Al mio risveglio, nella mia stanza c'è solo un'infermiera che mi controlla la flebo.
"Ehi" mi sorprendo di come sia riuscita a formare una parola senza mugolare niente.

"Non parli piccola, non si sforzi, faccia cenno con la testa. Si sente meglio?" Mi interrompe.

La testa mi fa male di meno rispetto a prima, quindi faccio cenno di si.

"La prego signora" inizio a voce bassa "ho bisogno di sapere i miei amici come stanno e i miei genitori dove sono"

"I suoi genitori sono a pranzo...i suoi amici? Ognuno è ricoverato in una stanza diversa...si rimetteranno tutti, tranquilla" mi risponde.

"Talia é sveglia?" Supplicando quasi una risposta positiva.

"È sveglia, non posso aggiungere altro per questione di privacy, mi scusi".

Posa l'ago che impugnava e mi lascia sola in quella stanza fredda.

Mi guardo intorno e cerco di ricordare quello che è successo.

Io, Jake, Talia e Daniel tornavamo dalla festa *dall'orribile festa, oserei dire* e poi solo un rumore, uno schianto, una sirena....nient'altro.

"Scusate....c'è nessuno?" Chiedo ad alta voce dal letto, sperando che qualcuno dai corridoi riesca a sentirmi.
Nessuna risposta.
Scruto un'ombra da dietro la porta socchiusa, che lentamente viene aperta. Talia.

La mia migliore amica ha la faccia sfregiata e la mano sinistra fasciata.

"Annabeth" dice piangendo e avvicinandosi al mio letto "ti sei svegliata...finalmente. Ho avuto tanta paura che non ti fossi più ripresa. Mi dispiace, mi dispiace tanto". Si avvicina piangendo e con delicatezza mi abbraccia.

"Talia ma cosa è successo? Non ricordo nulla..."

"È colpa mia, sono stata una cretina, ero ubriaca e non volevo allacciare la cintura...mi dispiace, davvero, sono mortificata, sono una stupida, io..."

"Calmati, raccontami cosa è successo...prima però dimmi come stanno gli altri." La interrompo.

"Jake si è rotto un braccio provando a mantenerti...Daniel, beh lui" piange tanto "ha subito un grave intervento. È stato in sala operatoria per ore. Ora l'hanno portato in terapia intensiva, non me lo lasciano vedere, io..." abbassa la voce.

"Talia è stato un incidente, si sistemerà tutto e... non è colpa tua, ma dell'alcool" prendo un respiro di sollievo e continuo "ora dimmi come è successo"

"Daniel per aiutarmi ha allontanato gli occhi dalla strada. Voleva solo allacciarmi la cintura. Voleva solo evitare ciò. Un'altra auto a tutta velocità, ci ha presi in pieno Annabeth, non puoi immaginare, io ho visto tutto é stato tremendo. Lui è volato via: non era più in macchina quando ho aperto gli occhi, ma disteso per strada."

Terrore. È l'unica cosa che riesco a provare, per quello che è successo e per quello che potrebbe accadere.

Capisco che non è il caso di continuare. La situazione per lei é uno strazio, si sente in colpa e non voglio che le cose peggiorino.

Le faccio segno di sdraiarsi accanto a me e, trovando il telecomando sul comodino, accendo la tv.

((A chi piace Grey's anatomy:AMATEMI))

Verso il pomeriggio arrivano i miei genitori che, vedendomi sveglia, si emozionano e mi abbracciano forte.
E poi di nuovo il dottore, il padre di Luke, che mi visita velocemente.

Ma Luke? Ha saputo del nostro incidente? Il padre, il mio medico, gli avrà parlato di me?
Ma in fondo perché dovrebbe stare qui con me, la sua ragazza, Carmen, non è in ospedale ed é meglio che ponga fine alle mie speranze su di lui. Perché resterebbero tali.
Speranza.