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4. Just go back to your sandwich

𝐣𝐮𝐬𝐭 𝐠𝐨 𝐛𝐚𝐜𝐤 𝐭𝐨 𝐲𝐨𝐮𝐫 𝐬𝐚𝐧𝐝𝐰𝐢𝐜𝐡

traduzione di miryel storia di fenfyre (link alla storia nei commenti)
gif di Lightning070 che l'ha creata per me ed è perfetta per i whatif? come lo è questo qui ♥
In un'altra vita accade questo...
Buona lettura ♥

Jean potrebbe aver avuto finora la giornata più lunga della sua carriera accademica.

Dieci ore di lezioni e laboratori senza sosta erano difficili da gestire ogni giovedì già così com'erano.

Come se quel giorno in particolare non potesse peggiorare, iniziò a piovere nel momento in cui mise piede fuori dall'edificio. Non era nemmeno quel il tipo di pioggia leggera, il tipo che era fastidioso – ma tollerabile. No. Ovviamente Jean non poteva avere a che fare con nient'altro che gocce spesse che inzupparano la sua camicia sottile in un batter d'occhio.

Aveva resistito a malapena a prendere a calci il bidone della spazzatura a cui aveva fatto il favore di superarlo. Il parcheggio non era troppo lontano da quella parte del campus.

Forse sarebbe riuscito a farcela prima che la pioggia bagnasse il suo zaino lacero e rovinasse il lavoro di quella giornata. Quella cosa aveva sicuramente visto giorni migliori.

Jean iniziò una corsa veloce. Non c'erano molte cose per le quali si sarebbe esercitato volontariamente, ma tra queste c'erano quattro ore di appunti di laboratorio. Per non parlare di quel patetico frammento di progresso che lui ed Eren avevano fatto quel giorno.

Una maledizione colorita lasciò le sue labbra, quando raggiunse il parcheggio e individuò la Prius viola di Sasha, quasi fino in fondo. Il lotto era praticamente vuoto e l'acqua iniziò a gocciolare dai suoi capelli, finendo direttamente negli occhi. Il minimo che quella ragazza poteva fare era avvicinarsi, dannazione!

Con un sospiro sconfitto Jean fece uno scatto veloce. Avrebbe potuto almeno provare a salvare ciò che era rimasto dei suoi appunti, ormai.

Quando finalmente raggiunse la macchina, spalancò la portiera e si buttò dentro, strappandosi lo zaino dalle spalle e infilandolo tra le ginocchia.

«Dannazione Sasha, che cazzo?!», sibilò, mentre armeggiava con la cerniera e la apriva. «La prossima volta che ti chiedo di venirmi a prendere, dammi un pugno in faccia se deciderai comunque di fare la stronza.»

I fogli che aveva infilato nello zaino erano un po' bagnati sui bordi, ma i suoi appunti erano leggibili. Bene, leggibili come quando li aveva presi. «Grazie a Dio», sbuffò, chiudendo gli occhi e crollando sul sedile. «Che giornata. Fanculo questa giornata. Insomma, non voglio mai più vivere un altro giovedì. Posso gestire quattro ore di laboratorio di Shadis, ma dammene altre due con Jaeger e sono fuori. Ero così vicino a rompergli quel suo fottuto naso, lo giuro.»

Un altro gemito lo abbandonò, basso e prolungato e un po' drammatico. Gli erano servite a sottolineare l'enorme quantità di quella melodrammatica sofferenza che portava dentro. «Portami da qualche parte dove posso mangiare, sto morendo di fame.»

«Uhm... s-scusa?» Gli occhi di Jean si aprirono di scatto per l'irritazione. Quella voce timida non era di Sasha. Ora che ci pensava, Sasha lo avrebbe schiaffeggiato con qualcosa di commestibile a metà del suo monologo. Il che lasciava la domanda... con chi si stava lamentando, esattamente? Esitò un secondo, prima di voltare la testa.

Era un – beh, un tizio. Almeno Jean non aveva spaventato una povera matricola con quella intrusione. Anche se il ragazzo sembrava piuttosto sorpreso. Oltre che stranamente bello. Occhi marroni da Bambi spalancati, capelli scuri arruffati, bocca leggermente socchiusa e ... era una macchia di qualche condimento – o qualcosa del genere, sulla sua guancia?

Oh giusto, stringeva un panino tra le mani, fermo a metà verso la bocca.

«Oh... oh cazzo, mi dispiace. È solo che... la mia amica ha la stessa macchina e con la pioggia e tutto quello che non ho... scusa, amico. Ahh, hai qualcosa sulla tua ...» Fece un gesto verso la sua guancia e guardò il ragazzo asciugarsi la macchia con il dorso delle mani. «Sì, lì. Fatto. Ehm, scusa ancora. Stavo solo - sì. Scusa.» Jean infilò i suoi appunti nello zaino, poi si spostò per aprire di nuovo la porta.

«Aspetta...», disse il ragazzo, la voce un po' insicura. «Sta piovendo. Puoi restare finché non arriva la tua amica.» Jean sbatté le palpebre, la mano ancora sulla maniglia, ma non aprì la porta. «S-se vuoi», si affrettò ad aggiungere, con un piccolo, caldo sorriso che gli tirò le labbra.

Jean guardò tra lui e le gocce di pioggia che cadevano pesantemente sul parabrezza e scrollò le spalle. Poteva anche non rischiare di rovinare i suoi appunti a questo punto se era già arrivato fino a quel punto.

«Si certo. Grazie amico!» L'altro ragazzo sorrise ancora di più, ora. Mentre la pelle intorno ai suoi occhi si increspava, Jean notò appena le lentiggini che erano spolverate sul ponte del suo naso e schizzate sugli zigomi. Affascinante.

«Sono Marco», sorrise, asciugandosi una mano sui jeans e offrendogliela..

«Jean», disse lui, subito e afferrò le sue dita calde.

Venti minuti dopo Jean cambiò auto. Mezzo panino nello stomaco e il numero di Marco salvato nel telefono.

Fine

Note autore:

Ciao a tutti!

Questa volta mi sono cimentata nella traduzione di questa shot che, a mio parere, era troppo carina per non lasciare che la leggeste ♥ siccome poi questa raccolta comprenderà anche delle AU, ho deciso di infilarci dentro anche storie di altri autori, se mi capiterà di leggerne di carine ♥

Ormai Jean e Marco hanno rubato il mio cuore ç__ç abbiate pazienza ç.ç

Grazie ancora alla mia guascosazza che mi ha donato la gif in alto çç 

La vostra amichevole Miryel di quartiere

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