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38) Tormento


... Perché il finale deve essere per forza che qualcuno deve soffrire? Non posso cambiarlo? O almeno provare a farlo?

Akko...

In seguito alla ramanzina di mia madre decido di prendere un respiro profondo e salire in camera per riflettere. Mi sdraio sul letto guardando il soffitto spiovente costruito in legno di noce, e penso che ciò che è accaduto poco fa con mia madre è stato surreale e strano, piuttosto per il fatto che non parlavamo di mio padre da quando ci ha lasciate, da quando neanche un anno fa abbiamo lasciato il Giappone per venire in Inghilterra, il che è plausibile visto che è stato un po' come un lutto, come perdere qualcuno... Immagino che fino a oggi sia sempre rimasto questo vuoto in noi, una specie di sensazione strana come una tensione che non sapevamo come spiegare, fin quando non siamo esplose entrambe sta sera. Insomma, io non lo perdonerò mai, ma perché mia madre si è comportata in modo così strano? Eppure mi ricordo le lacrime che ha cercato di nascondere quando mio padre era cambiato, e ancor peggio la sua situazione mentale quando abbiamo trovato quella lettera... In effetti non ha mai detto di odiarlo, non ha mai imprecato contro di lui, e infatti oggi lo ha difeso, piuttosto aveva l'aria di qualcuno che vuole nascondere qualcosa, o a dire il vero mi ha detto onestamente che non può dirmi la verità a causa del mio comportamento infantile... Ma non capisco, cosa c'è da spiegare? Ci ha abbandonate, punto. 

Cercando di smettere di pensarci, mi rotolo nel letto, poi prendo le cuffiette e infilo il cavo nel cellulare per ascoltare un po' di musica e distrarmi, ma una sensazione non lasciava il mio corpo e la mia mente ritornava sempre a una scena precisa della mia infanzia, quando mio padre, insomma, era ancora un padre, è tutto sfocato ma è reale, mi ero fatta male cadendo per strada sul cemento, e come una bambina di cinque anni quale ero mi misi a piangere in ginocchio in mezzo al marciapiede, e mio padre che era accanto a me con un gran sorriso allungò il braccio, tese la sua mano verso di me, e afferrandola smisi di versare lacrime. Finisce così, e comincio seriamente a pensare che manchi un pezzo della storia che devo scoprire, visto che mia madre si rifiuta di parlarmene. Dunque, mi levo le cuffiette e riprendo in mano il quaderno dove avevo scritto il piano della spia, cambio pagina cercando di mettere su qualche idea su come iniziare a investigare. Non è facile come pensavo che fosse... Mio padre potrebbe essere letteralmente ovunque nel mondo, ma gli era stato offerto lavoro qui, ciò non assicura che lui abbia realmente accettato o che non se ne sia già andato da un'altra parte, inoltre anche se fosse in Inghilterra, il paese è grande... Comunque devo prima di tutto comunicare con lui, giusto? E per questo esiste la tecnologia, e io ho il suo numero da qualche parte nel cellulare. Così afferro quest'ultimo e cerco il suo contatto che sono riuscita a trovare facilmente, anche se ero arrabbiata non avevo neanche pensato a eliminarlo. Clicco sul numero e chiamo, porto il telefono all'orecchio, e sento il sudore cominciare a scorrere sulla mia fronte squillo dopo squillo, una certa ansia sale e invade il mio corpo, quasi mi sembra di svenire, è stata un'idea tremenda... Ma tutte queste sensazioni scompaiono quando una voce robotica dice "numero inesistente". 

Perfetto, ha cambiato numero. Non poteva essere così facile, no? Certo, una parte di me è pienamente sollevata, l'altra parte è abbastanza delusa. E ora come dovrei fare? Non ho neanche ben capito che lavoro fa mio padre, non me l'hanno mai spiegato bene, e se lo chiedevo erano vaghi. Dovrei fare un interrogatorio a mia madre, ma per l'appunto non risponderebbe. Magari ha qualche account sui social? Sicuramente! O se lo hanno richiesto qui magari è perché doveva ricoprire un ruolo lavorativo importante, quindi online troverò informazioni su di lui, e quindi nuovamente faccio affidamento sul cellulare e cerco sulla barra di ricerca il suo nome e cognome, nonché anche il mio. Muovo su e giù il dito sullo schermo digitale per cercare, ma niente, quest'uomo sembra essere scomparso nel nulla, certo c'è qualche "Mr. Kagari" sui social, ma nessuno di quelli è decisamente lui. A questo punto ho esaurito già le idee, forse devo mostrarmi pentita davanti a mia madre, in modo che mi racconti qualcosa, anche solo un piccolo dettaglio in più va bene, ma per sta sera basta così, sento già la testa che comincia a farmi male, meglio se vado a dormire aspettando il domani, il quale arrivò presto. Quando arrivo a scuola cerco di mostrarmi normale, come se non fosse accaduto nulla, come se non avessi nulla per la mente come al solito. Quindi quando raggiungo le mie amiche cerco di svuotare la mente, e inizialmente funziona, poi però durante le lezioni non riuscivo a mantenere l'attenzione e la mia mente ritorna a quei ricordi passati che sembrano quasi pura fantasia, anche se non è così affatto. Poi durante la ricreazione incrocio Diana agli armadietti come ogni mattina. 

Ehi, come stai?

Le chiedo facendo intendere che mi riferisco a ieri, in effetti con tutto l'accaduto ieri mi sono dimenticata di chiamarla per chiederle come stesse, cavolo per lei deve essere stata dura la scoperta di ieri, magari si sarebbe potuta sfogare con me dei suoi dubbi... 

Tutto bene in realtà, mi sono schiarita le idee ieri, so che sembra strano ma...

Si guarda intorno e poi continua a parlare.

Comincio a sentirmi più libera da quelle tiranne, o almeno meno intimorita, ho capito ciò che devo fare.

Rimango sorpresa perché effettivamente anche dal suo modo di parlare di oggi, con tono un po' più vivace del solito, si capisce che è più serena, sembra stare bene davvero... Insomma, sono sinceramente felice per lei.

Oh, e dimmi, cosa devi fare?

Tu non preoccuparti.

Poi senza neanche guardarsi intorno come fino a poco fa, senza preavviso si avvicina al mio volto e posa le sue labbra sulla mia guancia per poi salutarmi con i suoi amati libri in mano, e andare verso la classe, lasciandomi lì con il volto rosso, che sento scottare sempre di più, insomma c'è gente che passa per i corridoi, pensavo che... Dovevamo nasconderci ancora? E cosa ne è delle sue cugine e sua zia? Fa anche questo parte del piano? Non ci sto definitivamente capendo niente, ma a dirla tutta ammetto di essere felice in questo momento, e poi il fatto che lei fosse così tranquilla, tranquillizza anche me, magari mi dirà del suo piano più tardi, o quando saremo da sole. Inoltre per via della serenità di Diana quasi avevo dimenticato i dubbi esistenziali che mi stavano divorando dalla sera prima, ma sfortunatamente quando torno in classe, quei pensieri non mi lasciano libera un minuto, e per smettere di pensare decido di usare il cellulare in classe e scrivere a Diana.

Quindi il tuo piano prevede corteggiarmi in pubblico, huh?

Scrivo con ironia, un po' per provocarla.

Diana

Non usare il cellulare in classe, ascolta.

Ma anche tu lo stai usando... ;)

Diana

E' colpa tua, mi hai distratta. E comunque la risposta alla tua domanda è no, e poi non stavo "flirtando"...

Quanto pagherei per poter fare questa conversazione dal vivo, e poter vedere le sue espressioni imbarazzate.

Va bene, come vuoi, comunque ti va se oggi pomeriggio ci vediamo così mi spieghi bene il piano?

Diana

Non ho nessun piano da spiegare, ma sono disponibile per passare il pomeriggio con te.

Certo che trova sempre dei modi molto eleganti per dire cose semplici, a dire il vero anche questo suo lato galante è affascinante.

Perfetto allora, ti aspetto fuori scuola dopo le lezioni UwU

Sono realmente entusiasta di poter passare il pomeriggio insieme a lei, e poi devo cercare di spostare la mia attenzione su altro, oppure il tormento sulla questione di mio padre mi infastidirà per tutto il tempo...







Ehii come va gente?
Scusate il mega ritardo (。﹏ 。) 
Giuro che dopo questa specie di pausa riprendo ad aggiornare normalmente u.u

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