Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capitolo 11 - Ballad of the lonely hearts (Pt. 1)

"Va tutto bene".

Aveva perso il conto delle volte in cui se l'era ripetuto nelle ultime settimane, un tentativo di autoconvincimento che forse non stava funzionando come dovuto.

Giulia lanciò occhiate guardinghe verso la camera da letto, dove Filippo si era rinchiuso già da una decina di minuti, in silenzio.

Si sforzò di lasciar perdere, puntando invece gli occhi in basso, sul tappeto colorato che copriva gran parte del pavimento del salotto, e dove se ne stavano Caterina e Beatrice, distratte dagli innumerevoli giochi sparsi attorno a loro. Osservò i loro sorrisi e ascoltò le loro risate allegre, i loro movimenti ancora un po' impacciati: si ritrovò quasi ad invidiare la loro non consapevolezza derivata dal loro essere ancora troppo piccole per capire appieno.

Rialzò gli occhi pochi attimi dopo, portandosi una mano davanti alla bocca e cercando almeno un motivo per trattenersi dall'alzarsi e andare a controllare cosa stesse facendo Filippo ancora in camera.

"Va tutto bene" pensò ancora una volta, sempre meno convinta.

Aveva davvero pensato che le cose fossero decisamente migliorate negli ultimi mesi: Settembre ed Ottobre erano stati un po' come essere tornati ai giorni d'oro, quelli in cui non si stancavano mai di stare in compagnia l'uno dell'altra, quelli in cui i litigi erano una rarità e non la regola.

Era bastato poco per spezzare quella sorta di tranquillità di vetro, e tornare all'assetto precedente – quello a cui Giulia faticava ancora ad abituarsi.

Le balenò per la mente il ricordo di una mattina qualsiasi di una settimana prima, la mattina in cui tutte le sue speranze si era frantumate sotto le grida trattenute sia da lei che da Filippo. Non ricordava nemmeno più il motivo per cui avevano litigato, tanto doveva essere stato banale.

Ricordava però la porta che Filippo aveva sbattuto dietro di sé quando poco dopo era uscito per andare al lavoro, e l'aria tesa che era rimasta anche la sera, quando entrambi erano rincasati.

Anche se in un paio di giorni il clima si era ridisteso, Giulia avvertiva ancora la sensazione di precarietà nell'aria: era come se qualcosa non stesse andando ancora, qualcosa che le sfuggiva e che non avrebbe saputo dire.

Sapeva solo che Filippo era tornato ad essere tranquillo, ma in maniera diversa. Continuare a ripetersi che, invece, stava andando tutto normalmente, non la stava affatto aiutando a convincersene per davvero.

Proprio quando si decise a riabbassare gli occhi e badare un po' di più alle sue figlie – il senso di colpa sempre più forte a chiuderle la bocca dello stomaco-, Filippo uscì finalmente dalla stanza da letto.

Giulia tornò subito con lo sguardo su di lui: si era cambiato con una tuta pulita, e teneva in mano il borsone da palestra che usava sempre per andarci. Erano un paio di mesi che aveva iniziato a frequentarla con Alessio, e Giulia trovava che avesse avuto un buon effetto: Filippo tornava a casa decisamente più disteso, dopo aver lasciato andare lo stress allenandosi un paio d'ore.

Nonostante l'evidenza sulle intenzioni di Filippo, lo guardò comunque con fare confuso:

-Dove vai?- gli chiese, a mezza voce.

Sperò di non sentire la risposta che già si aspettava.

-In palestra- Filippo alzò gli occhi su di lei, poco prima di lasciare il borsone in un angolo della sala ed andare verso l'ingresso. Se ne tornò indietro poco dopo, un paio di scarpe in mano; andò a sedersi su una delle poltrone del salotto, chinandosi per poterle infilare.

-Ma sei andato anche l'altra sera- obiettò Giulia, cercando di non far trasparire troppo il proprio dissenso per non far scoppiare un'altra lite.

Beatrice si avvicinò ad una scarpa, iniziando a giocherellare con uno dei lacci ancora sciolti: Filippo le allontanò delicatamente la mano, sorridendole – un sorriso che Giulia trovò quasi forzato.

-Sì, ma penso mi farà bene sfogare un po' di stress- mormorò infine, dopo aver allacciato anche la seconda scarpa.

Giulia trattenne a stento uno sbuffo: erano appena le cinque del pomeriggio, nell'unico giorno della settimana in cui Filippo doveva rimanere in ufficio solo la mattina. Aveva sperato, almeno per quella volta, di non vederlo fuggire lontano da quella casa e da lei.

-Viene anche Alessio?- gli chiese con tono vago.

Filippo si alzò dalla poltrona, guardandola fisso per qualche secondo, prima di annuire debolmente:

-Sì, gli ho chiesto un'ora fa se era libero-.

Parve quasi esitante nel risponderle, ma Giulia ci fece caso solo per pochi attimi. Preferì rannicchiarsi sul divano, il groppo in gola che le stava impedendo di rispondere a voce. Si limitò ad annuire a sua volta, lo sguardo diretto altrove.

Anche se non poteva vederlo dritto in faccia, riusciva a percepire su di sé tutto il peso dello sguardo che Filippo le stava rivolgendo. Lo sentì schiarirsi la gola pochi attimi dopo, con vaga incertezza.

-Che c'è?-.

Giulia sospirò a fondo, un leggero senso di sconfitta a renderle il petto pesante. Si costrinse a voltarsi verso Filippo, cercando di trattenere la rabbia che cominciava a montarle dentro:

-No, niente- mormorò, mordendosi il labbro nervosamente – È che stasera avevamo deciso di prenderci una serata tranquilla e magari guardare un film dopo aver messo le gemelle a letto-.

Forse Filippo se ne era scordato, ma lei no. Continuavano a tornarle in mente le parole che le aveva rivolto due giorni prima, quando a cena le aveva sorriso e le aveva assicurato che, nonostante il periodo stressante, per quel giovedì sera avrebbero potuto cenare con calma, e prendersi un'intera serata di relax.

Giulia ci aveva creduto così tanto che ora, alla realizzazione che ancora una volta Filippo sembrava essersene fregato, non riusciva nemmeno ad immaginare come sarebbe stato passare quella serata – quella stessa serata che doveva essere loro- da sola con le gemelle.

Non provava nemmeno più la voglia di piangere.

-Lo faremo domani- Filippo le si avvicinò, posandole una mano sul capo, accarezzandole i capelli. Il sorriso colpevole che le stava rivolgendo non alleviò la rabbia e la delusione di Giulia, nemmeno per un secondo.

Non si aspettava di vederlo cambiare idea all'ultimo: quello era un gesto che apparteneva al vecchio Filippo – quello con cui aveva condiviso anni di vita, quello che aveva sposato, quello con cui aveva deciso di dare vita ad altri due esseri umani-, ma non a quello che le stava di fronte ora, schivo e stanco e distante come non era mai stato.

Lo vide allontanarsi verso il borsone, controllare qualcosa all'interno e richiudere la cerniera subito dopo, dandole le spalle.

-Lunedì prossimo è il mio compleanno- Giulia lo disse con nonchalance, ma dentro di sé cominciava già a temere di essersi avventurata su quel terreno – Lo ricordi, vero?-.

Filippo tornò verso il centro del salotto, abbassandosi per poter salutare Caterina e Beatrice; prima di allungarsi verso una di loro, si girò ancora una volta verso Giulia, stavolta con un sorriso più convinto:

-Certo che me lo ricordo, Giulia- la rassicurò.

Giulia annuì di nuovo, privata di ogni parola che avrebbe voluto invece dire. Osservò ancora Filippo mentre si allungava prima sulla testa castana di Caterina, per poi spostarsi a quella più chiara di Beatrice, lasciando ad entrambe un bacio sui capelli ed un saluto sussurrato.

Si rialzò un po' a fatica, gli occhi stavolta puntati su Giulia:

-E prima che tu me lo domandi: no, non ho preso impegni per quella sera- le disse, con un tono che probabilmente voleva essere confortante, ma che per Giulia lo fu solo in parte. Le risuonò più come essere obbligato a non prendere impegni per non far scoppiare un altro litigio, più che un vero desiderio di essere insieme.

Si trattenne anche stavolta, seguendo con sguardo sconfitto Filippo che raccoglieva da terra il borsone e si avviava verso l'ingresso per infilarsi una giacca pesante ed uscire. Giusto pochi secondi prima che sparisse dal suo campo visivo si voltò ancora una volta verso di lei:

-Senti, ci vediamo dopo- le disse, con lo stesso sorriso di muta colpevolezza sulle labbra – Non cucinare nulla, mi arrangio io quando torno. Se sei stanca non aspettarmi-.

Giulia mormorò un ok a malapena udibile, ma sufficiente per far sì che Filippo se ne andasse una volta per tutte.

Abbassò lo sguardo sulle figlie, ancora intente a giocare con il sorriso sulle labbra: non riuscì nemmeno a godersi fino in fondo quella scena tenera, né a sentirsi coinvolta appieno.

"Non va tutto bene".











NOTE DELLE AUTRICI
Con un salto temporale di qualche settimana arriviamo a questa prima parte del capitolo 11, tutta incentrata su Giulia e Filippo: l'atmosfera in casa Pagano-Barbieri non sembra essere del tutto rilassata... Giulia, infatti, sebbene cerchi di convincersi del contrario, ha una sensazione d'inquietudine. Che sia solo una sua impressione o Filippo sta davvero nascondendo qualcosa?
A venerdì con il secondo aggiornamento!
Kiara & Greyjoy

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro