Capitolo 3
Li ho visti solo due volte nella mia vita quegli occhi, ma è come se li conoscessi da sempre, come se conoscessero tutta la mia storia. Come se sapessero tutto di me: ciò che amo, ciò che odio, ciò di cui ho bisogno.
"Annabeth calmati, non c'è bisogno di agitarsi tanto, ora risolviamo tutto." E stringendomi più forte chiama a se mio fratello con un cenno della mano.
"Ciao piccolo, come ti chiami, hai combinato tu questo splendido disastro?".
Benji lo guarda un po' turbato e gli risponde: "Iniziamo subito col dire che non sono piccolo! Comunque mi chiamo Benji, tu da dove salti fuori?"
"Sono un amico di tua sorella, adesso risolviamo tutto, okay? Tua madre troverà solo il pavimento della cucina un po' più splendente" ride.
Amico, è davvero mio amico? Con tanta facilità certe volte le persone si definiscono: sono bello, sono brutto, ma chi lo dice? Esiste un regolamento di bellezza? Io credo dipenda dagli occhi che ti guardano... cosa ti esprimono, come ti fanno sentire? Io ai suoi occhi mi sento una regina.
"Ehm....okay...ma comunque credo che sia solo un disastro, non ha nulla di splendido" gli risponde Benji.
"In realtà è bellissimo, mi ha permesso di rivedere tua sorella".
Luke fa l'occhiolino a Benji e gli sorride come se tra loro ci fosse sempre stata intesa.
"Piccolo, ehm scusa, Benji, che dici di prendere un panno e iniziare a levare un po' d'acqua dal pavimento?". Benji annuisce e si precipita nello sgabuzzino alla ricerca dell'occorrente. Sono sorpresa di come Luke sia stato in grado di rapportarsi con lui, sembra che gli piacciono i bambini...
"Annabeth" mi chiama. Sono sovrappensiero e non lo sento. "Annabeth", mi tocca una spalla con la sua mano calda e mi giro verso di lui.
"Avrei bisogno di una chiave inglese per aggiustare questo tubo". Lo ritrovo già con le mani nell'acqua, dandosi da fare per salvare la situazione.
"Ehm si, ora vado a cercare gli attrezzi di mio padre".
"Si grazie, prima però potresti rimboccarmi le maniche, se non sei bagnata? Non vorrei sporcare la camicia di mio padre"
Mi avvicino e, dopo avergli scostato i capelli dagli occhi, gli alzo le maniche della camicia, cercando di non creare nessun collegamento visivo per evitare di restare imbambolata.
Corro in taverna a cercare gli attrezzi. La mia mente vaga e mi chiedo come mai abbia chiamato proprio lui quando ne avevo bisogno. Mio cugino Francesco sarebbe corso lo stesso ad aiutarmi se avessi chiamato lui, ma come un impulso involontario il mio corpo ha considerato essere cosa giusta chiamare un perfetto sconosciuto. Effettivamente è quello per me. L'ho visto una sola giornata in tutta la mia vita, ma mi fido. Ciecamente. Con lui mi sento strana, in senso positivo, libera di poter parlare senza freni. "Ma lo conosci solo da stamattina" mi ripete il mio subconscio. Decido di non ascoltarlo.
Trovata la cassetta con gli utensili adatti la porto a Luke che mi ringrazia con un sorriso smagliante.
Mi inginocchio accanto a lui e gli chiedo come posso aiutarlo. "Magari se mantenessi qui, per me sarebbe più semplice" indicandomi un punto esatto. Faccio come mi dice.
Sembra andare tutto bene.
Con la mano libera faccio partire la musica dal mio cellulare, Payphone dei Maroon V. "Adoro questa canzone" mi dice e inevitabilmente penso che abbiamo un'altra cosa in comune.
"Allora" inizio "che mi dici della scuola? Come ti stai trovando?".
"Beh in realtà é passato solo un giorno, quindi non so che dirti....quello che mi fa piacere è che siete tutti simpatici, o quasi....".
"Se ti riferisci a Ashley, Betty e Carmen sta sicura che la pensiamo tutti come te. Io e David le conosciamo da tanto tempo e le chiamiamo le tre vipere". Dice ridendo. "E io che pensavo che appartenessi al loro gruppo...stamattina sei arrivato insime a loro" rispondo con ironia.
"Allora, il tubo dovrebbe essere sistemato, prova ad aprire l'acqua..." cambia di colpo argomento.
Mentre mi alzo parte Thousand years di Christina Perri e i miei occhi si fanno sognanti. Questa canzone su di me ha sempre uno strano effetto.
"Sei pronto?"
"Quando vuoi..."
Faccio scendere l'acqua corrente dal lavandino per testare il suo """"ottimo""" lavoro, ma l'effetto non è proprio quello desiderato....
La parte del tubo che Luke aveva chiuso si riapre iniziando a bagnarlo tutto. Inizio a ridere a crepapelle e mi accosto a lui per aiutarlo. Nonostante io chiuda il rubinetto, non so come ma l'acqua continua a scendere fin quando Luke non si leva la camicia e, arrotolandola, la infila nel tubo bloccando la fuoriuscita dell'acqua.
E menomale che non voleva rovinarla!
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