.
Avrebbe voluto credergli, ma non ci riuscì.
-Da quanto andava avanti?-.
Filippo non alzò gli occhi verso di lei nemmeno in quel momento:
-Da Novembre-.
Giulia si sentì mancare la terra sotto i piedi.
Cercò di riportare alla mente quel periodo, un qualche evento che potesse ricollegare a qualche stranezza di Filippo. L'unica cosa che le venne in mente era un litigo che avevano avuto in quel mese, una lite di cui non ricordava nemmeno l'oggetto di discussione.
Era forse stato quello l'evento scatenante? O era venuto comunque dopo? Ma, in fondo, c'era stato davvero qualcosa che l'aveva fatto scattare in quella maniera, spedendolo tra le braccia di un'altra donna?
Sentì la nausea salire ancora al solo pensarci.
-Ma ci siamo solo baciati e non è mai successo altro, e pochissime volte. Devi credermi!- Filippo lo disse con disperazione, quasi urlando, dimenticando di colpo l'esitante vergogna con cui le si era rivolto fino a quel momento. Sembrava terrorizzato dalla reazione che poteva avere, e forse aveva aggiunto quel dettaglio proprio per calmarla, ma ebbe l'effetto opposto.
-Non me ne frega un cazzo che siano stati solo baci o anche altro!- Giulia urlò con rabbia, ormai dimenticando anche le lacrime che minacciavano di caderle dagli occhi e rigarle il viso – L'hai comunque fatto, e non scartavi nemmeno l'idea di andare oltre!-.
Cercò di non immaginarsi ancora quegli incontri – dove avvenivano, quando, con chi-, anche se sapeva che, non appena sarebbe finita quella discussione, quei pensieri l'avrebbero perseguitata. La sola idea di dover immaginare Filippo in intimità con un'altra donna che non fosse lei, per poi tornare a casa come se niente fosse, le stava facendo venir voglia di piangere e vomitare.
Si passò una mano sul viso, nel tentativo di cancellare le lacrime che infine le avevano rigato la pelle arrossata per il troppo urlare.
"Non dovrei piangere per lui" si ripeté, "Non ne vale la pena. Non più".
-E per quel che mi riguarda, può finire anche questa, di storia-.
Giulia stessa si sorprese delle sue parole.
Non si era soffermata su quel punto – cosa fare della loro relazione- nelle ventiquattr'ore precedenti. Non aveva pensato al dopo – come se un dopo non esistesse affatto-, e forse la risposta stava proprio lì: come poteva pensare di stare ancora insieme ad una persona che aveva appena distrutto tutto quello che avevano costruito in più di dieci anni?
Filippo non sembrò capire subito. Nei primi secondi continuò a guardarla confuso, la fronte aggrottata, come se Giulia gli avesse appena parlato in una qualche lingua straniera.
Poi aveva pian piano realizzato, ed aveva sgranato gli occhi, uno sguardo di terrore a riempirne le iridi.
-Cosa?- mormorò in un filo di voce.
Giulia non ripeté: lo guardò duramente, l'espressione vuota perché ormai si sentiva stanca persino a gridargli addosso. Mosse il primo passo per uscire dalla cucina, sicura che sarebbe bastato quel gesto a fargli capire che era finita – la discussione e anche il loro matrimonio.
-No, Giulia ... - Filippo la afferrò delicatamente ad un polso, quando gli si ritrovò vicina per superarlo – Ti prego, aspetta un attimo ... -.
-Non provare ad avvicinarti a me!-.
Giulia si divincolò con facilità, sibilando e spaventandolo forse più che se avesse urlato di nuovo. Osservò Filippo arretrare come un animale in gabbia che vuole sfuggire alle mani del suo carceriere; abbassò anche gli occhi, singhiozzando sommessamente.
-Non ti caccio di casa subito solo per le bambine- continuò ancora Giulia, ormai sulla soglia della cucina. Fece per proseguire subito, ma ci ripensò per un attimo: si voltò indietro, gli occhi ancora su Filippo.
-Da stasera dormi sul divano- mormorò, senza alcuna inflessione nella voce – E spera che ci incroceremo per casa il meno possibile-.
Non si aspettò alcuna risposta da Filippo, e non fu affatto sorpresa che, in effetti, non le rivolse nemmeno un cenno. Sembrava troppo impegnato a continuare a piangere, con il capo chino e le mani strette attorno ai suoi fianchi, come se stesse cercando di abbracciare se stesso.
Non riuscì a riconoscere suo marito nell'immagine dell'uomo che aveva di fronte a sé.
For you, I could pretend like I was happy when I was sad
For you, I could pretend like I was strong when I was hurt
I wish love was perfect as love itself
I wish all my weaknesses could be hidden
I grew a flower that can't be bloomed in a dream that can't come true
(BTS - "Fake love")*
*il copyright della canzone appartiene esclusivamente alla band e ai suoi autori.
NOTE DELLE AUTRICI
In questo doppio appuntamento alla fine abbiamo scoperto che il piano di Giulia prevedeva lasciare le gemelle da Caterina e Nicola per avere campo libero per parlare con Filippo.
Ed è esattamente questo che è successo, anche se tra i due è stata sicuramente Giulia a parlare di più... E purtroppo l'epilogo del loro confronto era prevedibile: dopo molti anni insieme, è arrivata la separazione anche per Giulia e Filippo 🥲
Cosa succederà ora? Sarà qualcosa di definitivo o in un modo o nell'altro riusciranno a superare questo momento difficile?
Intanto vi diamo appuntamento per il prossimo mercoledì!
Kiara & Greyjoy
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