27) Il limite
《Dunque mi stai dicendo che ti va bene smettere di vivere? Di non essere un minimo libera?》
Per un attimo i nostri sguardi si incrociano, poi abbassa il volto verso il suolo stringendo i fogli che teneva in mano.
《Io... non... non ho mai detto questo.》
《Però ti sta bene non poter fare ciò che vuoi? Di essere costantemente controllata?》
Oramai le parole uscivano dalla mia bocca e basta, no non riuscivo a controllarle, le stavo dicendo ciò che pensavo senza pensare alle conseguenze.
Diana...
《 Smettila! Lo sai che non è così...》
Quasi urlo la prima parola, per poi abbassare il tono, mentre le lacrime minacciano di uscire... Accidenti, di questo passo rischio di mostrarmi vulnerabile, non va bene, non posso permettermi questo lusso neanche davanti ad Akko, è vero che non c'è nessuno in questo corridoio visto che è uno di quelli più esterni nell'edificio scolastico, però non si sa mai, insomma non è da me, quindi devo andare via al più presto.
L'unico problema era che nella mia testa regnava il panico, non riuscivo a pensare bene lucidamente, forse è perché so benissimo che ciò che lei mi sta dicendo è vero, ma non riuscivo ad accettare quella realtà, come si fa? La risposta non ero mai stata riuscita a trovarla, e allo stesso modo non riuscivo a superare questa cosa della mia vita.
《P-perché... cosa ti interessa a te? Non capisco! 》
Appena esclamo quelle parole Akko mi guarda con aria compassionevole, mentre io indietreggiavo piano piano, perché non ho il coraggio di fuggire proprio ora, ma non ho neanche il coraggio di rimanere qui a sostenere tutto ciò, non riesco a reggere la pressione della realtà che si abbatte su di me sotto forma della voce docile della ragazza che mi piace, e arrivo anche a domandarmi come mai proprio lei tra tutte deve farmi questo...
《Diana, non voglio costringerti a fare nulla, se tu ti arrenderai, allora mi arrenderò anche io, ma non senza averci provato.》
《Provato a fare cosa?! Io non riesco proprio a capire...》
Ormai non riesco più a percepire nulla, la mia mente è annebbiata totalmente e i miei pensieri si limitano a presentarsi come ricordi della mia famiglia. Mia madre, mio padre, che ora non ci sono più e come la mia vita sia cambiata da quando mi hanno abbandonata su questo pianeta pieno di crudeltà, quali le mie cugine e mia zia che mi opprimono, si io mi sento oppressa, non sono libera di fare ciò che voglio, devo essere la prima in tutto o non finirà bene per me e la mia sanità mentale. Eppure appena Akko me lo dice, quando mi fa notare tutte queste cose che sento ma non dico, vado nel panico e rifiuto qualsiasi spiegazione sull'argomento.
《Non lo so, a farti stare meglio, sarebbe bello se tu...Ti ribellassi, non per me, per te stessa, questo perché...》
Deglutisco a fatica, e se prima indietreggiavo ora mi sono completamente bloccata, non voglio sentire la parole a seguire... Non voglio... Non so perché, ho solo paura, vorrei davvero scappare e andare dove nessuno mi può trovare, a fare ciò che mi piace di più, a leggermi un buon libro magari.
《... Immagino perché ci tengo a te, e se tu sei felice, in un certo senso lo sono anche io.》
Afferma con un sorriso che mi colpisce direttamente al cuore. Accidenti a te, così finirai davvero per farmi piangere...
Sento come se un macigno enorme che stavo portando, d'un tratto non riesco più a reggerlo sulle mie spalle e le mie gambe cominciano a tremare, e io crollo in ginocchio lì, con le lacrime che escono inarrestabili dai miei occhi, io cerco di nascondere il volto ma ormai non ce la faccio più credo di essere arrivata al mio limite.
《Io non so perché loro vogliono che io prenda bei voti... Non so perché non posso amare chi voglio, non so perché i miei genitori sono morti, non so perché ogni cosa che faccio debba essere controllata, non so perché tutto questo debba essere accaduto a me... E non so come fare a capire tutto ciò, non so come evitare che questo accada, come faccio a ribellarmi?! Sono loro che mi mantengono s-se volessero...》
Un singhiozzo interrompe le mie parole, e sento un qualcosa di caldo e morbido toccarmi la guancia inumidita dalle lacrime, che continuavano ad uscire come fiumi di acqua salata in piena, guardo in alto mentre cercavo inutilmente di asciugarle e vedo Akko inginocchiata davanti a me che prende con entrambe le mani il mio viso, e per qualche motivo basta guardarci negli occhi per qualche momento e mi calmo, la nebbia che si era formata nella mia mente ora stava svanendo piano piano, e ora che aveva attirato la mia attenzione mi abbraccia portando la mia testa sul suo petto.
《Stiamo a scuola idiota...》
Dico immergendo il mio volto nel suo caldo torace, e poco dopo asciugo le ultime lacrime rimaste e mi ricompongo, entrambe ci rialziamo e andiamo via di lì prima che qualcuno passi e camminiamo per i corridoi una accanto all'altra.
《Dunque, fammi indovinare, vuoi che io faccia parte di un tuo fantasioso piano?》
Chiedo alla ragazza accanto a me, mentre lei mi guarda sorpresa come se le avessi letto nel pensiero.
《E-eh!? Come fai a saperlo? E poi non è fantasioso! Direi più fantastico.》
Afferma ridendo per il gioco di parole che aveva fatto, e ciò fa spuntare un sorriso anche sul mio volto.
《Ma parlando seriamente, vorrei che tu dicessi di si, non perché voglio fingere di vivere qualche avventura pensando di stare in un film giallo.》
Continuiamo a camminare fin quando non arriviamo in una parte più affollata della scuola, e decidiamo così di andare sulla terrazza della scuola dove non vi è nessuno.
Questo edificio non è molto alto quindi non vi è un gran panorama, solo altri edifici situati davanti alla scuola, ma visto che non c'è nessuno, ed è una bella giornata, è il luogo ideale per parlare.
《Allora spiegami questo piano.》
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